Il manoscritto, un autografo, comprende vari scritti sullo stile di vita monastica e sul monachesimo nel passato e nel presente. Ci sono traduzioni di lettere di san Girolamo e di sermoni di Bernardo di Chiaravalle. Si tratta di strumenti di argomentazione per le dispute con i sostenitori dei monasteri maschili e femminili.
Online dal: 14.12.2018
Questa cronaca della Riforma, un autografo illustrato con numerose xilografie, comprende sette ‘libri': il primo libro tratta di Cristo e del Papa e Kessler racconta come era la vecchia chiesa. Nel secondo libro egli descrive l'avvento di Lutero e della nuova religione. I libri dal III al VII raccontano in dettaglio l'inizio e il corso della Riforma a San Gallo e nell'area del principato abbaziale adiacente, nella Confederazione Svizzera e nell'Impero tedesco. In termini di ampiezza e di dettagli, gli avvenimenti di San Gallo e della Svizzera orientale occupano la parte più importante. I meriti di Vadiano sono più volte ricordati e lodati. Kessler chiamò la sua opera «Sabbata» perché l'aveva scritta «an den Sabbaten, das sind an den Fyrtagen und Fyrabendstunden».
Online dal: 14.12.2018
Questo manoscritto cartaceo contiene una serie di scritti alchemici attribuiti al francescano catalano Raimondo Lullo ed è stato vergato dal copista Johannes de Sancta Maria. Il testo è corredato da un ciclo di immagini che comprende 20 tavole colorate che illustrano il procedimento alchemico che porta al processo di trasformazione da metalli comuni a metalli nobili. Il codice fa parte di un gruppo di opere di contenuto alchemico appartenuto al sangallese Bartlome Schobinger (1500-1585), commerciante di successo, collezionista di libri e membro del consiglio di S. Gallo (Ratsherr), che vi inserì le sue annotazioni. Schobinger è considerato un promotore dell'alchemia e dei suoi studi, un interesse che completava la sua attività di commerciante di metalli.
Online dal: 08.10.2020
Il modello originale, la «Kleinere Chronik der Äbte» di Vadiano (1544-46) (VadSlg Ms. 44), venne redatta su ispirazione di Heinrich Bullinger e Johannes Stumpf, che volevano utilizzare le conoscenze di Vadiano della storia di San Gallo per la Eidgenössische Chronik (1547/48), che apparve sotto il nome di Stumpf. La cronaca comprende tre parti: la prima parte riguarda Gallo, la seconda la storia del monastero e della città di San Gallo, la terza fornisce una descrizione storico-topografica della città di San Gallo e del lago di Costanza. Wolfgang Fechter ne fece due copie nel 1549. Le illustrazioni sono di Caspar Hagenbuch.
Online dal: 14.12.2018
Le registrazioni di Ardüser iniziano nell'anno 1572 e finiscono nel 1614. La cronaca costituisce una importante fonte per la vita politica e sociale nell'allora «Alt Fry Rätien». La «Rätische Chronik» di Hans Ardüser venne scoperta solo negli anni '70 dell'Ottocento dall'allora responsabile del liceo cantonale grigionese J. Bott e dato alle stampe. Una gran parte della Cronaca è composta da relazioni riguardanti gli avvenimenti politici della fine del XVI secolo e dell'inizio del XVII secolo. Nella sua opera Ardüser ricorda anche i delitti, l'esecuzione di streghe e riferisce inoltre su degli eventi meteorologici eccezionali e i conseguenti cattivi raccolti. Dalle sue annotazioni autobiografiche, parimenti riportate nella «Rätische Chronik», risulta che Ardüser era un lettore dotato. Si può dedurre che le sue conoscenze su tutti questi svariati temi gli venissero da fonti scritte quali registri parrocchiali, notiziari che circolavano, scritti ufficiali e contatti personali con funzionari, mercenari di ritorno o commercianti di passaggio.
Online dal: 22.06.2017
Il libro genealogico dello studente di Feldkirch Jakob Hygel, iniziato a Dillingen nel 1598, è stato poi continuato sul Lago di Costanza e nei Grigioni. Le voci contengono stemmi colorati con iscrizioni in forma di poesia e prosa, in alcuni casi anche miniature a piena pagina. Tra il 1622 e il 1645 furono inserite le registrazioni per il parroco di Ragaz Petrus Higelius, un parente (fratello?) di Jakob Hygel. A livello locale il libretto di famiglia è considerato un pezzo da esposizione storico-culturale di prima qualità («erstrangiges kulturgeschichtliches Schaustück») (Burmeister).
Online dal: 10.12.2020
Messale-pontificale dell'abate di San Gallo Diethelm Blarer (1530-1564), il più bel manoscritto del XVI secolo esistente in Svizzera.
Online dal: 31.12.2005
Canone della messa per il vescovo di Augusta Marquard von Berg (1575-1591), con uno stemma, una miniatura a piena pagina, numerose raffigurazioni delle principali festività dell'anno liturgico. La bordura inferiore è di grande valore artistico, abbondantemente ornata di fiori e di piante, probabilmente miniata da Sebastian Glockendon il Giovane, di Norimberga. Caduto nelle mani dei soldati durante la Guerra dei Trent'anni, il manoscritto fu più tardi venduto a Bernhard Hartmann, monaco di San Gallo e governatore di Wil, quindi offerto da quest'ultimo, nel 1641, al principe-abate Pius Reher (1630-1654).
Online dal: 09.12.2008
Il vesperale pontificale dell'abate di S. Gallo Diethelm Blarer (1530-1564) contiene le preghiere, i salmi con antifone e responsori e gli inni per le feste solenni dell'anno liturgico. A parte gli incipit delle antifone del Magnificat, che presentano una notazione gregoriana di tipo tedesco su cinque linee, il manoscritto non contiene delle melodie. Il volume fu copiato da padre Heinrich Keller (1518-1567), sottopriore del monastero di S. Gallo. La decorazione - 20 iniziali istoriate e alcune ricche bordure con rappresentazioni figurate - è opera di un artista sconosciuto dalla regione del lago bodanico, che ha miniato anche i Cod. Sang. 357 e 442.
Online dal: 25.06.2015
Rituale per l'uso personale del principe-vescovo di S. Gallo Diethelm (1530-1564; cfr. il suo stemma a p. 8 e il timbro per la sua biblioteca privata a p. 7), scritto dal monaco di S. Gallo Heinrich Keller (1518-1567) ed illustrato da un miniatore sconosciuto della regione del lago di Costanza intorno al 1555. Il medesimo miniatore ha decorato contemporaneamente anche i manoscritti di S. Gallo Cod. Sang. 357 e Cod. Sang. 439. Nel codice, di formato ridotto, si trovano testi liturgici sulla somministrazione del sacramento del battesimo (pp. 9-107), sulla riammissione della donna nella cerchia dei credenti dopo un parto (pp. 107-114), sulla celebrazione del matrimonio (p. 114-141) e sulla distribuzione del vino il 16 ottobre, giorno della festa di Gallo, fondatore di S. Gallo (p. 144a-154).
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto, composto di due parti, contiene nella prima parte (pp. 3-26) un rituale del sec. XV con indicazioni per la visita agli ammalati, l'accompagnamento ai morenti e la sepoltura (si interrompe a p. 26 con la preghiera davanti alla bara). La seconda parte (pp. 27-86) è composta da due discorsi in difesa della musica a più voci redatti dal monaco di S. Gallo Mauritius Enck († 1575) su incarico dell'abate Diethelm Blarer (1530-1564). Sono stati pensati quali prologhi alle composizioni per più voci di Manfredi Barbarini Lupo contenuti nei Cod. Sang. 542 e 543. Enck difende la musica a più voci dalle diffuse critiche, per esempio quella di una presunta lascivia e postula quale forma ideale della musica religiosa una combinazione tra il corale quale fondamento e musica figurata quale decorazione. In questo modo egli descrive esattamente le composizioni di Barbarini Lupo. Alla fine del primo discorso (p. 47-48) Enck ricorda gli artisti coinvolti nella realizzazione dei Cod. Sang. 542 e 543 e lo spazio temporale del loro lavoro sui manoscritti (dal 1561 al 1563).
Online dal: 23.09.2014
Il libro venne scritto nel 1541 dal calligrafo e organista della cattedrale Fridolin Sicher (1490-1546). Organizzato secondo il calendario ecclesiastico, il volume contiene le istruzioni in lingua tedesca per la preparazione degli altari e delle cerimonie nel monastero di S. Gallo nelle singole domeniche e nei giorni festivi. Comprende inoltre un elenco alfabetico di tutti gli altari nell'area del monastero di S. Gallo nell'epoca posteriore alla riforma. I compiti del sacrestano erano allora nelle mani di un fratello laico che si occupava delle pulizie della chiesa, di preparare i paramenti, di accendere le candele e di controllarne il funzionamento, e inoltre doveva occuparsi di suonare le campane (da qui il nome «Läuterbuch»).
Online dal: 07.10.2013
Destinato all'uso quotidiano nell'ufficio del capitolo, il volume venne scritto nel 1542/43 dal clerico secolare originario di Bischofszell Fridolin Sicher (1490-1546) per il principe abate di S. Gallo Diethelm Blarer (1530-1564; cfr. lo stemma alle pp. 5, 8 e 268) e giunse poi in possesso della comunità sangallese. Fridolin Sicher fu attivo sia prima che dopo la Riforma quale organista del duomo e calligrafo per il monastero di S. Gallo. All'inizio è trascritta una versione latina della regola di s. Benedetto (pp. 5-72), seguono, in una sola redazione, un versione abbreviata del Martyrologium Romanum e un necrologio che si riferisce al monastero di S. Gallo (pp. 83-267). Questo capitolario venne sostituito all'epoca dell'abate principe Bernhard Müller (1594-1630) da un nuovo necrologio realizzato nel 1611 (cfr. Cod. Sang. 1442) che non contiene più la Regola di s. Benedetto.
Online dal: 23.09.2014
Raccolta di canti dell'organista dell'abbazia di S. Gallo Fridolin Sicher, contenente 49 canti per tre fino a cinque voci in notazione mensurale del XVI sec. senza supporto del testo. Tra i componisti figurano tra gli altri Alexander Agricola, Loyset Compère, Josquin Desprez e Jacob Obrecht. In alcuni pezzi sono indicati i nomi dei componisti e gli inizi del testo (in francese, italiano, fiammingo e latino). Di solito ogni pezzo riempie una pagina doppia, raramente tutte le voci (tre o quattro) sono disposte su di una sola pagina.
