Il manoscritto è il testimone unico del trattato di cucina redatto da Maître Chiquart, cuoco del primo duca di Savoia, Amedeo VIII (1383-1451); il testo venne dettato dall'autore a Jehan de Dudens, copista e notaio di Annecy. Il manoscritto contiene inoltre la descrizione di due banchetti organizzati alla corte del duca di Savoia; seguono alcune sentenze, note etimologiche e glosse. Il testo apparteneva alla biblioteca del vescovo Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georges (ca. 1450-1529).
Online dal: 04.11.2010
Questo manoscritto, proveniente dalla biblioteca del convento dei cappuccini di Sion, contiene il Manipulus curatorum, un manuale di teologia morale e pastorale ad uso dei curati, redatto da Guy de Montrocher all'inizio degli anni 1330. Quest'opera conobbe una larga diffusione nei secoli XV e XVI. La biblioteca del convento dei cappuccini conserva ancora un secondo esemplare antico del Manipulus, questa volta a stampa: il RCap 110, un incunabolo del 1485 (Roma, Eucharius Silber: Hain 8192). Nel RCap 14 il Manipulus curatorum è seguito da un foglio finale comprendente una lista, forse di diocesi, soprattutto italiane e tedesche. I fogli di guardia sono in pergamena; si tratta di due atti emanati a Ginevra nel 1452, che tra gli altri menzionano un Johannes Brochuti, canonico di Sion.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del convento dei cappuccini di Sion si divide in tre parti eseguite da diversi copisti. La prima (cc. 1-113) è costituita da un trattato di inquisizione del 1359, il De jurisdictione inquisitorum in et contra christianos demones invocantes (col capitolo De suspicione: inizio a c. 95r) del domenicano catalano Nicolau Eymeric, inquisitore generale di Aragona. Questa prima parte è stata vergata nel 1460 a Naters per il vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482), dal prete Cristoferus In Domo Lapidea (Im/Zum Steinhaus, Steinhauser), di Lalden, rettore di un altare nella chiesa di Naters; sempre a questo copista si deve la trascrizione di tre manoscritti della biblioteca Supersaxo, l'S 96, l'S 98, e soprattutto l'S 97, che contiene tra gli altri una seconda copia del De jurisdictione inquisitorum, trascritta nello stesso anno, il 1460. La seconda parte (cc. 114-134), con delle iniziali rubricate e talvolta ornate (per es. alle cc. 114r e 127r), contiene la Historia Karoli Magni et Rotholandi (chiamata anche Chronique du Pseudo-Turpin; ca. metà del XII sec., talvolta attribuita a Aimery Picaud), una narrazione delle guerre fittizie condotte da Carlo Magno in Spagna e in Francia. Quest'opera di propaganda in favore della crociata di Spagna e del pellegrinaggio di Compostela, ispirata segnatamente dalla Chanson de Roland, ha incontrato nel medioevo un enorme successo. La terza parte (cc. 135-157) contiene gli statuti sinodali emanati da Walter Supersaxo nel 1460; ne esiste un'altra copia conservata presso l'Archivio del capitolo di Sion (cassetto 3, no 67/5). Una nota di possesso sulla carta di guardia (c. V1r) indica quale proprietario del RCAp 73 un certo Johannes Huser, di Selkingen, attestato a Sion tra il 1532 e il 1561 quale rettore di due altari.
