Questo codice contiene alle cc. 1r-73r le Retractationes di Agostino, introdotte da una ricca iniziale decorata che si estende lungo tutto il margine. All'inizio del Liber de poenitentia a c. 73r si trova una piccola ma artistica iniziale con il motivo di un'aquila. Il testo di entrambe le opere è stato scritto dalla stessa mano ed è accompagnato da numerose linee rubricate e da semplici iniziali decorate. L'unica nota di possesso a c. 110v è di epoca tarda, le caratteristiche del manoscritto sono però tipiche per i volumi realizzati per la biblioteca di Engelberg all'epoca dell'abate Frowin (1143-1178).
Online dal: 04.10.2011
Il libretto dell'eterna Sapienza ("Büchlein der ewigen Weisheit") del frate e mistico domenicano Enrico Susone (1295-1366). È il piu antico testimone di tale opera e, come tale, è anche la testimonianza più antica pervenutaci di Susone. Probabilmente trascritto poco dopo la sua morte.
Online dal: 31.07.2007
Con il breve "Büchlein der ewigen Weisheit" il domenicano Enrico Susone (1295-1366) ha creato un'opera che ebbe vasta diffusione nel tardo medioevo. Il codice 153 appartiene al fondo di manoscritti del monastero femminile di S. Andrea di Engelberg e rappresenta, con il cod. 141, un antico testimone del testo.
Online dal: 18.12.2014
Primo volume di una raccolta eterogenea dal punto di vista codicologico di gruppi o singoli fascicoli, contenente la versione in tedesco di prediche costituita alla fine del XIV o all'inizio del XV sec. e destinata all'uso nel monastero femminile di S. Andrea a Engelberg. Con il Cod. 336 rappresenta il più antico testimone per il corpus delle «Engelberger Predigten» (prima conosciuto con il nome di «Engelberger Prediger»). Una predica venne scritta al più tardi nel 1383 dal plebano di Stans Bartholomäus Fridower. Nel 1615 le benedettine di S. Andrea portarono con loro nella nuova sede di Sarnen i due volumi conplementari Cod. 335 e Cod. 336 (probabilmente un terzo è andato perso), così come il Cod. 337 e almeno altri 24 manoscritti; dal 1887 i volumi si trovano nella biblioteca di Engelberg.
Online dal: 21.12.2010
Il Cod. 337 contiene uns raccolta di nove sermoni per la Pasqua in tedesco dal corpus delle «Engelberger Predigten» (prima conosciuto sotto il nome di «Engelberger Prediger»), redatta probabilmente tra il 1415 ed il 1420. Offe un complemento alla raccolta di sermoni contenuta nei manoscritti di Engelberg Cod. 335 e Cod. 336. Nel 1615 le benedettine di S. Andrea si sono trasferite a Sarnen portando con loro questo volume, il Cod. 335 e il Cod. 336 (un terzo è probabilmente andato perso) e almeno 24 altri manoscritti; dal 1887 i volumi sono conservati nella biblioteca di Engelberg.
Online dal: 21.12.2010
La parte principale del manoscritto consiste nell'Antiphonale. I canti per la messa per l'anno liturgico e per le feste dei santi (ff. 3v-83v), in gran parte con neumi, sono stati completati con dei canti per le processioni, litanie e con un sequenziario (ff. 83v-109r). Rilegati all'inizio (ff. 1r-2v) ed alla fine (ff. 109r-122v) ci sono delle aggiunte del sec. XIII, tra cui una sequenza in lingua tedesca con neumi dedicata a Maria (fol. 115r) e un'elegia sulla morte del re svevo Filippo di Svevia assassinato nel 1208 (fol. 117v).