Online dal: 23.09.2014
Il volume dei canti del cappellano Giovanni Heer di Glarona: collezione di 88 componimenti popolari, studenteschi, d'amore, conviviali e giocosi –tra i quali 40 copie uniche – del periodo pre-reformistico (1510-1520).
Online dal: 31.12.2005
Libro di canto dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572) della metà del XVI secolo. Il volume contiene innanzitutto, 215 frasi in notazione a pentagramma delle opere di compositori suoi contemporanei, francesi, olandesi e tedeschi, come Josquin Desprez, Adrian Willaert, Jacob Obrecht, Heinrich Isaac o Ludwig Senfl. Per ciascuna pagina, sulla sinistra si trova la partitura per il discanto (soprano) e sulla destra quella per l'alto.
Online dal: 09.12.2008
Libro di canti dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572), giunto nella biblioteca del monstero di S. Gallo unitamente al lascito Tschudi nel 1768. Il volume contiene, rilegati assieme, i libri di voci per i bassi e i discanti di 17 mottetti a 5-6 voci e canzoni di componisti contemporanei quali Josquin Desprez o Loyset Compère, con notazione mensurale in un sistema a cinque linee. Il libro di canti è scritto da varie mani tra le quali quella dello stesso Tschudi, il quale aggiunse sulle cc. 12r–v e 24v–25r annotazioni sui modi (gli schemi dei modi a c. 25v dovrebbero essere di Heinrich Glarean). Tranne un pezzo, tutte le composizioni appaiono anche nel libro di canti di Tschudi nel Cod. Sang. 463; dovrebbe quindi trattarsi di schizzi per una raccolta definitiva.
Online dal: 25.06.2015
Il libro di preghiere di piccolo formato di Franz Gaisberg, poi divenuto abate di San Gallo (abate 1504-1529), contiene esclusivamente preghiere in latino. Inizia con un calendario (f. 1r-12v) e una tabella computistica (f. 13r/v), seguita da preghiere sulla Passione (f. 14r-29v), preghiere e antifone a Maria (f. 31r-49r) e altri santi (f. 49r-80r) così come il Comune sanctorum (f. 81v-83v), varie altre preghiere (f. 83v-107r) e preghiere per la liturgia delle ore sulla Passione e per le anime dei morti (f. 107v-140r). Ad eccezione di iniziali di due o quattro righe con semplici tralci a inchiostro rosso, non vi è altra decorazione.
Online dal: 13.06.2019
Il piccolo codice è composto di due parti. La prima parte (cc. 1-79) è costituita dai testi di due copiste (cc. 1r-28r e 28v-79r) ed è stata creata intorno al 1500 o poco dopo. La seconda parte (cc. 80-226) fu copiata, secondo la sottoscrizione a c. 162r, da una sorella Fides Baierin ed appartenne in seguito, come si legge nella nota a c. 80r, ad una suora di nome Barbara Wingelhus. Gli ultimi tre fogli sono bianchi. Il libricino giunse poi verso la fine del XVIII secolo nella biblioteca abbaziale. Nella prima parte contiene varie preghiere, soprattutto riguardanti la Passione, nella seconda parte preghiere in onore della Vergine Maria. I testi sono scritti in lingua alto-tedesca protomoderna con sfumature di lingua sveva.
Online dal: 13.06.2019
Il breviario è stato scritto in bastarda da una sola mano, probabilmente da un conventuale del monastero di S. Gallo. Oltre alle parti consuete di un breviario completo (calendario, Psalterium feriatum, Proprium de tempore [incompleto], Proprium de sanctis e Commune sanctorum), contiene anche preghiere per Maria, la liturgia per compieta e la veglia per i defunti, un cursus B. M. V., suffragi e altre preghiere.
Online dal: 25.04.2023
Questo manoscritto, probabilmente proveniente da un convento femminile di San Gallo, contiene un ciclo di preghiere e meditazioni per l'anno liturgico, che iniziano dal periodo dell'Avvento e, passando per il Natale, la Pasqua e la Pentecoste, arrivano fino all'Assunzione. Vi si trovano inframezzati anche la visione sulla nascita di Cristo di Santa Brigida di Svezia e un rosario. Il codice è opera di un solo copista la cui mano, con quella di altri, appare anche nel manoscritto analogo Cod. Sang. 510.
Online dal: 04.10.2018
A detta della copista, il manoscritto proviene originariamente dal convento domenicano di Santa Caterina di San Gallo, più tardi Wil, e contiene un ciclo di preghiere e meditazioni per l'anno liturgico, che iniziano dal periodo dell'Avvento e, passando per il Natale, la Pasqua e la Pentecoste, arrivano fino all'Assunzione. Vi si trovano inframezzati tra gli altri la visione sulla nascita di Cristo di Santa Brigida di Svezia e un rosario. Uno dei copisti presenti in questo manoscritto ha vergato l'intero analogo manoscritto Cod. Sang. 509.
Online dal: 04.10.2018
Il libro di preghiere di piccolo formato in lingua tedesca contiene preghiere a Cristo, sulla Passione e la Comunione, alla Vergine Maria e a vari santi, ulteriori preghiere su vari argomenti, riflessioni sulla Passione e le devozioni secondo Johannes Gerson. Alle cc. 38v e 39r vi sono due miniature a pagina intera. Esse mostrano Cristo sulla croce con Maria e Giovanni (c. 38v) e la Pietà con gli strumenti di tortura (Arma Christi, c. 39r). Il manoscritto è stato probabilmente prodotto per un convento femminile o per uso femminile, nonostante nelle preghiere compaiano anche alcune forme maschili. Secondo la nota di possesso a c. 185r, nel XVII secolo il codice apparteneva al monastero benedettino di S. Wiborada a St. Georgen sopra S. Gallo.
Online dal: 10.12.2020
Intavolatura per organo di Fridolin Sicher (1490-1546), organista della cattedrale e calligrafo. Dapprima allievo dell'organista di Costanza Hans Buchner, dal 1512 egli radunò 176 pezzi di 94 compositori (tra i quali Paul Hofhaimer, Hans Buchner, Jacob Obrecht, Josquin Desprez, Matthaeus Pipelaere). I due terzi sono opere vocali religiose, il resto proviene da canzoni popolari. La voce superiore contiene annotazioni su pentagramma, le altre voci presentano lettere e segni ritmici. Alcune tra queste composizioni sono tramandate unicamente in questa intavolatura.
Online dal: 09.12.2008
Copiato dopo il 1540 (data che si deduce dalla menzione della consacrazione della cappella dei SS. Fabiano e Sebastiano a p. 6) dall'organista e scriba di S. Gallo Fridolin Sicher (1490-1546), questo manoscritto contiene le prime due regole del Directorium perpetuum. Il suo contenuto è quasi del tutto identico a quello del Cod. Sang. 533, che è il primo di una serie di sette volumi commissionati dall'abate Franz von Gaisberg (Cod. Sang. 533-539). Realizzato circa vent'anni dopo, il Cod. Sang. 532 è l'unico volume della seconda serie il quale, o non fu mai completato o della quale gli altri volumi sono andati perduti. Era prevista una decorazione, ma non fu mai eseguita (p. IV, 56 per le miniature a piena pagina e p. 1, 57 per le iniziali). Per analogia con la prima serie, si può ipotizzare che potesse includere lo stemma e il ritratto dell'abate committente, probabilmente Diethelm Blarer (1530-1564).
Online dal: 22.09.2022
Il Directorium perpetuum del monastero di S. Gallo, commissionato dall'abate Franz von Gaisberg (1504-1529), comprende sette volumi (Cod. Sang. 533-539). In un totale di 36 regulae è contenuto il regolamento liturgico della liturgia delle ore per tutti i calendari annuali, in base ai giorni variabili della Pasqua. Ogni regola inizia con l'epifania; le regole per le feste del tempo del Natale fino alla vigilia dell'Epifania (che non dipendono dalla data in cui cade la Pasqua) sono riunite nel Cod. Sang. 539. Il Cod. Sang. 533 contiene la prima e la seconda regola, per la Pasqua che cade il 22 o il 23 marzo (data di riferimento nel codice: Septuagesima, 18/19 gennaio). La decorazione del codice è opera di Nikolaus Bertschi di Rorschach; a p. 6 vi è una miniatura a piena pagina (sopra il compianto del Cristo con il committente, sotto Gallo e Otmaro che reggono lo scudo), alle pp. 7 e 65 iniziali su fondo dorato e bordi riccamente decorati. Al contrario dei volumi successivi, questo non è scritto da Fridolin Sicher.
Online dal: 23.06.2016
Il Directorium perpetuum del monastero di S. Gallo, commissionato dall'abate Franz von Gaisberg (1504-1529), comprende sette volumi (Cod. Sang. 533-539). In un totale di 36 regulae è contenuto il regolamento liturgico della liturgia delle ore per tutti i calendari annuali, in base ai giorni variabili della Pasqua. Ogni regola inizia con l'epifania; le regole per le feste del tempo del Natale fino alla vigilia dell'Epifania (che non dipendono dalla data in cui cade la Pasqua) sono riunite nel Cod. Sang. 539. Il Cod. Sang. 534 contiene la terza fino alla decima regola, per la Pasqua che cade il 24 fino al 31 marzo (data di riferimento nel codice: Septuagesima, 20 fino al 27 gennaio). La decorazione del codice è opera di Nikolaus Bertschi di Rorschach e di un aiuto: alle pp. 3, 41, 83, 135, 243, 301 e 360 vi sono delle iniziali a colore (in parte su fondo oro) con racemi o bordi riccamente decorati. Il volume è stato scritto dall'organista della cattedrale di S. Gallo Fridolin Sicher. Unico dei sette volumi, questo era un liber catenatus.
