Il manoscritto miscellaneo, decorato in modo semplice, proviene dalla certosa di Basilea. Fu scritto da varie mani del XV secolo. Il codice contiene una miniatura; di una seconda rimangono solo i resti di una pagina strappata. In due punti del testo sono state aggiunte note musicali. I testi raccolti nel volume sono quasi esclusivamente delle preghiere. La maggior parte sono abbastanza brevi, a volte non occupano più di mezza pagina del manoscritto di formato ridotto. Alcune preghiere sono in prosa, altre sono in versi.
Online dal: 10.12.2020
Questo manoscritto in pergamena di piccolo formato proviene dalla certosa di Basilea, dove fu completato dal copista Johannes Gipsmüller nel 1478. I numerosi testi devozionali dedicati a varie sante sono tramandati in gran parte in forma anonima, e alcuni – come quelli su Margareta, la patrona della certosa di Basilea – possono essere probabilmente attribuiti a Heinrich Arnoldi. Il codice è decorato con illustrazioni a piena pagina dei santi trattati nel testo, oltre a numerose iniziali, queste ultime in stili molto diversi.
Online dal: 10.12.2020
L'Avqat Rokhel è una selezione di scritti escatologici disposti in tre «libri» ciascuno con diverse sezioni, attribuiti a Makhir ben Isaac Sar Hasid di Toledo (XIV sec.), allievo di Judah ben Asher (1270-1349), figlio di Asher ben Yehiel (Rosh, c.1250-1327). Solo il titolo è identico a quello di una successiva opera sui responsa di Joseph Caro (1488-1575) (Ed. Princ. Salonicco, 1791). Il titolo dell'opera è tratto da un versetto del Cantico dei Cantici 3, 6 [Chi è costei che sale dal deserto come colonne di fumo, profumata di mirra e d'incenso, e d'ogni polvere aromatica dei mercanti (אבקת רוכל)?] e può essere tradotto come «Le polveri del profumiere».
Online dal: 08.10.2020
Questo piccolo volume rilegato in cartone del Museo Remigius Faesch unisce due frammenti di poesia in tedesco. Il primo poema, la Sibyllen Weissagung, risale alla metà del XIV secolo e fu ampiamente letto fino al XVI secolo. Tratta della profetessa Sibilla, che visitò il re Salomone e gli profetizzò il futuro fino alla fine dei tempi. Il secondo testo, il Königin von Frankreich di Schondoch, parla dell'amore fedele della eroina del titolo, che viene accusata di adulterio da un maresciallo di corte respinto, e cacciata. Appartiene al genere «Märe» (fiabe) ed è estremamente diffuso, con 21 manoscritti conservati.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto, di proprietà di Johannes Heynlin, è giunto alla biblioteca universitaria di Basilea con il fondo della certosa di Basilea. Contiene principalmente sermoni, molti dei quali scritti dal domenicano Guilelmus de Malliaco. Un elenco delle parole chiave permette al lettore la ricerca mirata del sermone con l'argomento corrispondente. Notevole la legatura: le due coperte sono dotate ciascuna di cinque borchie in ottone. All'interno delle coperte, gli ancoraggi delle borchie sono ricoperti di piccoli pezzi di pergamena tagliati a forma di cuore.
Online dal: 18.06.2020
La cronaca, giunta alla UB con il fondo del Museo Faesch, contiene due parti. La prima parte è stata scritta da Heinrich Arnoldi e tratta, sotto forma di dialogo tra il priore della certosa e la sua patrona Santa Margherita, della fondazione e dello sviluppo della certosa fino al 1480. Questa tipologia del dialogo, che Arnoldi ha utilizzato in diversi suoi scritti, è inusuale se si tratta di contenuti storici, e infatti viene abbandonata nella seconda parte. La seconda parte, un autografo di Georg Carpentarius, continua la cronaca fino al 1526, cioè fino a poco prima della secolarizzazione della certosa, avvenuta nel 1529.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto, di un formato estremamente stretto, è stato creato a Magonza ed è successivamente giunto come dono dei certosini che vi risiedevano alla certosa di Basilea. Contiene un gran numero di testi brevi e molto brevi: oltre ad una serie di prediche, soprattutto estratti da trattati teologici, di storia ecclesiastica e politici, tra cui alcuni in tedesco.
Online dal: 18.06.2020
Il volume miscellaneo contiene trattati teologici, tra cui vari testi di Johannes Gerson (1363-1429), ed è stato scritto da Alfred Löffler (1416-1462). Il copista, originario di Rheinfelden ed entrato nel convento domenicano di Basilea nel 1445, invita in diversi punti del manoscritto a pregare per lui. Indica anche delle singole date (1454, 1456) e dei luoghi di copia. Questi ultimi sono i conventi delle domenicane di Steinbach e Himmelskron presso Worms, dove Löffler era attivo quale confessore negli anni in questione. Quando tornò a Basilea, probabilmente portò con sé anche questo volume, che entrò a far parte della biblioteca del convento dei predicatori di Basilea, per poi giungere, dopo la Riforma, nella Biblioteca Universitaria.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto miscellaneo proviene dalla biblioteca della certosa di Basilea e contiene testi scolastici sull'antico scrittore di commedie Publio Terenzio Afro (ca. 195 - ca. 159 a.C.), quali le Comoediae cum didascaliis, oltre a varie Rhetoricae, o sull'insegnamento dell'arte dei discorsi e dello scrivere lettere. La prima parte del manoscritto è stata scritta nel 1471 e nel 1472 da Jacob Lauber – poi diventato priore – quando era ancora studente.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto fa parte del fondo della certosa di Basilea, alla quale è stato donato da un ex decano di Rheinfeld, Antonius Rütschmann. Contiene principalmente le Omiliae in evangelia di Gregorio Magno e i primi due libri del Libri miraculorum di Cesario von Heisterbach, oltre a prediche e estratti di Johannes von Freiburg, Johannes Mulberg e Giordano di Quedlinburg.
Online dal: 18.06.2020
Questa raccolta di origine aschenazita, compilata nel XV secolo, è un manuale costituito principalmente da una pletora di testi di astronomia, astrologia, prognosi, medicina popolare e medico-astrologica, relativi a malattie e sanguinamenti, a cui si aggiungono altri testi di vari argomenti: tavole e trattati sul calendario, poesie etiche e liturgiche, materiale halakhah e filosofico del XIII secolo tradotto in ebraico. Inoltre, una piccola ma significativa scoperta nel manoscritto indica la città di Colonia o i suoi dintorni come possibile luogo di produzione di questa raccolta.