Online dal: 22.03.2018
Questa Bibbia latina portatile contiene l'Antico (cc. 5v-344v) e il Nuovo Testamento (cc. 346r-435v), preceduti dai prologhi di s. Gerolamo all'insieme della Bibbia e al Pentateuco (cc. 4r-5v) e seguiti dall'Interpretazione dei nomi ebraici (cc. 436r-471v). Contiene delle iniziali miniate (cc. 5v, 190v, 364v e 377v), o dorate, o decorate con filigrane rosse e blu; alcuni fogli (2, 3, 345, 357, 472) mancano o sono stati tagliati. Come veniamo a sapere dall'explicit a c. 471v, questo manoscritto venne trascritto nel 1440 da Jean Comte (Comitis) di Warmarens (Vuarmarens, FR), curato di Billens (FR). Il RCap 243 proviene dalla biblioteca dei cappuccini di Sion, ordine istallatosi in questa città dal XVII secolo. Una nota di possesso manoscritta del proprietario sulla controguardia anteriore indica che questa bibbia apparteneva nel 1785 al cappuccino Josef Alexius [Eggo] di Loèche (1761-1840; guardiano a S. Maurice dal 1805 al 1808, a Sion dal 1808 al 1811 e dal 1819 al 1822).
Online dal: 22.03.2018
Questa Bibbia latina contiene dei libri dell'Antico Testamento (Ottateuco, Re, Cronache, Ezra, Tobia, Giuditta, Ester, Giobbe, poi i Maccabei), preceduti dal prologo di s. Gerolamo all'insieme della bibbia (nell'ordine logico: cc. 11 poi 13-14r; incompleto all'inizio), da un estratto del De doctrina christiana 2, 8-9 di s. Agostino (c. 14) e dal prologo di s. Gerolamo al Pentateuco (nell'ordine: cc. 14v poi 9). Alcuni fogli all'inizio sono scomparsi o non sono stati rilegati correttamente; il manoscritto inizia attualmente con la Genesi 19.26. Il testo della Genesi, incompleto, si legge nell'ordine seguente: cc. 9v-10, 15-16, 12 (manca: Gn 10.30-19.26), 1-8 (manca: Gn 31.28-36.19), 17-26r. Similmente, la fine del manoscritto è difettosa; il testo si interrompe a c. 379v con il II Maccabei 14.6. La foliazione moderna presenta degli errori: 3 fogli non sono stati contati tra le cc. 161 e 162; la foliazione passa da c. 188 a c. 190, ed esiste una c. 256a. Il RIKB 8 presenta una iniziale blu con filigrana rossa (c. 9v) così come altre iniziali dipinte in rosso più semplici, talvolta con dei motivi geometrici (per es. alle cc. 69r o 112r). Come si apprende dell'explicit a c. 227v, questa Bibbia fu trascritta nel 1433. Appartenne all'imprenditore svizzero Kurt Bösch (*1907 a Augusta – morto nel 2000 a Augusta), bibliofilo, collezionista e mecenate, che segnatamente fondò l'Istituto universitario Kurt Bösch (IUKB) a Bramois/Sion (VS). Nel 2012, l'IUKB fece dono alla Médiathèque Valais di varie opere preziose, tra le quali questo manoscritto.
Online dal: 22.03.2018
Il volume S 51 della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529) raggruppa due collezioni di favole latine in due parti distinte, la prima a stampa, la seconda manoscritta. La prima parte, stampata intorno al 1475 presso Michael Wenssler a Basilea (GW 7890), contiene lo Speculum sapientiae erroneamente attribuito ad un santo vescovo Cirillo. Questa raccolta di 95 favole latine in prosa fu verosimilmente composta intorno al 1337-1347 dal domenicano italiano Bongiovanni da Messina. La seconda parte presenta le favole di Esopo in una versione in versi latini detta «de l'Anonyme de Nevelet» (dal nome del suo primo editore, Isaac Nicolas Nevelet, nel 1610), che potrebbe essere attribuita a Gualtiero Anglico (XII sec.). Questa seconda parte manoscritta è stata vergata intorno al 1474 dal copista anonimo di Georg Supersaxo. È avvicinabile ad altre copie realizzate ad uso di Georg Supersaxo intorno al 1472-1474, all'epoca in cui il giovane compiva gli studi di diritto a Basilea. In questo gruppo di manoscritti figurano dei classici (Terenzio, Sallustio...) ma anche dei testi famigliari solo agli eruditi (Agostino Dati, Gasparino Barzizza...). Sulle due controguardie dell'S 51 sono incollati dei frammenti di pergamena con degli estratti latini della Fisica di Aristotele (libro IV, nella traduzione di Giacomo da Venezia).