Online dal: 14.12.2018
Il Directorium perpetuum del monastero di S. Gallo, commissionato dall'abate Franz von Gaisberg (1504-1529), comprende sette volumi (Cod. Sang. 533-539). In un totale di 36 regulae è contenuto il regolamento liturgico della liturgia delle ore per tutti i calendari annuali, in base ai giorni variabili della Pasqua. Ogni regola inizia con l'epifania; le regole per le feste del tempo del Natale fino alla vigilia dell'Epifania (che non dipendono dalla data in cui cade la Pasqua) sono riunite nel Cod. Sang. 539. Il Cod. Sang. 535 contiene le regole da 11 fino a 17, per la Pasqua che cade dal primo al 7 aprile (data di riferimento nel codice: Septuagesima, 28 gennaio fino al 3 febbraio). La decorazione del codice è opera di Nikolaus Bertschi di Rorschach e di un aiuto: a p. 6 vi è una miniatura a piena pagina (sopra il compianto del Cristo con il committente, sotto Gallo e Otmaro che reggono lo scudo), alle pp. 6a, 54, 108, 164, 211, 263 e 317 iniziali a colore (a p. 164 su fondo oro) con tralci o delle bordure riccamente decorate. Il volume è stato scritto dall'organista della cattedrale di S. Gallo Fridolin Sicher.
Online dal: 14.12.2018
Il Directorium perpetuum del monastero di S. Gallo, commissionato dall'abate Franz von Gaisberg (1504-1529), comprende sette volumi (Cod. Sang. 533-539). In un totale di 36 regulae è contenuto il regolamento liturgico della liturgia delle ore per tutti i calendari annuali, in base ai giorni variabili della Pasqua. Ogni regola inizia con l'epifania; le regole per le feste del tempo del Natale fino alla vigilia dell'Epifania (che non dipendono dalla data in cui cade la Pasqua) sono riunite nel Cod. Sang. 539. Il Cod. Sang. 536 contiene le regole da 18 a 25, per la Pasqua che cade dall'8 al 15 aprile (data di riferimento nel codice: Septuagesima, 4 fino all'11 febbraio). La decorazione del codice è opera di Nikolaus Bertschi di Rorschach e di un aiuto: alle pp. 5, 53, 107, 161, 213, 259, 313 e 367 vi sono iniziali a colore (quella a p. 213 su fondo oro) con tralci o bordi riccamente decorati. Il volume è stato scritto dall'organista della cattedrale di S. Gallo Fridolin Sicher.
Online dal: 14.12.2018
Il Directorium perpetuum del monastero di S. Gallo, commissionato dall'abate Franz von Gaisberg (1504-1529), comprende sette volumi (Cod. Sang. 533-539). In un totale di 36 regulae è contenuto il regolamento liturgico della liturgia delle ore per tutti i calendari annuali, in base ai giorni variabili della Pasqua. Ogni regola inizia con l'epifania; le regole per le feste del tempo del Natale fino alla vigilia dell'Epifania (che non dipendono dalla data in cui cade la Pasqua) sono riunite nel Cod. Sang. 539. Il Cod. Sang. 537 contiene le regole da 26 a 31, per la Pasqua che cade dal 16 al 21 aprile (data di riferimento nel codice: Septuagesima, 12 fino al 17 febbraio). La decorazione del codice è opera di un aiuto di Nikolaus Bertschi di Rorschach: alle pp. 7, 63, 119, 175, 231 e 287 vi sono iniziali a colore con tralci o bordi riccamente decorati. Il volume è stato scritto dall'organista della cattedrale di S. Gallo Fridolin Sicher.
Online dal: 14.12.2018
Il Directorium perpetuum del monastero di S. Gallo, commissionato dall'abate Franz von Gaisberg (1504-1529), comprende sette volumi (Cod. Sang. 533-539). In un totale di 36 regulae è contenuto il regolamento liturgico della liturgia delle ore per tutti i calendari annuali, in base ai giorni variabili della Pasqua. Ogni regola inizia con l'epifania; le regole per le feste del tempo del Natale fino alla vigilia dell'Epifania (che non dipendono dalla data in cui cade la Pasqua) sono riunite nel Cod. Sang. 539. Il Cod. Sang. 538 contiene le regole da 32 a 36, per la Pasqua che cade dal 22 al 26 aprile (data di riferimento nel codice: Septuagesima, 18 fino al 22 febbraio). La regola numero 36 (per il rarissimo caso nel quale la Pasqua cada il 26 aprile) copre solo i mesi di gennaio e febbraio, poiché gli anni con questa data per la Pasqua sono sempre bisestili e quindi si applica la regola precedente. La decorazione del codice è opera di un aiuto di Nikolaus Bertschi di Rorschach: alle pp. 1, 57, 115, 173, 235 vi sono iniziali a colore con tralci o bordi riccamente decorati. Il volume è stato scritto dall'organista della cattedrale di S. Gallo Fridolin Sicher.
Online dal: 14.12.2018
Il Directorium perpetuum del monastero di S. Gallo, commissionato dall'abate Franz von Gaisberg (1504-1529), comprende sette volumi (Cod. Sang. 533-539). In un totale di 36 regulae è contenuto il regolamento liturgico della liturgia delle ore per tutti i calendari annuali, in base ai giorni variabili della Pasqua. Ogni regola inizia con l'epifania. Nel Cod. Sang. 539 sono riunite le sette possibile regole per le feste del tempo di Natale (che non dipendono dalla data in cui cade la Pasqua) fino alla vigilia dell'Epifania. La decorazione del codice è opera di Nikolaus Bertschi di Rorschach e di un aiuto: a p. 4 vi è una miniatura a piena pagina (sopra il compianto del Cristo con il committente, sotto Gallo e Otmaro che reggono lo scudo), alle pp. 5, 21, 37, 53, 69, 85 e 101 iniziali a colori (in parte su fondo dorato) con tralci o ricche bordure. Il volume è stato scritto dall'organista della cattedrale di S. Gallo Fridolin Sicher.
Online dal: 26.09.2017
Lezionario per le feste dei santi, scritto su incarico del principe abate Franz Gaisberg (1504-1529), almeno in parte dal bibliotecario di S. Gallo Anton Vogt (intorno al 1486-1529). La decorazione (tralci con fiori e animali, numerose iniziali decorate, tra le quali sei figurate) è opera del miniatore Nikolaus Bertschi di Augusta. Precede il lezionario (f. 1r-130r) un calendario (f. Ir-Xv), al quale fanno seguito (f. 130v-146r) delle letture per la commemoratio dei santi sangallesi e di Maria, così come le collette in occasione delle feste dei santi.
Online dal: 23.06.2014
Antifonario di grande formato dell'abbazia di San Gallo, realizzato nel 1544 su richiesta dell'abate Diethelm Blarer (1530-1564). Contiene i canti dei monaci per le funzioni delle ore nei giorni festivi. Ne fu copista Fridolin Sicher (1490-1546), chierico secolare, organista della cattedrale e calligrafo; ignoto è invece il miniatore delle 22 iniziali e delle due immagini a piena pagina presenti all'inizio dell'antifonario.
Online dal: 09.12.2008
Graduale di grande formato dell'abbazia di San Gallo, riccamente miniato. Contiene canti a quattro voci, fu trascritto e miniato nel 1562. Su richiesta del principe-abate Diethelm Blarer, l'italiano Manfredi Barbarini Lupo di Correggio compose i canti, il padre Heinrich Keller (1518-1567) curò la trascrizione e il miniatore Kaspar Härtli di Lindau sul Bodensee miniò le prime pagine delle principali festività dell'anno liturgico con bordure riccamente ornate e un gran numero di miniature (tra cui cinque a piena pagina). Il volume contiene anche la raffigurazione degli scudi araldici di tutti i monaci che vissero un tempo a San Gallo; sulle pagine ornate sono rappresentati anche diversi strumenti musicali di quel tempo, alcuni dei quali oggi non più conosciuti.
Online dal: 09.12.2008
Antifonario di grande formato contenente canti per quattro voci, scritto e miniato tra il 1562 e il 1564. Il componista italiano Manfredi Barbarini Lupo da Correggio compose i pezzi per quattro voci - antifone, responsori, inni e salmi per le feste solenni dell'anno, così come passioni secondo Matteo, Marco e Luca - su incarico del principe abate Diethelm Blarer (1530-1564). Il testo venne trascritto da padre Heinrich Keller (1518-1567) ed il miniatore Kaspar Härtli da Lindau sul Bodensee realizzò una miniatura a piena pagina con la crocifissione e tutti i santi (f. IVr) ed una di dedica con gli stemmi dei conventuali di S. Gallo allora viventi (f. 1r).
Online dal: 23.06.2014
Il salterio contiene i salmi nella sequenza liturgica con le antifone; seguono cantici biblici e un innario. Il codice venne scritto nel 1545 (colophon f. 102v) dall'organista e calligrafo Fridolin Sicher (1490-1546) su incarico del abate principe Diethelm Blarer (1530-1564). Molte parti, probabilmente dopo la riforma liturgica seguita al concilio tridentino, vennero riscritte da numerose altre mani più tarde. Il salterio contiene alcune iniziali figurate di un miniatore sconosciuto.
Online dal: 23.06.2014
Cospicua collezione di tropi e sequenze sangallesi. Joachim Cuontz († 1515) la compilò su commissione dall'abate Franz Gaisberg (1504-1529) poco prima della beatificazione del monaco sangallese Notkero Balbulo († 912), avvenuta nel 1513. Documento di prim'ordine della storia della musica corale tardo-medievale. Molte delle melodie ivi comprese furono scritte, per la prima volta a San Gallo, con notazione su pentagramma.
Online dal: 24.05.2007
La più antica versione tedesca della vita di Notkero Balbulo di San Gallo († 912), trascritta nel 1522 dal conventuale sangallese Hans Conrad Haller (1486/90-1525) per i benedettini dell'abbazia di San Giorgio, a nord di San Gallo. Manoscritto ornato con iniziali e bordature. Seguono, dopo la vita, orazioni in tedesco e una traduzione tedesca («Von der geistlichen Ritterschaft der Mönche») del trattato Exhortationes ad monachos, opera dell'abate di Sponheim Giovanni Tritemio (1462-1516).
Online dal: 09.12.2008
Manoscritto composito proveniente da una „comunità laica orientata verso S. Gallo“ (Scarpatetti, p. 137), in parte scritto e messo insieme intorno al 1505 dal conventuale di S. Gallo Joachim Cuontz († 1515). Le due sezioni più corpose del manoscritto contengono la vita e i miracoli di S. Anna (pp. 49-137) e un incunabolo rilegato col manoscritto (Inc. Sang. 995; Hain 12453) contenente la versione in tedesco della Passio S. Meinradi stampata tra il 1496 e il 1500 da Michael Furter a Basilea (pp. 141−195), decorata da 37 silografie. Il manoscritto contiene inoltre consigli medici, per esempio sull'utilizzo del cardo santo oppure una ricetta contro la peste (pp. 15−21; p. 138), traduzioni di sequenze in tedesco (pp. 5-9), numerose preghiere ed exempla, per la maggior parte su Maria, Anna e Gioacchino (pp. 25-44), così come la lettera del preposto Silvestro del convento degli canonici regolari di S. Agostino di Rebdorf ad Eichstätt, alle sorelle del convento di Pulgarn nell'Alta Austria sulla povertà in convento, conservatasi solo parzialmente (pp. 44-48).
