Il manoscritto, redatto probabilmente nel secondo quarto del XV secolo in Italia, contiene la raccolta delle decisioni giudiziarie della Rota Romana del canonista Wilhelm Horborch († 1384). Il codice giunse probabilmente nella biblioteca del monastero di S. Gallo con altri codici tramite il lascito dell'abate di S. Gallo Kaspar von Breitenlandenberg (1442–1463), che negli anni 1439-1442 studiò diritto canonico a Bologna con Johannes de Anania.
Online dal: 25.06.2015
Cronaca universale da Saturno di Creta fino al leggendario Brenno, duca di Svevia (col. 3a-17a). Segue lo Schwabenspiegel (Specchio svevo), con il diritto territoriale secondo la prima sistematica sistemazione in 79 capitoli fino all'articolo 343 (col. 17a-264b), e il diritto feudale fino all'articolo 158 (col. 264b-347a). Alla fine si trova un indice dell'intero contenuto del manoscritto (p. 350-361).
Online dal: 18.12.2014
Schwabenspiegel (Specchio svevo), diritto territoriale, articoli 1-86 (col. 7a-58a), articoli 155-219 (col. 59a-100b), e articoli 220-377 (col. 101a-187b), dopo l'articolo 40 è inserito il diritto territoriale, articolo 40§1 (col. 33a) del Deutschenspiegel, al diritto territoriale fa seguito il diritto feudale, articoli 1-120 e 122-154 (col. 187b-284a) e l'articolo 159 (col. 284a-285a).
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto cartaceo in due parti contiene due opere teologiche che, secondo i colophon, furono copiate nel 1392 e nel 1393. Si tratta, da un lato del commento di Johannes Müntzinger al Pastorale novellum di Rudolf von Liebegg, un manuale sull'insegnamento dei sacramenti, e dall'altro di una spiegazione sistematica dei fondamenti della fede cristiana scritta da Konrad von Soltau sotto forma di commento alla decretale «Firmiter credimus».
Online dal: 22.09.2022
La legatura flessibile racchiude quattro parti manoscritte, ciascuna delle quali contiene un commento a titula e capitoli selezionati del primo libro delle Decretales Gregorii IX (Liber Extra). Le parti I, III e IV sono di mano del monaco sangallese Johannes Bischoff († 1495), che studiò diritto canonico all'Università di Pavia nel 1474-1476. Probabilmente egli acquisì la seconda parte durante i suoi studi a Pavia.
Online dal: 22.09.2022
La legatura flessibile racchiude dieci parti manoscritte, la maggior parte delle quali sono state scritte dal monaco sangallese Johannes Bischoff († 1495) durante i suoi studi di diritto canonico a Pavia 1474-1476, e alcune delle quali sono state probabilmente acquisite in quella città. Vi si trovano commenti a singoli titula delle Decretales Gregorii IX (Liber Extra), del Liber Sextus e delle Clementinae, trattati sulla procedura giudiziaria, sulla tortura, sul diritto di successione e su altri argomenti, un'opera di consultazione sulla dottrina morale in ordine alfabetico e la disputa pubblica di Johannes Bischoff.
Online dal: 22.09.2022
Copia rappresentativa delle Decretali di papa Gregorio IX (papa dal 1227 al 1241), scritta in gotica rotunda italiana. Il testo delle Decretali è incorniciato dalla cosiddetta Glossa Ordinaria, un commento giuridico del canonista Bernardo de Botone da Parma († 1266), scritto intorno al testo principale. Questo commento è stato più tardi intensivamente rielaborato e glossato. L'inizio di ognuna delle cinque parti nelle quali è suddiviso il testo è decorato da una raffigurazione scenica del contenuto.
Online dal: 31.03.2011
Il manoscritto in due parti è stato scritto in Italia nel periodo compreso tra la metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo. Tramanda da una parte scritti a carattere procedurale, tra i quali il poco conosciuto Ordo iudiciarius Quoniam ut ait apostolus, e dall'altra repertori e opere generali sul diritto decretale. Il manoscritto venne probabilmente in possesso, del cittadino di S. Gallo Johannes Widembach († 1456) tramite un canonico zurighese, prima di giungere in possesso della biblioteca abbaziale di S. Gallo nel XVI secolo.
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto, ornato da iniziali filigranate e da alcuni disegni a penna, fu scritto in Italia nella seconda metà del XIII secolo o al più tardi all'inizio del XIV sec. Trasmette il Codex Justinianus (Libri 1–9), il relativo apparato di glosse di Accursius e un gran numero di altre glosse nei margini. Il manoscritto giunse alla biblioteca di S. Gallo al più tardi nel XVI secolo, tramite i due cittadini di S. Gallo Conrad Särri e Johannes Widembach († intorno al 1456).
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto cartaceo contiene tre adattamenti dei Libri feudorum, il diritto feudale longobardo, ed è composto da due parti. La prima, contenente la Margarita feudorum di Duilio Gambarini (pp. 1a-28a), fu scritta probabilmente in Francia nella prima metà del XV secolo. La seconda parte contiene la Summa feudorum di Odofredo Denari (pp. 29a-60b) e la Lectura super usibus feudorum di Giacomo Belvisi (pp. 60b-144b) e fu scritta in Italia o in Francia nel XIV secolo. La seconda parte del manoscritto contiene le annotazioni del giurista Johannes Bischoff († 1495), conventuale del monastero di S. Gallo.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto, composto di quattro parti, fu scritto principalmente nella seconda metà del XIII secolo, rispettivamente nella prima metà del XIV secolo in Italia e forse in parte in Francia. Trasmette i Tres libri Codicis (i Libri 10–12 del Codex Justinianus) con le glosse, il Libri feudorum, la rispettiva Glossa ordinaria e altri brevi scritti. Particolarmente preziose sono le glosse preaccursiane, che in parte si conservano nella forma originale ai Tres libri Codicis. Il manoscritto giunse alla biblioteca di S. Gallo al più tardi nel XVI secolo, tramite il cittadino di S. Gallo Johannes Widembach († intorno al 1456).
