Orselina, Convento della Madonna del Sasso, Codice IV
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Descrizione di Marina Bernasconi Reusser, 2011.

Titolo del codice: Antiphonarium in festivitatibus sanctorum
Luogo di origine: Italia settentrionale
Datazione: XIV sec. (primi decenni)
Supporto materiale: Pergamena
Dimensioni: 167 fogli
Formato: 540 x 385 (c. 11)
Numerazione delle pagine:
  • Resti di un’antica cartulazione, in parte visibile solo ad un esame con luce UV, v. Giovannini, Rapporto di restauro p. 6.
  • Cartulazione moderna a matita nell’angolo superiore destro sul recto dei fogli, dal nr. 2
  • La segnatura dei fascicoli si trova al centro del margine inferiore del recto del primo foglio, a inchiostro rosso, ed è costituita da una lettera dell’alfabeto ripetuta due volte: aa, bb, cc, ecc. Non è più visibile sul fascicolo 21 (157-164).
  • Tracce della numerazione a registro, v. Giovannini, Rapporto di restauro p. 6.
Composizione dei fascicoli: 7 IV 57 + III 63 + 3 IV 87 + III 93 + 7IV 149 + (IV-1) 156 + IV 164 + II 167 .
I fascicoli iniziano con lato carne, la regola di Gregory (alternanza tra lato pelo e lato carne della pergamena) è rispettata tranne ora tra 156 /157 per la perdita di un foglio.
Condizione:
    Alcune carte, o parti di esse, sono state da tempo ritagliate ed asportate:
  • c. 44 (margine inferiore), c. 99 (margine inferiore), c. 164 (angolo superiore esterno)
  • Mancano alcune iniziali miniate, asportate ritagliandole dal foglio, con conseguente perdita di testo (v. sotto Decorazione).
  • Il codice è stato restaurato nel 1993-5 nel laboratorio di restauro di Andrea Giovannini a Bellinzona (v. Giovannini, Rapporto di restauro).
Disposizione della pagina: a piena pagina, 8 linee di testo e 8 tetragrammi.
Nel margine superiore e inferiore visibili i fori per le linee verticali, nel margine esterno quelli per la rigatura; non ci sono fori per i righi della notazione musicale (per la tecnica di esecuzione della foratura v. Giovannini, Rapporto di restauro, p. 4).
Rigatura per il testo eseguita con mina di piombo, quella per la musica ad inchiostro rosso; specchio di scrittura 362 x 250 (c. 11)
Le righe verticali sono doppie, così come quelle che definiscono lo spazio che deve contenere la scrittura.
Tipo di scrittura e mani: scrittura gotica corale.
Notazione musicale: Notazione musicale quadrata a inchiostro nero su tetragramma a inchiostro rosso.
Decorazione:
  • iniziali ritoccate in giallo
  • rubriche ed indicazioni liturgiche in rosso
  • iniziali filigranate:
    • piccole alternate rosse e blu all’inizio dei versetti (su alcune carte l’alternanza non è rispettata, v. per es. c. 2v); irregolarmente filigranate tranne che nell’ufficio per S. Francesco cc. 71v-84v e in quello per S. Antonio cc. 157r-165v dove sono sempre presenti
    • piccole rubricate e filigranate a colori alternati nelle parole che costituiscono l’inizio del testo delle feste maggiori (per es. c. 2v, c. 71v, c. 90r, c. 107v ecc.)
    • medie: c. 71v, c. 104r
    • grandi: c. 90r, c. 97v, c. 107v, c. 115r, c. 121v, c. 130r, c. 138v, c. 145r, c. 151r
    Queste iniziali filigranate sarebbero opera di un "Miniatore calligrafo" attivo anche nel codice I e III (v. Hudig-Frey 1971, p. 315, 318; Gilardoni 1972, p. 228 "calligrafo delle filigrane").
