Copia molto importante dal punto di vista testuale dell'opera del Padre della Chiesa Agostino De consensu evangelistarum libri quattuor, scritta nel sec. IX nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 04.10.2011
Copia dei Sermoni 46 e 47 di Agostino, così come dell'opera De baptismo contra Donatistas (importante per la storia del testo), De peccatorum meritis et de baptismo parvulorum ad Marcellinam, De unico baptismo contra Petilianum ad Constantium (importante per la storia del testo) e De spiritu et littera.
Online dal: 04.10.2011
Contiene l'opera di Agostino Contra Faustum Manichaeum libri II; scritto nella seconda metà del sec. IX probabilmente nel monastero di S. Gallo. Nel 2009 dalla pagina 258 venne staccata una striscia con un frammento dalla versione della Vetus Latina dei Vangeli dell'inizio del sec. V, oggi conservato con altre parti di questo non più esistente manoscritto, nel Cod. Sang. 1394 (S. 51-88).
Online dal: 04.11.2010
Contiene una copia dei libri 11-22 dell'opera De civitate dei di Agostino; scritto intorno alla metà del sec. IX da varie mani nell'abbazia di S. Gallo. Contiene numerose glosse del monaco di S. Gallo Eccardo IV della metà del sec. XI. Sull'ultima pagina prove di penna, tra le quali due volte il verso Adnexique globum zephyri freta kanna secabant molto diffuso a S. Gallo, e che contiene tutte le lettere dell'alfabeto latino.
Online dal: 04.11.2010
Trascrizione del catalogo di autori De viris illustribus (una lista di 135 autori cristiani da Simon Pietro a Girolamo) composto da Girolamo stesso (347 – 420), come pure la continuazione dello stesso nel catalogo di autori De viris illustribus di Gennadio di Marsiglia († 496), con biografie di più di 90 importanti autori cristiani di quel tempo. Realizzata nel IX secolo, anche se non nell'abbazia di San Gallo, la sua presenza a San Gallo è già attestata dall'anno 1000 circa.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto è composto da due unità codicologiche unite in una legatura del XV secolo. La prima (pp. 1-132) è vergata in una gotica corsiva più antica, la seconda (pp. 133-180) in textualis; entrambe risalgono al XIV secolo. Le etichette incollate sulla coperta anteriore e sul dorso indicano come titolo dell'opera Fulgentius de virtutib[us], titolo confermato dalla annotazione che si legge su un foglio inserito alla fine del volume: bellus differentiarum Fulgentii. Di questo testo rimangono solo due pagine (pp. 97a-98b), che è associato ad altre tre raccolte di exempla moralizzati: le Moralitates di Robertus Holcot (pp. 1a-97a), le Declamationes Senecae moralisatae (pp. 99a-115a) e gli Enigmata Aristotelis moralizata (pp. 115b-120b). La combinazione di questi quattro testi, che Nigel Palmer ha chiamato Compilatio exemplorum anglicorum, circolò ampiamente in Germania e nell'Europa centrale. Delle tabelle e un indice alfabetico concludono questa prima parte (pp. 121a-132b). La seconda contiene un trattato anonimo sui sette sacramenti (pp. 134a-180b).
Online dal: 06.09.2023
Commento ai salmi 1-50 (Expositio psalmorum 1-50) di Cassiodoro, trascritto negli anni del decanato di Hartmut (ca. 850-872).
Online dal: 12.06.2006
Commento ai salmi 101-150 (Expositio psalmorum 101-150) di Cassiodoro, trascritto negli anni del decanato di Hartmut (ca. 850-872).
Online dal: 12.06.2006
Gregorio Magno, Moralia in Iob: esegesi dei libri vetero-testamentari 1-5 di Giobbe. Risale agli anni del decanato di Hartmut (ca. 850-872). Primo di una serie di sei volumi.
Online dal: 12.06.2006
Trascrizione delle omelie da 13 a 22 di papa Gregorio Magno sul libro vetero-testamentario di Ezechiele, scritta intorno alla fine del sec. VIII in una «gleichmässigen, breiten, gut proportionierten kalligraphischen älteren St. Galler Minuskel» (Bruckner) [una regolare, larga, ben proporzionata, calligrafica, antica minuscola di s. Gallo] nel monastero di S. Gallo. L'inizio delle singole omelie è decorato con piccole iniziali colorate.
Online dal: 20.12.2012
Copia incompleta del diffuso testo della Regula pastoralis di papa Gregorio Magno (590-604), scritta da vari copisti in minuscola carolingia intorno alla fine del sec. IX, probabilmente nel monastero di S. Gallo. Vari fogli risultano mancanti già intorno al 1553/64. Il codice contiene numerose glosse in antico tedesco e alcune in latino, che furono inserite a S. Gallo. All'inizio, in una pagina con prove di penna, una abile mano del tardo sec. X ha trascritto l'inno Felix mater Constantia in onore del patrono di Costanza Pelagio.
Online dal: 13.12.2013
Trascrizione della Regula pastoralis di papa Gregorio Magno, eseguita nel monastero di S. Gallo intorno alla metà del sec. IX da una mano esperta ed accurata. Il manoscritto contiene un grande numero di glosse in lingua latina ed altotedesca eseguite con la penna o con lo stilo.
Online dal: 20.12.2012
Trascrizione della Regula pastoralis di papa Gregorio Magno, scritta da numerose mani nel sec. X in uno scriptorium non individuato, probabilmente non a S. Gallo. Nella prima metà del sec. XX dalla legatura del manoscritto sono stati tolti vari frammenti del sec. V.
Online dal: 20.12.2012
Trascrizione dei libri VI-VIII e XII-XV delle Etimologie di Isidoro di Siviglia († 636), trascritta da un modello dell'Italia del nord nell'abbazia di San Gallo nell'800 o poco dopo.
Online dal: 31.07.2009
Trascrizione di commentari di Isidoro di Siviglia su svariati libri dell'Antico Testamento (Quaestiones in Vetus Testamentum), realizzata durante la seconda metà del IX secolo nell'abbazia di San Gallo.
Online dal: 31.07.2009
Accurata trascrizione, importante dal punto di vista della tradizione testuale, dei libri I-V della Expositio in Apocalypsin del prete ed abate Ambrogio Autperto († 784) originario della Gallia meridionale ma attivo nel monastero di S. Vincenzo al Volturno in Italia meridionale. La trascrizione, intrapresa da un manoscritto del sec. IX di Reichenau ora perso, venne eseguita nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 20.12.2012
Manoscritto miscellaneo di scienza naturale scritto da diversi copisti nell'area di Laon, in Francia settentrionale, in gran parte intorno all'anno 850. Il codice contiene, tra l'altro, il De arithmetica di Boezio, un trattato computistico erroneamente attribuito a Beda il Venerabile († 735); copie di opere di Beda: il De temporum ratione, estratti del De natura rerum e il De temporibus.
Online dal: 09.12.2008
Questa trascrizione, realizzata durante il IX secolo nell'abbazia di San Gallo, del commento di Beda il Venerabile († 735) alle sette lettere canoniche è significativa da un punto di vista storico-testuale.
Online dal: 31.07.2009
Manoscritto miscellaneo contenente la versione breve di Beda il Venerabile († 735) del Libro della Genesi, l'opera Contra Iudaeos di Isidoro di Siviglia, la lettera De mansionibus filiorum Israhel (Epistula 78) di Girolamo ed una copia del primo e del secondo libro dei Maccabei dell'Antico Testamento. Fu realizzato nel IX secolo, probabilmente nell'abbazia di San Gallo. A pagina 232 si trova una iniziale molto notevole.
Online dal: 31.07.2009
Trascrizione del commento di Beda il Venerabile († 735) alle lettere canoniche, realizzata verso il 900 nell'abbazia di San Gallo.