Online dal: 22.03.2018
Il volume S 56 della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529) raggruppa diversi testi latini, sia di classici che opere di umanisti italiani, in cinque parti distinte, delle quali le due prime sono a stampa (con iniziali rosse e verdi), e le tre seguenti manoscritte. La prima parte, stampata intorno al 1472 presso Michael Wenssler e Friedrich Biel a Basilea (GW 3676), contiene le Epistolae dell'umanista e professore di retorica Gasparino Barzizza, di Bergamo (ca. 1360-1431). È seguita dalla Consolazione della filosofia di Boezio, uscita dall'officina dello stesso Michael Wenssler a Basilea, intorno al 1473-1474 (GW 4514). Di seguito si trova il primo testo manoscritto (incompleto; con annotazioni marginali e interlineari), Jesuida seu De passione Christi dell'umanista e medico Girolamo della Valle, padovano (morto ca. 1458 o 1494). Quest'opera in esametri dedicata a Pietro Donato, vescovo di Padova dal 1428 al 1447, è stata verosimilmente copiata dall'edizione del 1474 ca. data alle stampe presso Michael Wenssler a Basilea (GW M49385), che è anche servita da modello per la impaginazione. La quarta parte comporta la Congiura di Catilina di Sallustio. Alla fine del volume, come parte quinta, figurano tre opere di due autori (con annotazioni marginali e interlineari; iniziali rosse e verdi), mischiate in seguito ad un errore del rilegatore nell'ordine dei fascicoli: si tratta delle Elegantiolae (nell'ordine di lettura: cc. 1r-10v, 27r-38v, 11r-20r) dell'umanista e professore di retorica Agostino Dati, di Siena (*1420 o 1428, morto nel 1478), così come due trattati di Gasparino Barzizza, già rappresentati nella parte a stampa, la Praeceptorum summula (cc. 20r-21v) ed il Modus orandi (cc. 21v-26v, 39r-43r). Le tre parti manoscritte del volume sono state vergate da varie mani tra cui quelle del copista anonimo di Giorgio Supersaxo; occorre quindi avvicinare l'S 56 agli altri manoscritti (S 51, S 101, S 105) realizzati ad uso di Georg Supersaxo intorno al 1472-1474, all'epoca nella quale il giovane seguiva gli studi di diritto a Basilea. Tra le annotazioni sulle pagine di guardia si distingue la nota di possesso lasciata dal padre, il vescovo Walter Supersaxo (c. N2r).
Online dal: 22.03.2018
Allo stesso tempo racconto di viaggio e libro di geografia, i Voyages di Jean de Mandeville, composti probabilmente intorno al 1355-1357, incontrarono un grande successo nel Medio Evo. Le numerose copie manoscritte permettono di distinguere tre versioni diverse del testo francese, da cui discendono le traduzioni in latino e nelle lingue volgari. In tedesco, la traduzione più antica, che rimonterebbe al 1393-1399 ca., è quella di Michel Velser, un membro della famiglia von Völs (Fiè, Alto Adige). L'esemplare S 94, della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Giorgio (ca. 1450-1529), presenta numerose iniziali ornate, talvolta zoomorfe o antropomorfe; i fogli di guardia, con annotazioni, sono di pergamena. Sulla base della lingua utilizzata, il manoscritto dovrebbe provenire dalla Svizzera nordalpina. La nota di possesso a c. 120v menziona uno zio «G» che potrebbe rimandare allo stesso Giorgio Supersaxo. Nella legatura si trovava un frammento di un atto pontificio, databile senza dubbio alla metà del XIII secolo, indirizzato da un papa Innocenzo all'abate di Kempten. Il codice S 94 va confrontato con un altro manoscritto della biblioteca Supersaxo, il S 99, che contiene una versione francese dei Viaggi.