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto è composto da vari fascicoli, alcuni dei quali recano alla fine una nota di possesso di Johannes Engler, canonico di S. Leonardo (p. 140, 168, 304). Al calendario (pp. 4-24) fa seguito la Summa rudium (pp. 25-140). Il fascicolo successivo (pp. 143-168) contiene i decreti sinodali del vescovo di Costanza Marquart von Randeck (i decreti, non la copia, con la data 1407, p. 165). Nei fascicoli successivi vi sono riflessioni, sermoni, un vocabolario latino-tedesco (pp. 290-304), ricette e calendari, oltre a vari brevi testi a carattere spirituale e profano. Tra questi ultimi ci sono due raccolte di favole (pp. 141-144 e 266-275). I fascicoli iniziano frequentemente con l'inizio di un testo e presentano spesso alla fine delle pagine bianche, ciò che fa pensare, insieme alle ripetute note di proprietà e alle pagine esterne usurate dei fascicoli, che questi siano stati utilizzati per un certo periodo senza rilegatura. La legatura in pelle, che conserva varie borchie, risale al XV secolo. All'interno dei piatti è visibile l'impronta di un documento in tedesco.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto è composto da più parti e comprende più testi di contenuto diverso. La prima parte (pp. 1-106), in carta, contiene un libro sinodale (pp. 1-81), nonché le Auctoritates sanctorum (pp. 82-105) le quali, secondo il colophon (p. 105a), furono copiate da Johannes Gaernler nel 1378 o 1379. Al di sotto il colophon vi è un disegno, forse opera del copista, di un uomo (un re?) che regge una coppa. Seguono diversi fascicoli in pergamena (pp. 107-224) con sermoni, disposizioni relative alla penitenza, ecc. che datano in parte al XIII e in parte al XIV secolo. La parte finale del manoscritto, su carta (pp. 225-471), contiene, accanto al penitenziale di Johannes de Deo (pp. 284-315), sermoni, testi ascetici e teologici (pp. 316-471) copiati nel XIV secolo. Secondo una nota di possesso (p. 471) il manoscritto, o l'ultima parte di esso, è stato ritrovato al più tardi alla fine del XV secolo nell'abbazia di San Gallo. La legatura floscia presenta sul dorso un bel motivo a intrecci.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto costituisce un esemplare completo dei quattro libri delle Sentenze (Libri quatuor sententiarum) di Pietro Lombardo (pp. 4-430), preceduti e seguiti da una serie di versi latini, in parte in esametri leonini (pp. 3 e 430-431). Questa bella copia del XIII secolo, su due colonne, è completamente rubricata. I nomi abbreviati degli autori citati nel testo sono anche copiati in rosso nel margine. Le citazioni sono talvolta indicate da un lungo tratto verticale rosso, a volte terminante con un fiore. Il prologo (p. 4a) e i quattro libri delle Sentenze (p. 8b, 126b, 237a e 315a), così come le tavole dei capitoli dei libri II e III (p. 123a e 235a), sono introdotti da un'elegante iniziale rossa o bicolore rossa e nera. Il manoscritto si presenta con una rilegatura in legno del XV secolo, tipica dell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 22.09.2022
La miscellanea, scritta tra il 1425 ed il 1428 nella regione del lago di Costanza ma non nel monastero di S. Gallo, contiene un gran numero di trattati di argomento computistico-astronomico-cosmografico in lingua latina, tra i quali l'opera molto diffusa di Giovanni de Sacrobosco De sphaera mundi e la sua opera basilare di aritmetica Tractatus de algorismo. Il manoscritto, introdotto da un calendario, contiene anche alcune illustrazioni, come i dodici segni dello zodiaco, una carta dei venti, disegni dell'eclittica del sole e della luna, costellazioni di pianeti e stelle, un uomo dei salassi, una carta del mondo rotonda orientata alla carta T-O del primo medioevo e (alle pp. 265 e 266) dodici semplici immagini dei mesi, con brevi legende in rima in lingua tedesca, impregnate dalla natura e dall'agricoltura della vita quotidiana degli uomini tardomedievali.
Online dal: 04.10.2011
Il volume contiene il Manuale confessorum del monaco domenicano Johannes Nider nativo di Isny ed in seguito attivo a Norinberga e Vienna (pp. 3-124), l'opera De generatione et corruptione conosciuta anche con il titolo di Problemata Aristotelis di Alberto Magno (pp. 129-168), il secondo libro della fisica aristotelica In librum secundum physicorum (pp. 169-212), il trattato De constellacione [siderum] in nativitate (pp. 212-213), la raccolta di exempla tardomedievale Gesta Romanorum (S. 258-453). Il testo alle pp. 129-213 è datato al 1459, le pagine 259-453 vennero terminate dal copista Konrad Heinrich von Tettnang il 30 agosto del 1402.