Online dal: 23.09.2014
Questo commento di Pascasio Radberto al Libro delle lamentazioni di Geremia venne trovato nel 1963, insieme ad altri 9 manoscritti, nel corso di lavori di costruzione in una intercapedine nella biblioteca di Engelberg. Sulla base dei versi trascritti a c. 1r il manoscritto può essere attribuito alla biblioteca dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1187). Le caratteristiche del ductus e della decorazione corrispondono ai volumi di Frowin: dal testo ad inchiostro marrone scuro fino alle iniziali talvolta ritoccate in rosso, incipit ed explicit rubricati, semplici iniziali ad inchiostro rosso e iniziali decorate con tralci vegetali e motivi a bulbo in vari colori (2r, 40v, 73r, 126r, 163r).
Online dal: 04.10.2011
Scomparso per vari secoli, il manoscritto è stato ritrovato, unitamente ad altri codici (tra questi i codd. 1003, 1005, 1007, 1009) nel corso di lavori edili in un interstizio nel soffitto della biblioteca abbaziale di Engelberg. Il motivo che aveva portato al loro occultamento– protezione da furti o da un'altro tipo di minaccia – rimangono sconosciuti. In ragione della sua confezione e del verso a c. 1r, il manoscritto può essere collocato nella serie di volumi con opere di Agostino (Cod. 12-18, 87-88 e 138) della biblioteca dell'abate Frowin (1143-1178).
Online dal: 09.06.2011
Copia di Engelberg dell'opera Historiarum adversum paganos libri VII di Orosio. Tale esemplare fu commissionato durante l'abbaziato di Frowin (1143-1178). Contiene, tra l'altro, notevoli iniziali miniate ad Engelberg ed una grande varietà di glosse. Il manoscritto è un'accurata copia dell'esemplare sangallese Cod. 621 (IX secolo). Il testo di Engelberg servì a sua volta in seguito come modello per il cod. 60 della Stadtbibliothek di Sciaffusa.
Online dal: 31.07.2007
Fa parte di antifonario in tre volumi realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di San Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene l'intera parte invernale del Temporale e Santorale e del comune dei santi secondo la liturgia della diocesi di Losanna. La decorazione, costituita da varie iniziali miniate, è attribuita al Miniatore del breviario di Jost von Silenen, un miniatore itinerante che operò a Friburgo, Berna, Sion e in seguito Ivrea e Aosta, e che deve il suo nome al breviario in due tomi realizzato intorno al 1493 per il vescovo di Sion Jost von Silenen (1482-1496). In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1530 l'intero gruppo di antifonari venne disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due - tra cui il pendant di questo - giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey e si conservano tuttora nel Museo storico.
Online dal: 18.12.2014
Fa parte di un antifonario in tre volumi realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di San Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene il Proprium de sanctis ed il Commune de sanctis per la parte estiva (25 marzo-25 novembre) secondo la liturgia della diocesi di Losanna. La decorazione, analoga a quella del volume I, è attribuibile ad un altro miniatore anonimo e di minor qualità. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1530 l'intero gruppo di antifonari venne disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due - tra cui il pendant di questo - giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey e si conservano tuttora nel Museo storico.
Online dal: 18.12.2014
Fa parte di un antifonario in tre volumi realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di San Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene la parte estiva del De Tempore (il pendant è costituito dal vol. IV) secondo la liturgia della diocesi di Losanna. La decorazione è costituita da cinque iniziali miniate, filigranate e cadelle, dello stesso artista che ha decorato il vol. I. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1530 l'intero gruppo di antifonari fu disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey e si conservano tuttora nel Museo storico.
Online dal: 18.12.2014
Fa parte di un antifonario in tre volumi realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di San Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene la parte estiva del De Tempore (il pendant è costituito dal vol. III) secondo la liturgia della diocesi di Losanna. La decorazione è costituita da cadelle, iniziali filigranate e da una unica iniziale miniata con bordura a c. 1r di un miniatore anonimo. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1530 l'intero gruppo di antifonari venne disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey e si conservano tuttora nel Museo storico.