Online dal: 31.07.2009
Trascrizione, significativa dal punto di vista storico-testuale, del Prognosticum futuri saeculi di Giuliano di Toledo, una delle prime escatologie della letteratura cristiana impostata in modo complessivo e sistematico. Fu realizzata nell'abbazia di San Gallo nell'ultimo terzo del IX secolo. Include glosse, tra cui certe della mano di Eccardo IV, e, alla fine del manoscritto, una breve nota sull'opera da parte del monaco sangallese Eccardo IV († 1060; intitolata da Ildenfons von Arx Crisis Ekkehardi IV.).
Online dal: 31.07.2009
Trascrizione delle opere esegetiche De tabernaculo e De templo, come pure delle Quaestiones in libros regum di Beda il Venerabile († 735), allestita nella seconda metà del IX secolo nell'abbazia di San Gallo.
Online dal: 31.07.2009
Codice realizzato probabilmente nell'impero franco occidentale, forse a Tours nel primo terzo del sec. IX, contenente una copia dell'interpretazione di Alcuino di York (intorno al 730-804) del Vangelo di Giovanni. La carta di guardia iniziale mostra tracce di una pagina del Vergilius Sangallensis (Cod. Sang. 1394).
Online dal: 20.12.2012
Copia disadorna, ma importante dal punto di vista del testo, dell'opera De ecclesiasticis officiis libri IV (denominata anche Liber officialis) del liturgista ed arcivescovo Amalario di Metz († intorno all'850), scritta probabilmente all'epoca del vice-abate e abate Hartmut (872-883) nel monastero di S. Gallo. Il manoscritto presenta, tra il libro 3 ed il libro 4, aggiunte alle pagine 349-361, cinque lettere di Alamario di Metz a diversi destinatari.
Online dal: 20.12.2012
Glossario biblico latino-latino (i termini latini sono spiegati in latino), scritto in una minuscola carolina verso l'anno 900, probabilmente nell'abbazia di San Gallo. Comprende numerose prove di penna all'inizio e alla fine del glossario.
Online dal: 31.07.2009
Il volume è costituito da due manoscritti più o meno della stessa epoca. Il primo codice raccoglie alle pp. 3-94 delle glosse alla Genesi e al Levitico e attinge tra gli altri, oltre a fonti patristiche come le opere di Gregorio Magno o Agostino, al commento al Levitico di Esichio di Gerusalemme. Il secondo codice comprende alle pp. 95-279 un commento anonimo a Matteo. Alcune iniziali sono di vari colori, per es. p. 278 e p. 279. Sull'ultima pagina (p. 280), rimasta bianca, nel XIV sec. è stato aggiunto un indice del contenuto.
Online dal: 04.10.2018
Raggruppamento di glossari di diverso tipo: glossari biblici, glossari dei testi dei Padri della Chiesa (come per esempio della lettera di Gerolamo a Marcella o delle omelie ai Vangeli di papa Gregorio Magno). Alla parola latina dei rispettivi testi fa seguito una spiegazione in latino o una traduzione in volgare (alemannico). Inoltre il manoscritto contiene anche glossari tecnici (per es. dei Canoni, degli uccelli, pesci, della medicina, dei rapporti di parentela). I glossari, tra i più antichi testimoni della lingua tedesca, sono stati compilati da vari monaci del monastero di S. Gallo nella seconda metà del sec. IX. I fogli di pergamena della prima metà del manoscritto sono in gran parte rovinati nel margine superiore.
Online dal: 20.12.2012
Uno dei soli tre manoscritti superstiti della «Versione 1» (Stegmüller, Nr. 7212) di un commentario di Remigio di Auxerre (841-908) ai Salmi (Expositio in psalmos), scritto nel sec. XII nel monastero di S. Gallo. Gli altri due manoscritti si conservano nella Bibliothèque Municipale di Reims. Così come uno dei due codici di Reims, quello di S. Gallo contiene una copia del testo incompleta; il manoscritto si interrompe con il commento al salmo 114,6.
Online dal: 07.10.2013
Il manoscritto, in una rilegatura dell'epoca dell'abate Ulrich Rösch (1463-1491), è composto da due parti. La prima (pp. 3-166), scritta probabilmente nella Germania meridionale verso la fine del XII secolo, contiene circa l'ultimo terzo del commento ai Salmi (sui Sal 109-150) di Pietro Lombardo († 1160). La seconda (pp. 167-308), scritta nel XIII secolo e forse a S. Gallo, contiene sermoni e trattati, per lo più di Bernardo di Chiaravalle († 1153). Oltre ad alcuni dei suoi grandi sermoni liturgici, la raccolta ne contiene anche alcuni non certamente autentici di Bernardo, nonché sei sermoni di Nicolao di Chiaravalle († dopo il 1175). I sermoni alle pp. 167-292 sono disposti secondo l'anno liturgico (de tempore e de sanctis). Un sermone tratto dai Sermones de diversis di Bernardo è qui assegnato alla festa di Gallo (pp. 268-270). Alle pp. 292-298 si trova la seconda parte del trattato De gradibus humilitatis et superbiae di Bernardo di Chiaravalle; alcuni capitoli, soprattutto il primo e l'ultimo, sono molto abbreviati. Le ultime pagine (pp. 298-308) contengono altri brevi sermoni e trattati che sono almeno in parte attribuibili a Bernardo.
Online dal: 14.12.2022
Copia incompleta del commento ai salmi di Pietro Lombardo (ai Salmi 80-150). Manca la prima metà (fascicoli 1-27). La decorazione del libro si limita a delle lettere iniziali rosse. Le iniziali previste nei punti di suddivisione del salterio (Salmi 101, 109) non sono state eseguite.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto cartaceo è composto da quattro unità codicologiche e risale (contrariamente a Scherrer) al XV secolo. La prima parte comprende i fogli bianchi A-F e presenta un'antica cartulazione 182-187 del XV secolo. La seconda parte (c. G e cc. 1-22) contiene dapprima, a c. Gv un lungo indice barrato e al di sotto uno più breve aggiornato, entrambi del XV secolo. Segue, alle cc. 1ra-22rb il sermone o trattato De passione domini, che nel manoscritto e nei cataloghi precedenti è stato attribuito a Heinrich von Langenstein, ma che in realtà potrebbe essere stato scritto da Heinrich Totting von Oyta († 1397). Sulla base delle annotazioni in rosso all'inizio e alla fine del trattato (c. 1ra, 22rb), è stato copiato su incarico del domenicano Conrad Bainli. La terza parte (cc. 23-81) tramanda un altro sermone o trattato De passione domini e fu scritto da un secondo copista il quale, secondo il colophon (c. 74va), eseguì la copia nel 1446, sempre per conto di Conrad Bainli. La quarta parte (cc. 82-129) contiene dapprima alle cc. 82ra-116ra l'Expositio dominicae passionis di Giordano di Quedlinburg. Secondo il colophon (c. 116ra), Conrad Bainli, uno dei due probabili scriba dell'Expositio, completò personalmente la trascrizione nel 1437. Seguono, alle cc. 117ra-123ra, estratti dai quattro Vangeli (concordanza evangelica sulla Passione?) di un altro scriba il quale, secondo il colophon (c. 123ra), ha realizzato la copia nel 1437, sempre per conto di Conrad Bainli. La legatura risale al XV secolo e presenta delle assi in legno riutilizzate.
Online dal: 25.04.2023
Omiliario dell'erudito benedettino Aimone di Auxerre (Haimo Autissiodorensis; † intorno all'878). Manoscritto del sec. X/XI molto utilizzato, con notizie marginali del monaco sangallese Ekkehart IV e con dei fogli aggiunti nel XII/XIII sec.