Online dal: 18.06.2020
Il codice, di formato ridotto, proviene probabilmente dalla certosa di Magonza, e da lì ha raggiunto quella di Basilea, dove è stato corredato da numerose note di possesso. Contiene una grande varietà di estratti di letteratura – religiosa, storica e di altre – del Medioevo e dell'antichità. Anche la lunghezza dei testi varia notevolmente: oltre a brevi estratti e versi di due o quattro righe su vari argomenti quali i papi o le api, ci sono testi più lunghi come il De rota verae et falsae religionis di Ugo da Folieto, o la prima metà del Paradisus Animae dello pseudo-Alberto Magno.
Online dal: 18.06.2020
Il codice, scritto da Johannes Heynlin durante il suo soggiorno parigino tra il 1469 e il 1471, contiene tre ‘classici dell'educazione': le Bucoliche (con commenti), le Georgiche e l'Eneide di Virgilio, così come tutta una serie di opere pseudo virgiliane. Il volume è finemente decorato con iniziali figurate con scene tratte dalle opere di Virgilio, opera di un atelier parigino. Il manoscritto è stato probabilmente rilegato a Basilea, forse su incarico della certosa, che ne venne in possesso quando Heynlin entrò nel monastero.
Online dal: 18.06.2020
Il volume contiene il cosiddetto Wörterbuch des alten Schulmeisters. Si tratta di un adattamento indipendente del più diffuso Vocabularius ex quo. In contrasto con questa più antica versione, nell'edizione dell'Alter Schulmeister le spiegazioni in tedesco passano in secondo piano a favore di quelle puramente latine. Le controguardie originali, che sono state separate dal piatto in occasione di un restauro nel 1974, contengono estratti di una traduzione latina del De anima di Aristotele e altri contenuti correlati. Il fatto che il testo del foglio di guardia posteriore sia la continuazione diretta di quello del foglio di guardia anteriore, dimostra che nel loro contesto originale i due costituivano due pagine consecutive di un manoscritto.
Online dal: 18.06.2020
Il volume contiene testi che si riferiscono alla pratica scolastica tardomedievale e del primo umanesimo; da un lato cioè opere destinate alla prassi scolastica (grammatiche, elenchi di parole) e, dall'altro, trattati teorici di contenuto didattico-pedagogico. Le diverse parti originariamente indipendenti sono state rilegate insieme nella certosa di Basilea. La prima parte, la versione in prosa della grammatica in versi di Alessandro di Villedieu, proviene dalla certosa di Magonza ed è stata donata a quella di Basilea. L'ultima parte, la grammatica di Giovanni Sulpizio, qui in una stampa di Johannes Amerbach, è stata donata alla biblioteca del monastero dallo stampatore.
Online dal: 18.06.2020
Poco si sa di Albino di Chiaravalle, detto anche Albuinus de Gorze o Albuinus Eremita, se non che intorno all'anno 1000 redasse una raccolta di scritti a carattere morale-teologico dedicati a un canonico parigino di nome Arnoldus e all'arcivescovo Eriberto di Colonia (999-1021). Questa copia risale all'XI o XII secolo ed è rilegata in morbida pelle, che in origine era probabilmente abbastanza lunga da coprire completamente il libro, ma così stretta che il blocco del libro sporge sopra e sotto. Nel XV sec. appartenne alla certosa di Magonza, ed è giunto alla biblioteca universitaria con la collezione Remigius Faesch.
Online dal: 18.06.2020
Il Sefer Nizzaḥon Yashan è il nome di un'antologia anonima di argomenti contro l'interpretazione cristologica dei versetti biblici, integrata da una critica dei Vangeli, delle dottrine e della morale cristiana. Composto in Germania o in Francia intorno al 1300, la maggior parte delle confutazioni si basa su argomenti polemici e critiche alla fede cristiana che erano state diffuse negli ambienti ebraici dell'Ashkenaz medievale e della Francia settentrionale. Esistono poche edizioni e manoscritti completi di quest'opera, tra cui questo Nizzaḥon di Basilea. Questo manoscritto, che presenta alcune analogie con altre copie, deve tuttavia essere considerato come un testimone indiretto, ma importante, dell'apologetica ebraica proveniente dalla regione franco-tedesca.
Online dal: 19.03.2020
Questa copia ashkenazita del XIV e XV secolo del Sefer Moreh Nevukhim (Guida per i perduti) di Mosè Maimonide è la traduzione in ebraico del testo fatta nel 1204 da Samuel ben Judah Ibn Tibbon (1150-1230). Questa copia include anche una prefazione al commento al Moreh Nevukhim di Shem Tov ben Joseph ben Shem Tov, un rabbino spagnolo del XV secolo e un ardente difensore della filosofia di Aristotele e di Maimonide. Nel XVI secolo questo manoscritto apparteneva a Johann Buxtorf II, e fu utilizzato come base per l'edizione latina di quest'ultimo del Doctor Perplexorum (Basilea, 1629).
Online dal: 19.03.2020
Il bifoglio proveniente da un manoscritto mistico del tardo medioevo si è conservato come copertina di un libro. Contiene parti dalle «Die sieben Vorregeln» e dallo «Der Spiegel der Tugend» del francescano Davide di Augusta (1200-1272 ca.) e una sezione del «Geistlicher Palmbaum» (dal «Palmbaumtraktaten»?). Il frammento presenta evidenti segni di usura dovuti a riuso.
Online dal: 12.12.2019
Il volume, proveniente dalla certosa di Basilea, contiene preghiere e meditazioni di vari autori, per lo più di Anselmo di Canterbury, o quanto meno a lui attribuiti. Inoltre vi è un'istruzione agli esercizi spirituali per i novizi e una Passione di Cristo, compilata da Heinrich Arnoldi sulla base di tutti e quattro i Vangeli. Contiene anche testi di altri autori certosini. Il codice è stato scritto dal certosino di Basilea Martin Ströulin.
Online dal: 12.12.2019
Il volume miscellaneo, originariamente composto da dieci fascicoli, è stato scritto almeno in parte nella certosa di Basilea. Uno dei copisti è frate Hans Lesser di San Gallo. Il manoscritto, di formato ridotto, faceva parte della biblioteca dei fratelli conversi della certosa di Basilea e tramanda diverse preghiere e testi devozionali in lingua tedesca, alcuni dei quali si riferiscono esplicitamente ai fratelli conversi della certosa.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto, sebbene incompleto per la perdita di alcuni fogli, tramanda il romanzo di Alessandro del poeta tedesco-boemo Ulrich von Etzenbach (ca. XIII sec,). Il testo è stato scritto nel 1322, probabilmente in Baviera o in Austria come si deduce dalle caratteristiche dialettali. L'elaborata decorazione delle iniziali poste all'inizio dei singoli libri mostra caratteristiche dell'Alto Reno, così come appaiono anche nella Bassa Austria all'inizio del XIV secolo. Nei margini si trovano numerose annotazioni del XIX sec. con spiegazioni di parole e annotazioni di Johann Jakob Spreng (1699-1768), che ha copiato il manoscritto nel XVIII secolo.