Online dal: 25.06.2015
Miscellanea dall'eredità dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572), composto da 12 singoli plichi riuniti con una legatura negli anni seguenti all'acquisizione da parte del monastero di S. Gallo avvenuta nel 1768. Il volume, per la più parte scritto da Tschudi, contiene tra gli altri liste di vescovi e altri detentori di cariche importanti nelle diocesi di Costanza, Strasburgo, Basilea e Coira, documenti relativi alla storia dei monasteri di S. Gallo, Einsiedeln, Muri, Pfäfers, Engelberg ed i rispettivi abati, una trascrizione in tedesco della vita di S. Mainrado, trascrizioni di documenti di alcuni monasteri della Germania meridionale e - quale testo più importante - l'unica testimonianza che ci sia giunta di estratti dell'urbario della Rezia curiense scritto nella prima metà del sec. IX. L'originale, che non fu nemmeno a disposizione di Tschudi, non è conservato. Al suo posto egli copiò una versione incompleta del sec. X fino al XII.
Online dal: 20.12.2012
Il volume contiene nella prima parte un esemplare del testo En Damvs Chronicon … Evsebii ... dato alle stampe nel 1529 dall'umanista Johannes Sichardus (1499-1552) nell'officina libraria di Heinrich Petri a Basilea. Nell'edizione a stampa si trova la Cronaca universale di Eusebio di Cesarea e la continuazione da parte del padre della Chiesa Gerolamo, la Cronaca universale di Prospero di Aquitania, l'opera storiografica De temporibus del fiorentino Matteo Palmieri (1406−1475), la breve Chronica di Cassiodoro, e il Chronicon di Ermanno il contratto. Precede la parte a stampa (f. Av) una tabella manoscritta di tipo computistico e calendaristico dell'erudito glaronese Egidio Tschudi (1505−1572) per gli anni dal 1501 al 1540. Nella seconda parte del codice, manoscritta, sono ricopiati i testi delle prime quattro parti della storia del monastero di S. Gallo, il Casus sancti Galli. Egidio Tschudi fece ricopiare dal suo collaboratore Franciscus Cervinus di Schlettstadt, di educazione umanistico-universitaria, le opere storiografiche del monaco sangallese Ratperto (pp. 1-37) e di Eccardo IV di S. Gallo (pp. 38-253), la cronaca del monastero di un anonimo continuatore per gli anni dal 975 al 1203 (pp. 255-305) così come la continuazione di Conradus de Fabaria relativa ai destini dell'abbazia tra il 1203 e il 1234 (pp. 307-367). Sia nella parte a stampa che in quella manoscritta si trovano numerose annotazioni marginali della mano di Tschudi. Il volume appartenne a Tschudi (Sum Aegidii Schudi Claronensis; nota di possesso all'interno della coperta anteriore); i suoi eredi vendettero il volume, quale parte del suo lascito, al monastero di S. Gallo nel 1768.
Online dal: 13.10.2016
Il manoscritto, che prende il nome dal suo committente, l'abate Franz Gaisberg (abate dal 1504 al 1529), contiene vari testi a carattere storico e agiografico: una storia degli abati di S. Gallo con i relativi blasoni, epitaffi di abati e monaci sangallesi, la storia dell'abbazia di S. Gallo (Casus sancti Galli) relativa agli anni 1200-1232 di Corrado di Fabaria, la Vita di Notkero Balbulo († 912) di autore anonimo comprendente una copia del suo processo di beatificazione del 1513, e le leggende dei santi Costanzo, Miniato e Rocco. Il codice è stato scritto dal calligrafo e organista del duomo di S. Gallo Fridolino Sicher (1490-1546).
Online dal: 31.03.2011
Codice miscellaneo contenente una raccolta di favole (Der Edelstein, di Ulrich Boner) decorate con sobri disegni a penna, divertenti racconti del cosiddetto «Anonimo svizzero» – preservati solo in questo codice –, appunti di cronaca sulla storia di Zurigo e Glarona.
Online dal: 12.12.2006
Copia trascritta verso il 1520 della cosiddetta «Klingenberger Chronik», composta verso l'anno 1450. La Cronaca ripercorre le guerre di Appenzello (1401-1429) e le antiche guerre di Zurigo (1440-1446) dal punto di vista della nobiltà sottomessa dell'ovest della Svizzera. È illustrata con un gran numero di disegni colorati a penna, rappresentanti scene di disfatta e un gran numero di armi. Il codice contiene inoltre documenti ufficiali, notizie di cronaca, canzoni e, all'inizio, uno stampato incompleto di Strasburgo contenente la storia degli imperatori romani Tito e Vespasiano, opera composta nel 1520 da Sebastian Brant (1457/58-1521). In possesso dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572), giunse alla biblioteca dell'abbazia di San Gallo nel 1768.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto composito, ricco di materiali, contiene numerosi elenchi, classificazioni e estratti da diverse fonti di contenuto astronomico ma soprattutto geografico-storico, copiati negli anni dopo il 1550 dall'erudito universale glaronese Egidio Tschudi (1505-1572). La maggior parte delle annotazioni raccolte da Tschudi con una grande operosità, e autonomamente compilate e riordinate, riguardano in questo volume l'odierna Francia (Gallia con le sue tribù, provincie, città, montagne, isole ecc.). Notevoli sono soprattutto i disegni geografici di Tschudi di varie parti della Gallia (pp. 706-723). Di queste fanno parte una carta della Franca Contea (pp. 714/715) e della parte occidentale della Svizzera (pp. 717/718). Le tre parti che oggi costituiscono il volume odierno, rimasero dopo la morte di Tschudi in possesso della famiglia, furono conservate dal 1652 al 1768 nel castello Gräpplang presso Flums e da lì giunsero nel febbraio 1768, con l'acquisto dell'eredità dell'erudito glaronese, nella biblioteca monastica di S. Gallo. Qui le tre parti, che costituiscono i numeri 59, 43 e 44 del catalogo di vendita del 1767, completati con alcuni pochi fogli, vennero rilegati in un volume tra il 1768 e il 1782.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto tramanda principalmente la Landgerichtsordnung del principato abbaziale di Kempten dell'anno 1481, forse redatta ancora alla fine del XV secolo. Il manoscritto fu utilizzato da Ulrich Degelin, cancelliere al tempo dell'abate Johann Erhard Blarer von Wartensee (1587-1594) e autore di una nuova Landgerichtsordnung per Kempten. Entrò poi in possesso dei giuristi di Lindau Johannes Andreas Heider († 1719) e Johann Reinhard Wegelin († 1764), prima di essere acquistato tra il 1780 e il 1792 da Johann Nepomuk Hauntinger per il monastero di S. Gallo.
Online dal: 22.09.2022
Manoscritto miscellaneo di contenuto principalmente storico e agiografico. I testi sono stati scritti tra il 1450 e il 1550 e nel 1573 riuniti in un volume dal monaco di S. Gallo Maurizio Enk. Oltre ad un anonimo Dialogus de sectis, numerose leggende di santi in tedesco, parti di una cronaca di Strasburgo di Giacomo Twinger di Königshofen o decreti sinodali di Costanza del 1491, il manoscritto contiene alle pagine 283 fino a 288 – senza titolo e iniziando praticamente senza interruzione alla fine del testo precedente – 30 brevi racconti stesi intorno al 1500 riguardanti atrocità commesse dal principe della Valacchia Vlad III Tepes (l'Impalatore; 1431-1476), il quale, come rappresentante dell'Ordine del Drago, portò anche il nome di Dracula. Questo testo su Dracula è tramandato altrimenti solo in tre altri manoscritti: nella biblioteca monastica di Lambach in Alta Austria, nella British Library di Londra e nella Biblioteca municipale di Colmar.
Online dal: 31.03.2011
Unica copia rimasta del racconto in prosa Frau Tugendreich, redatta da una autrice sconosciuta o da un autore sconosciuto nella cerchia dell'imperatore Massimiliano (1508-1519) nel secondo decennio del XVI secolo. Per quanto riguarda il testo, si tratta di un miscuglio tra romanzo d'epoca e un dibattito sopra il valore o l'inutilità della donna. In una cornice di racconto esterna dibattono un giovane ingabbiato nell'ideale di corte e il suo maestro, con maggiore esperienza, imprigionato nell'immagine tradizionale della donna, sul valore, il significato e il buon comportamento della donna. Purtroppo dopo la pagina 196 sono andate perse importanti parti del testo a causa della caduta di fogli. La copia, scritta da un copista A. S. (p. 219) in dialetto svevo dell'est, è datata al 1521.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto, allestito nel convento delle domenicane di S. Caterina a S. Gallo negli anni 1521 e 1522 dalle copiste del luogo Regina Sattler, Dorothea von Hertenstein e Elisabeth Schaigenwiler, è l'unico a trasmettere l'opera spirituale del domenicano di Pforzheim Wendelin Fabri (intorno al 1465-dopo il 1533). I testi a carattere spirituale vennero da lui redatti nella sua funzione di spirituale del convento delle domenicane di Zoffingen a Costanza tra il 1510 e il 1518 per la lettura a tavola, cioè per il sacramento dell'altare, per i cinque pani d'orzo dei religiosi e sui frutti della santa messa, le collazioni sulle sette Antifone O e i trattati Villicatorius e Prudentia simplex religiosorum. Il manoscritto giunse tra il 1780 e il 1782 nella biblioteca del monastero di S. Gallo; alla fine del XVI sec. si trovava ancora nel monastero delle domenicane di Wil.