Online dal: 13.12.2013
Codice miscellaneo per l'insegnamento scolastico, scritto a Magonza nella prima metà del sec. XI, forse portato a S. Gallo dal monaco Ekkehart IV. Questi fu occasionalmente maestro alla scuola della cattedrale di Magonza e arricchì il manoscritto di numerose glosse. Il codice raccoglie molti testi usati per l'insegnamento, come per es. una trascrizione del commento di Boezio all'Ermeneutica di Aristotele, la Topica di Cicerone, la Geometria I dello (Pseudo-?)Boezio e molte altre opere di Boezio come De differentiis topicis, De divisione, De syllogismis categoricis o De syllogismis hypotheticis. Alla fine del volume sono trascritti due corti testi di Ekkehart IV sulle Septem Artes Liberales: il De Boethio (p. 488) ed una allegoria delle Septem Artes Liberales (p. 490) sotto forma di istruzioni ad un orafo.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto ha una rilegatura con assi in legno del XV secolo e si compone di diverse parti. L'inizio originale del volume miscellaneo, la parte manoscritta con le pp. 1-140, è stato probabilmente staccato nel XIX secolo. Sono sopravvissute sei unità codicologiche, tutte scritte nel XV secolo ad eccezione della parte IV. La prima parte (pp. 141-348) contiene alle pp. 141-198, il florilegio Auctoritates Aristotelis di Johannes de Fonte (Lohr, p. 260) e alle pp. 199-346 sermoni latini intercalati con estratti dal Libro dei Proverbi (pp. 257-263). Segue la seconda parte (pp. 349-396) con testi latini sulla Messa, la confessione e la penitenza, scritti su due colonne, a p. 349a-396 e infine alle pp. 363a-383b il trattato De conflictu vitiorum di Ambrogio Autperto (Bloomfield, n. 0455). La terza parte (pp. 397-440b) contiene altri sermoni latini alle p. 397-440a. La quarta parte (pp. 441-574) contiene alle pp. 441a-574b, su due colonne, una versione abbreviata, con finale incompleto, della Summa virtutum di Guillelmus Peraldus (Bloomfield, n. 5775; Verweij, pp. 111-110), scritta nel XIV secolo. La quinta parte (pp. 575-618) contiene alle pp. 575a-618a il trattato Collationes de decem preceptis di Tommaso d'Aquino (Bloomfield, n. 6071), scritto su due colonne e decorato a p. 600b con una grande raffigurazione a penna di un vescovo. La sesta parte (pp. 619-638), costituita da un solo fascicolo, è scritta su due colonne e contiene alle pp. 619a-630b l'interpretazione latina del Padre Nostro di Johannes Münzinger (Adam, p. 160), alle p. 631a-634a l'interpretazione dell'Ave Maria (Expositio angelice salutationis) di Tommaso d'Aquino (cfr. Rossi), alle pp. 634b-637a l'interpretazione del responsorio Missus est Gabriel e infine alle pp. 637a-638b un breve testo di altra mano. Sulla base del timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 440b), il manoscritto si trova nella biblioteca dell'abbazia al più tardi dal 1553-1564.
Online dal: 20.12.2023
Il codice, scritto da diversi copisti, è composto da sette parti, interrotte da fogli bianchi, e raccoglie scritti teologici a carattere molto diverso. Parte I: pp. 1-14 indice e pp. 17-124 testo del De decem praeceptis di Henricus de Frimaria, a p. 124 i Septem dona sancti spiritus contra septem peccata mortalia, alle pp. 125-139 il Tractatus de confessione et de peccatis mortalibus et venialibus, a p. 139 il Quid sit vera poenitentia et confessio, alle pp. 139-140 un appunto a carattere teologico e ulteriori annotazioni a p. 142, alle pp. 143-173 il trattato De proprietate ad canonicos regulares religiosa del teologo, astronomo e attore della politica ecclesiastica Heinrich Heinbuche von Langenstein (1325-1397) e alle pp. 177-186 un frammento della Expositio regulae S. Augustini. La parte II comprende alle pp. 187-199 un frammento del De sacramento ordinis, alle pp. 199-257 i Notabilia super Cantica Canticorum di fr. Johannes, seguito alle pp. 258-260 dal sermone Omnia parata sunt venite ad nuptias. Le parti III (pp. 261-284), IV (pp. 285-316) e V (pp. 317-340) contengono altri sermoni. La parte VI è composta dalle Sibyllenweissagungen in tedesco del XIV e XV sec. (Von Kung Salomo wishait, pp. 341–361) e da una lettera frammentaria (pp. 361-362). La parte VII contiene alle pp. 365-376 moralizzazioni dalla Historia septem sapientium. In una nota a p. 379, il bibliotecario del monastero Ildefons v. Arx riferisce della malattia e della morte del precedente bibliotecario del monastero Johann Nepomuk Hauntinger nel 1823. Un'annotazione nel margine superiore di p. 1 testimonia che il manoscritto si trovava già nel monastero di San Gallo nel XV secolo.