Online dal: 12.12.2019
Il volume contiene un gran numero di testi teologici e di diritto ecclesiastico. Discende interamente dalla penna di un copista, il certosino di Basilea Heinrich von Vullenhoe. In una lunga annotazione egli informa sui motivi che lo hanno portato alla compilazione: poiché egli stesso, in qualità di certosino non poteva apparire come predicatore, non gli rimaneva che la possibilità di diffondere la Parola di Dio con le sue mani, cioè scrivendo libri. Egli sperava che la sua compilazione avrebbe rafforzato i devoti sulla loro via e sarebbe stato motivo di pentimento per i peccatori. Molti dei testi che Vullenhoe ha riunito in questo volume si riferiscono direttamente all'ordine certosino. Ne è un esempio il trattato de esu carnium, che difende la pratica certosina di rinunciare alla carne come cibo. Molti testi sono tramandati anche in altri manoscritti della certosa di Basilea.
Online dal: 12.12.2019
Il codice, scritto in una textura del XIII secolo, era di proprietà del chierico e storico Dietrich von Niem (1340-1418) che lo ha corredato di numerose annotazioni marginali. Il volume, poi trasferito alla certosa di Basilea, contiene tra l'altro le Naturales quaestiones di Seneca, la discussione di Anselmo di Canterbury Cur deus homo? e l'opera astrologica De radiis stellarum del filosofo e scienziato arabo Alkindi. Tramanda inoltre l'articolo De probatione virginitatis beatae Mariae del cosiddetto «Suda», un lessico bizantino che trovò ampia diffusione della traduzione Latina di Roberto Grossatesta.
Online dal: 12.12.2019
Il nucleo principale del manoscritto della certosa di Basilea è costituito da una copia del Flores temporum, una cronaca del mondo latina del XIII secolo ampiamente diffusa nella regione alemannica. Il copista Nicolaus Gerung de Blauenstein ha integrato questa cronaca con un'appendice da lui redatta, in parte in tedesco, riguardante gli eventi nella regione di Basilea, così come una cronaca dei vescovi basileesi. Completano la collezione testi più brevi, quali trattati sui concili o sugli ordini certosini, elenchi di imperatori, cattedrali, regni e lingue di varie parti del mondo.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto con l'epopea di Dietrich «Laurin» in tedesco medio-alto è entrato veramente in modo avventuroso nella biblioteca universitaria di Basilea. Come annota il bibliotecario capo Ludwig Sieber (1833-1891) nel manoscritto stesso, il codice fu trovato nel 1878 sulle rive del Reno a Basilea. Fu poi donato alla biblioteca universitaria da Ludwig Sieber e dal suo predecessore Wilhelm Vischer (bibliotecario capo 1867-1871). Il luogo in cui è stato trovato ha lasciato tracce sul manoscritto: la carta e la legatura sono in parte fortemente degradate e fragili e presentano vari danni da acqua, soprattutto ai bordi dei fogli. Tuttavia, il testo è ancora molto leggibile, anche se conservato in maniera incompleta. Frammenti di documenti nella rilegatura e il disegno a penna di una bandiera con il pastorale di Basilea fanno riferimento a Basilea come possibile luogo d'origine.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto in pergamena, decorato con iniziali filigranate e lombarde, apparteneva originariamente alla certosa di Magonza e ha raggiunto quella di Basilea dopo vari passaggi di proprietà. Contiene la Summa contra gentiles di Tommaso d'Aquino scritta tra il 1259 e il 1265. Questo manuale per i missionari cristiani offre argomenti filosofici a favore del cristianesimo ed è stato concepito appositamente per la conversione dei musulmani e degli ebrei; si tratta dell'unica opera scolastica tradotta dal latino in ebraico.
Online dal: 12.12.2019
Il volumetto in pergamena contiene i sette salmi penitenziali e altri tre salmi in ebraico. Di proprietà della famiglia Amerbach, potrebbe essere passato in seguito nelle mani di Johann Buxtorf (il Vecchio?). Il manoscritto è modesto e contiene iniziali decorative e disegni a penna negli spazi appositi, il testo è vocalizzato.
Online dal: 12.12.2019
I cinque doppi fogli con frammenti dal canto dei Nibelunghi provengono da un manoscritto della metà del XIV secolo e si sono conservati perché reimpiegati quali legature di libri. Scoperti nel 1866 da un sacerdote di Fanas/Prättigau, finirono a Basilea nelle mani del filologo Wilhelm Wackernagel; oggi si conservano nella biblioteca dell'Università di Basilea. I fogli sobriamente rubricati, con occasionali disegni a penna rosso-marrone (soprattutto sotto forma di draghi e creature simili a draghi) decorano i margini dei fogli.
Online dal: 10.10.2019
Il codice, con una rilegatura in mezza pelle, contiene principalmente sermoni capitolari e collationes dalla penna di Heinrich Arnoldi, che di solito iniziano con una citazione biblica e sono lunghe solo poche pagine. Il volume miscellaneo per uso domestico è stato prodotto nella certosa di Basilea, dove è stato scritto in gran parte da Martin Ströulin e in parte anche dallo stesso Heinrich Arnoldi. Oltre alla parte manoscritta contiene due brevi stampe.
Online dal: 10.10.2019
La miscellanea di piccolo formato contiene numerosi pezzi di contenuto mistico, come sermoni, trattati (estratti), istruzioni e detti, tra gli altri, di Meister Eckhart, Heinrich von Ekkewint e Johannes von Sterngassen. Il volume è stato vergato da due diverse mani, delle quali la prima, a c. 379r in rosso, si lamenta che chi non sa scrivere non ha idea di quanto sia penoso questo lavoro. Una nota di possesso del bibliotecario del monastero Georg Carpentarius (1487-1531 ca.) e l'antica segnatura E xxvi assegnano il manoscritto alla biblioteca della certosa di Basilea. Lì appartenne, come la maggior parte dei manoscritti in lingua tedesca della certosa, alla biblioteca dei fratelli conversi.