Online dal: 13.12.2013
Il codice è stato scritto in una fluente textualis del XIV secolo e presenta titoli e lombarde in rosso. La stessa mano ha apposto la numerazione dei fascicoli in rosso che si trova all'inizio di ognuno di questi in basso a destra: da II (p. 23) a XXXIX (p. 731). Il conteggio delle pagine contiene un errore significativo: 1-501, 511-742; le pagine 614-615 sono vuote. Il manoscritto contiene la parte invernale di un breviario, cioè le p. 1-559 del Proprium de tempore dalla I domenica di Avvento alla Pentecoste e alla Trinità, e le p. 559-742 del Proprium de sanctis dalla festa di S. Andrea apostolo (30 novembre) alla festa di S. Pancrazio (12 maggio), compresa la festa di S. Wiborada (pp. 716-725). Il codice non presenta segni di utilizzo o aggiunte. Sull'ultima pagina (p. 742) si trova il timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. La legatura di assi in legno ricoperte di pelle rossa risale al XIV o XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
Il voluminoso manoscritto in pergamena è stato vergato in textualis nel XIV secolo. Il testo, su due colonne, è suddiviso da lombarde rosse e blu, titoli e abbreviazioni in rosso; le parti e le feste particolarmente importanti del breviario sono evidenziate da occasionali iniziali filigranate rosse e blu. Il breviario inizia a p. 1a con il vespro della Vigilia pasquale (cioè il Sabato Santo) e termina alle pp. 807a-817b con la festa di S. Corrado (26 novembre). Seguono alle pp. 817b-819b la lettura In nocte sancte Anne e quattro letture In divisione apostolorum (cfr. p. 433b, p. 457b) come aggiunte della stessa mano e infine l'ulteriore complemento della rubrica in rosso Passio sancti Placidi martyris, sociorum eius 35 martyrum prima [?] lectio [?] di un'altra mano più tarda del XV secolo. Tra le feste dei santi si segnalano quella di Gallo (p. 662a) e la sua ottava (p. 708a) e quella di Otmaro (p. 759b) e la sua ottava (p. 789b). A p. 666 si trova il timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. La legatura con assi in legno risale al XV o XVI secolo. Il rivestimento in pelle è decorato sui piatti con ferri decorativi. Mancano i ganci di chiusura e le borchie originali. All'interno delle coperta anteriore e posteriore sono visibili le impronte dei fogli di guardia staccati, e dei frammenti incollati con della scrittura. Anteriormente e posteriormente sono stati inseriti e cuciti due (p. A-D), rispettivamente un foglio di carta (p. Y-Z). La paginazione non è corretta: A-D, 1-155, 155a, 156-433, 435-621, 623-819, Y-Z.
Online dal: 25.04.2023
Questo breviario della seconda metà del sec. XV contiene oltre a vari officii, il Proprium de sanctis in due parti, il testo In dedicatione ecclesiae, un piccola raccolta di prediche sulla festa della consacrazione della chiesa (Riccardo di S. Vittore, Agostino, Eusebio Gallicano e Bernardo di Clairvaux) e il Credo. Il codice è stato scritto dalla copista Cordula von Schönau, domenicana nel convento di S. Caterina di S. Gallo, la cui mano si ritrova anche nel codice Wil, convento di S. Caterina M 3.
Online dal: 21.12.2010
Il manoscritto cartaceo contiene letture brevi (capitula), collectae, preghiere, inni, antifone e responsori per la liturgia delle ore per tutto l'anno, oltre al Commune sanctorum. Questo «collettario esteso» è stata redatto - probabilmente nel XIV secolo - in una textualis corsiva con l'aggiunta di rubriche in rosso. Il manoscritto presenta in alcuni punti forti segni d'uso, con i bordi delle pagine consumati e bruniti. A p. 25 si trova il timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. La legatura in assi lignee risale al XIV o XV secolo. All'interno degli assi sono presenti impronte di frammenti con scrittura ebraica.
Online dal: 25.04.2023
Lezionario e omiliario per il periodo dalla Pentecoste fino all'ultima domenica dopo la Pentecoste, scritto accuratamente da varie mani nelle prima metà del sec. IX nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 20.12.2012
Lectionarium officii estivo con le letture per la preghiera del coro; scritto nel sec. X nell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto, scritto da più mani, raccoglie in totale 66 prediche, la maggior parte di Beda e Gregorio Magno, poche di Agostino e Girolamo e alcune singole di Ambrogio, Fulgenzio, Giovanni Crisostomo, Massimo, Origene e altri autori sconosciuti. Alcune omelie sono intere, di altre vi sono solo degli estratti. Dalla legatura sono state tolte quattro strisce del manoscritto dell'Editto di Rothari, ora conservate nella Stiftsbibliothek di San Gallo sotto la segnatura Cod. Sang. 730. All'interno dei piatti sono visibili le impronte in negativo di questi frammenti.
Online dal: 14.12.2018
Tutto il codice è stato scritto da un unico copista. Contiene una raccolta di letture dei notturni. Le sezioni sono introdotte da iniziali in rosso. Nel XIII secolo sono state aggiunte delle annotazioni marginali. All'interno dei piatti della legatura sono visibili le impronte in negativo di frammenti del Vangelo di Luca nella versione più antica della Vulgata. L'impronta in negativo proviene da due fogli staccati nel 1932 e da allora, insieme ad altri frammenti di questo manoscritto della Vulgata, conservati nel Cod. Sang. 1395.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto composito appartenne al monaco di S. Gallo Gall Kemli, che ne fece rilegare le parti, alcune delle quali risalgono al XIV secolo, e le intercalò con pagine bianche, completate da lui stesso e da altri scribi. Per questo motivo sono presenti molte diverse mani e impaginazioni. I blocchi di testo collegati più lunghi costituiscono una raccolta di sermoni (Liber Sagittarius, pp. 3-61), uno specchio di confessione (pp. 71a-92b), commenti a inni e sequenze (pp. 118-217b) e una raccolta di racconti di exempla dalla storia antica, apparentemente compilati dallo stesso Kemli, in parte tratti dalle Gesta romanorum (pp. 226-357). La legatura in pelle risale al XV secolo.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto composito, contenente orazioni in tedesco e decorato con 12 iniziali istoriate, è stato scritto da Dorotea von Hof (1458-1501), figlia di Enrico Ehninger e di Margherita von Kappel. Il codice contiene, oltre all'Officium parvum BMV e a preghiere varie (soprattutto a Maria e per la passione di Cristo), le Hundert Betrachtungen dal Büchlein der ewigen Weisheit di Enrico Susone e delle preghiere attribuite a Tommaso d'Aquino. Proprietarie di questo manoscritto cartaceo scritto 1483, erano probabilmente le suore del convento domenicano di S. Caterina di S. Gallo, delle quali Dorotea von Hof è attestata quale benefattrice.
Online dal: 21.12.2010
Il manoscritto tramanda prima le antifone, i versetti e i responsori, e poi le sequenze. I canti sono accompagnati da notazione quadrata su quattro linee rosse. La scrittura, una piccola textualis, è di una mano del XIV secolo. Il manoscritto e la legatura con assi di legno rivestite in pelle hanno il formato più piccolo possibile.
Online dal: 25.04.2023
Il libro di preghiere comprende orazioni dalla raccolta del duca Guglielmo III di Baviera (ff. 1v-16r), preghiere alla Vergine Maria (ff. 17r-39r), preghiere tra le altre per la santa messa (ff. 39v-45v), e per la comunione (ff. 80r-88v). Tra queste si trovano i versi di s. Bernardo (ff. 46v-50v) e varie altre benedizioni e preghiere (ff. 51v-78v). Responsabile sia del lavoro di copia che delle iniziali filigranate è, come risulta dal colophon (f. 81v), il copista professionista Simon Rösch. Le preghiere sono in lingua sveva. Sui ff. 89 e 90 (incollato alla coperta posteriore), è stata aggiunta da altra mano un'altra preghiera. Numerose forme femminili nelle menzioni fanno pensare ad una committenza femminile, probabilmente un convento femminile sangallese.