Online dal: 14.12.2018
Il volume contiene quale unico testo un'interpretazione del Cantico dei cantici in tedesco, di cui si conoscono ad oggi 25 manoscritti. La struttura dell'ampio testo, che probabilmente non ha un modello latino, è via via meno sistematica. Pur basandosi su passi del Cantico dei cantici, non offre un vero e proprio commento ma è diviso in tre libri: una dottrina della fede (Libro 1, pp. 8-241), una dottrina monastica sulla virtù (Libro 2, pp. 241-431) e riflessioni sui peccati, sul pentimento, ecc. (Libro 3, pp. 443-512). Il testo è preceduto da un dettagliato indice (pp. 5-7). Un colophon alla fine del secondo libro (p. 431) menziona l'anno 1497 come data di completamento di questa parte. L'intero manoscritto è scritto e rubricato da una sola mano. Secondo una annotazione a p. 1, proviene da un convento di Friburgo (Liber S. Galli Emptus 1699 Friburgi), Scarpatetti ipotizza Adelhausen (domenicane). Su un foglietto inserito figura una annotazione sulla professione di fede delle suore Margret Boshartin, Kattrin Ferberin e Anna Branwartin di Costanza nel 1511 e 1514; sul verso un frammento di lettera (?). La legatura in mezza pelle, con decorazioni a filetti, ferri e fermagli, è contemporanea. Un segnalibro intrecciato e bicolore è attaccato al capitello.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto contiene la cosiddetta Reformatio Sigismundi, un testo sulla riforma della chiesa e dell'impero, scritto in forma anonima in tedesco nel 1439 durante il Concilio di Basilea da un autore che fino ad oggi non ha potuto essere identificato in modo affidabile. Il testo è stato stampato per la prima volta nel 1476. Il trattato formula proposte di riforma nelle quali si sottolinea l'importanza della cura pastorale e si propaga una liberazione del clero secolare dall'obbligo del celibato, e dei vescovi dall'esercizio del potere secolare. Egli riferisce inoltre di una presunta visione dell'imperatore Sigismondo, al quale sarebbe apparso un sacerdote-re Federico con dei piani di riforma. In una annotazione a p. 234 il copista si sottoscrive come Petrus Hamer von Weissenhorn, cappellano a Kirchberg. Egli introduce i capitoli con delle iniziali rosse e ne decora due con volti barbuti caricaturali (p. 158 e 212).
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto, datato in due posti agli anni 1465 (p. 393) e 1467 (p. 181) e forse scritto da otto diverse mani, appartenne al monastero delle benedettine di S. Giorgio sopra S. Gallo, e giunse intorno al 1780/82 per scambio nella biblioteca del monastero di S. Gallo. Il codice, scritto interamente in tedesco, contiene la spiegazione del decalogo di Marquardo di Lindau (pp. 3−176), il canto Ain raine maid verborgen lag dallo Spiegelweise di Heinrich Frauenlob (pp. 177−181), una disposizione relativa all'attenzione nel pregare attribuita a Tommaso d'Aquino (pp. 182−186), il Büchlein der ewigen Weisheit di Enrico Susone (pp. 195−393), riflessioni sulla consacrazione (pp. 394−399) e per la domenica (pp. 399−402) così come un trattato anonimo sulla morte (pp. 405−422). Quali rinforzi dei fascicoli vennero utilizzate numerose strisce di pergamena provenienti da un manoscritto sangallese dell'XI/XII secolo con neumi.
Online dal: 25.06.2015
Il codice, scritto dalle sorelle del Terz'ordine di s. Francesco di Wonnenstein presso Teufen, non lontano da S. Gallo, intorno al 1500, contiene quale introduzione un elenco redatto intorno al 1500 delle opere manoscritte ed a stampa della biblioteca del convento (pp. 1−9), con in totale 110 registrazioni. La maggior parte è costituita da trattati a carattere ascetico-edificante. Tra questi si trova la traduzione in tedesco della Regula novitiorum di Bonaventura (pp. 15−107) del frate Conrad Nater, la versione tedesca dell'opera De exterioris et interioris hominis compositione di Davide di Augsburg (pp. 109−188), la Ermahnung zu einem wahren klösterlichen Leben del frate francescano Heinrich Vigilis di Weissenburg (pp. 190−223), il trattato Die besessene Nonne Agnes (pp. 225−404), un trattato sulla passione attribuito a Bernardino da Siena (Lernung das lyden unsers lieben heren zu betrachten; pp. 406−475), le rivelazioni delle mistiche Gertrud von Hefta e Christine Ebner (pp. 476−486), l'opera Soliloquium di Bonaventura in una versione abbreviata in lingua tedesca (pp. 496−713) ed il trattato Vom Reuer, Wirker und Schauer del cosiddetto Kuttenmann (pp. 717−727). L'11 febbraio 1782 il bibliotecario del monastero di S. Gallo Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) ricevette il manoscritto unitamente a quattro altri codici (oggi Cod. Sang. 972A, Cod. Sang. 976, Cod. Sang. 977 e Cod. Sang. 991) dalla comunità delle cappuccine di Wonnenstein.
Online dal: 25.06.2015
I due testi principali di questo libro di preghiere, probabilmente aggiunti continuativamente da una sola mano, sono un trattato dell'ufficio divino (pp. 34-224) e un successivo ufficio di Maria (versione tedesca dell'Officium parvum Beatae Mariae Virginis, pp. 225-343). Sono accompagnati da sermoni e da trattati più brevi: all'inizio vi sono delle riflessioni sulle sofferenze di Cristo, strutturate secondo le sette richieste del Padre nostro (pp. 1-33, manca il primo foglio); alla fine il breve trattato mistico Von der seligen Dorfmagd (pp. 344-346), un trattato frammentario sulle dodici virtù del sacramento (pp. 347-352), un sermone di Johannes Nider (pp. 352-362), un altro sermone (In unser Capel die erst bredig von gehorsami, pp. 363-384), seguiti da testi più brevi e frammenti di testo (pp. 385-396). Una annotazione tardomedievale a p. 390 menziona un nome (das buch hadt hanns petris auch ze len). La legatura, rivestita in pelle rossa, con borchie staccate e fermagli mancanti, risale al XV secolo; i fogli di guardia in carta marmorizzata a mano testimoniano un restauro moderno.
Online dal: 22.09.2022
Al momento della stesura dei Die 24 Alten terminata intorno al 1386, il francescano Otto di Passau era membro del convento dei Minoriti di Basilea. L'opera, una sorta di guida alla vita cristiana, trovò larga diffusione nei conventi femminili quale lettura ad alta voce durante i pasti. Questo esemplare venne scritto nel 1464 da swester Endlin, forse nel convento di francescane di S. Leonardo a S. Gallo.
