L'Ilias Latinavenne abbondantemente copiata nel corso di tutto il medioevo occidentale, che ebbe accesso all'argomento troiano grazie agli adattamenti latini. Al giorno d'oggi se ne censiscono un centinaio di manoscritti. Il Bodmer 87 è datato e localizzato da una sottoscrizione: "Aretii die 15 Juli 1469" (Arezzo, il giorno 15 di luglio, f. 22). La scrittura umanistica, una corsiva leggermente angolosa, è della mano di un solo copista.
Online dal: 02.06.2010
La leggenda tebana e quella troiana hanno avuto un'influenza straordinaria durante il Medioevo. Scritto dalla mano di Jacotin de Lespluc nel 1469, il cartaceo CB 160 contiene adattamenti in prosa della Historia trojana di Guido delle Colonne e una versione delle gesta del figlio di Edipo che si rifà alla Storia antica fino a Cesare. I suoi disegni a inchiostro sfumato (lavis) richiamano quelli del manoscritto 9650-52 della Biblioteca reale del Belgio.
Online dal: 25.03.2009
La Offnung di Burgau del 1469 è una fonte giuridica medievale. Regola i rapporti tra i membri di un comune, di una corte, o di una marca di un circolo di giustizia (qui la bassa giustizia di Burgau presso Flawil) e il suo giudice, il balivo: a quell'epoca Rodolfo IX Giel di Glattburg, un ministeriale dell'abate del monastero di S. Gallo. Originariamente gli ordini di Flawil, Gebhartschwil, Uffhoven e Rudlen, e quelli di Burgau, erano riuniti in un solo volume. Gli ordini di Flawil (fino a p. 17) sono poi stati tolti e rilegati separatamente. Alle pp. 18-28 precede la trascrizione degli ordini di Burgau quella degli ordini di gebhartschwil, uffhoven und rudeln. Il volume era affidato al rispettivo ammann di Burgau (presidente del tribunale). Dopo il 1798, in seguito all'abolizione della bassa giustizia, diventò di proprietà della corporazione del villaggio di Burgau. Dopo la sua fusione con Flawil passò in custodia all'amministrazione comunale di Flawil.
Online dal: 23.06.2014
Jean Joly (guardiano del convento francescano di Friburgo negli anni 1467-1469, 1472-1478, 1481-1510) trascrisse questa copia delle Quaestiones in quattuor libros sententiarum di Pietro dell'Aquila, teologo francescano italiano che tenne lezioni a Parigi negli anni intorno al 1330. Il suo commento alle Sentenze di Pietro Lombardo gli valse il soprannome di «Scotellus» per la sua divulgativa presentazione della dottrina di Giovanni Duns Scoto (morto nel 1308). La legatura del volume del XV secolo, originariamente catenato, è stata restaurata da Carole Jeanneret nel 2022.
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto contiene la cosiddetta Reformatio Sigismundi, un testo sulla riforma della chiesa e dell'impero, scritto in forma anonima in tedesco nel 1439 durante il Concilio di Basilea da un autore che fino ad oggi non ha potuto essere identificato in modo affidabile. Il testo è stato stampato per la prima volta nel 1476. Il trattato formula proposte di riforma nelle quali si sottolinea l'importanza della cura pastorale e si propaga una liberazione del clero secolare dall'obbligo del celibato, e dei vescovi dall'esercizio del potere secolare. Egli riferisce inoltre di una presunta visione dell'imperatore Sigismondo, al quale sarebbe apparso un sacerdote-re Federico con dei piani di riforma. In una annotazione a p. 234 il copista si sottoscrive come Petrus Hamer von Weissenhorn, cappellano a Kirchberg. Egli introduce i capitoli con delle iniziali rosse e ne decora due con volti barbuti caricaturali (p. 158 e 212).
Online dal: 14.12.2018