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), rilegato con un foglio in pergamena, si divide in varie parti. Quella principale (cc. 2r-43r) è consacrata agli statuti del Vallese (Statuten der Landschaft Wallis), preceduti da un indice delle materie, in una versione che si avvicina agli statuti (Landrecht) degli anni 1511-1514, emanati dal vescovo di Sion e cardinale Matteo Schiner, ma con un diverso ordine degli articoli, e con delle modifiche e aggiunte importanti. Il medesimo copista ha ricopiato sulle cc. 65r-69v gli statuti (Kürzerung des Rechten) promulgati nel 1525, segnatamente da Georg Supersaxo, e confermati nel 1550. Questo manoscritto della biblioteca Supersaxo non costituisce dunque che una versione preliminare degli Statuta del 1571. Ed è infatti il manoscritto del 1571 che si ritrova nell'Archivio di Stato del Vallese (AV 62/4) - che esiste anche in versione tedesca e francese - che costituisce la referenza normativa di base fino alla promulgazione del codice civile vallesano nel 1852. Tra queste due redazioni degli statuti, alle cc. 51r-54v si ritrova il testamento di Johannes Grölin (Groely), borghese e antico castellano di Sion (civis et olim castellani dominorum civium Sedunensium), redatto l'8 gennaio 1585 a Sion dal notaio Martin Guntern (1538-1588). Diverse notizie degli anni 1555-1590 figurano all'inizio e alla fine del manoscritto (sulla controguardia anteriore e la c. 1; alle cc. 70v-77v e sulla controguardia posteriore); si tratta di frammenti di conti e di lavori, di varie mani tra le quali quella di Martin Guntern, così come di notizie relative alla nascita dei figli di Bartolomäus Supersaxo (morto nel 1591), nipote di Georg Supersaxo. Martin Guntern fu non solamente un notaio ma anche una personalità politica (precisamente segretario di stato dal 1570 alla morte) che giocò un ruolo importante nella redazione e traduzione degli statuti del Vallese del 1571. Per quanto riguarda Bartolomäus Supersaxo, che nel 1565 lasciò una nota di possesso nella controguardia anteriore dell'S 95, fu governatore di Monthey (1565-1567), castellano di Sion (1574) e vice balivo (1579-1585); nel 1573 sposò in seconde nozze Juliana, figlia di Johannes Groely.
Online dal: 22.03.2018
Il manoscritto riunisce tre trattati morali risalenti a diverse epoche. Si apre con lo specchio del principe - De eruditione principum - del domenicano Guilielmus Peraldus, redatto intorno al 1265. Segue un breve testo di filosofia del francescano Johannes Galensis, Breviloquium, che data della seconda metà del XIII secolo, e il trattato morale Formula vitae honestae di Martino di Bracara, un'opera del VI secolo che ha conosciuto una grande diffusione nel corso del medioevo e che è stato a lungo attribuito a Seneca. Destinato al vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482), il manoscritto è stato copiato nel 1463 dal prete Cristoferus in Domo Lapidea (Im/Zum Steinhaus, Steinhauser), di Lalden (parrocchia di Viège), rettore dell'altare della chiesa di Saint-Maurice di Naters (cc. 214v e 220r). La copia è fatta su una carta filigranata (c. 180r), utilizzata anche per l'S 97 (c. 129r), uno dei tre codici, con l'S 98 e il Rcap73, vergati dal medesimo copista, e destinati alla biblioteca di Walter Supersaxo.