Online dal: 04.11.2010
Questo manoscritto del 1467, che appartenne al monastero delle clarisse di Freiburg in Brisgovia prima di venire acquisito dal monastero di S. Gallo nel 1699, contiene oltre a pochi testi in latino, numerosi trattati spirituali edificanti in traduzione tedesca, tra i quali una Ars moriendi, il Cordiale de quattuor novissimis di Gerard van Vliederhoven, le cosiddette Lettere di Gerolamo tradotte da Giovanni di Neumarkt (ca. 1315-1356), lo „Spiegelbuch“ – un testo in forma di dialogo in rima sulla corretta condotta di vita, tentativi di vita secolare e di punizioni dell'aldilà con venti disegni a penna colorati – e Le gesta dei tre beatissimi re nella versione di Giovanni di Hildesheim (1310/1320-1375). Nel manoscritto si trovano alcuni altri disegni a penna: un unicorno (p. 87), due figuri di apostoli (p. 107; Paolo e Giovanni?), un uomo ed una donna in vestiti secolari, un cervo ed un cinghiale (p. 513). Nelle carte di guardia anteriori e posteriori si riconoscono tracce di minuscola carolingia (carta posteriore: Rabano Mauro, De computo).
Online dal: 04.10.2011
Il manoscritto in-folio contiene come unico testo la Gemahelschaft Christi mit der gläubigen Seele (versione Es spricht ain haidischer maister es sy besser und nützer), un voluminoso e inedito libro di edificazione per monaci. L'autore anonimo potrebbe essere un eremita agostiniano e l'opera fu letta soprattutto nelle comunità spirituali femminili. Anche il presente manoscritto proviene da una comunità di questo tipo; dal confronto della scrittura risulta essere stato scritto e datato da Angela Varnbühler, cronista e per molti anni priora del convento di S. Caterina a San Gallo (colophon a pp. 842/843). Nell'imminenza della Riforma, la bibliotecaria Regula Keller inviò il manoscritto, insieme a un altro ora perduto, alla casa delle suore di Appenzello, come riportato nella lettera che ne accompagna la spedizione incollata a p. 2. Da lì il codice passò al convento di Wonnenstein e nel 1782 alla biblioteca dell'abbazia (nota di possesso di P. Pius Kolb a p. 4). Due annotazioni del 1584 ricordano che un certo Hans Bart ha das Buoch gelernet (p. 1 e p. 845). Il manoscritto è scritto su due colonne ed è interamente rubricato. Vi si trovano inseriti un segnalibro e un foglio singolo dalla cinquecentina di un breviario stampato da Erhard Ratdolt di Augusta. Tra p. 839 e p. 840 sono state rimosse alcune pagine (con perdita di testo). La legatura, in pelle senza decorazione con due fermagli (uno perduto) è coeva. Sulle assi in legno sono visibili le impronte di due atti in lingua tedesca.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto, redatto nel 1498, proviene dalla biblioteca della comunità regolare di sorelle delle terziarie francescane dell'eremo inferiore (Untere Klause) di S. Leonardo davanti alle porte della città di S. Gallo. La sconosciuta copista, che scrive fino a p. 536, prega a due diverse riprese le future lettrici di pronunciare in suo favore una Ave Maria (p. 201; p. 536). Il manoscritto contiene all'inizio un'importante versione del Schürebrand (pp. 10−201), nel mezzo (pp. 206−339) le parti 1 e 3 del trattato Von dreierlei Abgründen attribuito a S. Bonaventura ed alla fine (pp. 344−535) il trattato sulla Passione Extendit manum di Enrico di S. Gallo. Il saluto a Maria inserito alla fine del manoscritto (pp. 537−539) è di altra mano. Il manoscritto giunse dopo la Riforma e la secolarizzazione della comunità di suore di S. Leonardo nella biblioteca delle benedettine di S. Giorgio ed infine, nel 1780/82 nella biblioteca del monastero di S. Gallo.
Online dal: 25.06.2015
Questo codice, scritto tra gli altri dal benedettino Friedrich Kölner e destinato all'eremitaggio di S. Giorgio, contiene oltre ad una traduzione della vita di s. Benedetto (secondo Gregorio Magno Dialoghi, Libro 2) e ad un estratto del trattato sull'eucarestia di Marquardo di Lindau, una versione particolarmente precoce di orazioni dal «Wilhelm-» e dall' «Ebran-Gebetbuch» di Johannes von Indersdorf. Tramanda inoltre alcune delle «Engelberger Predigten» completando in questo modo la raccolta contenuta nel Cod. M 47 del convento delle domenicane di S. Caterina di Wil. Degno di nota il fatto che entrambi i manoscritti si rifacciano ad un modello al quale si orienteranno anche circa 50 anni dopo i manoscritti Cod. Sang. 1919 e Wil M 42 (anche in questo caso in modo complementare) per la loro scelta di «Engelberger Predigten».