Online dal: 13.06.2019
Nell'Officium defunctorum (cc. 1r–104r) in latino è inserita una allegoria in tedesco per un'indulgenza (cc. 63v–67v). Seguono nei cc. 104v–141r delle preghiere in tedesco (in parte preghiere per indulgenze) per i defunti. La copista Cordula von Schönau, che si dichiara a c. c. 141r è attestata dal 1492 al 1498 nel convento delle domenicane di S. Caterina a S. Gallo.
Online dal: 08.10.2015
Il libro di preghiere di piccolo formato di Franz Gaisberg, poi divenuto abate di San Gallo (abate 1504-1529), contiene esclusivamente preghiere in latino. Inizia con un calendario (f. 1r-12v) e una tabella computistica (f. 13r/v), seguita da preghiere sulla Passione (f. 14r-29v), preghiere e antifone a Maria (f. 31r-49r) e altri santi (f. 49r-80r) così come il Comune sanctorum (f. 81v-83v), varie altre preghiere (f. 83v-107r) e preghiere per la liturgia delle ore sulla Passione e per le anime dei morti (f. 107v-140r). Ad eccezione di iniziali di due o quattro righe con semplici tralci a inchiostro rosso, non vi è altra decorazione.
Online dal: 13.06.2019
Il piccolo salterio, scritto per un convento domenicano, inizia con un calendario difettoso nella parte anteriore (cc. Er-Iv; un foglio con i mesi di gennaio e febbraio è stato strappato). I Salmi (cc. 1r-182v) sono seguiti dai Cantici dell'Antico e del Nuovo Testamento (cc. 183r-193r) e dal Credo atanasiano Quicumque vult (cc. 193r-194v) e, quale aggiunta del XV secolo, una litania (cc. Ur-Wr). La decorazione del libro è costituita da iniziali rosse e blu, in parte con filigrana. Le carte di guardia anteriori e posteriori sono costituite da maculature in pergamena più antiche, le controguardie da frammenti di un documento del XV secolo. Poiché Caterina da Siena non compare ancora nel calendario, il salterio è probabilmente stato scritto prima del 1460. Si trova nella biblioteca di S. Gallo al più tardi dal XVIII secolo.
Online dal: 25.04.2023
Manoscritto composito contenente prevalentemente dei testi a carattere teologico così come, quale parte preponderante, il Vocabularius Ex quo (pp. 61–212). I rimanenti testi sono un commento all'innario nel quale si alternano la strofa di un inno e la rispettiva spiegazione (pp. 1–56), il breve trattato De humani cordis instabilitate (pp. 57–60), Prediche (pp. 212–229, 240–268 e 268–273), la Vita di Alberto Siculo (pp. 230–239), lo Speculum humanae salvationis (pp. 274–335), un breve trattato sui vizi e le virtù chiamato Etymachia o Lumen animae (pp. 335–345), estratti da Gerolamo, Agostino e altri (pp. 346–368), così come lo Speculum ecclesiae di Ugo di S. Caro (pp. 370–391). L'ultimo testo è scritto su pergamena palinsesta, la cui scriptio inferior è una rotunda. Sono rimaste quattro iniziali filigranate in rosso e blu nell'ultimo testo (pp. 372, 373 e 375). Sulle ultime pagine responsori per Natale (Descendit de celis deus verus), la festa di s. Marco (Beatissimus Marcus discipulus) e Commune plurimum martyrum (Viri gloriosi sanguinem fuderunt), poi il tropo pasquale (Quem queritis), con melodie e notazione quadrata su quattro linee (pp. 392–394). Il manoscritto è costituito di pergamena e carta, mescolati talvolta addirittura all'interno di un fascicolo. Il codice si trova al più tardi dal 1553/64 nel monastero di S. Gallo (timbro della biblioteca p. 60).
Online dal: 23.06.2016
Il manoscritto in-folio, scritto da più mani su fogli che presentano varie impaginazioni, contiene, dopo un'ampia spiegazione del calendario liturgico dell'anno (Directorium spirituale, pp. 3-205), soprattutto sermoni (pp. 205b-211, 257-370, 375-414) nonché gli Acta Apostolorum con un commento (pp. 213-255); alla fine vi è una tavola computistica (pp. 372/373) e alcune sentenze di Tommaso d'Aquino sui suffragi. Il manoscritto è interamente rubricato e non contiene note di possesso. Un colophon alla fine degli Acta apostolorum riporta la data 1405 (p. 255). Alla legatura del XV secolo mancano i fermagli.
Online dal: 22.09.2022
Il pesante manoscritto (del peso di quasi 17 kg.), realizzato intorno al 1200, contiene le trascrizioni in lingua latina di opere di storia universale, della chiesa e dei popoli, come per es. la storia universale di Orosio, la storia della chiesa di Eusebio di Cesarea, la Summa della storia biblica (Historia Scholastica) di uno dei primi studiosi della scolastica, il parigino Pietro Comestore († intorno al 1179), la storia della prima crociata di Rigoberto di Reims, la storia dei Longobardi di Paolo Diacono, la storia ecclesiastica del popolo inglese di Beda il Venerabile o la vita di Carlo Magno di Eginardo.
Online dal: 04.10.2011
Vite di santi sangallesi scritte nella prima metà del IX secolo nel monastero di San Gallo. Vi sono anche inclusi diversi brevi testi agiografici e liturgici, tra cui: la migliore versione della vita di Colombano, composta da Giona di Bobbio; l'unica copia esistente della vita di San Gallo, fondatore di San Gallo, composta dal monaco di Reichenau Wetti all'incirca negli anni 816/824.
Online dal: 09.12.2008
Raccolta di biografie di martiri dell'epoca romana (tra questi Sebastiano, Agnese ed Emerenzia, Agata, Lucia, Blandina) e una copia della vita di s. Vedasto, vescovo di Arras, scritta da Alcuino di York. Il codice contiene inoltre la predica di s. Ambrogio De ieiunio (Sul digiuno). Scritto con molta probabilità intorno al 900 nell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 21.12.2009
Manoscritto composito contenente le vite dei 12 Apostoli e vite di altri antichi santi romani. Questa copia, realizzato verso il 900, probabilmente non è stata allestita all'abbazia di San Gallo. La seconda e la terza parte furono scritte a San Gallo durante l'XI secolo ed includono, rispettivamente, tre sermoni e due testi frammentari di contenuto liturgico.
Online dal: 31.07.2009
Collezione agiografica allestita nell'abbazia di San Gallo intorno all'anno 900. Contiene vite di santi dell'antica Roma e dell'antica Germania, tra cui Lucio, Desiderio, Chiliano, Vigilio e Gertrude. Preserva anche una compilazione, redatta sotto forma di calendario, di vite di santi che erano noti nel monastero di San Gallo nel IX secolo.
Online dal: 09.12.2008
Copia della Vita di San Silvestro (papa dal 314 al 335) e della Leggenda del ritrovamento della Croce da parte di Elena, madre dell'Imperatore romano Costantino. È stata accuratamente trascritta nel monastero sangallese intorno all'anno 900.
Online dal: 12.06.2006
Collezione di testi in parte agiografici, trascritta nel monastero sangallese intorno all'anno 900. Tra le opere che vi sono tramandate, la Vita metrica Sancti Martini di Paolino di Périgueux, la Vita metrica Sancti Martini di Venanzio Fortunato, la Visio Wettini di Haito e di Walafrido Strabone, la Revelatio Baronti monachi e la Vita metrica del martire Leodegario.
Online dal: 09.12.2008
Il Passionarium novum di San Gallo. Manoscritto di grande formato trascritto nell'abbazia di San Gallo nei secoli IX-X. Contiene vite dei primi santi cristiani, di santi germanici e carolingii; contiene anche, nella più antica versione esistente, le vite dei santi Meinrado, Odilia, Ilario, Trudperto, Verena, Leodegaro e Pirminio.
