Tesserete, Archivio parrocchiale, codice 1
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Descrizione di Marina Bernasconi e Paolo Ostinelli, 2017.

Titolo del codice: Epistolarium ambrosianum
Luogo di origine: Italia settentrionale (Milano)
Datazione: 1342 (p. 3)
Segnatura precedente:
  • etichetta cartacea con numero "235" (p. II)
  • numero "13" a penna nel margine superiore (p. V)
  • "B – 18" a penna rossa (XX sec.) (interno coperta anteriore e p. I)
Supporto materiale: pergamena
Per la nota di possesso a p. III (vedi Contenuto) sembra essere stata riutilizzata una pergamena già scritta (tracce di scrittura appena visibili).
Dimensioni: III + 190 pp.
Formato: 315 x 225 (p. 19)
Numerazione delle pagine: paginazione a penna (solo i numeri dispari) nell'angolo superiore destro eseguita dopo l'inserimento, tra il calendario e il testo vero e proprio, del foglio con la copia del testamento.
Composizione dei fascicoli: IIIV + (III-2)VI + (II-1)2 + 9 IV146 + III158 + VI182 + (III-2)190
I fascicoli iniziano con il lato carne. Richiami al centro del margine inferiore.
Condizione: Lo stato di conservazione del manoscritto non è ottimale, soprattutto le assi e la pelle delle legatura presentano molti danni dovuti ai tarli. Riparazioni di tagli o integrazioni cartacee alle pagine 3-5, 190.
Disposizione della pagina: Rigatura a penna.
pp. 3-158: specchio di scrittura 215 x 138, righe di scrittura 26, interlinea 8 mm.
pp. 159-190: specchio di scrittura 210 x 164, righe di scrittura 34, interlinea 6 mm.
Tipo di scrittura e mani: scrittura gotica di tre mani:

Decorazione:
  • p. 3 iniziale grande (8 linee) K nella quale è raffigurato s. Martino benedicente, in abiti vescovili. Dal campo della lettera si diparte un fregio di foglie di acanto rosse, blu, verdi, rosa e arancio che si estende su tre lati della pagina; lungo il fregio trovano spazio tondini dorati
  • pp. 5-154 iniziali rubricate e filigranate alternate blu con filigrana rossa e rosse con filigrana viola all'inizio delle varie epistole; indicazioni per il rubricatore nel margine esterno in corsivo (per es. pp. 56, 58, 60 ecc.)
  • da p. 156 (altra mano) solo iniziali rosse senza filigrana (visibile la letterina guida)
  • pp. 159-190: iniziali rubricate (più grande quella a p. 179)
Aggiunte: Lungo tutto il testo sono state apposte delle correzioni, integrazioni al testo (pp. 8, 24, 94, 95, 98, 99, 100, 101, 108, 109, 132) o precisazioni riguardanti il contenuto liturgico (pp. 79, 97, 98, 99, 100, 101, 129, 179, 190) di varie mani dei secc. XV-XVI.
Legatura: 335 x 230 mm. Assi di legno ricoperti di pelle marrone con impressione a secco, pelle sul dorso quasi del tutto caduta, tre nervi ma tracce di precedenti nervi. L'interno dei piatti è rivestito di cartone grigio. I ferri che tenevano le bindelle di chiusura sono ancora presenti sul piatto posteriore, mentre su quello anteriore sono rimasti i chiodi di fissaggio. L'attuale rilegatura potrebbe risalire alla prima metà del XVI secolo, quando all'inizio del testo dell'epistolario fu rilegata una copia del testamento di Contessa a favore della chiesa di S. Stefano di Tesserete, v. Contenuto.
Contenuto:
  • p. III Nota di possesso (su pergamena di riuso)
    IHS. LIBER HIC EST SANCTI STEFANI PLEBIS CRIVIASCHE. (sec. XVI).
    Più sotto, a matita: Videlicet si hoc vetustus codex manu exaratus, jam fuit possessori Dominici Verdoni filius quondam Michaelis ambobus notarii Salensis, irrevocabilis irrationalisque venerandam ecclesiam S. Stephani Tessereti, qui possidere non potest. Vide pagin [sic] 120 de hoc libro. (sec. XX).
  • pp. V-VI Calendario dei mesi maggio-giugno e luglio-agosto
    Da rilevare: 4.5 Godeardi; 5.5 Gerontii ep.; 8.5 Victoris; 10.5 translatio S. Nazarii; 14.5 Translatio s. Victoris; 20.5 sancti Bernardini conf. (aggiunta posteriore); 25.5 Depositio s. Dionisii conf.; 1.6 Finini (!) et Gratiani mart.; 12.7 Naboris et Felicis m.; 18.7 Materni episcopi; 28.7 Nazarii et Celsi m.; 31.7: Kalimerii ep. et m.; 3.8: Translatio s. Gaudentii; 12.8: Eusebii ep.
  • pp. 1-2 Trascrizione del testamento di Contessa, 1 settembre 1078
    Contessa, della città di Milano, col consenso dei figli, dona alla chiesa di S. Stefano di Tesserete una serie di beni. Copia della prima metà del XVI sec. Copia testamenti domine comitise. In Christi nomine anno dominice Incarnationis millesimo septuagesimo octavo… Ego contessa mater Arnulphi et Azoni de civitate Mediolani …–… Actum ad domum Criviasche. Interfuerunt et alii homines de Criviascha. Interogati testes.