Online dal: 09.04.2014
Questo manoscritto in pergamena contiene sermoni latini di Bertoldo di Ratisbona († 1272) in una copia della seconda metà del XIII secolo o della prima metà del XIV secolo. Inizia con la festa del protomartire Stefano (26 dicembre; p. 1a) e si estende fino alla festa della decollazione di Giovanni Battista (29 agosto; p. 181b). Seguono altri sermoni e testi, due dei quali con il titolo De passione (p. 197a) e De resurrectione (p. 199b). A p. 209 il testo si interrompe alla fine della colonna di destra. Seguono, alle pp. 210a-215a, i sermoni per la Conversio sancti Pauli (p. 210a) e la Purificatio beatae Mariae (p. 213a), anche se queste due feste compaiono già nella parte originale (pp. 23b e 31b). Nel XIV secolo un'altra mano ha scritto nella colonna destra di p. 215 un testo tedesco (Wilt du wizzen wie ...). Secondo un'annotazione a p. 216, il cappellano Jodocus Maiger nel 1433 donò questo libro a Nicolaus Jeuchin o Jenchin, parroco di S. Mangen (una chiesa fuori la città di S. Gallo). Da notare, a p. 111/112, la cucitura decorativa in quadricromia con contorno frastagliato, a p. 150a il disegno a penna e a p. 216 il timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. La legatura con assi in legno risale probabilmente al XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
Questo manoscritto, redatto nel convento delle domenicane di S. Gallo probabilmente nel 1484, costituisce la prima parte (conservatasi) di una raccolta la quale originariamente doveva contenere, secondo una indicazione contenuta nell'indice, 151 prediche ordinate secondo l'anno liturgico e con tutta probabilità destinate alla lettura durante i pasti. Vi si trovano tra l'altro prediche di Meister Eckhart, Johannes Tauler, Nikolaus von Straßburg, Rudolf Goltschlacher, Meister Wilhelm, Felix Fabri (?), Jordan von Quedlinburg e alcune dal corpus delle «St. Georgener» e «Engelberger Predigten». Degno di nota il fatto che per quanto riguarda il contenuto di «Engelberger Predigten» il Cod. Sang. 1066 si comporti in maniera complementare ai manoscritti Cod. Sang. 1919 e Wil M 42 anche loro redatti nel convento sangallese di S. Caterina. Diversamente dal Cod. Sang. 1919 e dal Wil M 42, che indirettamente o direttamente si rifanno alla medesima versione *C, al quale anche i due manoscritti Cod. Sang. 1004 e Wil M 47 - realizzati 50 anni prima - devono il loro fondo contenuto di «Engelberger Predigten», il Cod. Sang. 1066 deriva da un manoscritto del gruppo testuale *Y3, prossimo anche al Cod. 752(746) della biblioteca del monastero benedettino di Einsiedeln.
Online dal: 09.04.2014
Il volume in-folio contiene un ampio ciclo di sermoni, introdotto da una predica presumibilmente di Rulmann Merswin (fol. 1ra-5vb: Leben Jesu / Von der geistlichen Spur), qui attribuita a Tauler (come nel Cod. Sang. 1015). I sermoni successivi (fol. 5vb-235ra) sono in effetti di Tauler. Sotto il titolo Von der drivaltikait, i fol. 85va-93va contengono il trattato composito dello pseudo-Eckhart Von dem anefluzze des vaters; nei fol. 235ra-241va sono trascritte quattro lettere di Enrico Susone (lettere 3, 4, 6 e 7 del Kleines Briefbuch), seguite da un altro sermone. Il manoscritto, a due colonne, è scritto con cura, corretto in molti punti e completamente rubricato. Ogni sermone è introdotto da un'iniziale ornamentale, per lo più di cinque righe, con una semplice filigrana in blu e rosso; alcune iniziali sono un po' più grandi e più elaborate (ad es. fol. 190vb). La legatura in pelle ben conservata, con cinque borchie (una sola mancante sul piatto posteriore) e due fermagli, decorata con filetti e decorazioni, risale alla fine del XV secolo. Secondo due note di possesso sul foglio di guardia anteriore, il volume appartenne alle suore dell'eremo di S. Leonardo e successivamente a quelle di S. Giorgio a San Gallo.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto di grande formato, che forma un solo volume con il Cod. Sang. 1758, è costituito da due parti. La prima parte (p. 1-214) del 1473 (datazione nell'iniziale a p. 1) venne integrata nel secolo XVI/XVII dalla seconda. Entrambe le parti però non sono complete, spesso inoltre sono state cancellate delle sezioni e sostituite con altre. Il volume raccoglie i canti per la messa - Proprium de sanctis, Commune sanctorum, Ordinarium missae (in parte con tropi), sequenze e Tractus- con notazione gregoriana di tipo tedesco ("Hufnagelnotation") in un sistema con 5 linee. Insieme al Cod. Sang. 1758 offre la più antica e sistematica notazione sangallese di sequenze su linee di note. In alcune pagine si trova una decorazione costituita da bordure e iniziali, in parte con rappresentazioni figurate. Il manoscritto venne custodito fino al 1930 nella biblioteca del coro (prima del monastero, più tardi della cattedrale di S. Gallo).
Online dal: 07.10.2013
Il manoscritto di grande formato, che forma un solo volume con il Cod. Sang. 1757, contiene dei canti per la messa – Proprium de tempore, Ordinarium missae (in parte con tropi), sequenze e messe votive - in notazione gregoriana di tipo tedesco ("Hufnagelnotation") in un sistema con quattro linee. Spesso delle parti sono state cancellate e sostituite con altre. Insieme al Cod. Sang. 1757 offre la più antica e sistematica notazione sangallese di sequenze su linee di note. In alcune pagine si trova una decorazione costituita da iniziali (alcune squisite con immagini in parte con oro in foglia) e bordure marginali. Nella legatura pesanti cantonali con teste di animale ed esseri favolosi. Il manoscritto venne custodito fino al 1930 nella biblioteca del coro (prima del monastero, più tardi nella cattedrale di S. Gallo).