Online dal: 10.10.2019
Il commento ai Salmi è un autografo di Ambrosius Alantsee il quale, dopo aver studiato e successivamente insegnato all'Università di Basilea, nel 1480 entrò nella certosa basileese, dove operò come copista, fu priore e autore di letteratura prevalentemente liturgica. Questo manoscritto è stato scritto pochi anni prima della sua morte, che lo sorprese nel 1505 in occasione di un viaggio di visitazione a Erfurt.
Online dal: 10.10.2019
Il volume, che proviene originariamente dalla collezione di libri personali di Ludwig Moser (cfr. la nota di possesso a c. 2r), è stato trasferito alla biblioteca universitaria con il fondo della certosa di Basilea. Contiene vari testi teologici in tedesco, a cominciare da una versione del volume sulla preparazione alla morte e accompagnamento del moribondo di Wilhelm Textoris, intitolata Migrale vel Ars moriendi che Moser stesso tradusse in tedesco. Seguono il «Büchlein von der Wahrheit» di Heinrich Seuse, il «Büchlein von der Liebe Gottes» di Thomas Peuntner e alcune prediche di Johannes Tauler e del Meister Eckhart.
Online dal: 10.10.2019
Lo stretto volume appartenne al giurista e rettore dell'Università di Basilea Remigius Faesch (1595-1667) e, insieme alla sua vasta collezione di arte e rarità, giunse alla biblioteca universitaria negli anni Venti del XIX sec. Come annota Remigius Faesch nel suo catalogo tra i Libri manuscripti in 4º antiqui, il codice contiene «Etliche Teutsche Sermon unn Predigen», per la maggior parte del predicatore e mistico domenicano Johannes Tauler (1300-1361).
Online dal: 10.10.2019
Ludwig Moser portò il volume di piccolo formato nella certosa di Basilea (cfr. la nota di possesso a c. 1r), da dove giunse nella Biblioteca universitaria di Basilea. Contiene i primi tre dei quattro libri del De imitatione Christi di Tommaso da Kempis. Questo testo, che è influenzato dagli insegnamenti di vari mistici, in particolare Meister Eckhart, offre alle persone spirituali una guida per il loro distacco dal mondo. Venne molto ben accolto da cattolici e protestanti ed è considerato uno dei libri più diffusi del cristianesimo.
Online dal: 10.10.2019
Il codice, che si compone di varie parti, contiene principalmente decreti, bolle, lettere e risoluzioni relative al concilio di Basilea (1431-1448), di vari copisti in latino e tedesco. Mani più tarde hanno occasionalmente aggiunto annotazioni, correzioni e aggiunte. Informazioni storiografiche sono contenute nei cosiddetti «Grössere Basler Annalen», in estratti latinizzati dalla Cronaca di Rötteln e nella cronaca tedesca di Jakob Twinger von Königshofen. Il manoscritto apparteneva alla certosa di Basilea e giunse poi nella biblioteca universitaria.
Online dal: 10.10.2019
Foglio dal volume sesto (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Chuniberti, della Vita s. Trudonis e della Vita s. Severini, e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Foglio proveniente dal volume sesto (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il volume contiene parti della Vita s. Silvestri e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti dei titoli di apertura del volume (calendario del mese di giugno, introduzione redazionale e indici dei mesi di maggio e giugno). Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Parte inferiore di un foglio dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Symeonis di Eberwin di Treviri e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifoglio proveniente dal sesto volume (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti dei titoli di apertura del volume (calendario del mese di dicembre). Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Foglio proveniente dal sesto volume (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti dei titoli di apertura del volume (una introduzione redazionale e un indice del contenuto dei mesi novembre e dicembre). Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Foglio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della vita di s. Atanasio e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Waldeberti di Azzone di Montier-en-Der e la Vita s. Macharii heremitae e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifoglio mutilo proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della vita di Bonifacio di Otlo di S. Emmeram e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Passio sanctorum Nerei et Achillei così come la Vita s. Maximi di Lupo di Ferrières e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel(1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Nota raccolta di detti di saggezza attribuiti al califfo ʿAlī Ibn Abī Ṭālib (morto 661). Ogni detto arabo è seguito da una traduzione in persiano in versi Maṯnawī nel metro Ramal. Le frasi sono anche conosciute come Ṣad kalima o Miʾat kalima e sono state tradotte in persiano più volte. In questa versione il traduttore non è menzionato. La copia è stata realizzata da un noto calligrafo di Shiraz, Ḥusayn al-Faḫḫār, e completata nel mese di Rabīʿ II 952 h. (= giugno-luglio 1545). Il manoscritto proviene dall'eredità dello studioso di islamistica e specialista di turcologia Rudolf Tschudi (1884-1960).
Online dal: 13.06.2019
Gran parte del codice è stato scritto dal domenicano di Basilea Heinrich von Rheinfelden (†1433 o più tardi) durante i suoi studi a Vienna alla fine del XIV secolo. Il manoscritto contiene vari scritti teologici dei primi teologi viennesi (l'Università di Vienna fu fondata nel 1365). Tra questi vi sono autori molto apprezzati come per esempio Heinrich von Langenstein (†1397), ma anche autori come i teologi e i rettori universitari Stefan von Enczensdorf (†1405) o Johannes von Russbach (†1417), di cui non si conoscono testi tranne quelli in questo manoscritto. Heinrich von Rheinfelden potrebbe aver portato egli stesso il codice nel convento domenicano di Basilea, dove ricevette una segnatura della biblioteca e dal cui patrimonio è giunto alla biblioteca universitaria di Basilea dopo la Riforma.
Online dal: 13.06.2019
Il manoscritto della prima metà del XV secolo contiene la cronaca tedesca di Jakob Twinger di Königshofen (cap. 6, 1-5), la Rötteler Chronik (Cronaca di Rötteln) e il Libellus de magnificentia ducis Burgundia in Treveris visa conscriptus (ted.). È servito come modello per il manoscritto E I 1h della Biblioteca universitaria di Basilea. In seguito fu di proprietà della famiglia Amerbach.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio mutilo proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Willehelmi confessoris (in una versione inedita in questa forma), così come la Vita s. Germani episcopi e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifoglio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Passio s. Albani di Goswino di Magonza e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Il manoscritto con estratti da un ‘Martinellus' e dal Carmen Paschale di Sedulio, scritto in area tedesco-anglosassone a cavallo tra l'VIII e il IX secolo, sarebbe giunto da Fulda a Basilea, città della tipografia, nel XVI secolo. Una Vita s. Eulaliae virginis, che originariamente conteneva, è andata perduta. Notevoli sono gli ausili per la scansione all'inizio del Carmen Paschale.