Online dal: 18.12.2014
Il codice, composto unicamente di 28 fogli e contenente un messale parziale di rito ambrosiano, proviene dall'oratorio di S. Bernardino di Faido (Canton Ticino). Questo venne nuovamente consacrato nel XV secolo (probabilmente nel 1459) sotto il patronato della famiglia Varesi, che forse in quell'occasione lo dotò del codice per permettere la celebrazione della messa. Ai primi fascicoli (1-12, 16-19) fece probabilmente aggiungere quello con la messa per il patrono S. Bernardino (20-25), e il foglio sciolto con le due miniature con la Maiestas domini e la Crocifissione. La scrittura, una rotunda gotica di tipo italiano, contrasta con le miniature che mostrano una certa affinità con delle incisioni colorate dell'epoca di area tedesca.
Online dal: 13.06.2019
Frammento di foglio proveniente da un corale. Due illustrazioni rettangolari sovrapposte in verticale nel bordo sinistro mostrano due fasi della vita di Caterina: nella parte superiore si rifiuta di obbedire all'imperatore e rivolge la sua attenzione solo a Gesù. La parte inferiore rappresenta il rapporto d'amore spirituale tra Caterina e Cristo nel senso di amor cortese. Sul resto del frammento di pergamena e sul verso è trascritto un testo liturgico composto da notazione musicale e testo. Sotto le righe rosse con notazione musicale in nero si trova la riga di testo corrispondente. Le illustrazioni sono state realizzate in un atelier di miniatura nel quale è stato realizzato anche il graduale dal convento delle domenicane di St. Katharinental (Museo nazionale svizzero Inv. LM 26117 / Museo storico di Turgovia Inv. T 41401). Entrambe le miniature appartengono alla stessa mano che ha dipinto le due figure al di sotto dell'iniziale nel fol. 179v del graduale. Questo miniatore si caratterizza per le figure fragili dai gesti vivaci, un raffinato disegno interno dei volti, colori tenui e la gioia della narrazione pittorica con elementi pittorici originali. Il foglio è stato acquistato nel 2011 dallo Historisches Museum Thurgau in un'asta a Zurigo.
Online dal: 12.12.2019
Breviario, rubricato in rosso e blu, con numerose iniziali su fondo d'oro e drôleries nel margine inferiore. Il calendario presenta i segni zodiacali ed i lavori tipici contadini per ogni mese dell'anno. Da sottolineare in special modo le rappresentazioni a piena pagina di s. Cristoforo (p. 176), dell'Adorazione dei magi (p. 178) e della Crocifissione (p. 179). La menzione di alcuni santi nel calendario e nel resto del manoscritto fanno supporre che questi sia stato prodotto a Besançon. Per vie sconosciute è poi giunto in possesso della famiglia Wallier patrizia di Soletta: si vedano le note di possesso di Guillaume Wallier (XVI sec.) e di Henri Wallier (1605) a p. 4 e 731, di quest'ultimo anche all'interno della coperta anteriore. A p. 90 del catalogo della Biblioteca cantonale turgoviese del 1858 gli viene attribuita la provenienza da Fischingen. Il manoscritto è forse giunto a Fischingen tramite uno dei due abati di Fischingen provenienti da Soletta, Augustin Bloch da Oberbuchsitten (1776-1815) o Franz Fröhlicher di Bellach ultimo abate di Fischingen (1836-1848).
Online dal: 23.04.2013
Il manoscritto a piena pagina, realizzato nella seconda metà del XV secolo, è stato scritto con molta cura da uno scriba in minuscola umanistica. L'opera comprende i due testi Cribratio Alcorani (ff. 1r-70r) e Contra Bohemos (ff. 70v-90r) del cardinale Nicolò Cusano (1401-1464). Con la Cribratio Alcorani egli cercò di intraprendere un preciso studio filologico e storico del Corano e nel Contra Bohemos si è occupato di ussitismo. Il frontespizio del manoscritto (f. 1r) presenta una decorazione a «bianchi girari». Nella bordura sono integrate le iniziali che introducono il testo principale e due medaglioni con stemmi. Questi mostrano un leone bianco su fondo blu e sono sovrastati dalle insegne papali. Lo stemma può essere messo in relazione con papa Paolo II (Pietro Barbo, 1464-1471), ciò che mostra che il manoscritto è stato commissionato dal papa stesso o almeno sotto il suo pontificato. I titoli dei capitoli sono in oro con uno sfondo blu e verde. Singole iniziali sono state sottolineate con maggiore forza e una decorata a bianchi girari come il frontespizio. La ricca legatura decorata con ornamenti vegetali, medaglioni e raffigurazioni di santi risale al XVI secolo. Nel medaglione centrale sul piatto anteriore è raffigurata Maria con Gesù.