Online dal: 07.10.2013
Manoscritto composito contenente prediche ed istruzioni spirituali, scritto nel convento delle domenicane di S. Caterina di S. Gallo intorno al 1487 dalla priora Angela Varnbüeler. Il volume contiene tra l'altro una dettagliata predica su santa Chiara di Assisi nella quale è introdotta la sua vita, una lettera aperta di un padre al figlio spirituale attribuito ad una frate francescano, una predica sulla sofferenza, la morte ed i sacramenti (quale interpretazione di Giovanni 16,21) ed una meditazione Von der Maß des gaistlichen Crutz falsamente attribuita ad Anselmo di Canterbury.
Online dal: 07.10.2013
Breviario domenicano per suore, scritto probabilmente nella Germania meridionale. La scrittura e la decorazione del libro seguono modelli del XIV secolo, ma la presenza di san Vincenzo Ferrer (canonizzato nel 1453/54) e santa Caterina da Siena (canonizzata nel 1461) rimandano ad una origine soltanto nella seconda metà del XV secolo. Numerose iniziali con foglia d'oro e tralci marginali alle pp. 21 e 168 (due cani, misericordia e Justicia, cacciano un cervo, Verbum patris). Il volume proviene dal convento domenicano di Santa Caterina a Nollenberg presso Wuppenau (Turgovia), dove si trovava, secondo delle note di possesso, al più tardi nel XVII secolo. Dal 1930 quale deposito della biblioteca vescovile di San Gallo nella biblioteca del monastero.
Online dal: 14.12.2018
Importante copia per la storia del testo dell'opera Reformatio Prediger Ordens del domenicano Johannes Meyer (1442-1482) attivo a Basilea. Si tratta della copia trascritta nel 1483 da suor Elisabeth Muntprat (1459-1531) e appartenente al convento delle domenicane di S. Caterina di S. Gallo. L'opera, copiata da un modello del convento di S. Caterina di Norinberga, è una fonte preziosa per la storia dell'ordine domenicano nell'area di lingua tedesca.
Online dal: 19.12.2011
Raccolta di trattati mistici chiamato, dal nome del primo editore Carl Greith (1808-1882, vescovo di San Gallo dal 1862), Greith'scher Traktat. Le fonti principali del testo in tedesco sono Meister Eckhart, Johannes Tauler e Enrico Susone. Il manoscritto, difettoso nella parte finale, proviene dal convento delle domenicane di Santa Caterina a San Gallo (poi Wil), dove probabilmente è stato copiato. Il testo stesso potrebbe anche essere stato compilato da una copista del convento sulla base di una raccolta di testi. Dal 1930 quale deposito della biblioteca vescovile di San Gallo nella biblioteca del monastero.
Online dal: 14.12.2018
Raccolta manoscritta a carattere spirituale proveniente dal convento delle domenicane di S. Caterina di S. Gallo, scritta nella seconda metà del sec. XV per mano di una esperta copista. Il volume trasmette molte prediche in varie versioni importanti per la storia del testo. Contiene tra gli altri sette cosiddette Engelberger Predigten, la più antica trascrizione della versione B dell'opera De Nabuchodonosor di Marquardo di Lindau († 1392), dieci prediche di Johannes Tauler († 1361), una raffigurazione della vita, delle azioni e dei miracoli di S. Domenico tratta dall'opera Der Heiligen Leben, un trattato Vom klösterlichen Leben attribuito a Maestro Eckhart e degli epigrammi spirituali.
Online dal: 19.12.2011
Salterio in tedesco, completo tranne la caduta di un foglio alla fine: salmi (pp. 1-164), cantici (pp. 164-178). Con poche iniziali figurate (cane a p. 1, pesci alle pp. 141, 153 e 157). Il volume proviene dal convento delle domenicane di S. Caterina di S. Gallo; non è possibile dire con sicurezza se vi sia stato anche scritto. Dal 1930 presente in qualità di deposito della biblioteca vescovile di S. Gallo presso la biblioteca abbaziale.
Online dal: 08.10.2015
Libro di preghiere tardomedievale. Contiene nella prima parte un ufficio per Maria incompleto (ff. 1r-45v) con varianti per l'avvento e il tempo tra Natale e la Candelora (ff. 46r-51v), le Assoluzioni, le Benedizioni, le Orazioni e altre brevi orazioni (ff. 51v-68r). All'ufficio dei morti (ff. 69r-98v) con il vespro, la vigilia e le orazioni per tutto l'anno di preti, abati e di altri morti, fanno seguito orazioni di indulgenza (ff. 99r-111v). Sono andati perduti l'inizio dell'ufficio per la Madonna così come il calendario che forse precedeva il testo. Fa pensare ad una provenienza dal monastero di S. Gallo soprattutto il fatto che oltre a Maria e Benedetto vengano ricordati i santi di S. Gallo, Gallo e Otmaro (ff. 56r-56v; ff. 58r-58v). Il manoscritto, vergato in scrittura gotica, è decorato da numerose iniziali con oro in foglia e da alcune pagine con fregi vegetali nei margini. L'inizio dell'ufficio dei morti (f. 69r) è adornato da una piccola miniatura con un catafalco attorniato da due monaci benedettini, dei quali uno regge un libro di preghiera nelle mani. Da notare la legatura in pelle, che venne creata da un maestro del cuoio sconosciuto, con il monogramma S. Sulla coperta sono raffigurati i due principi degli apostoli Pietro (coperta anteriore, con libro e chiavi) e Paolo (coperta posteriore, con libro e spada), circondati da un ricco ornamento vegetale. La biblioteca abbaziale di S. Gallo poté acquisire questo manoscritto nel giugno 2006 in una vendita di Christie a New York dalla collezione del fabbricante di birra americano Cornelius J. Hauck (1839-1967) di Cincinnati (ex-libris nella copertina interna anteriore).