    Ed.: per l'edizione del testo e la problematica legata alla sua autenticità v. Luciano Moroni Stampa, Codex Palaeographicus Helvetiae subalpinae, 1957, p. 5 e Appendice II edizione.
    Segue una prova di scrittura: In nomine domini anno a nativita[te] e l'indicazione bibliografica a matita (XX sec.): cfr. Monitore Officiale Diocesi Ticinese. Anno 1924, pag. 150
    Nel margine superiore della p. 1 l'annotazione a matita del XX secolo: Locus non est hic, riferita alla circostanza che il foglio è stato inserito tra il calendario e il testo vero e proprio.
  • pp. 3-158 Epistolarium ambrosianum
    • 1. (p. 3-106) Proprium de Tempore >(3) In nomine Domini MCCCXLII. Ego prespiter Jacobus de Parazo beneficialis ecclesie sancti Firmi feci fieri istud epistolarium ad honorem Dei et beati Firmi quod volo perpetualiter deberem permanere in ecclesia supradicta beati Firmi. Epistola in festo beati Martini ad Timoteum lectio prima< (=Timoteo I, 3, 16) Karissime, [manifeste est] magnum et pietatis sacramentum (p. 105) >Dominica III [corretto da II a III a penna] post dedicationem, ad Corintios I<. Fratres non cessamus pro vobis orantes …–… et longaminiatate [p. 106 ] in Christo Ihesu Domino nostro.
    • 2. (pp. 106-135) Proprium de Sanctis >(p. 106) In nativitate sancti Georgii. Ad Corinthios II.< Fratres. Volumus vos ignorare (p. 134) >In nativitate sanctorum Vitalis et Agricole. Ad Timotheum. II<. Karissime. Nemo militans deo …–… et ipsi salutem consequantur, que est in Christo Ihesu cum gloria celesti. >Require retro alia epistola in sancti Syri.<
    • 3. (pp. 135-156) Commune sanctorum >(p. 135) In nativitate unius apostoli. Lectura libri Sapientie.< Beatus vir qui (p. 154) >Lectio IIII Danielis prophete<. Tunc Nabuchodonosor rex …–… (p. 158) et in plenitudine sanctorum derentio mea.
      Da rilevare: p. 139 In dedicationem maiorem; p. 140 In dedicationem minorem; p. 140 Ad pluviam postulandam; p. 141 Ad poscendam serenitatem; p. 142 Pro pontifice; Per sacerdote [sic]; In temptatione carnis; p. 143 Pro salute vivorum; In temptatione belli; p. 144 Pro pace; p. 145 Pro infirmo; Pro defuncto.
      Seguono le quattro letture per i defunti.
    • 4. (pp. 159-190) Ingressario (incompleto) >p. 159 In vigiliis depositionis sancti Martini. Ingressa< Vir iste custodivit. Ps. In memoria eterna. V(ersus) Benedictus vir qui. Cantus …–… >In vigilia sanctorum Nazari et Celsi cant.< Videns dominus Nathanael venentem ad se et ait […] .
    L'uso del rito ambrosiano è confermato dalla festa di S. Martino all'inizio dell'anno liturgico, dalla presenza di sei domeniche di Avvento, della Dominica de samaritana (p. 38), della Dominica II de Abraham (p. 44), della Dominica de ceco (p. 51) e della Dominica de Lazaro (p. 59).
Origine del manoscritto: L'epistolario, come si legge a p. 3, fu commissionato nel 1342 dal prete Giacomo de Parazo per la chiesa di S. Fermo di cui era beneficiario.
La famiglia de Parazo è attestata a Milano ed in Lombardia almeno dal XII secolo e fino al XV sec.
Nella città di Milano esisteva una chiesa di s. Fermo, ma la dedicazione è diffusa in Lombardia (v. per es. G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e pievi forensi nel "Liber sanctorum" di Goffredo da Bussero, Roma 1974, p. 405) e in tutta l'Italia settentrionale (vedi un elenco delle parrocchie e dei monasteri con questo patronato in LombardiaBeniCulturali).
Provenienza del manoscritto: Probabilmente nel XV/XVI sec. il codice giunse a Tesserete dove, in occasione di una nuova legatura, vi venne aggiunta la copia del testamento (v. pp. 1-2) e inserita la nota di possesso della pieve di Capriasca che si legge a p. III. Risale forse a quell'epoca la perdita del bifoglio con la rimanente parte del calendario.
Fu poi in possesso della famiglia di notai Verdoni di Sala Capriasca, attivi nei secoli XVII-XVIII, vedi Matricola notariorum comunitatis vallis Lugani, in Le Fonti del Diritto del Cantone Ticino: C. Formulari notarili, vol. I, a cura di E. Mango-Tomei, Aarau 1991, p. 433 che vi apposero delle note di possesso:
  • p. 120, margine superiore a penna Hic liber est mei Dominici Verdoni Sale, 1668.
  • p. 124: margine superiore a penna Laus Deo 1668.
  • e delle prove di penna (p. 73, 83, 120, 125, 126 Jo. Bartolomeo), e che sono ricordati nella annotazione tarda a matita che si legge a p. III.
Acquisizione del manoscritto: Dal XX sec. di proprietà della parrocchia di Tesserete.
Bibliografia:
  • Inedito