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto dalla biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529) contiene due opere in latino. La prima (cc. 1r-126r) è un trattato di inquisizione, composto a Gerona nel 1359 dal domenicano catalano Nicolau Eymeric (prima del 1320-1399), inquisitore generale di Aragona. La versione del S 97 comprende il capitolo De suspicione (inizio a c. 104v), considerato talvolta come un'opera a sé stante; l'indice delle materie è redatto su pergamena (c. 1). La seconda parte del manoscritto (cc. 132r-214r) è occupata da una versione in 31 capitoli dei Gesta Romanorum, celebre collezione di favole e racconti moralizzanti costituita verosimilmente in Germania o in Inghilterra, prima del 1342. La prima parte dell'S 97 è stata copiata nel 1460 e la seconda nel 1465 dal prete Cristoferus in Domo Lapidea (Im/Zum Steinhaus, Steinhauser), di Lalden, rettore dell'altare dei SS. Fabiano e Sebastiano nella chiesa di S. Maurice di Naters. Lo stesso copista è responsabile di due altri codici della biblioteca Supersaxo, l'S 96 e l'S 98, contenenti delle opere teologiche e morali. Inoltre, nel 1460, lo stesso anno che per l'S 97, questo copista ha trascritto una seconda volta il De jurisdictione inquisitorum, che si ritrova nella prima parte di una raccolta collettiva della biblioteca del convento dei cappuccini di Sion, il RCap 73 (antica segnatura W 34).
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), contiene una raccolta di testi letterari francesi di tendenza moralizzante, che contiene il romanzo di Ponto e Sidonia, e dei testi in versi del XV secolo. La parte principale del manoscritto (cc. 1r-122r; iniziale dipinta in rosso, giallo e nero a c. 1r) è occupata dal Ponto e Sidonia, un'opera che conobbe un certo successo nei secoli XV e XVI. Questo adattamento in prosa del romanzo anglo-normanno di Horn, attribuito talvolta a Geoffroi de La Tour Landry, fu scritto in Francia intorno alla fine del XIV sec. o agli inizi del XV. Seguono poi due testi di Alain Chartier (*1385-1395, morto nel 1430), segretario e ambasciatore dei re Carlo VI e soprattutto Carlo VII: alle cc. 122r-131r il celebre Bréviaire des nobles (ca. 1422-1426) e alle cc. 131r-136v, il Lay de paix (ca. 1424-1426). La parte seguente (cc. 136v-145r) contiene un'opera meno diffusa, il Songe de la Pucelle, di autore sconosciuto. Alla fine della raccolta, alle cc. 145v-149r, si trovano sei ballate a pleysance et de bon advis, anonime. Questo manoscritto fu vergato nel 1474 a Martigny (almeno la prima parte, il romanzo di Ponto e Sidonia ), da Claude Grobanet, che si ritrova come copista di due altri manoscritti della biblioteca Supersaxo, l'S 99 (Voyages di Mandeville) e l'S 100 (Statuti della Savoia). Grobanet era al servizio di Antoine Grossi Du Châtelard, signore di Isérables (morto nel 1495). Agli inizi del XVI sec. la famiglia di quest'ultimo conobbe apparentemente delle difficoltà finanziarie; i loro beni - e con questi probabilmente i tre manoscritti - passarono allora nelle mani di Georg Supersaxo.
Online dal: 22.03.2018
Allo stesso tempo racconto di viaggio e libro di geografia, i Voyages di Jean de Mandeville, composti probabilmente intorno al 1355-1357, incontrarono un grande successo nel Medio Evo. Esistono tre versioni diverse del testo francese; il manoscritto S 99 si collega alla versione «continentale». Come in altri manoscritti di questa versione, i Voyages (cc. 1r-122v, con l'explicit a c. 123v e un'aggiunta alle cc. 124r-125r) sono seguiti dalla Preservacion de Epidimie (cc. 122v-123v); la reale identità dei due autori fa discutere e potrebbe anche confondersi. Nell'esemplare S 99, proveniente dalla biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), i margini superiori sono riempiti dallo sviluppo ornamentale delle aste ascendenti, che talvolta danno origine a dei motivi zoomorfi o antropomorfi. La biblioteca Supersaxo annovera un'altra versione dei Voyages, il codice S 94, nella traduzione tedesca di Michel Velser. Analogamente ad altri due manoscritti di questa stessa biblioteca, l'S 97 bis (una raccolta miscellanea comprendente specialmente il romanzo di Ponto e Sidonia) e l'S 100 (Statuti della Savoia), l'S 99 fu copiato da Claude Grobanet, attestato nel 1474 a Martigny, dove era al servizio di Antoine Grossi Du Châtelard, signore di Isérables (morto nel 1495). All'inizio del XVI sec. la famiglia di Antoine Du Châtelard conobbe apparentemente delle difficoltà finanziarie; i loro beni – e con questi probabilmente anche i tre manoscritti – passarono allora nelle mani di Georg Supersaxo. L'atto incompleto che fa da guardia posteriore, di pergamena, menziona tra gli altri Martigny, 147[3] e un signore di Ys[érables (?)].