Online dal: 31.07.2009
Copia della biografia di s. Gregorio I papa nella versione di Giovanni Diacono (825-880/882); scritta nell'abbazia di S. Gallo intorno al 900.
Online dal: 21.12.2009
Manoscritto composito del sec. IX scritto nell'abbazia di S. Gallo. Contiene tra gli altri le vite dei padri del deserto Antonio (composta da Atanasio), Paolo, Ilarione e Malco (tutte composte da Gerolamo), 12 omelie di Cesario di Arles, altri trattati suoi e di uno Pseudo-Cesario nonché le Dicta di Martino di Braga a Polemio dal titolo De correctione rusticorum. Il manoscritto contiene un gran numero di prove di penna, tra le quali due versi sull'alfabeto («Adnexique globum…» e «Ferunt ophyr…») e una formula del copista Scribere discce puer…
Online dal: 21.12.2009
Il codice contiene i miracoli di s. Tommaso di Canterbury, che il monaco benedettino Benedetto di Peterborough iniziò a raccogliere dopo la sua uccisione avvenuta il 29 dicembre 1170. Il manoscritto, che contiene una bella iniziale con tralci a p. 12, è stato vergato da due mani verso la fine del XII o l'inizio del XIII secolo in area tedesca sudoccidentale. La raccolta di miracoli è suddivisa in quattro libri, anche se gli ultimi nove capitoli (IV.95-96, V.1-4, VI.1-3 dell'edizione) e la lettera del vescovo di Durham, Hugh du Puiset posta alla fine, non sono più numerati. Il manoscritto è menzionato nel catalogo della biblioteca del monastero di S. Gallo del 1461.
Online dal: 23.06.2016
Il manoscritto, la cui rilegatura presenta delle grosse borchie metalliche, contiene, dopo un indice alfabetico dei santi redatto nel XV secolo (f. Iv−IIv), dapprima la Legenda aurea di Giacomo da Varazze († 1298; f. 4r−262v) e alla fine l'appendice, anche in latino, cosiddetta Provincia (f. 263r−301r), nella quale si trovano anche delle brevi descrizioni della vita dei santi sangallesi Gallo e Otmaro. Seguono delle aggiunte più tarde tra le quali delle benedizioni e delle riflessioni (f. 302v−304v). Un anonimo copista trascrive al f. 302v i versi: Qui me scribebat, R nomen habebat. Finito libro sit laus et gloria Christo… La decorazione del manoscritto, vergato da varie (tre?) mani, è costituita da lombarde che si estendono su tre righe. La decorazione termina al f. 210v; tuttavia era stato previsto lo spazio per ulteriori iniziali.
Online dal: 23.06.2016
La parte principale di questo manoscritto è costituita dalle vite degli apostoli tratte dalla Elsässische Legenda Aurea, un'importante versione alto-tedesca del leggendario di Iacopo da Varazze (pp. 1-259, in gran parte identica con la selezione presente nel Cod. Sang. 594). Segue il trattato mistico Christus und die sieben Laden (pp. 260-277). Gli ultimi due fascicoli (pp. 281-328) contengono una raccolta di brani spirituali, per lo più mistici (Meister Eckhart, Jan van Ruusbroec) e, sugli ultimi fogli, una preghiera di indulgenza da recitare davanti all'immagine di s. Gregorio (promessa di indulgenza datata 1456, pp. 326-328). In alcune pagine precedenti, una preghiera di accompagnamento vi si riferisce esplicitamente (p. 319-320). Scarpatetti avanza quale nome della copista quello di suor Endlin del convento di francescane di S. Leonardo a S. Gallo. Più tardi il manoscritto entrò in possesso di un certo Johannes Kaufmann (note di possesso a p. 1, p. 277 e sul taglio superiore), poi appartenne a un fratello laico del monastero di S. Gallo (p. 328). L'unica decorazione del libro è costituita da semplici iniziali rosse. La legatura, in pelle di maiale di colore rosso con fermaglio e sei delle dieci borchie originali, risale al XV secolo. Sono parzialmente visibili dei frammenti utilizzati quali brachette (ad es. pp. 52/53).
Online dal: 22.09.2022
Versione tedesca delle vite dei santi sangallesi Gallo, Magno, Otmaro e Wiborada. Vi si trovano ritratti a colori dei santi Wiborada e Otmaro (quest'ultimo è stato dipinto in un punto sbagliato del manoscritto; i ritratti di Gallo e Magno sono andati perduti). Il manoscritto contiene inoltre, in traduzione tedesca, gli «Sprüche der Altväter» e alcuni brevi testi religiosi per un convento femminile, dei quali fu copista e traduttore il monaco riformatore Friedrich Kölner (o Colner), proveniente dall'abbazia di Hersfeld in Assia e attivo presso l'abbazia sangallese tra il 1430 e il 1436.
Online dal: 09.12.2008
Manoscritto composito contenente delle vite di santi in versi e altri testi a carattere teologico: vita di Gallo in versi (Vita Galli metrice), forse redatta da un erudito irlandese (Moengal?) intorno all'850 (p. 3-175), miracoli di Maria in versi (Miracula Marie) (p. 176-191), Vita sancti Viti in versi (p. 192-204), Vita scolastica di Bonvicino de Ripa in versi (p. 205-241), Facetus de vita et moribus (p. 242-267), Liber floretus di uno Pseudo-Bernardo (p. 268-287), Sermones di Peregrino di Oppeln (p. 306-352), Sermones di Jacopo da Voragine (p. 353-363) e Sermones dominicales, pars aestivalis et per totum annum di Peregrino di Oppeln e Jacopo da Voragine (p. 368-452).
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto cartaceo, risalente alla seconda metà del XV secolo, contiene tre vite di santi in tedesco: Benedetto (pp. 1-57), Gallo (pp. 63-294) e Otmaro (pp. 299-372). Mentre la prima di queste tre vite è la versione tedesca tratta dai Dialoghi di Papa Gregorio I, le due successive assomigliano, almeno in parte, alle traduzioni del benedettino Friedrich Kölner. I testi sono accuratamente copiati su una colonna da un unico scriba e decorati con semplici iniziali in rosso. La rilegatura in pelle marrone, risalente al XV-XVI secolo, è impressa a freddo. Questo esemplare apparteneva, al più tardi nel XVI secolo, alla comunità dei fratelli laici del monastero di San Gallo (p. 374).
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto in lingua tedesca riunisce una serie di racconti e preghiere fortemente improntate al misticismo. I primi due terzi (pp. 1-259) sono costituiti da tre traduzioni di testi di Elisabeth von Schönau, tutti riguardanti la leggenda di sant'Orsola e delle undicimila vergini. Segue la leggenda di s. Cordula (pp. 260-264). I rimanenti testi, ad eccezione di un estratto da Mechthild von Hackeborn (pp. 295-302), sono preghiere, per lo più rivolte a Maria e spesso accompagnate da ampie istruzioni. Il volume è interamente rubricato e presenta due iniziali con semplici filigrane (p. 1, 162); la rubrica di p. 1 è inoltre vergata in scrittura distintiva. All'interno del libro si trova un segnalibro formato da quattro cordoncini sottili annodati in alto. La legatura risale ancora al XV secolo ed è decorata con filetti e ferri. Il manoscritto fu acquistato nel 1794 da Ildefons von Arx dal fondo del secolarizzato monastero delle clarisse di s. Dorotea a Friburgo i. Br. (note di possesso p. 1 e p. 320; nota di acquisto p. 1).