  • Le iniziali miniate sono opera di due miniatori diversi:
    • 1. fitomorfe e fitozoomorfe, opera del cosiddetto "Miniatore dei trafori metallici" (v. Hudig-Frey 1971, p. 315, 317, 318; Gilardoni 1972, p. 228, 230 "Miniatore degli smalti"; Speroni 2000, p. 46; Speroni 2000/3, p. 19) attivo anche nel codice III che esegue le iniziali miniate:
    • 2. fitomorfe, opera del cosiddetto "Miniatore dei racemi con draghi e mostri" (v. Hudig-Frey 1971, p. 315, 318; Gilardoni 1972, p. 228, 230 "Miniatore delle iniziali a finto sbalzo o dei draghi"; Speroni 2000, p. 47; Speroni 2000/3, p. 19), attivo anche nei codici II e III che esegue l’iniziale miniata:
  • Iniziali miniate asportate:
    • c. 57v H(Hodie, venite) Natività della Vergine, asportata sicuramente prima del 1936, forse già prima del 1889 (vedi Respini 1936, p. 87 e Simona 1943, p. 845). Non esistono riproduzioni fotografiche.
    • Nell’inventario dei quattro antifonari redatto dal guardiano del convento p. Pietro d’Ascona probabilmente nel 1943 per Simona e pubblicato da quest'ultimo (Simona 1943, p. 845) si afferma che erano due le iniziali mancanti: "una delle quali doveva essere abbastanza grande, essendo stato tagliato mezzo foglio; l’altra era di 10 x 10". A noi risulta mancante solo quella a c. 57v.
Aggiunte: Aggiunte posteriori:
  • c. 8r margine esterno: Antiphone pro vesperis sunt in hoc libro mense septembris in exaltatione S. Crucis.
  • c. 39r margine esterno in rosso: Antiphone. In festo S.te Marie ad Nives vide in principio huius libri et in festo B. M. V. de Monte Carmelo et Transfigurationis D.N.I.C. vide in fine huius.
  • c. 96v margine laterale esterno in rosso: In festo Presentationis B. M. V. antifone ut in principio huius libri ad Magnificat in utrisque Vesperis sequens antifona.
    Nel margine inferiore di altra mano: Beata dei genitrix Maria Virgo perpetua templum Domini sacrarium spiritus sanctum sola sine exemplo placuisti Domino nostro Iesu Christo alleluia. con notazione musicale.
  • c. 143v margine esterno: In festo SS. nec virginum nec martirum ad vesperas antifona Dum esset Rex, ut in die S Marie Magdalene in isto libro ad Magnificat, ut supra. Simile est in secundis vesperis, ut infra Manum suam.
    Nel margine inferiore un versetto con la musica: Manum suam aperuit non comedit.
  • c. 149r margine inferiore, di poco posteriore alla stesura del testo l'antifona: Bene fundata est domus domini supra firmam pertram. Psalmus. Benedici. con rispettiva musica.
  • c. 151v margine inferiore: Requiem eternam dona eis luceat eis. Quia. con musica.
  • c. 166r margine esterno in rosso: In festo transfigurationis D.N.J.C. in secondis vesperis ad Magnificat Antifona., e nel margine inferiore due linee di testo e due di musica: Et audientes discipuli ceciderunt et nolite timere: alleluia. Psalmus Magnificat.
  • c. 166v-167r una mano di poco posteriore alla stesura del testo ha aggiunto alcuni responsori dall'Ufficio della domenica di Pasqua, cf. van Dijk, 89-91.
  • cc. 167v-168r: Officium B. V. de monte Carmelo et Transfigurationis Titolo in rosso. Antiphona. Pulchra es et decora - Psalmus. Laudate dominum. Antiphona ad Magnificat in 2 Vesperis verte retro foglia duo.
  • Controguardia anteriore: foglio pergamenaceo con parte di un ufficio In festo sancte Marie ad Nives. Sancta Maria succurre miseris .
Legatura: 565 x 388-395 x 12 ca.