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), contiene un compendium degli statuti della Savoia, un codice di legislazione promulgato nel 1430 da Amedeo VIII (1383-1451), primo duca di Savoia e futuro antipapa Felice V, e stampato per la prima volta a Torino nel 1477, da Johannes Fabri (Hain 14050, GW M43623). Fino al 1475 la parte del Vallese situata poco oltre la Morge de Conthey faceva parte della giurisdizione dei duchi di Savoia. Il manoscritto S 100 va confrontato con due altri manoscritti della Biblioteca Supersaxo, l'S 97 bis (una raccolta miscellanea comprendente specialmente il romanzo di Ponto e Sidonia) e l'S 99 (Jean de Mandeville, Voyages). Tutti e tre furono copiati da Claude Grobanet, attestato nel 1474 a Martigny, dove era al servizio di Antoine Grossi Du Châtelard, signore di Isérables (morto nel 1495). All'inizio del XVI sec. la famiglia di quest'ultimo conobbe apparentemente delle difficoltà finanziarie; i loro beni – e con questi probabilmente i tre manoscritti – passarono allora nelle mani di Georg Supersaxo.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Giorgio (ca. 1450-1529), contiene cinque delle sei commedie di Terenzio, nonostante l'ultima, Hecyra, si interrompa a metà del testo. Il codice fa parte di un gruppo di manoscritti (S 51, S 56, S 105) realizzati o da Giorgio Supersaxo stesso o da lui commissionati, all'epoca dei suoi studi a Basilea (dal 1472). All'interno di questo gruppo anche il codice S 105 contiene le commedie di Terenzio. Entrambi i codici sono molto vicini soprattutto per quanto riguarda il testo e la sua formattazione. Al contrario del S 105, scritto in modo accurato e regolare, e adorno di ricercate iniziali, nel caso del S 101 si tratta chiaramente di una copia d'uso. Anche la presenza di iniziali e la rubricatura si interrompono improvvisamente. La legatura del manoscritto proviene dallo stesso atelier di quella del S 51. Su entrambe si trovano gli stessi ferri, ed i frammenti utilizzati come rinforzi all'interno dei piatti della coperta provengono dallo stesso codice. Contengono estratti dalla Physica di Aristotele nella traduzione di Giacomo da Venezia.
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), con iniziali rosse e blu (talvolta con filigrana, come alle cc. 1r e 113v; due disegni alle cc. 77r e 91r), riunisce otto trattati giuridici latini, dei quali la metà anonimi: 1. Johannes de Blanosco, (Libellus super titulo) de actionibus (cc. 1r-45r); 2. Egidio Foscarari, Ordo judiciarius (cc. 46r-67v); 3. Ordo judiciarius «De edendo» (cc. 68r-69v; incompleto); 4. Ordo judiciarius «Scientiam» (cc. 69v-75v); 5. Tancredi di Bologna, Ordo judiciarius (cc. 77r-113v); 6. Contentio actoris et rei (cc. 113v-117r); 7. Parvus ordo judiciarius (cc. 117r-121v); 8. [Tancredi di Bologna / Raimondo di Peñafort], Summa de matrimonio (cc. 121v-125v; incompleto). Johannes de Blanosco (morto ca. 1281, o più tardi), di origine borgognone, studiò e probabilmente insegnò diritto a Bologna, prima di tornare in patria e mettersi al servizio del duca Ugo IV di Borgogna; nel 1256 compose il suo commento sul titolo delle Institutes «De actionibus », forse ancora a Bologna. L'autore del secondo trattato contenuto in questo manoscritto, Egidio Foscarari (morto nel 1289), fu il primo laico ad insegnare il diritto canonico all'Università di Bologna; il suo Ordo