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto offre una selezione della Elsässische Legenda Aurea, un'importante versione alto-tedesca del leggendario di Iacopo da Varazze. La selezione si limita in gran parte ai santi della sezione estiva. La prima parte del manoscritto (pp. I-64) è scritta da una mano che trascrive le leggende di Giovanni, Pietro e Paolo; una seconda mano, un po' meno abile, trascrive il resto, che inizia con l'unico testo in versi del manoscritto (la leggenda di Barbara, da p. 66). Questo testo in versi è l'unico menzionato sull'etichetta sul dorso di epoca barocca. Dalla Legenda Aurea proviene anche il racconto della «Engelweihe» di Einsiedeln (pp. 191-196). In entrambe le parti le rubriche sono di altra mano. L'inizio e la fine del manoscritto sono difettosi; la legatura, restaurata nel XIX secolo, risale al XV secolo.
Online dal: 22.09.2022
Manoscritto composito proveniente da una „comunità laica orientata verso S. Gallo“ (Scarpatetti, p. 137), in parte scritto e messo insieme intorno al 1505 dal conventuale di S. Gallo Joachim Cuontz († 1515). Le due sezioni più corpose del manoscritto contengono la vita e i miracoli di S. Anna (pp. 49-137) e un incunabolo rilegato col manoscritto (Inc. Sang. 995; Hain 12453) contenente la versione in tedesco della Passio S. Meinradi stampata tra il 1496 e il 1500 da Michael Furter a Basilea (pp. 141−195), decorata da 37 silografie. Il manoscritto contiene inoltre consigli medici, per esempio sull'utilizzo del cardo santo oppure una ricetta contro la peste (pp. 15−21; p. 138), traduzioni di sequenze in tedesco (pp. 5-9), numerose preghiere ed exempla, per la maggior parte su Maria, Anna e Gioacchino (pp. 25-44), così come la lettera del preposto Silvestro del convento degli canonici regolari di S. Agostino di Rebdorf ad Eichstätt, alle sorelle del convento di Pulgarn nell'Alta Austria sulla povertà in convento, conservatasi solo parzialmente (pp. 44-48).
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto cartaceo fu copiato in una rapida corsiva da Friedrich Kölner mentre si trovava nel monastero di S. Gallo tra il 1430 e il 1436. Contiene le vite degli apostoli nella traduzione tedesca della parte estiva della Legenda aurea (pp. 6-269). Seguono, sempre in lingua tedesca, il sermone del francescano Bertoldo di Ratisbona, Von den Zeichen der Messe (pp. 269-284), Die Legende von den Heiligen Drei Königen, composta nel 1364 da Johannes von Hildesheim (pp. 284-389), una Pilatus-Veronika-Legende (pp. 389-400), una Greisenklage (pp. 400-402) e infine i Fünfzehn Vorzeichen des Jüngsten Gerichts (pp. 402-403). Secondo il Cod. 1285, p. 11, il manoscritto è entrato in possesso della biblioteca abbaziale nel quadro delle acquisizioni di manoscritti operate da Johann Nepomuk Hauntinger tra il 1780 e il 1792.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto contiene vite di santi in tedesco: la "Leben der Altväter" (Vitaspatrum) (pp. 5a–482a), la vita di s. Meinrado (p. 482a–501b) e la vita di s. Fridolino, una traduzione di Balther von Säckingen della vita in latino di s. Fridolino (pp. 502a–502a). Il copista principale del codice è il cittadino di Säckingen Johannes Gerster, che si menziona personalmente alle pp. 361 e 541, ogni volta con la data. Alcuni disegni a penna: albero con fiori e frutta (p. 361), giovane in abbigliamento secolare (p. 482), schizzi di draghi (p. 528 e 541), rosette (p. 541). Nel XVII secolo il manoscritto si trovava in possesso del monastero delle clarisse di Friburgo in Brisgovia (nota a p. 3), solo nel XVIII secolo venne acquisito per il monastero di S. Gallo.
Online dal: 08.10.2015
Versione tedesca della vita di Gesù secondo i quattro Vangeli, in una recensione in lingua alemannica. Con iniziali decorate colorate e 21 iniziali figurate disegnate a penna e poi per la maggior parte colorate. Il copista, e probabilmente anche primo proprietario, Rudolf Wirt, menziona alla fine del testo a p. 463 il suo nome e la data di ultimazione del manoscritto: il 9 gennaio 1467. Il volume proviene da un monastero femminile di S. Gallo e giunse alla biblioteca abbaziale tra il 1780 ed il 1792.
Online dal: 23.06.2014
Il volume in-folio, contenente una raccolta di leggende di Iacopo da Varazze, proveniva probabilmente dal fondo personale del monaco di S. Gallo Gall Kemli; in ogni caso, è stato da lui stesso ampliato e corretto. Per questo motivo l'impaginazione del manoscritto non è uniforme. La parte principale più antica è stata vergata da una mano della fine del XIV secolo, su due colonne, mentre i fogli con i testi inseriti da Kemli, e da lui scritti, sono a piena pagina (pp. 2-20, 164-189, 210-211, 445-462, 471-474). La Legenda sanctorum (pp. 2-452) è completata da una Materia de exorcismo et coniurationibus (pp. 456-470) aggiunta da Kemli. Infine, alle pp. 463-470 vi sono, di un'altra mano della seconda metà del XV sec., delle annotazioni a loro volta ampliate da Kemli (p. 470). Alle pp. 471-473, quale ultimo testo si trova una leggenda delle undicimila vergini di mano di Kemli; prima del testo vi era un foglio incollato a metà altezza. Presumibilmente si tratta della xilografia con la nave di sant'Orsola (cat. Kemli, nr. 31) staccata da Ildefons von Arx. Sul piatto anteriore della legatura del XV secolo, più volte riparata e con due rivestimenti in pelle, figura l'etichetta con il titolo di mano di Kemli.
Online dal: 22.09.2022
Leggendario di San Gallo. Contiene, tra le altre, le biografie in tedesco dei santi sangallesi Gallo, Magno, Otmaro e Viborada, illustrate con 142 vivide miniature.
Online dal: 12.06.2006
Questo manoscritto, allestito probabilmente nel monastero di Allerheiligen a Sciaffusa, contiene, accanto a numerosi brevi testi, talvolta inseriti in un secondo tempo, molte vite di santi in tedesco (Maurizio e la legione tebana, Maria Maddalena, Elisabetta d'Ungheria), testi di meditazione (per il Giovedì Santo, la Passione di Cristo, lo Steinbuch di un certo Volmar) e il libro dei benefattori del monastero di Allerheiligen. Quest'ultimo è una versione libera della leggenda della fondazione del monastero sul Reno redatta in latino nel XII sec. Con la tecnica dello sbalzo un artista ha inciso nei due piatti della coperta le figure centrali della leggenda della fondazione del monastero (probabilmente Benedetto, Eberhard di Nellenburg, Burkhard di Nellenburg, Guglielmo di Hirsau?). A p. 204 vi sono dei disegni a penna dei santi Benedetto e Bernardo. Il manoscritto giunse in un momento non meglio precisato in possesso del dotto glaronese Egidio Tschudi e venne acquistato con la sua eredità dal monastero di S. Gallo nel febbraio 1768.
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto contiene l'opera più importante del filosofo scolastico parigino Pietro Comestore († 1179): la sua Historia scholastica, un riassunto della storia biblica dalla creazione all'Ascensione completata intorno al 1169-1173. È scritto da tre mani della fine del XII/inizio del XIII secolo, con note marginali di diverse mani dal XIII al XV secolo. In fondo alla p. 2 c'è il nome dello scrittore Uolricus.