Online dal: 13.12.2013
Il testo principale del manoscritto, che mostra forti tracce d'uso, è la Regola di Benedetto nella traduzione tedesca (pp. 3-107). Sulla base di un confronto con il Cod. Sang. 546 si deduce che questo testo è stato trascritto dal monaco sangallese p. Joachim Cuontz († 1515). Secondo la nota di possesso del 1504 a p. 1, il manoscritto apparteneva alla comunità religiosa femminile di S. Giorgio sopra S. Gallo. Alle pp. 120-121 c'è un ammonimento alle sorelle a rispettare la regola, ugualmente scritto da p. Joachim Cuontz. Nel mezzo e di seguito ci sono brevi testi di altre mani: pp. 108-112 un'istruzione su come recitare l'«Himmlische Rosenkranz» che segue alle pp. 112-117, un canto spirituale per la meditazione del rosario in 13 versetti con promessa di indulgenza (Inc. gott vater in dem höchsten tron), a p. 118 un ammonimento alle suore di essere vigili (secondo 1 Pt 5,8-9) e richieste di benedizioni, alle pp. 123-125 un motto e la preghiera in rima di Nicolao della Flüe (ain guotti hailsamy lerr von bruoder clausen in schwitz, Inc. bruoder klaus von underwalden, e bruoder klausen gewonliches betett, Inc. O min gott und min schöpfer nim mich und gib mich gantz zuo aigen). A p. 126 ci sono delle note di possesso (?), a p. 128 (secondo Paul Staerkle, Die Handschriften des ehemaligen Klosters Wiborada zu St. Georgen, in: Die hl. Wiborada, vol. 2: Die Verehrung der Heiligen, St. Gallen 1926, p. 84) un registro per il trasporto della sabbia del 1477-1487, che «fissa alcuni servizi della cava donata alla chiesa per la nuova costruzione della chiesa» («der einige Dienstleistungen aus dem der Kirche geschenkten Steinbruch zum neuen Kirchenbau festsetzt»).
Online dal: 18.06.2020
Le cinque parti del manoscritto sono state scritte da diversi copisti, tra questi il conventuale di S. Gallo Hans Conrad Haller (1486-1525), calligrafo, sacerdote e dal 1523 al 1525 bibliotecario del monastero di San Gallo, che ha trascritto diverse opere come un messale e altra letteratura spirituale, e una vita di Notker Balbulus. Nel Cod. Sang. 1006 Haller ha lasciato spesso delle sottoscrizioni, per es. alle pp. 531 e 540. Le cinque parti del manoscritto contengono i seguenti testi: parte I (pp. 13-45) orazioni per la Passione e – in parte frammentarie – sacre rappresentazioni, tra le quali alle pp. 33-44 il Ludus ascensionis. Parte II (pp. 46-65) una preghiera a Santa Dorotea, secondo il copista tradotta dal latino e scritta nel 1430 (pp. 61-62). Parte III (pp. 66-80) il Der Seele Klage di Heinrich der Teichner. Parte IV (pp. 81-95) la liturgia delle ore della Passione di Cristo. Parte V (pp. 96-762) una moltitudine di testi edificanti come preghiere e riflessioni, tra cui alle pp. 188-190 Ein babst lag uurmals an dem tod, alle pp. 406-486 St. Anselmi Fragen an Maria e alle pp. 508-524 un Salve Regina in rima in tedesco.
Online dal: 14.12.2018
Questo manoscritto a carattere composito di contenuto teologico-mistico, che proviene forse dal Nord della Baviera e che venne completato nell'area del lago bodanico, appartenne intorno al 1500 alla comunità spirituale delle francescane dell'eremo inferiore (untere Klause) di S. Leonardo ad occidente della città di S. Gallo, che venne soppresso con l'introduzione della Riforma. Il volume contiene più di trenta prediche, trattati, estratti da trattati a carattere domenicano, per lo più anonimi. Tra questi si trova la lettera aperta Von wahrer Andacht di Eberhard Mardach (pp. 83–116), una predica di Johannes Tauler (pp. 129−156), il trattato Liebhabung Gottes an den Feiertagen di Thomas Peuntner del 1434 (pp. 232−237), estratti dalla Auslegung der zehn Gebote di Marquardo di Lindau (pp. 238–245), l'inizio del prologo e tre capitoli della Theologia deutsch (anche menzionato Der Frankfurter; pp. 287–297) tramandato anonimo e integralmente pubblicato per la prima volta da Martin Lutero nel 1518, così come estratti da una versione tedesca del Der Minnebaum (Arbor amoris; pp. 323–331) che si discosta molto da quella di altri manoscritti.
Online dal: 22.06.2017
Armerista dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572), databile agli anni compresi tra il 1530 e il 1572. Contiene le riproduzioni di più di 2000 armi, appartenenti per lo più a famiglie dell'antica Svizzera. Diverse armi contengono spiegazioni genealogiche autografe di Tschudi.
Online dal: 23.12.2008
Scritto nel 1567, contiene due quaderni di appunti di Mauritius Enk († 1575), monaco di S. Gallo e studente a Parigi: 1) ff. 1r-53r relativi al corso di Petrus Christinus SJ sulla Metafisica di Aristotele, 2) ff. 56r-130r relativi al corso di Giacomo Valentino de Borrasa SJ († 1581) sulla Metafisica.
Online dal: 08.10.2015
Quaderno di studio del monaco di S. Gallo Maurizio Enk († 1575) con l'aggiunta delle lezioni del gesuita Giacomo Valentino (anche conosciuto come Giacomo de Borrasa; († 1581) sulle opere di Aristotele De physica, De caelo et mundo, Tractatus de elementis, De ortu et interitu e De anima; scritto nel 1568/69 in occasione del suo soggiorno di studio a Parigi presso il Collège de Clermont condotto dai Gesuiti.
Online dal: 15.04.2010
Raccolta di appunti del conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) delle lezioni sulle Sacre Scritture (Isagoge in sacram scripturam) tenute dal gesuita spagnolo Johannes Marianus (Juan de Mariana, 1536–1624). Questo testo si trova alle pp. 33–269. Il volume contiene anche estratti da Agostino (pp. 19–21 dalla Lettera 28 a Gerolamo, con un indice alfabetico alle pp. 1–12; alle pp. 27–28 dalle Confessiones) così come un breve trattato sulla confessione prima della Eucarestia Num confessio necessaria sit ante sumptionem Eucharistiae (pp. 270–271, non scritto da Enk).
Online dal: 23.06.2016
Raccolta di appunti del conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) delle lezioni sul terzo e quarto libro del Libri magistri sententiarum (delle Sentenze di Pietro Lombardo) di Hubertus Morus (Hubert Meurier, 1535-1602). La lezione sul terzo libro (pp. 7–109) si svolse dal 22 aprile al 27 giugno 1566, quella sul quarto libro (pp. 199–433) dal 7 maggio al 14 (19?) agosto 1566. Gli appunti delle lezioni sono rilegati in una legatura di pelle di vitello parigina che porta una nota di possesso impressa in oro.
Online dal: 23.06.2016
Raccolta di appunti trascritti dal conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) e da un suo non noto compagno, delle lezioni del gesuita spagnolo Giovanni Maldonato (professore di filosofia al Collegio Clermont dal 1564 al 1565 e di teologia dal 1565 al 1569) e di Giacomo Valentino (professore di teologia al Collegio Clermont dal 1565 al 1569). Gli appunti delle lezioni contengono, oltre ad una introduzione alla teologia, un commento ad Aristotele di Giacomo Valentino (Annotationes in libros Ethicorum). Il volume è rivestito da una rilegatura parigina in pelle di vitello sul quale è impresso un ex-libris in oro.
Online dal: 15.04.2010
Raccolta di appunti del conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) delle lezioni sul primo e secondo libro del Libri magistri sententiarum (delle Sentenze di Pietro Lombardo) di Hubertus Morus (Hubert Meurier, 1535-1602). La lezione sul primo libro (pp. 7–178) si svolse dal 15 ottobre (?) 1565 al 31 gennaio 1566, quella sul secondo libro (pp. 279–401) dal 4 febbraio al 10 aprile 1566. Tra questi (pp. 181–189) si trova un breve testo De Unione Hypostatica Verbi, pp. 181–183, non scritto dall'Enk (la sua mano ricomincia dalle ultime tre parole a p. 183). Gli appunti delle lezioni sono rilegati in una legatura di pelle di vitello parigina che porta una nota di possesso impressa in oro.
Online dal: 23.06.2016
Il volume raccoglie gli appunti del monaco di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) studente a Parigi, su una lezione dal tema De eucharistia. Il corso si tenne tra il 27 gennaio e l'11 maggio 1568 nel Collegio gesuitico Clermont di Parigi. Nel volume trovano posto anche delle sentenze del professore gesuista Johannes Maldonatus (professore di teologia al Collegio Clermont dal 1565 al 1569), così come dei motti dello studente Maurizio Enk come per es., all'interno della coperta anteriore, Min Hoffnung und Vertrauwen / will ich allzit uf Gott bauwen. Questo manoscritto è il secondo di tre volumi ordinati cronologicamente contenenti le trascrizioni delle lezioni di Maurizio Enk (vol. 1: Cod. Sang. 1122, Annotationes al Vangelo di Matteo di un Dr. Sorbanicus e commento di Johannes Maldonatus al quarto volume delle sentenze di Pietro Lombardo del 15 luglio 1567 fino al 27 gennaio 1568; vol. 3: Cod. Sang. 1120, Annotationes alle lezioni sul tema De eucharistia, de missa eiusque ceremoniis dell' 11 maggio 1568).
Online dal: 26.09.2017
Raccolta di appunti delle lezioni del gesuita spagnolo Giacomo Valentino (professore di teologia al Collegio Clermont dal 1565 al 1569) sull'Etica di Aristotele, trascritti dal conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575).
Online dal: 15.04.2010
Raccolta di appunti del conventuale, e più tardi abate di S. Gallo, Joachim Opser (1584-1594, abate 1577-1594) in due parti, ognuna con paginazione indipendente, delle lezioni del gesuita spagnolo Johannes Marianus (Juan de Mariana, 1536-1624) su Tommaso d'Aquino (pp. 15-260) e sulle Sacre Scritture (In universam sacram scripturam … eisagoge, pp. 1–116). Un'altra copia dell'ultima lezione, scritta da Maurizio Enk (1538-1575), si trova nel Cod. Sang. 1115, pp. 33-269.
Online dal: 22.03.2018
Raccolta di appunti dalle lezioni del gesuita spagnolo Giacomo Valentino (professore di teologia al Collegio Clermont dal 1565 al 1569) sulla raccolta di scritti di Aristotele che vanno sotto il titolo di Organon, trascritti da Joachim Opser († 1594, conventuale di S. Gallo, abate dal 1577).