judiciarius, degli anni 1263-1266, è la più importante tra le sue opere. Quanto all'autore dei numeri 5 e 8, Tancredi da Bologna (ca. 1185-ca. 1236), canonista rinomato e arcidiacono, egli accompagnò i papi Innocenzo III, Onorio III e Gregorio IX; tra le sue opere, la Summa de sponsalibus et matrimonio, redatta intorno al 1210-1214 e rilavorata da Raimondo di Peñafort nel 1235, incontrò un certo successo, ma è soprattutto celebre per il suo Ordo judiciarius (ca. 1214-1216), che si impose in tutta Europa come opera di riferimento nel campo della procedura giudiziaria. Per quanto riguarda i quattro trattati anonimi (o non attribuiti con sicurezza) dell'S 102: il n. 3, meglio conosciuto sotto il titolo Ulpianus de edendo, fu verosimilmente scritto intorno al 1140-1170 in Inghilterra; il n. 4 prima del 1234 in Francia (autore è un certo Gualterus, forse identico a Gauthier Cornu, arcivescovo di Sens); il n. 6, che data del pontificato di Gregorio IX (1227-1241), potrebbe essere di origine anglo-normanna; infine il n. 7 fu composto in due versioni - nel 1221 e 1238 - nel nord della Francia. La biblioteca Supersaxo contiene numerose opere giuridiche; in particolare, l'S 102 va avvicinato al manoscritto S 104 (Goffredo da Trani, Summa super titulis Decretalium, parimenti di origine bolognese e risalente al XIV sec.
Online dal: 22.03.2018
La Summa super titulis (o rubricis) Decretalium è un celebre trattato giuridico sulle Decretali di Gregorio IX, composto intorno al 1241-1243 da Goffredo da Trani, professore di diritto canonico a Bologna e futuro cardinale (morto nel 1245). In questo esemplare l'inizio di ognuno dei cinque libri è segnalato da una iniziale miniata (cc. 1r, 45r, 75v, 105v, 124v); vi si trovano anche, tra le annotazioni e le manicule, molte piccole teste umana disegnate di profilo, a penna, nei margini e tra le colonne di scrittura (per es. a c. 154r). Questo manoscritto fa parte della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529); prima appartenne a Giorgio di Saluzzo (vescovo di Aosta nel 1433 e di Losanna nel 1440, morto nel 1461), all'epoca in cui era ancora decano di Puy-en-Velay. La biblioteca Supersaxo annovera ancora un volume di origine bolognese, l'S 102, anch'esso risalente al XIV sec. e ugualmente contenente dei testi giuridici.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Giorgio (ca. 1450-1529) contiene le sei Commedie di Terenzio, introdotte ognuna da una iniziale ornata: Andria (c. 5r), Eunuchus (c. 19v), Heautontimoroumenos (c. 35v), Adelphoe (c. 52r), Hecyra (c. 66v), Phormio (c. 78r). Il manoscritto fa parte di un insieme di copie realizzate, se non da Giorgio Supersaxo medesimo, almeno da uno scriba anonimo al suo servizio, intorno al 1472-1474, all'epoca in cui il giovane seguiva i suoi studi di diritto a Basilea. In questo gruppo di manoscritti figurano dei classici (Terenzio, Sallustio…). Le Commedie di Terenzio occupano un posto scelto, poiché sono ricopiate in un altro manoscritto di questo gruppo, rimasto incompleto, l'S 101.
Online dal: 14.12.2017
Il rotolo contiene una raccolta di 133 ricette di cucina, che sarebbe stata usata come fonte per la redazione del più noto Viandier di Guillaume Tirel, detto Taillevent. Il rotolo apparteneva alla biblioteca del vescovo Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georges (ca. 1450-1529).
Online dal: 04.11.2010