Legatura in piena pelle marrone chiaro su piatti di legno. La pelle del dorso è stata rinnovata. La coperta è rinforzata su quattro lati da lamine di ottone ritagliate e decorate con punzoni (rosette a sei petali, Agnus Dei in due formati, trigramma di Cristo, Madonna col Bambino in trono). Sugli angoli vi sono dei cantonali a forma di foglia di quercia stilizzata decorati lungo i bordi con punzoni a rosetta e fissati con borchie di ottone; la piastra metallica al centro è decorata con punzoni con Agnus Dei e rosette e fissata con una borchia. La chiusura attuale è costituita da due bindelle di pelle con asola in metallo, che si agganciano ai due tenoni applicati sulla coperta posteriore (in origine vi erano anche due fermagli sul taglio di testa e su quello di piede. Lungo i labbri di ciascun piatto sono applicate, in modo irregolare, dei chiodi. Sul piatto anteriore è scritto a penna direttamente sulla pelle „Cod. IV“.
Questa tipologia di legatura si inserisce in un gruppo di altre legature simili per decoro e composizione prodotte in Lombardia - per es. a Cremona, Busseto, Lodi e Parma - nell'ultimo ventennio del sec. XV-inizio XVI sec. Ricorrente è l'uso dei punzoni di rinforzo per i bordi, della stessa tipologia di borchie e cantonali e soprattutto del tipo di punzone usato per decorare le lamine metalliche (si veda per es. G. Zanichelli, Luminatum et ligatum fuit de manu mea. Codici miniati padani: scriptoria e committenza. Catalogo della mostra, Parma 1994, 54-45 con bibl. prec., V. Orlandi Balzari, I Libri corali di S. Maria degli Angeli a Lugano, in "Archivio Storico Ticinese" 37 (2005), 33-40, oppure G. Adler, Handbuch. Buchverschluss und Buchbeschlag, Wiesbaden 2010, p. 123, figg. 6-18.
Controguardia anteriore: v. sopra "Aggiunte posteriori".
La legatura attuale è frutto dell’ultimo restauro; per una ricostruzione della situazione precedente e delle manomissioni subite nel corso dei secoli v. Giovannini, Rapporto di restauro, pp. 7-11.
Materiale addizionale: Sul recto della controguardia anteriore era incollata una grossa carta da disegno su cui è disegnata la planimetria di un revellino (opera muraria a forma di cuneo o di semicerchio, eretta sul davanti di una fortificazione come primo elemento avanzato di difesa e di resistenza) a stella, con relativa descrizione. In occasione del restauro del 1993-1995 il foglio, che ha rivelato sul verso un analogo disegno, è stato restaurato e collocato in una apposita mappetta. A detta della Hudig-Frey (p. 315) il disegno sarebbe databile al XVIII sec. (v. anche AAVV 1999, p. 75).
Contenuto:
Antiphonarium in festivitatibus sanctorum. Contiene le antifone dell’ufficio delle Feste dei santi e il loro Comune, l’Ufficio dei Morti e l'Ufficio per S. Antonio.
  • 2r-106v Proprio dei santi dalla festa di S. Marco ev. (25 aprile) a S. Clemente papa (23. nov.)
    >In festivitatibus sanctorum a pascha usque Pentecosten< Lux perpetua lucebit …–… 104r Orante sancto Clemente mirabilia tua.
    Cf. Van Dijk, 133-172.
  • 106v- 156v Comune dei santi dal natale degli apostoli all’ufficio dei morti
    >In nataliciis apostolorum. Ad vesperas. Capitulum.< Fratres iam non estis Antiphona Tradent enim …–… 156v <In agenda mortuorum>. Regem cui omnia vivunt ad me non eiciam foras. Psalmus. Magnificat.
    Cf. Van Dijk, 173-194. Manca l'Ufficio per la Vergine.
  • 157r-166r Ufficio per S. Antonio
    >In vigilia Beati Antonii commune fratres ad vesperas. Antiphona.< Gaudeat ecclesia …–… queret venditorem. Psalmus. Magnificat.
    Cf. Van Dijk, 142-143. RH 7084; AH 5 Nr. 42; H. Felder, Die liturgischen Reimofficien auf die Heiligen Franciscus und Antonius, gedichtet und componiert durch Fr. Julian von Speier († ca. 1250), Freiburg /Schweiz, 1901.