Online dal: 29.03.2019
Il volume miscellaneo dalla certosa di Basilea, scritto da varie mani, contiene principalmente scritti astrologici, tra cui testi di Abraham ibn ‘Esra, Al-Zarqali e Ermete Trismegisto tradotti dall'arabo, dall'ebraico e dal greco. Nel margine di c. 120r si legge una benedizione contro i vermi, a c. 145v dei consigli medici in un misto di tedesco e latino. Oltre a quelle manoscritte, il volume contiene anche tre parti a stampa. Uno dei due ganci di chiusura in cuoio originali è ancora intatto.
Online dal: 29.03.2019
Il più antico manoscritto dei commenti di Sedulio Scoto sui testi introduttivi comuni ai Vangeli. Sembra che giunse da Fulda al Basilea, città della tipografia, nel XVI secolo. La breve opera, tramandata in una manciata di codici, attende ancora un'edizione critica.
Online dal: 29.03.2019
Il 'codice gemello' del Cod. 250 della Burgerbibliothek di Berna, è stato creato a Fulda. Non è chiaro quando e come il manoscritto matematico sia giunto a Basilea. Sembra aver lasciato Fulda al più tardi nel X secolo, come suggeriscono le mani del testo aggiunto.
Online dal: 29.03.2019
Il manoscritto, decorato con parsimonia da iniziali ornamentali con tralci e figure, fu realizzato alla fine del XII secolo e apparteneva alla biblioteca della certosa di Basilea. Oltre alle cantica ad laudes et ferialia glossate contiene principalmente il salterio con la glossa ordinaria, il commento standard del Medioevo ai testi biblici. La disposizione del testo è stata progettata nel consueto stile del commentario a corona: il testo del salmo è al centro della pagina, attorniato nei margini e tra le righe dall'interpretazione.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto consisteva originariamente di almeno due volumi, come si può ancora oggi vedere dalla foliazione originale separata. La prima parte è stata scritta nel XIII secolo da diverse mani molto simili e contiene numerosi sermoni, tra gli altri di Gilberto de Tornaco e Bonaventura. La seconda parte, scritta da una mano principale del XIV secolo, comprende una vasta collezione di exempla di varie origini. Il semplice manoscritto apparteneva alla biblioteca della certosa di Basilea, come confermano le numerose note di possesso, due vecchie targhette col titolo e varie antiche segnature.
Online dal: 14.12.2018
Il volume, scritto in littera parisiensis a metà del XIII secolo, comprende il De anima di Avicenna nella traduzione di Giovanni da Siviglia e parti della Metafisica, tradotta da Domenico Gundisalvo. Contiene anche i primi due libri della seconda parte dei libri metafisici et physicae di Al-Gazali, sempre nella trasmissione di Gundisalvo. Il testo è completato da alcuni schizzi schematici. Il manoscritto giunse nella biblioteca della certosa di Basilea con la collezione di libri di Johannes Heynlin, che lo aveva acquistato nel 1461.
Online dal: 14.12.2018
Il volume cartaceo della biblioteca della certosa di Basilea, senza decorazione, contiene le Disputationes o Quaestiones di Johannes Heynlin de Lapide. Questi dibattiti, che secondo la nota che si legge a c. 1r si svolgevano a Parigi al cospetto e da parte di Heynlin, sono state scritte da numerose diverse mani, tra le quali quella dello stesso Heynlin.
Online dal: 14.12.2018
Questa miscellanea, composta di varie parti originariamente separate, e proveniente dal fondo del capitolo di S. Leonardo di Basilea, contiene tra gli altri testi di Ugo di S. Vittore e Tommaso da Kempis. Tra i pezzi più brevi nel volume ci sono tra gli altri due testi tedeschi («Fünf Mittel gegen die Ungeduld» e «Zwölf Zeichen der Minne») e tre piccoli glossari: uno ebraico-latino, uno greco-latino e uno latino-tedesco. Degna di nota è anche la fibbia ancora intatta sulla copertina contemporanea.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto cartaceo di piccolo formato, proveniente dalla certosa di Basilea, è vergato in gran parte dalla mano del bibliotecario Georg Carpentarius, che ha raccolto, per gli esercizi spirituali quotidiani, preghiere per varie occasioni, inni, meditazioni e altri testi teologici. Tra gli autori identificabili ci sono grandi autori quali Anselmo di Canterbury e Bernardo di Chiaravalle, accanto a nomi meno noti come Basilius Phrisius. Nelle copertine sono incollate due stampe a colori: san Giorgio con il drago (controguardia anteriore) e la Messa di san Gregorio (controguardia posteriore).
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto è stato vergato dal produttivo copista e in seguito priore del convento domenicano di Basilea Albert Löffler nel 1445, poco prima del suo ingresso nell'ordine. Il suo contenuto illustra l'educazione accademica e religiosa di Löffler: contiene testi latini a carattere spirituale, come lo Speculum artis bene moriendi, oggi attribuito a Nikolaus von Dinkelsbühl, il Pilgerbuch der Seele zu Gott di Bonaventura di Hugo e lo Speculum ecclesiae di Ugo di Santo Caro, accanto al popolarissimo Liber de ludo scacchorum di Jacobo da Cessole, uno dei primi trattati in latino sugli scacchi. Sono inclusi anche due testi in tedesco: un trattato sulla perfezione e un catalogo di domande per verificare se all'anima di un malato spetti, dopo la morte, la vita eterna.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto cartaceo, appositamente preparato dal copista Johannes Loy per la certosa di Basilea, contiene una raccolta di sermoni da leggere nel capitolo. Le prediche sono state scritte da tre certosini: Hieronymus Brönick, Heinrich Arnoldi e Heinrich Eger di Kalkar. Come spiega la nota introduttiva a c. 1v, per evitare l'uniformità che è la madre della noia, per ogni giorno festivo vengono raccolte quattro prediche diverse, in modo che la stessa predica venga tenuta solo una volta ogni anno bisestile.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto, della prima metà del XV secolo, contiene la cronaca tedesca di Jakob Twinger di Königshofen (cap. 1-3, 5) e la cronaca anonima bernese (si interrompe per la caduta di fogli). Entrambi i testi sono preceduti da un indice completo. Il manoscritto fu in seguito di proprietà della famiglia Amerbach.