Online dal: 15.04.2010
Raccolta di appunti di lezioni trascritte non come si supponeva finora da Joachim Opser ma dal conventuale di S. Gallo Maurizio Enk (1538-1575) e da vari suoi sconosciuti compagni. Il volume contiene, oltre a commenti su Aristotele del gesuita spagnolo Giovanni Maldonato (professore di filosofia al Collegio Clermont dal 1564 al 1565 e di teologia dal 1565 al 1569), di Giacomo Valentino (professore di teologia al Collegio Clermont dal 1565 al 1569) così come del gesuita scozzese Jacobus Tyrius (professore di teologia e filosofia al Collegio Clermont), altri testi sull'Aritmetica e la Geometria in parte anonimi.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto, iniziato nel 1551 dal principe-abate Diethelm Blarer (1530-1564; stemma colorato a p. 2) e (nella prima parte) continuato fino al 1571, è composto di tre parti. All'inizio (pp. 5-50) si trovano delle trascrizioni di certificati di ammissione alla cura delle anime da parte di conventuali di S. Gallo nell'area della diocesi di Costanza; redatto tra il 1551 e il 1571 dalla cancelleria vescovile a Costanza. Nella seconda parte (pp. 131-134) viene descritta la posa della prima pietra della nuova biblioteca rinascimentale del monastero di S. Gallo il 6 luglio 1551; vengono ricordati i nomi di tutte le persone presenti alla cerimonia festosa. La biblioteca rinascimentale venne terminata nel 1553 e tra il 1758 ed il 1767 sostituita da quella tardobarocca. La terza parte (pp. 181-183) tratta della realizzazione di una grande croce d'altare d'argento da parte dell'orafo Thomas Gennius di Wil, che l'abate di S. Gallo Diethelm Blarer fece realizzare nel 1553 e che lasciò trasportare dallo sculptor (scultore?) Heinrich Reissi di Rapperswil e attivo a Wil, sulle spalle in un viaggio di sei ore. Vengono menzionate anche le reliquie conservate in questa croce. Le tracce della croce si perdono nell'ambito della liquidazione dei beni del monastero sangallese dopo la soppressione del monastero avvenuta nel 1805. Tra le tre parti e a alla fine vi sono numerose pagine bianche (pp. 51-130; pp. 135-178; pp. 184-194).
Online dal: 13.10.2016
Il manoscritto è stato redatto nel 1583, sotto l'abbaziato del principe-vescovo Joachim Opser (1577-1594), dal cantore Johannes Strang († 1588; professione 1580) morto in giovane età, sulla base di annotazioni di Padre Heinrich Keller. Descrive, per la maggior parte in latino ma spesso in lingua tedesca, gli usi riguardanti i servizi divini nell'abbazia di S. Gallo per tutto l'anno, dal 1 gennaio al 31 dicembre. Questo Directorium cultus divini è una delle fonti più importanti per la conoscenza della liturgia monastica nel monastero nel periodo successivo alla riforma. Vi vengono ricordate le preghiere e i canti da recitare e cantare nei singoli giorni, oppure l'ordine delle processioni liturgiche (persino separatamente nel caso di brutto o cattivo tempo). Il volume contiene indicazioni sulla decorazione della chiesa e molte notizie interessanti dal punto di vista storico artistico, come per es. quelle relative alla pratica in uso a S. Gallo per la nomina di un abbas scholasticus. A p. 1, accanto ad un elenco di anniversari, si trovano anche delle notizie storiche riguardanti vari avvenimenti interni al monastero. Il volume fu continuato fino al 1606.
Online dal: 23.06.2014
Il manoscritto, copiato dal monaco di S. Gallo Jakob an der Rüti (1562-1615) forse per uso privato, contiene nella prima parte (f. 1r-125r) dei responsori per le feste solenni dell'anno liturgico, con melodie in notazione gregoriana di tipo tedesco ("Hufnagelnotation") e spesso con indicazioni per le processioni. Alla fine si trovano indicazioni sul luogo di svolgimento di alcuni vespri (f. 126r-128r), altre indicazioni per l'ordine delle processioni (f. 128v-136v), melodie per la dossologia (f. 128v-140v), indiazioni per il vespro dell'abbas scholasticus nel giorno di s. Giovanni e alla vigilia della festa della circoncisione (f. 140v-147v), così come delle orazioni per le processioni (f. 150r-155v). Jakob an der Rüti ha decorato il manoscritto con alcuni goffi disegni a penna e bordure (decorazioni a piena pagina al f. 1r, 58v-59r e 77v-78r, inoltre rappresentazioni figurate nelle iniziali). Si nomina al f. 126r con le iniziali (F.I.A.R.), a f. 125r con il nome completo (eraso, leggibile con luce UV: Per me fratrem Jacobum An der Rüti …um Anno 1582).
Online dal: 23.06.2014
Il manoscritto fu acquistato nel 1779 dal monaco sangallese Gall Metzler (1743-1820), parroco a Ebringen nei pressi di Friburgo, parrocchia appartenente a S. Gallo. Contiene delle istruzioni liturgiche per l'anno liturgico, divise in due parti (de tempore e de sanctis). Scritto in tedesco, il suo scopo è quello di evitare l'ignoranza (‘vnwißenheit') in materia liturgica. Le informazioni riguardanti le collette sono state tralasciate sia per mancanza di spazio sia per il fatto che solo i preti abbisognavano di queste informazioni. Ciò può far pensare che il manoscritto era stato scritto per delle monache (nonostante venga mantenuta la forma al maschile). Rimane da appurare a quale fonte si rifaccia il testo menzionato nel prologo come 'Index'.
Online dal: 17.12.2015
Il manoscritto contiene un certo numero di testi normativi dal monastero cistercense femminile di Günterstal, scritti in parte in tedesco e in parte in latino. Inizia con un trattato sulla simonia, in latino e tedesco, scritto dal ‘brůder Johannes' e dedicato a ‘der erwurdigen frowen von Mulhein', presumibilmente Veronica von Mülheim, badessa del monastero dal dicembre 1504 alla sua morte nel maggio 1508. Johannes potrebbe essere stato un monaco di Tennenbach, il monastero cistercense che aveva la responsabilità della cura animarum delle monache. Il resto del manoscritto contiene un certo numero di traduzioni di testi normativi per l'ordine cistercense, tra cui il Liber definitionum e l'Ecclesiastica Officia. La traduzione in tedesco e l'inserimento unicamente dei capitoli più rilevanti evidenzia l'utilizzo da parte delle monache. Molti di questi testi sono attestati anche nel monastero femminile cistercense di Lichtenthal nei pressi di Baden Baden. Nonostante il monastero non sia mai stato formalmente riformato, il manoscritto indica degli impulsi riformatori nella prima parte del XVI secolo. Il manoscritto fu acquistato nel 1782 dal monaco sangallese Gall Metzler (1743-1820), parroco a Ebringen nei pressi di Friburgo, parrocchia appartenente a S. Gallo.
Online dal: 17.12.2015
Il manoscritto è stato scritto da Jodocus Lorichius (1540-1612), professore di teologia presso l'università di Friburgo, per le monache cistercensi di Günterstal. Venne dedicato alla badessa del monastero, Maria Störin von Störenberg. Dopo il prologo di Lorichius riguardante l'utilità delle cerimonie liturgiche, l'autore fornisce alle monache la traduzione tedesca di due dei testi fondamentali dell'ordine cistercense del XII sec.: l'Exordium Cistercii, la narrazione dei primi avvenimenti dell'ordine, e l'Ecclesiastica Officia, una raccolta di regole per la vita liturgica e monastica. Egli conclude con una breve giustificazione sui motivi per i quali i cistercensi recitino i Sette salmi penitenziali al venerdì. Fa seguito una raccolta di statuti (l'Usus Conversorum) per i fratelli laici, tradotta in tedesco. Lorichius dedicò quatto libri a stampa alle monache di Günterstal tra il 1581 ed il 1598, tutti in tedesco, e questo manoscritto deve essere visto come parte di questa ampia relazione.
Online dal: 17.12.2015
Il piccolo libro di preghiere dell'abate Otmar Kunz (1564-1577), che presenta su alcune pagine una ricca ornamentazione (fiori, tralci, animali), fu scritto e decorato nel 1574 da un artista sconosciuto. Degne di nota sono soprattutto le due miniature a piena pagina. A p. 4 l'abate in abiti festivi è inginocchiato in un paesaggio con città, colline e alberi, sopra di lui il Padre con il globo terrestre, la mano alzata in segno di benedizione. A p. 10 l'abate di S. Gallo, vestito di una semplice tonaca, è inginocchiato con Maria e Giovanni sotto la croce con il Cristo. Il libro di preghiere contiene (da p. 11) i cosiddetti 5 salmi della Passione (Ps 22, 31, 55, 69, 109). A questi si aggiungono i 15 salmi del graduale, le vigilie dei morti e i sette salmi penitenziali con le litanie per tutti i santi. Dopo la morte dell'abate Otmar, un copista con le iniziali FVF ha aggiunto una preghiera (pp. 105−109); si tratta forse del frate Ulpianus Fischer di Überlingen, entrato nel monastero di S. Gallo nel 1583. Il libro di preghiere dell'allora abate appartenne nel 1594 al monaco sangallese Georg Spengler, nativo di Wil († 1609). Nel 1599 il codice ricevette l'attuale legatura con delle impressioni a secco.
Online dal: 22.06.2017
Il Cod. Sang. 1398a è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2003 al 2004 l'ampio volume Cod. Sang. 1398a è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 14 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1398a.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1398a, fascicolo 1, pp. 1-2). Il primo fascicolo del Cod. Sang. 1398a contiene nove frammenti di testi biblici e uno documento (p. 25-26). Risalgono al periodo compreso tra il VIII fino al XV/XVI secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto di grande formato, che forma un solo volume con il Cod. Sang. 1758, è costituito da due parti. La prima parte (p. 1-214) del 1473 (datazione nell'iniziale a p. 1) venne integrata nel secolo XVI/XVII dalla seconda. Entrambe le parti però non sono complete, spesso inoltre sono state cancellate delle sezioni e sostituite con altre. Il volume raccoglie i canti per la messa - Proprium de sanctis, Commune sanctorum, Ordinarium missae (in parte con tropi), sequenze e Tractus- con notazione gregoriana di tipo tedesco ("Hufnagelnotation") in un sistema con 5 linee. Insieme al Cod. Sang. 1758 offre la più antica e sistematica notazione sangallese di sequenze su linee di note. In alcune pagine si trova una decorazione costituita da bordure e iniziali, in parte con rappresentazioni figurate. Il manoscritto venne custodito fino al 1930 nella biblioteca del coro (prima del monastero, più tardi della cattedrale di S. Gallo).