Online dal: 23.09.2014
Fa parte di un antifonario in tre volumi realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di San Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene l'intera parte invernale del Temporale e Santorale e del comune dei santi secondo la liturgia della diocesi di Losanna e costituisce il duplicato del volume I oggi custodito presso la parrocchia cattolica di S. Lorenzo di Estavayer-le-Lac. La decorazione comprendeva in origine otto iniziali, di cui ne sono rimaste unicamente due decorate (p. 71 e p. 429), ed è attribuibile al decoratore e copista Conrad Blochinger, attivo quale correttore e integratore di parti di testo anche negli altri volumi. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1530 l'intero gruppo di antifonari venne disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due - tra cui questo - giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey, dove vengono conservati nel Museo storico.
Online dal: 25.06.2015
Contiene i salmi biblici ordinati secondo la suddivisione della liturgia delle ore in latino, con la rispettiva traduzione in tedesco. E' stato trascritto da due copiste, monache del convento domenicano di S. Caterina a S. Gallo, di cui una riconoscibile in Angela Varnbühler. La rilegatura, semplici assi di legno rivestiti di pelle senza alcuna decorazione, è tipica della prima fase dello scriptorium di S. Caterina ed un ulteriore elemento che ne certifica la provenienza.
Online dal: 23.04.2013
Volumetto contenente diverse preghiere in latino, talvolta precedute da rubriche in tedesco. Di una sola mano, non presenta note di possesso ed è rivestito con una legatura floscia probabilmente contemporanea.
Online dal: 04.10.2018
Quest'opera presenta in 24 discorsi, ognuno dei quali assegnato a un diverso tema, una guida alla vita cristiana, combinata con passaggi scelti da più di 100 autori. Nel tardo Medioevo questo era uno dei testi favoriti da leggere ad alta voce durante i pasti, specialmente la lunga e dettagliata vita di Maria del «12. Alten», la quale lega la storia della Passione di Cristo al destino di Maria.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto contiene una versione finora sconosciuta della traduzione tedesca del De reparatione hominis, opera principale del francescano Marquardo di Lindau. Tramanda inoltre alcune delle «Engelberger Predigten», completando in questo modo la raccolta contenuta nel Cod. Sang. 1919. Degno di nota il fatto che entrambi i manoscritti si rifacciano a un modello al quale circa 50 anni prima si erano orientati anche il Cod. Sang. 1004 e il Wil M 47 per la loro scelta (anche in questo caso complementare) di «Engelberger Predigten».
Online dal: 07.10.2013
Processionale copiato dalle domenicane del convento di S. Caterina di S. Gallo nella seconda metà del sec. XV . Il codice è trascritto in gotica testuale dalla stessa monaca che ha copiato i Processionali M VIII, forse il processionale M VI e quello ora Cod. Sang. 1914. Potrebbe trattarsi del manoscritto ij nv́wi procesional ricordato nel 1484 nella Cronaca del convento (Konventsbuch) e che nel 1485, secondo la stessa cronaca, venne poi rilegato. La copertina - dei semplici assi di legno rivestiti di pelle senza alcuna decorazione - è tipica della prima fase dello scriptorium di S. Caterina ed un ulteriore elemento che ne certifica la provenienza.
Online dal: 23.04.2013
Manoscritto contenente un breviario domenicano, introdotto dal calendario che presenta alcune note obituarie. Il codice è stato scritto da Cordula von Schönau, domenicana nel convento di S. Caterina di S. Gallo, che si firma all'interno della coperta anteriore e appone l'ex-libris con la data sulla prima carta di guardia. La mano di Cordula si ritrova anche in S. Gallo, Stiftsbibliothek, Cod. Sang. 406, in Überlingen, Leopold-Sophien-Bibliothek, Ms. 22 e, a Wil, nel codice M 3, in alcune parti dello «Schwesternbuch» (Libro delle sorelle) e del «Konventsbuch» (Cronaca).
Online dal: 04.10.2018
Le Etimologie di Isidoro di Siviglia presenti in questo manoscritto di San Gallo del secondo terzo del IX secolo sono caratterizzate da adattamenti del testo come pure da numerose correzioni ed aggiunte realizzate durante lo stesso periodo. I disegni schematici sono colorati e la guardia volante contiene un frammento in una scrittura anglosassone della fine dell'VIII secolo.
Online dal: 31.07.2009
Il graduale proveniente dal convento delle domenicane di Katharinental rappresenta una delle più importanti opere d'arte di epoca gotica della Svizzera. Allestito intorno al 1312 nel convento stesso, venne probabilmente decorato nell'area del lago di Costanza. Contiene più di 80 iniziali filigranate, più di 60 iniziali miniate istoriate e 5 iniziali I il cui corpo è costituito da vari medaglioni istoriati. Di ulteriori due iniziali I, i cui medaglioni sono stati ritagliati e venduti separatamente, si conoscono alcuni elementi ora dispersi in vari musei e biblioteche. Accanto alle iniziali, o nei fregi vegetali, sono raffigurate numerose domenicane inginocchiate e oranti, o altri donatori laici (per es. 3v, 18v, 90r, 159v, 161r etc.). Fino al XIX secolo in uso nel convento, intorno al 1820 venne ceduto ad un antiquario di Costanza, Franz Joseph Aloys Castell (1796-1844). Dopo il 1860 appartenne ai collezionisti inglesi Sir William Amherst of Hackney e Sir Charles Dyson Perrins (1864-1958). Alla morte di quest'ultimo la sua raccolta libraria venne messa in vendita da Sotheby e il manoscritto acquistato dalla Confederazione svizzera con il contributo della Fondazione Gottfried Keller e del Canton Turgovia.
Online dal: 22.03.2017