Online dal: 14.12.2018
Il piccolo e spesso manoscritto in carta e pergamena della biblioteca della certosa di Basilea deve essere stato usato intensamente, come suggeriscono le forti tracce di sporco e le tracce d'uso. L'originale rilegatura in pelle rossa è ricoperta da un altro strato di pelle, che sporge oltre la copertina del libro nella parte inferiore e può essere ripiegata sul taglio inferiore per proteggerla. Il manoscritto contiene preghiere, inni e altri testi devozionali di numerosi autori diversi – soprattutto santi e papi – come Mechthild di Magdeburg o Bernardo di Chiaravalle. Sono rappresentati anche autori certosini come Heinrich Arnoldi. Alle cc. 4v e 316v sono incollate diverse xilografie e incisioni su metallo colorate.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto cartaceo della certosa di Basilea contiene ordinari per i sacerdoti (compreso un discorso in tedesco ai fratelli conversi), diaconi e sottodiaconi, istruzioni sulla carica di sacrestano e una serie di brani musicali liturgici più o meno lunghi. Tra questi ultimi, altrimenti interamente in latino, c'è una versione tedesca della sequenza Ave praeclara maris stella (135r-135v) scritta da Sebastian Brant. Il manoscritto è stato scritto da Thomas Kress, l'ultimo certosino di Basilea († 1564), all'inizio della sua carriera monastica (più precisamente: nel terzo anno del suo periodo da professo, cfr. 102v).
Online dal: 14.12.2018
La Rhetorica ad Herennium, dettagliatamente glossata, che si trova all'inizio di questo volume miscellaneo, è stata copiata da Johannes Heynlin, che ha anche portato con sé il volume alla certosa di Basilea. Il testo del I sec. a.C. rappresenta il più antico insegnamento retorico tramandato in lingua latina, ed era molto popolare nel Medioevo e nel Rinascimento, come testimonia una vasta tradizione in più di 100 manoscritti e traduzioni in numerose lingue europee; trasmette principi retorici ancora oggi validi.
Online dal: 14.12.2018
La prima parte del manoscritto cartaceo, proveniente dalla certosa di Basilea, contiene il Tractatus de modo perveniendi ad veram et perfectam dei et proximi dilectionem del priore Heinrich Arnoldi (1407-1487), e nella seconda parte, intitolata De humilitate, contiene una raccolta di scritti minori dello stesso. Entrambe le unità di testo si trovano anche nel manoscritto A X 83, scritto nello stesso anno.
Online dal: 14.12.2018
Gli scritti del priore Heinrich Arnoldi (1407-1487), presenti nella prima parte del manoscritto (la raccolta De humilitate e il trattato De modo perveniendi) sono in gran parte uguali a quelli inclusi nel ms. A X 69. La seconda parte contiene il Tractatus de reformatione virium animae del teologo olandese Gerardus de Zutphania (1367-1398). Johannes Gipsmüller (1439-1484) scrisse il manoscritto nella Certosa di Basilea nel 1472. Prima del foglio 1 doveva esserci una xilografia colorata, della quale sono ancora visibili resti di colore e l'impressione speculare della didascalia.
Online dal: 14.12.2018
Il sottile volume in pergamena, dal convento dei predicatori di Basilea, contiene i libri I-V del De vegetabilibus et plantis di Alberto Magno. Questo testo, in realtà composto da sette libri di cui due qui mancano, rappresenta una piccola parte dell'opera straordinariamente ampia del dottore della chiesa e studioso universale, la cui fama fu superata dal suo allievo Tommaso d'Aquino subito dopo la sua morte. La legatura usurata mostra delle tracce che suggeriscono che si tratti di un liber catenatus.
Online dal: 14.12.2018
Oltre al Rosarium Jesu et Mariae del certosino belga Jacobus van Gruitrode, il codice di piccolo formato proveniente dalla certosa di Basilea contiene lettere di due rappresentanti della Devotio Moderna – Florens Radewijns e Geert Groote – estratti della Bibbia e commenti, oltre a varie preghiere e diversi brevi e lunghi frammenti di contenuto diverso.
Online dal: 04.10.2018
Intorno al 1520 Georg Carpentarius, allora bibliotecario della certosa di Basilea, redasse un catalogo per collocazione della biblioteca. Il catalogo è costituito da due volumi, uno per ciascuna delle due sale della Bibliotheca antiqua (AR I 2) e della Bibliotheca nova (AR I 3). l catalogo della Bibliotheca antiqua è preceduto dal cosiddetto «Informatorium bibliothecarii», una guida per il bibliotecario, che lo istruisce nella sua attività, tra le quali la catalogazione, la cura dei libri e del fondo librario. Rilegato all'inizio vi è inoltre un elenco di libri che la certosa di Basilea donò nel 1526 a quella di Ittingen.
Online dal: 04.10.2018
Intorno al 1520 Georg Carpentarius, allora bibliotecario della certosa di Basilea, redasse un catalogo per collocazione della biblioteca. Il catalogo è costituito da due volumi, uno per ciascuna delle due sale della Bibliotheca antiqua (AR I 2) e della Bibliotheca nova (AR I 3). Il catalogo della Bibliotheca nova è stato progettato per essere continuato e contiene delle pagine vuote dopo ogni lettera dell'alfabeto, sulle quali è possibile aggiungere ulteriori segnature.
Online dal: 04.10.2018
Il Repertorium del bibliotecario della certosa di Basilea Urban Moser è un indice alfabetico per autori, titoli e cose notevoli dei fondi della certosa di Basilea. Poiché il successore di Moser, Georg Carpentarius, ha dato nuove segnature a diversi volumi, verso il 1520 egli aggiunse al catalogo una concordanza di segnature, in modo da poter ancora utilizzare l'indice alfabetico. In questo modo è stato possibile utilizzare in modo complementare gli elenchi alfabetici e i cataloghi per collocazione (Basilea, UB, AR I 2 e AR I 3).