Online dal: 18.06.2020
Le due parti principali del manoscritto sono costituite dalle vite dei santi di S. Gallo (Gallo, Otmaro, Wiborada e Notkero Balbulo), degli apostoli, dei primi santi cristiani e dei martiri, così come la cronaca del monastero di S. Gallo – dal Casus sancti Galli di Ratperto fino alla Continuatio di Corrado di Fabaria (1204-1234). I testi riguardanti la storia del monastero sono in parte corredati da dettagliate e critiche note marginali del riformatore sangallese Vadiano. Inoltre il codice contiene notizie cronachistiche su S. Gallo e la Svizzera (XIV-XV sec.), il testo Reise in das Heilige Land di Steffan Kapfman e testi di computistica, medicina, astronomia e teologia. Su due pagine rimaste libere (pp. 324-325) il bibliotecario dell'abbazia di S. Gallo Ildefonso von Arx ha scritto nel 1824 quattro ricette su come rendere di nuovo leggibili delle scritture sbiadite.
Online dal: 22.06.2010
Il codice contiene la guerra di Troia di Corrado di Würzburg, un'imponente opera tarda rimasta incompiuta del poeta ed autore di epica tedesco, morto nel 1287 prima di completarla. L'autore racconta in versi la storia della guerra di Troia in un'ampia disposizione di narrazioni storiografiche, riferimenti precedenti e posteriori ed excursus enciclopedici. Difettoso all'inizio e più tardi completata con un foglio aggiunto, l'opera si estende da p. 4 a p. 893. Alle pp. 895-897 fa seguito il frammento in prosa di un'anonima continuazione della guerra troiana di Corrado. Il testo della guerra troiana di Corrado è scritto da uno scriba. Questi è probabilmente identico al rubricatore al quale si devono le iniziali rosse, le iniziali gotiche nere e le maiuscole decorate all'inizio della colonna, e che ha inserito la data 1471 a p. 893. Il frammento in prosa è di una mano posteriore. Non si conosce il luogo di origine del codice. Questi fu rinvenuto nel 1739 sull'Haldenburg, feudo di S. Gallo nell'Algovia e giunse poi nella biblioteca abbaziale, come ricorda una annotazione a p. 894.
Online dal: 13.06.2019
Copia del IX secolo della Guerra giudaica di Egesippo/Giuseppe Flavio.
Online dal: 31.12.2005
La parte principale di questo voluminoso manoscritto è costituita da una versione abbreviata della Cronaca universale redatta nel 1459 da Johannes Platterberger e Dietrich Truchseß (p. 3−796), che nella tradizione bibliografica viene anche chiamata “St. Galler Weltchronik”. All'interno di questa cronaca si trovano anche il cosiddetto St. Galler Cato (p. 259−260; Disticha Catonis; Von Catho dem weysen und seinen spruchen), una traduzione parziale dell'opera De officiis di Marco Tullio Cicerone (p. 263−265) così come altre citazioni da varie opere di Cicerone (p. 265−271). Fa seguito una versione in lingua tedesca dello scambio di epistole fittivo del Meister Wichwolt tra Alessandro Magno e Dindimo, capo dei Bramani (p. 809−815; Cronica Allexandri des grossen konigs), la versione tedesca della “Dreikönigslegende” (Historia trium regum) di Johannes von Hildesheim (p. 816−854) e il resoconto del viaggio in India di Jean de Mandeville nella versione in tedesco di Otto von Diemeringen (p. 854−917). Alla fine (p. 918−940) il volume contiene in versione completa il libro di viaggio del bavarese Johannes Schiltberger (1380-dopo il 1427), caduto prigioniero degli Osmani. La decorazione è costituita da numerose lombarde rosse e blu. Nel 1570 il volume si trovava in possesso di Luzius Rinck von Baldenstein (p. 940), cognato del principe-vescovo Diethelm Barer (1530-1564) di S. Gallo e, al più tardi nel XVII secolo, venne integrato nei fondi della biblioteca dell'abbazia di S. Gallo (p. 3: Liber Monasterii S. Galli).
Online dal: 23.06.2016
Il cancelliere Hans Fründ († 1469), di Lucerna ma originario di Svitto, redasse intorno al 1447 una cronaca della Vecchia guerra di Zurigo. Questa copia, accuratamente trascritta ed illustrata con le bandiere delle località confederate, venne eseguita dal cappellano di Rorschach, e precedentemente maestro di scuola a Svitto, Melchior Rupp nell'anno 1476. Il manoscritto, sulle cui ultime pagine sono stati trascritti documenti e materiale inerente alla Vecchia guerra di Zurigo degli anni dal 1446 al 1450, giunse in possesso dell'erudito glaronese Egidio Tschudi (1505-1572) e da lì, nel 1768, nella biblioteca del monastero di S. Gallo.
Online dal: 19.12.2011
La più antica copia della Cronaca di Costanza di Gebhard Dacher, trascritta dall'autore stesso tra il 1458 e il 1472 ed illustrata con una serie di disegni a colori a penna e con la più antica vista della città di Costanza. Presente alla biblioteca dell'abbazia di San Gallo al più tardi a partire dal XVIII secolo.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto, vergato nella seconda metà del XV secolo, probabilmente appena dopo il 1450, contiene all'inizio (p. 1−46) la Cronaca di Costanza della fine del XIV secolo. Fanno seguito la Cronaca di Zurigo dagli inizi fino ai primi decenni del XV secolo (p. 47−121), una continuazione della Cronaca di Zurigo relativa agli anni 1420/21, 1436 e 1443−1450 (p. 121−132), così come una redazione abbreviata della Cronaca di Concilio di Ulrich von Richental (p. 132−228). Sulla base di confronti calligrafici nella bibliografia più antica si ritiene che il copista possa essere l'umanista zurighese Felix Hemmerli (1388/89-1454). Il manoscritto era in possesso dell'erudito svizzero Egidio Tschudi (1505-1572) e venne venduto dalla sua famiglia al monastero di S. Gallo nel febbraio 1768. Tschudi apportò ai tesi varie annotazioni marginali e correzioni.
Online dal: 23.06.2016
Traduzione in tedesco della storia della prima crociata composta da Roberto il Monaco, di Reims (1095/96-1099, Historia Hierosolymitana), trascritta e corredata di 22 illustrazioni colorate a penna nel 1465. In appendice il codice contiene anche circa 9000 versi della cronaca d'Austria (Österreichische Reimchronik) di Ottocaro di Steiermark, che descrivono l'assedio e la distruzione della roccaforte crociata di San Giovanni d'Acri (1291).
Online dal: 14.09.2005
Antica trascrizione delle cosiddette Decretali pseudo-isidoriane, anche chiamate false decretali o decretali dello Pseudo-Isidoro (Isidoro Mercatore), realizzata nella seconda metà del IX secolo nell'abbazia di San Gallo. Questo testo consiste in un'ampia collezione di lettere e decreti papali falsificati della tarda antichità. Numerose – ed autentiche – lettere di papa Gregorio I si trovano nel retro del codice.
Online dal: 31.07.2009
Codice scritto forse a Magonza nell'XI secolo, contenente il Decretum di Burcardo di Worms.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto cartaceo, rilegato con una legatura floscia, è composto da quattro parti scritte nella prima metà del XV secolo. Le parti II e IV sono probabilmente attribuibili alla mano di Giovanni Nepomuceno, originario dell'abbazia cistercense di Nepomuk in Boemia. Il manoscritto giunse al monastero di S. Gallo probabilmente al più tardi verso la metà del XV secolo. Contiene sermoni latini, trattati spirituali e documenti del concilio di Costanza degli anni 1417-1418.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto (pp. 3-264) contiene la somma confessionale di Burcardo di Strasburgo e risale al XIV secolo. Probabilmente nello stesso secolo furono aggiunte due brevi lettere di un francescano di Friburgo in Brisgovia a un parroco di Schönau e Todtnau per chiarire delle questioni canoniche (p. 264) e il formulario di un documento per ottenere l'assoluzione dall'abate di S. Trudpert nella Foresta Nera (p. 265).