Origine del manoscritto: Lo stile delle iniziali miniate, soprattutto quello del "Miniatore dei trafori metallici" ed il suo particolare uso del colore nero, trova analogie nella miniatura padovana della fine del sec. XIII o degli inizi del sec. XIV quali ad es. i Mss. 113 e 250 e della Biblioteca Antoniana di Padova (v. G. Abate - G. Luisetto, Codici e manoscritti della Biblioteca Antoniana, Vicenza 1975, vol. 2, 724 fig. 21 e 725, fig. 33). Le caratteristiche caratteristiche paleografiche, codicologiche e stilistiche, del tutto simili a quelle del graduale e degli altri antifonari II e III, confermano anche per questo manoscritto una datazione ai primi decenni del sec. XIV.
Per quanto riguarda la presunta esecuzione del manoscritto in un ipotetico scriptorium del convento di S. Francesco di Locarno, sostenuta dagli studiosi che si sono occupati precedentemente del codice, si veda quanto detto a proposito della provenienza del graduale.
Provenienza del manoscritto: Il codice appartenne e fu in uso al convento di S. Francesco di Locarno fino alla soppressione dello stesso avvenuta nel 1848, come attestato dalla nota di possesso e dall’invettiva contro eventuali trafugatori scritta in una corsiva di mano del XIV-XV secolo ed a malapena leggibile nel margine superiore della carta di guardia incollata all’interno della coperta anteriore: I[ste] liber est ordinis fratrum minorum de Locarno. Si quis furabis [!] illum et non redet, alia […] seculorum (?).
Acquisizione del manoscritto: A seguito della soppressione del convento di S. Francesco di Locarno, avvenuta nel 1848, l'antifonario, unitamente al graduale ed agli antifonari II e III fu probabilmente trasportato presso il convento della Madonna del Sasso di Orselina - affidato ai cappuccini - dove ricevette la segnatura "25-235 IV" (etichetta cartacea moderna originariamente applicata sul dorso, dopo il restauro conservata separatamente).
Attualmente appartiene allo Stato del Canton Ticino e si trovano in deposito presso il convento dei cappuccini della Madonna del Sasso di Orselina.
Bibliografia:
  • Monti S., L’esposizione di arte sacra in Bellinzona (settembre, 1903), in „Bollettino Storico della Svizzera italiana“ 26 (1904), 17-18;
  • [Respini G.], Il Ticino liberale-conservatore giudicato dalle sue opere, in „Bollettino Storico della Svizzera italiana“, 11 (1936), 87;
  • Simona L., L’Arte della miniatura nel Ticino, in „Rivista Storica Ticinese“ 6 (1943), 841-845;
  • Hudig-Frey M., I codici corali trecenteschi dell’antica chiesa di S. Francesco dei Conventuali di Locarno, in „Archivio Storico Ticinese“ 12 (1971), 297-318;
  • Ticinensia, Fonti per la storia dei monumenti di Locarno, Muralto, Orselina e Solduno, Serie IV. Supplemento dell’ „Archivio Storico Ticinese“, XLI-LII (1972), 306-308;
  • Gilardoni V., I monumenti d’arte e di storia del Canton Ticino. Vol. I, Locarno e il suo circolo (Locarno, Solduno, Muralto e Orselina), Basilea 1972 (I monumenti d’arte e di storia della Svizzera, 60), 226-230;
  • Huber R., Emilio Motta. Storico, archivista, biografo, Locarno 1992, 144
  • AAVV, I libri corali trecenteschi di Locarno. Guida pratica alla loro lettura nel contesto storico, liturgico e musicale, Lugano 1999;
  • Speroni L., I codici miniati della chiesa di S. Francesco a Locarno, in Pittura medievale e rinascimentale nella Svizzera italiana, Atti del Convegno, Lugano 28 marzo 1998, a cura di E. Agustoni, R. Cardani Vergani, E. Rüsch, Lugano 2000, 41-48;
  • Speroni L., Le fasi di produzione dei codici miniati di S. Francesco a Locarno, in „Arte+Architettura“ 51 (2000/3), 14-20;
  • Giovannini A., Rapporto di restauro.