Online dal: 04.10.2018
Il volume in pergamena della certosa di Basilea, di piccolo formato, è composto da tre fascicoli originariamente separati. Il primo è decorato da tre iniziali (1r, 53r, 58r) e contiene lo Stimulus dilectionis di Eckbert di Schönau, preghiere, i salmi penitenziali e una litania di santi. Segue il frammento di un libro di preghiere del quale mancano sia l'inizio che la fine. La terza parte contiene una compilazione dal Soliloquium di Bonaventura e il De vanitate mundi di Ugo di S. Vittore. Salta agli occhi il grande insudiciamento delle cc. 24-53 (Agenda defunctorum e salmi penitenziali), ciò che fa pensare ad un intenso uso di questa parte del codice.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto contiene il Floretum medicinae, un'opera costituita da estratti di medicina suddivisa in 25 libri. Origine e autore dell'opera sono sconosciuti. Il manoscritto si trovava nella biblioteca della certosa di Basilea nell'ambito delle segnature A della Bibliotheca antiqua. La sezione con queste segnature comprendeva, oltre alle Artes liberales, anche la filosofia e la medicina.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto, di proprietà di Johannes Heynlin de Lapide, che lo ha donato alla certosa di Basilea, combina discorsi e lettere di illustri umanisti come Poggio Bracciolini e Enea Silvio Piccolomini - tra cui una lettera originale di Johannes Reuchlin a Jakob Louber - con testi di autori greci e orientali in traduzione latina. Parti del manoscritto sono vergati dagli stessi Heylin e Reuchlin.
Online dal: 04.10.2018
Il logoro manoscritto cartaceo dalla certosa di Basilea contiene (in parte con commento) diversi trattati per il calcolo del calendario annuale e in particolare per la determinazione delle festività mobili, come il Computus chirometralis di Johannes di Erfurt o il Computus Nerembergensis. Il volume contiene inoltre anche un certo numero di antichi testi in lingua frisone antica e in lingua basso-tedesca: sermoni nuziali, ricette, un glossario latino-tedesco e una breve versione della «niederdeutsche Apokalypse».
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto riunisce dei trattati contro gli ussiti dei teologi Stanislaus de Znoyma (-1414), Simon de Tišnova (1370-1432) e Petrus de Pulka (1370-1425). Nonostante il titolo finale del primo trattato indichi il 1431 come data di copia, l'intero codice è stato scritto nel corso del secondo quarto del XV secolo. La carta è filigranata. Una mano contemporanea al copista principale ha aggiunto all'inizio del volume un indice del contenuto e alla fine un elenco delle tesi ussite accompagnate dalle loro confutazioni. Questo stesso scriba chiude poi il ms. con una poesia che condanna il saccheggio dei soldati. Il codice era tra i libri del convento dei domenicani di Basilea. Rilegatura antica in pelle di scrofa, con impressioni a secco; originariamente incatenato e dotato di chiusura. Il contropiatto posteriore contiene un frammento di pergamena, mentre in quello anteriore vi era il frammento di un poema in francese.
Online dal: 04.10.2018
Intorno al 1510 il certosino di Basilea Georg Carpentarius tradusse gli statuti dei fratelli laici del suo ordine dal latino al tedesco. Nella certosa di Basilea il testo è stato tramandato quale autografo del traduttore. Era conservato nella biblioteca dei conversi.
Online dal: 04.10.2018
Il codice di Eusebio risale al XIV secolo e già all'epoca di Heinrich Arnoldi (priore tra il 1449 e il 1480) apparteneva al fondo librario della certosa di Basilea. È scritto su di una pergamena di vitello di ottima qualità, scritto e rubricato accuratamente, in parte con iniziali filigranate. Il manoscritto contiene diverse aggiunte del XIV e XV secolo; la legatura risale al XIX sec.
Online dal: 04.10.2018
Questo manoscritto contiene il testo francese della canzone di gesta Ami et Amile. L'epoca di copia dell'opera (dal 16 maggio al 23 giugno 1425) ci è comunicato dal colophon lasciato dal copista. Il testo scritto in gotica corsiva, è punteggiato da numerose iniziali rubricate che segnano l'inizio di ogni strofa. La moderna rilegatura in cartone (XIX secolo) è ricoperta da un frammento di pergamena proveniente da un messale del XV secolo. Un'iscrizione su un foglio di guardia indica che il volume è stato dato in dono alla scrittrice Anne de Graville (1490-1540). Più tardi fece parte della collezione del genero di quest'ultima, il bibliofilo Claude d'Urfé (1501-1558). Nel XIX secolo l'opera era in possesso del filologo Wilhelm Wackernagel (1806-1869), che nel 1843 la donò alla biblioteca dell'Università di Basilea.
Online dal: 04.10.2018
Questo manoscritto composito (comprende due parti) del XIII sec., contiene una tradizione latina dei due primi libri della Metafisica di Aristotele. Una prima mano, che utilizza una textura con tendenza corsiva, ha scritto i primi nove fogli del volume, mentre la maggior parte è stata copiata da una seconda mano che utilizza una textura. Il manoscritto contiene numerose glosse e note marginali del XIII sec.; tra queste alcune, che riguardano tra l'altro la traduzione del testo di Aristotele, sono messe in evidenza con una rubricatura. Il manoscritto presenta delle antiche segnature collegate al convento dei domenicani di Basilea. La legatura del XIV-XV sec. era in origine catenata e aveva due fermagli. Dei frammenti di carta e di pergamena del XIII e XIV sec. sono utilizzati come controguardia e foglio di guardia anteriori.
Online dal: 04.10.2018
Nel 1482 Jakob Lauber, all'epoca bibliotecario, iniziò ad allestire un catalogo dei prestiti per i fondi librari della certosa di Basilea. L'elenco venne continuato dopo il periodo di carica di Lauber fino al 1527. Il catalogo dei prestiti fu allestito secondo le lettere dell'alfabeto da A ad I e vi fu possibile registrare anche volumi dati in prestito che non avevano una segnatura. I libri prestati furono elencati con indicazioni della esatta segnatura sotto la corrispondente lettera; dopo la restituzione la registrazione fu cancellata.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto, in parte scritto da Johannes Heynlin de Lapide e giunto con lui alla certosa di Basilea, contiene il florilegio Auctoritates Aristotelis di Johannes de Fonte, una raccolta di citazioni ordinata alfabeticamente, due trattati anonimi e trattati del francescano Francesco di Meyronnes, dello pseudo Giovanni Duns Scoto e di Johannes Breslauer de Braunsberg. Nel volume sono rilegati cinque fogli a stampa del Tractatus de memoria augenda di Mattiolo Mattioli da Perugia.
Online dal: 04.10.2018
Il volume, proveniente dalla certosa di Basilea, contiene testi scritti a mano e a stampa su questioni di storia dell'ordine, vita spirituale e interpretazioni teologiche, come per esempio il commento all'Ecclesiaste di Dionigi Certosino (1402-1471). Le parti manoscritte sono di varie mani, tra cui quella del certosino di Basilea Johannes Gipsmüller (1439-1484).