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto tramanda (pp. 3a-274a) il sommario dei casi di penitenza o di confessione di Burchardus Argentinensis, seguita (pp. 274a-275b) da una breve spiegazione sull'efficacia delle indulgenze. La scrittura, una textualis, rimanda al XIV secolo. La rilegatura è probabilmente una delle rare rilegature della biblioteca abbaziale a presentare l'attacco agli assi secondo la tecnica in uso in epoca romanica.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto tramanda (pp. 7a-261a) il sommario dei casi di penitenza o di confessione di Burchardus Argentinensis e, secondo il colophon (p. 261a) fu completato dal sacerdote Fridolinus Vischer, probabilmente il 4 aprile 1419, nella parrocchia di Mollis a Glarona. Nel corso del XV secolo all'inizio del manoscritto (pp. 4-5) sono state aggiunte delle notizie sul persone dell'Antico Testamento e alla fine (pp. 261b-271b) brevi spiegazioni canoniche e teologiche sulle parentele spirituali, su legittimi e illegittimi contratti e acquisti, sulle decime e sugli oggetti trovati.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto è composto da tre parti. La prima parte (pp. 1-90) con il sommario penitenziale o confessionale di Heinrich von Barben (pp. 3-90), scritta in textualis, è stata completata, secondo il colophon (p. 90), il 24 febbraio 1309. Nella seconda parte (pp. 91-146) un catalogo di domande per la confessione (pp. 91a-145a) viene tramandato in una textualis del XIII o XIV secolo, ed è stato integrato nel XV secolo da informazioni sullo scioglimento delle abbreviazioni giuridiche (pp. 145a-145b). La terza parte (pp. 147-206) contiene una raccolta di documenti e formule dalla Germania settentrionale (pp. 147a-205b), scritta da due mani diverse in scrittura semi-corsiva minuscola e scrittura libraria corsiva nel XIV secolo. Il manoscritto in tre parti è molto probabilmente reperibile nel catalogo del monastero di San Gallo del 1461.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto cartaceo raccoglie diversi testi pastoralteologici sui sacramenti e in particolare sulla confessione, oltre a commenti sulla dottrina della fede e sermoni. Tra questi testi, la Summula de summa Raimundi di Magister Adam [Adamus Alderspacensis] (pp. 99-138) e il Liber Floretus (pp. 139-151) sono scritti in versi. In un colophon a p. 138, lo scriba si fa chiamare Johannes. Il manoscritto presenta numerose annotazioni di mano del dotto e itinerante monaco di S. Gallo Gallus Kemli (1480/1481).
Online dal: 25.04.2023
Questo voluminoso manoscritto cartaceo è stato scritto da Gallus Kemli († 1480/81) tra il 1466 e il 1476. Contiene strumenti, compendi e somme di teologia, del diritto canonico, della liturgia e della confessione e penitenza, oltre a preghiere e canti con notazione gregoriana di tipo tedesco per la messa, un rituale e infine altre preghiere, benedizioni, sermoni ed esortazioni, in parte in tedesco e in parte in latino. Il manoscritto ha una legatura floscia in pelle rossa. Il monaco di S. Gallo Gallo Kemli, che conduceva una vita itinerante fuori dal monastero, alla sua morte lasciò una grande collezione di libri.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto cartaceo contiene un commento alla Summula de summa Raimundi di Magister Adam (Adamus Alderspacensis). Una mano ha realizzato questa copia in libraria corsiva nella prima metà o intorno alla metà del XV secolo. Il testo è decorato da occasionali disegni a penna. Sulla base della legatura, il manoscritto si trovava nel monastero di S. Gallo al più tardi dal 1461.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto cartaceo contiene un commento alla Summula de summa Raimundi di Magister Adam (Adamus Alderspacensis). A detta del colophon a p. 314a, Jodocus Probus completò la copia del testo il 12 settembre 1422. La nota di possesso a p. 3 indica che il manoscritto si trovava nel monastero di S. Gallo al più tardi nella seconda metà del XV secolo. È legato con una legatura floscia.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto contiene l'apparato per la Compilatio tertia, redatto intorno al 1210-1215 da Vincentius Hispanus, cioè una voluminosa e stabile mole di glosse a spiegazione di una raccolta di decretali di papa Innocenzo III. La particolarità del manoscritto sta nel fatto che si tratta di un esemplare italiano di questo apparato di glosse (senza il testo della Compilatio tertia) del XIII secolo, realizzato con il sistema della pecia. Questo tipo di copie veniva utilizzato nelle università come modello approvato per la riproduzione in serie dei testi giuridici e delle loro glosse.
Online dal: 22.09.2022
La Summa de casibus conscientiae di Bartolomeo da Pisa, completata nel 1338, costituisce uno dei più diffusi manuali per i confessori del tardo Medioevo. Deve il suo successo all'orientamento pratico e alla disposizione alfabetica delle parole chiave del diritto canonico e della dottrina morale. Questa copia del secondo quarto del XV secolo fa probabilmente parte della donazione di libri che il sacerdote secolare Matthias Bürer concordò con il monastero di S. Gallo nel 1470 e che fu concretizzata dopo la sua morte nel 1485.
Online dal: 22.09.2022
Il manuale per la confessione di Magister Simon riprende in gran parte la Summa de poenitentia e la Summa de matrimonio di Raimondo di Peñafort. Contiene un atto di accusa che ne suggerisce un'origine nella diocesi di Parigi intorno al 1250 o poco più tardi. Secondo la nota di possesso a p. 1 il manoscritto, copiato da due mani nella seconda metà del XIII secolo o nella prima metà del XIV, si trovava nel monastero di S. Gallo non più tardi del 1478.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto inizia con l'importante somma dei casi di coscienza del domenicano Raimondo di Peñafort († 1275), la Summa de poenitentia, insieme al suo quarto libro, completato nel 1235, intitolato Summa de matrimonio. Secondo il colophon a p. 246b, Johannes Meyer di Diessenhofen copiò questa somma dal 26 agosto all'8 novembre 1395. Subito, o poco dopo, la stessa mano copiò due somme sulla confessione del domenicano Giovanni di Friburgo († 1304) e alcune piccole aggiunte. Il Libellus quaestionum casualium si occupa di casi non trattati, o trattati solo brevemente, nella Summa de poenitientia di Raimondo di Peñafort. Il breve Confessionale fu adattato alle esigenze pratiche dei confessori.
Online dal: 22.09.2022
Il voluminoso manoscritto composito è stato copiato dal sacerdote secolare Matthias Bürer. Secondo i numerosi colophon, egli ha completato la trascrizione dei testi nel periodo compreso tra il 1448 e il 1463 circa a Kenzingen (Baden-Württemberg) e in diverse località del Tirolo. Il manoscritto contiene, tra gli altri, diversi trattati teologici, una somma sulla confessione, due specchi confessionali, un'Ars moriendi ("L'arte di morire"), gli Atti degli Apostoli con la Glossa ordinaria, sermoni e i libri II-IV dei Dialoghi di Papa Gregorio Magno. Dopo la morte di Matthias Bürer nel 1485, il manoscritto passò al monastero di S. Gallo insieme ad altri libri, secondo un accordo stipulato nel 1470.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto è stato scritto a cavallo tra il XIV e il XV secolo. Contiene una raccolta di documenti e formule per il sistema beneficiario e giudiziario ecclesiastico, le transazioni monetarie e le vendite secolari, il sistema feudale e altre questioni. Le annotazioni alla fine del manoscritto identificano come proprietario Johannes Pfister di Gossau († 1433?), notaio imperiale e chierico della diocesi di Costanza, al servizio della città di S. Gallo e del monastero di S. Gallo. In seguito, il manoscritto appartenne al cancelliere di S. Gallo Johannes Widembach († 1456 circa), che aggiunse il suo stemma all'interno della coperta posteriore.
Online dal: 22.09.2022