Online dal: 07.10.2013
Il manoscritto di grande formato, che forma un solo volume con il Cod. Sang. 1757, contiene dei canti per la messa – Proprium de tempore, Ordinarium missae (in parte con tropi), sequenze e messe votive - in notazione gregoriana di tipo tedesco ("Hufnagelnotation") in un sistema con quattro linee. Spesso delle parti sono state cancellate e sostituite con altre. Insieme al Cod. Sang. 1757 offre la più antica e sistematica notazione sangallese di sequenze su linee di note. In alcune pagine si trova una decorazione costituita da iniziali (alcune squisite con immagini in parte con oro in foglia) e bordure marginali. Nella legatura pesanti cantonali con teste di animale ed esseri favolosi. Il manoscritto venne custodito fino al 1930 nella biblioteca del coro (prima del monastero, più tardi nella cattedrale di S. Gallo).
Online dal: 07.10.2013
Graduale de tempore commissionato dal principe abate Franz Gaisberg (1504-1529, stemma p. 1) e miniato dall'artista di Augusta Nikolaus Bertschi (iniziali, miniature e bordure con tralci e animali). Il cartiglio a p. 55, che termina con etc. 156, fornisce forse una falsa indicazione sulla datazione (1506 o 1516?). I canti per la messa presentano una notazione gregoriana di tipo tedesco. Il codice costituisce il più grande manoscritto della biblioteca dell'abbazia di S. Gallo. In origine era ancora più grande ma le pagine sono state fortemente rifilate in occasione di una nuova rilegatura, come si può vedere dal margine ripiegato di p. 1 o dalla bordura tagliata di p. 444. Legatura con pesanti borchie su fondo di velluto.
Online dal: 22.06.2017
Manoscritto composito contenente prediche ed istruzioni spirituali, scritto nel convento delle domenicane di S. Caterina di S. Gallo intorno al 1487 dalla priora Angela Varnbüeler. Il volume contiene tra l'altro una dettagliata predica su santa Chiara di Assisi nella quale è introdotta la sua vita, una lettera aperta di un padre al figlio spirituale attribuito ad una frate francescano, una predica sulla sofferenza, la morte ed i sacramenti (quale interpretazione di Giovanni 16,21) ed una meditazione Von der Maß des gaistlichen Crutz falsamente attribuita ad Anselmo di Canterbury.
Online dal: 07.10.2013
Libro di preghiere tardomedievale. Contiene nella prima parte un ufficio per Maria incompleto (ff. 1r-45v) con varianti per l'avvento e il tempo tra Natale e la Candelora (ff. 46r-51v), le Assoluzioni, le Benedizioni, le Orazioni e altre brevi orazioni (ff. 51v-68r). All'ufficio dei morti (ff. 69r-98v) con il vespro, la vigilia e le orazioni per tutto l'anno di preti, abati e di altri morti, fanno seguito orazioni di indulgenza (ff. 99r-111v). Sono andati perduti l'inizio dell'ufficio per la Madonna così come il calendario che forse precedeva il testo. Fa pensare ad una provenienza dal monastero di S. Gallo soprattutto il fatto che oltre a Maria e Benedetto vengano ricordati i santi di S. Gallo, Gallo e Otmaro (ff. 56r-56v; ff. 58r-58v). Il manoscritto, vergato in scrittura gotica, è decorato da numerose iniziali con oro in foglia e da alcune pagine con fregi vegetali nei margini. L'inizio dell'ufficio dei morti (f. 69r) è adornato da una piccola miniatura con un catafalco attorniato da due monaci benedettini, dei quali uno regge un libro di preghiera nelle mani. Da notare la legatura in pelle, che venne creata da un maestro del cuoio sconosciuto, con il monogramma S. Sulla coperta sono raffigurati i due principi degli apostoli Pietro (coperta anteriore, con libro e chiavi) e Paolo (coperta posteriore, con libro e spada), circondati da un ricco ornamento vegetale. La biblioteca abbaziale di S. Gallo poté acquisire questo manoscritto nel giugno 2006 in una vendita di Christie a New York dalla collezione del fabbricante di birra americano Cornelius J. Hauck (1839-1967) di Cincinnati (ex-libris nella copertina interna anteriore).
Online dal: 23.09.2014
Questo martirologio-inventario della chiesa di S. Stefano di Torre in Valle di Blenio (Ticino) venne allestito nel 1568, su incarico dei vicini di Torre e Grumo, per sostituire un esemplare più antico. Contiene l'elenco degli annuali, cioè delle celebrazioni annuali dell'anniversario di morte dei defunti della chiesa, l'inventario dei beni mobili e immobili della chiesa, della monacharia e della luminaria. Il volume è introdotto da un disegno acquarellato raffigurante il patrono della chiesa, s. Stefano.
Online dal: 13.12.2013
L'origine di questo manoscritto, nella regione della frontiera settentrionale francese e fiamminga, può essere determinata dalle sue caratteristiche liturgiche, dalla sua legatura in cuoio a disegni stampati e dall'iscrizione Robiers Plovrins, come pure da un paragone con manoscritti stilisticamente simili. Un altro Libro d'ore, decorato dallo stesso artista, è conservato a Claremont vicino a Berkeley, California (USA). Questo esemplare è un'imitazione abbastanza rozza dello stile dello scriba e miniatore Jean Markant, il quale era piuttosto popolare verso il 1500 a Lilla. Il committente di questo volume non è conosciuto.
Online dal: 08.06.2009
Questo Libro d'ore, in un formato lungo e stretto, è un vero libro da tasca. La struttura delle miniature, con elementi architetturali, volute incoronate , putti e ghirlande, mostra una chiara influenza del Rinascimento. Questo manoscritto è illustrato con 16 miniature a piena pagina e 21 più piccole e più semplici di una mano diversa. Una delle illustrazioni a piena pagina mostra le armi della persona che ha commissionato il libro: si tratta di un certo Michel de Champrond (morto il primo agosto 1539), Signore di Ollé, consigliere e tresoriere del re. Questo indicherebbe che una persona nota, non di nobile nascita, ma presente alla corte, possedeva un libro di preghiere elaborato, riccamente decorato e parzialmente personalizzato, realizzato in un'atelier di manoscritti di media qualità al più tardi negli anni 1530, quando i Libri delle ore stampati erano già largamente disponibili.
Online dal: 08.06.2009
Questo oggetto testuale estremamente insolito contiene tre pastiche di iniziali colorate e dodici miniature fiamminghe della seconda metà del XVI secolo ritagliate e incollate su fogli di pergamena più recente, quindi ridisposte nel corso del XIX secolo: le immagini frutto di tale combinazione risultano come fossero dipinte su un passe-partout. Le miniature sono state tratte da un libro di devozione privata appartenuto ad Anna di Cleves (1515-1557).
Online dal: 31.07.2007
Manoscritto cartaceo: vi si rappresentano comportamenti moralmente e socialmente negativi attraverso l'uso di illustrazioni tratte da episodi sia di storia biblica, antica e medievale che da opere contemporanee, sulle maniere e le abitudini da tenere in società. L'ultimo terzo di ogni pagina contiene un proverbio in rima che allude alla virtù cristiana che è il corrispondente positivo di ciascun comportamento negativo.
Online dal: 26.04.2007
Il manoscritto cartaceo - un Liber Amicorum per Ladislao von Törring - contiene 49 immagini di costumi tradizionali e quattro con stemmi: tutti acquerelli in buona qualità e probabilmente di una sola mano. I costumi mostrano per lo più persone di alto rango, provenienti soprattutto dalla Francia (Parigi), dalla Spagna e dal Veneto. Sono raffigurati anche mezzi di trasporto contemporanei come navi e carrozze. Alcune delle persone raffigurate sono identificate da didascalie in francese e in italiano. Aforismi e dediche, per lo più in latino, sono aggiunti in sette pagine. Il dedicatario è Ladislao von Törring (1566-1638), barone di Stein e Pertenstein, rettore dell'Università di Ingolstadt, parente della famiglia reale bavarese.
Online dal: 19.03.2020
Collezione di preghiere in tedesco, verosimilmente trascritta per un patrono laico (1500-1520 circa).
Online dal: 26.04.2007
Elenco del patrimonio degli abitanti dei comuni di Bergün, Filisur, Latsch e Stuls, elencati dall'allora notaio pubblico, cancelliere, più tardi landamano e poi parroco, Tumesch Zeuth; rinnovato circa ogni 10 anni, prima in tedesco, verso la fine anche in romancio. Importanza non provata chiaramente; eventualmente servì in origine quale base per il finanziamento del riscatto del vescovo di Coira nel 1537, più tardi anche chiave di ripartizione delle entrate dei comuni, tra i quali dalle magistrature valtellinesi, dalle pensioni, dalle tasse doganali sulle merci e le strade, ecc. Il più antico manoscritto oggi conosciuto da Bergün. Di proprietà di Werner Dübendorfer di Eglisau. Il volume che ne costituiva la continuazione, che andava probabilmente fino al 1799, è scomparso.
Online dal: 14.12.2017
Libro d'ore in latino e francese scritto a Parigi nel secondo quarto del sec. XV ma miniato intorno al 1490 a Parigi o forse a Tours da vari artisti che si sono divisi il lavoro. Due miniature, l'ornamentazione del calendario e dell'Ufficio dei Morti sono opera di un artista della cerchia del Maître François, uno stretto collaboratore del Maestro di Jacques de Besançon che vi celebra Notre-Dame di Parigi in una veduta di questa città (f. 93r). I colori luminosi e le forme monumentali delle altre miniature rivelano l'influsso di Jean Bourdichon di Tours che va forse visto quale supervisore del Maestro della Chronique Scandaleuse, qui attivo in età giovanile.