Online dal: 14.06.2018
Il piccolo libro di devozione proviene dalla biblioteca dei conversi della certosa di Basilea. È stato scritto da dieci mani diverse e contiene, oltre a numerose preghiere, la legenda di Ugo di Lincoln, un trattato sulla passione e un «Cisiojanus» (una poesia per ricordarsi le feste e le festività della Chiesa, così chiamato dall'incipit della versione latina).
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto della certosa di Basilea è composto principalmente dalle due opere più note dello storico romano Sallustio, De coniuratione Catilinae e De bello Iugurthino. Contiene inoltre vari testi brevi e frammenti di ben nota (Isidoro, Publilio Siro, Ps.-Serviolo) o di sconosciuta paternità (regole sillabiche, puzzle aritmetici) e il disegno di un labirinto. Contiene numerose glosse interlineari e marginali di varie mani.
Online dal: 14.06.2018
Il volume, proveniente dal convento domenicano di Basilea contiene la seconda parte (Macula a Zona) delle Distinctiones sacrae scripturae di Maurizio Ibernico, un elenco alfabetico di termini biblici con i loro diversi significati e interpretazioni. Inoltre, frammenti di due vite di Domenico – quella di Costantino di Orvieto e quella di Teodorico di Apolda – sono inseriti nella coperta anteriore o come foglio di guardia.
Online dal: 14.06.2018
Il codice contiene estratti di quasi tutti i testi latini conosciuti del domenicano Maestro Eckhart (ca. 1260 - ca. 1328), che sono disponibili in non più di una dozzina di manoscritti. Anche se il copista, che probabilmente apparteneva all'ambiente del convento domenicano di Colonia, sembra aver compilato gli estratti «meccanicamente e senza comprensione» (Koch), questi sono di grande qualità per quanto concerne il testo. Nel 1386 il parroco vestfaliano Gottschalk Kamenschede acquistò il manoscritto e lo donò in seguito alla certosa di Basilea.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto, di piccolo formato e modestamente decorato, proviene dalla certosa di Basilea, probabilmente dalla biblioteca dei conversi. È stato scritto da varie mani del XV sec. secolo e contiene i salmi penitenziali, meditazioni, testi liturgici, un trattato spirituale, preghiere e poesie mariane; dalle tracce d'uso che presenta sembra essere stato utilizzato intensamente.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto, scritto da diverse mani dell'Italia del Nord, trasmette la Lectura super codicem del giurista Guilelmus de Cugno o Cuneo, che tenne conferenze a Tolosa nel 1316-1317. L'originale deve essere stato diviso in fascicoli, come testimonierebbe la presenza del manoscritto di annotazioni simili a quelle del sistema della pecia. Nel 1383 il volume era in possesso di un ebreo convertitosi a Treviri ed entrò successivamente nella biblioteca della Certosa di Basilea.
Online dal: 14.06.2018
Il fascicolo, costituito unicamente da tre pagine, contiene delle preghiere e un testo sulle sette gioie della Vergine.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto contiene due racconti tratti da Les Pèlerinages di Guillaume de Deguileville (1295-1360) in francese medio. Si tratta di un'opera religioso-allegorica sul topos letterario dell'Homo viator, l'uomo che intraprende un viaggio (spirituale). L'origine del primo proprietario, rubricatore e forse anche scriba del manoscritto, Petrus Guioti, suggerisce un'origine nella regione della Loira. L'opera, prima di proprietà del collezionista e pittore d'arte Peter Vischer-Passavant (1779-1851), è giunta nella biblioteca di Basilea nel 1823.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto, terminato nel 1474 da Heinricus de Bacharach, contiene principalmente una copia del Vocabularius Ex quo latino-tedesco, un'opera molto diffusa e amata fino alla fine del XVI secolo. Vi figura inoltre un calendario, una tavola astrologica ed alcuni brevi testi di altre mani. Il testo principale è stato decorato dallo stesso scrittore con iniziali e disegni inesperti, ma a volte estremamente fantasiosi. Il codice cartaceo è giunto alla UB con il fondo della certosa di Basilea.
Online dal: 14.06.2018
La prima parte del codice, proveniente dalla certosa di Basilea, contiene un trattato sulle multe adeguate per vari reati contro i comandamenti e i sacramenti. Una seconda parte è costituita da una raccolta di inni in latino che, oltre ad una traduzione tedesca interlineare, sono forniti anche di una traduzione tedesca libera come testo continuo, in parte abbinata ad una breve interpretazione. Seguono testi sulla Messa e alcuni Opuscula di Gregorio Nazianzeno, una lettera di Johannes Heynlin de Lapide sulle qualità di un buon sacerdote e un breve testo di Heinrich Arnoldi su una predica su Maria.
Online dal: 14.06.2018
Probabilmente scritto a Schongau e successivamente acquisito dalla certosa di Basilea, questo volume fa parte dell'ampia tradizione manoscritta e stampata del cosiddetto Vocabularius Ex quo. Il dizionario in ordine alfabetico era inteso come uno strumento per gli utilizzatori con scarsa conoscenza del latino e godette di enorme popolarità nei paesi di lingua tedesca fino alla fine del XVI secolo.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto, in parte datato, proviene dal convento agostiniano di San Leonardo e contiene principalmente testi patristici e liturgici. Per un certo periodo il volume fu utilizzato come modello nella tipografia dello stampatore basileese Michael Furter, che nel 1496 curò l'edizione della Expositio super cantica canticorum - tramandata sotto la paternità di Gregorio Magno e ora attribuita a Robertus de Tumbalena - insieme alle correzioni apportate al manoscritto. Una copia dell'edizione può essere stata restituita al convento insieme al manoscritto; in ogni caso, si è conservata una copia a stampa con la rispettiva nota di possesso.
Online dal: 14.06.2018
La vecchia etichetta con la segnatura in rosso, e le tracce della presenza di una catena mostrano che il volume si trovava forse insieme ai manoscritti del capitolo cattedrale di Basilea. Anche la trascrizione della seconda parte datata rientra nel mandato del vescovo bibliofilo Johannes von Venningen (anni 1458-1478). Il volume contiene le sentenze di Taio (morto 682) e le prediche sui vangeli di Gregorio Magno ed è decorato con piccole figure grottesche, manine e lettere con aste allungate.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto della certosa di Basilea, di formato minore, contiene preghiere ai e sui santi e martiri Margherita d'Antiochia, Barbara di Nicomedia e Caterina d'Alessandria. Le Meditationes sono state redatte dal certosino Henricus Arnoldi di Basilea; il manoscritto in piccolo formato è stato vergato dal confratello Johannes Gipsmüller.
Online dal: 14.06.2018