Online dal: 20.12.2012
Libro d'ore all'uso di Roma con calendario in francese. Le miniature sono incorniciate da cornici popolate di piante eseguite con grande precisione botanica. Costituisce un esempio completo dell'epoca tarda della illustrazione dei libri d'ore francesi. E' stato miniato da un importante maestro di questa fase finale della miniatura francese, influenzato dal Maestro di Claude de France e da identificare nell'appena riconosciuto Maestro del Boezio Lallemant. Nelle piccole immagini dei margini gareggia con Jean Bourdichon, che ha introdotto l'ornamentazione vegetale realistica nella decorazione marginale nelle Grandes Heures di Anna di Bretagna e in altri capolavori, ma si orienta anche alla miniatura fiamminga dell'epoca. Sul f. 1r si legge il nome di Agnès le Dieu, proprietaria del codice nel 1605.
Online dal: 20.12.2012
Libro d'ore all'uso di Roma con calendario contenente una scelta di santi per Langres. Miniato e datato al 1524 da un Maestro di Bénigne Serre, dal nome del committente, un alto funzionario del re in Borgogna. Si tratta di un miniatore finora sconosciuto della cerchia del «1520 Hours Workshop» che inserisce le miniature in una cornice architettonica rinascimentale o che popola i bordi con fiori ed animali naturalistici. Contiene una serie di immagini unusuali per i Libri d'ore, quale per es., alle Laudi nell'Ufficio della Madonna, l'Incontro di Gioacchino ed Anna davanti alle porte di Gerusalemme invece della consueta scena della Visitazione. Il codice appartenne nel XVII sec. alla famiglia Bretagne di Digione, i cui membri trascrissero su alcuni fogli di carta aggiunti un «Livre de raison».
Online dal: 20.12.2012
Oltre all'inusuale codice per il re Carlo VIII, qui descritto con la collocazione Utopia Cod. 111, esiste un secondo Libro d'ore, dipinto dallo stesso artista. È rimasto incompleto nella decorazione dei margini, e non tutte le grandi immagini seguono il canone usuale per i Libri d'ore ma mostrano al contrario dei motivi non convenzionali. In entrambi i manoscritti spicca il motivo dell'Albero di Adamo che unisce otticamente i due volumi e che non si trova in altri codici dello stesso miniatore. Anche le quasi identiche dimensioni dei fogli suggeriscono che possa trattarsi di due volumi collegati, prodotti per il re ad una certa distanza di tempo. La morte prematura ed inaspettata di Carlo VIII dopo un incidente nel castello di Amboise potrebbe costituire la spiegazione del perché questo secondo manoscritto non venne completato.
Online dal: 13.10.2016
Dopo che il consiglio cittadino di San Gallo abolì, il 2 maggio 1528, la clausura del convento delle suore domenicane a S. Caterina e il convento si chiuse gradualmente, soltanto Regula Keller e due altre sorelle restarono negli edifici del convento, dove continuarono a lavorare fino al 1543, trascrivendo la Regola di Agostino e le Costituzioni dell'ordine dei predicatori. La lettura della Regola e delle Costituzioni fu poi fortemente accentuata nei conventi riformati, conformemente al carattere della loro osservanza religiosa.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto, che nelle ricerche storiche precedenti era definito col nome di «Chronik», è il «Konventsbuch» del convento di S. Caterina di S. Gallo (61r:...und sol dis also in des convents buoch gesetz werden...). Vi si trovano, in ordine cronologico, registrazioni relative agli interessi economici del convento. Il manoscritto venne iniziato in occasione della Riforma, quando il monastero passò da proprietà singola a proprietà comuitaria. Così il «Konventsbuch» permise alla comunità di suore di ottenere ragione sui propri diritti relativi ai beni amministrati ed informazioni su quanto rimasto di quelli prima in loro possesso. Nel manoscritto hanno trovato posto informazioni sull'attività edilizia, sulle dotazioni, sullo Scriptorium, sulle vertenze giuridiche, sulle donazioni, informazioni su singole sorelle, sulla cura delle anime o lavori in genere, così come sporadicamente notizie sulla storia del convento.
Online dal: 31.07.2009
Manoscritto contenente vari testi di contenuto liturgico e ascetico. Il volume è stato copiato da varie mani più o meno esperte, delle quali una appone la data .I.5.I.3. con le iniziali J. ae. (c. 47v) e un'altra solo le iniziali J. h. L. (c. 101v). Funge da coperta una pergamena contenente un atto del vescovo di Costanza del 1441.
Online dal: 04.10.2018
La prima parte del codice contiene due prediche sulla carità tradotte dal latino e vergate nel 1589 da un copista che si firma F. C. A. (c. 7v). Il resto del manoscritto è opera di due diversi copisti operanti nella seconda metà del XV secolo e contiene una predica per ordini religiosi (cc. 8r-30r) e un trattato su peccati e pentimento (cc. 31r-49r). Quale copertina è stata usata la pagina di un calendario (novembre/dicembre, XIV sec.) che presenta alcune note obituarie.
Online dal: 04.10.2018
Descritto ai ff. Ir-Ixxxjv: un catalogo dei fondi, delle tenute e delle proprietà terrene insieme con delle informazioni sulla loro produttività e sui redditi generati; dopo il f. 84 è inserito un fascicolo contenente un registro, in una mano del 1600 circa, con un lista in ordine alfabetico, situata nella parte destra.
Online dal: 31.07.2009
Il rito romano, generalmente noto come Nussah Roma, costituisce la più antica sequenza di preghiere al di fuori dell'antico territorio di Israele e di Babylonia, e riprende molte tradizioni della Palestina. L'ornamentazione del manoscritto include molte iniziali in un riquadro decorato a penna con disegni geometrici e floreali, solitamente ad inchiostro rosso e blu. La pagina di apertura miniata contiene la parola iniziale Ribbon (Maestro [di tutti i mondi]), collocata in un riquadro rettangolare con decorazione a penna filigranata rossa e blu e lettere dorate. Nel margine inferiore si trova uno stemma di famiglia non identificato che rappresenta un leone rampante. Il manoscritto è vergato da Samson ben Eljah Halfan, un membro della famiglia di copisti e studiosi Halfan, i cui antenati appartengono ad un gruppo di ebrei espulsi dalla Francia nel 1394, e che trovarono rifugio in Piemonte, nell'Italia del nord.
Online dal: 13.10.2016
Questa raccolta di undici documenti, riguardanti la condanna e la distruzione del Talmud, è collegata ad uno dei periodi più bui della storia del libro ebraico. La collezione costituisce un resoconto più o meno cronologico degli avvenimenti e fece parte probabilmente degli atti di un inquisitore veneziano. Sono qui riprodotti i regesti di sei lettere papali dal 1518 al 1537, nelle quali Leone X, Clemente VII e Paolo III concedono a Daniel Bomberg di stampare libri in ebraico a Venezia. Vengono inoltre presentati dei documenti con le istruzioni per la ricerca di contenuti eretici nei libri ebraici da parte di ebrei convertiti, copie di importanti decreti pontifici, e rapporti sugli avvenimenti in corso a Roma e Venezia.
Online dal: 22.03.2017
L'opera è datata Venezia, 3 Adar 5324 (15 febbraio 1564) ed è quindi il primo esempio datato di un rotolo di Ester interamente illustrato. È stato realizzato da Stellina e quindi costituisce l'unica megillah di epoca moderna che sappiamo essere stata creata da una donna. La pergamena inizia con le benedizioni, cui fa seguito il testo collocato tra le arcate. Le colonne di testo sono affiancate da cariatidi che reggono sulla testa vasi antichi, urne o lampade a olio. Nella settima, tredicesima e diciannovesima arcata, le cariatidi sono sostituite da un satiro e una figura femminile con zampe animali. Tutte le illustrazioni contengono lumeggiature d'orate. Stile e motivi corrispondono al linguaggio pittorico del contemporaneo manierismo.
Online dal: 10.12.2020
La prima parte (1-XX) di questo manoscritto cartaceo illustrato contiene le raffigurazioni di personaggi della casa d'Asburgo, inginocchiati in posizione devota e con i rispettivi stemmi. Esse riprendono le rispettive immagini presenti nelle vetrate della chiesa di Königsfelden (1325-1340) fondata in onore di Alberto I di Asburgo (assassinato nel 1308) dalla vedova Elisabetta ed ora parzialmente perse. Prototipo di questo ciclo di immagini a carattere dinastico è l'Ehrenspiegel des Hauses Österreich commissionato ad Augusta tra il 1555 ed il 1559 da Johann Jakob Fugger e di cui esistono varie copie a Vienna (ÖNB, Cod. 8614), Monaco (BSB Cgm 895, Cod. icon. 330), Lucerna (ZHB Ms. 124 fol.). Nella seconda parte (XXI-203) sono ritratti, con armatura e rispettivo blasone, i cavalieri caduti con Leopoldo III nella battaglia di Sempach (1386).
Online dal: 09.04.2014
Il libro di famiglia dei signori di Hallwil, conosciuto anche come Turnierbuch, è una raccolta di cronache di famiglia, raffigurazioni di tornei e di stemmi. Scritto su carta nella seconda metà del sec. XVI, sostituisce probabilmente un esemplare più antico. All'interno della coperta anteriore si trovano gli stemmi di Burkhart von Hallwil e delle due mogli Judith von Anwil e Margaretha von Löwenberg. Alle pp. 4-10 è trascritta una versione tarda del racconto Ring von Hallwil, una saga riguardante i pericoli e la relativa salvaguardia dell'eredità degli Hallwil. Seguono, alle pp. 11-17, testi riguardanti la storia della famiglia ed una seconda versione, più antica, del racconto Ring von Hallwil (pp. 19-21). Ad una serie di pagine bianche fanno seguito sei stemmi vuoti (pp. 48-50) che erano stati preparati per i tre fratelli Thüring I. von Hallwil († 1386) e Katharina von Wolfurt, Walter V. († dopo il 1370) e Herzlaude von Tengen, "Hemann" (Johannes IV., † 1386) e Anna vom Hus. A p. 51 si vede una veduta della sede della famiglia ad Hallwil. Seguono ritratti di Caspar (p. 54) e Burkhart von Hallwil (p. 55), scene di torneo (pp. 56-59) e raffigurazioni inerenti la saga del Ring von Hallwil (pp. 60-66). Alla fine del manoscritto altri stemmi dei signori di Hallwil e delle consorti (pp. 68-96), gli ultimi solo disegnati a matita ma non completati (pp. 97-118). Il manscritto è stato donato al Museo Nazionale Svizzero nel 1907 dal conte Walther von Hallwil - ultimo abitante del castello - e dalla moglie Wilhelmine. Una seconda versione si conserva nella Biblioteca universitaria di Basilea (Ms. H I 10).
Online dal: 09.04.2014