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto a piena pagina è stato scritto da una accurata mano del XIV secolo. Il volume contiene le Omelie (cc. 1r-103r), i Dialogi (cc. 103v-170r) e il Liber pastoralis (cc. 172r-219v) di Gregorio Magno (542-604). I titoli sono stati scritti in rosso e alle cc. 103v e 172r vi sono iniziali rosse decorate. Inoltre, il testo principale del manoscritto è stato integrato da varie annotazioni di una mano un po' più tarda. Il manoscritto può essere datato sulla base di varie annotazioni presenti a c. 103r. La mano principale ha scritto Expliciunt omelie sancti Gregorij pape. Anno Nonagesimo. Altre due mani hanno annotato sopra il testo principale domini 130° e accanto ad esso 1390. A c. 219v la mano principale ha scritto anche Explicit Pastorale beati Gregorij pape Etc. Anno Millesimo ccc° Nonagesimo primo. Finitus est liber iste in die s. Benedicti. Sulla stessa pagina si legge anche una prima nota di possesso Iste liber est domus throni sancte trinitatis in pletriach, che si riferisce alla certosa di Pletriach in Slovenia. Il volume è giunto attraverso la certosa di Ittingen (nota di possesso del XVIII secolo a c. 1r) nella Biblioteca cantonale di Turgovia. La legatura a placca di pelle bianca con due fermagli risale al 1553 (datazione si trova nel motivo con Esaia). Come il manoscritto Y 39, anche questa rilegatura presenta ornamenti vegetali e immagini di santi.
Online dal: 10.12.2020
Lo «Schwesternbuch» da St. Katharinental è stato scritto nel primo terzo del XV secolo a Katharinental presso Diessenhofen. Appartiene al genere letterario delle Vitae e contiene le storie di vita e le esperienze di misericordia di 58 monache. La scritta sulla legatura – Lebensbeschreibung viler in allhiessigem gottshauss heylig-mäßig gelebter closter-jungfrawen – è di Antonia Bögin o Botzin (archivista, † 1763) di Kaufbeuren. Di mano più tarda sono sia l'indice sul foglio di guardia anteriore che le intestazioni dei capitoli con i nomi delle monache del monastero di S. Caterina che ricorrono nel testo e la numerazione delle vite delle monache nei margini del foglio. Il manoscritto, a due colonne, è stato scritto da due mani diverse. La mano principale (pp. 1a-144a) ha scritto le vite e una preghiera. Un'altra preghiera (pp. 144b-154a) è di una seconda mano. La rilegatura in pergamena con lacci di chiusura risale al XVIII secolo. Sulla carta di guardia anteriore si legge la nota di possesso: diss buoch ist schwester Margreten von Ulm († 1583) closterfrow in Sankt Kattrinen thal by Diessenhofen. Nel 1720 suor Antonia si è registrata a p. 104 come nuova proprietaria del libro.
Online dal: 10.12.2020
La miscellanea a contenuto omiletico fu scritta a Überlingen nel 1495. Dall'explicit (c. 38vb) si può dedurre non solo il luogo di origine del manoscritto opido ùberlingen, ma anche il nome del copista - scribebat Stephanus hamgarter nomen - Stephanus Hamgarter von Stein (ex assistente parrocchiale di Seefelden presso Überlingen). La miscellanea contiene i Sermones dominicales de tempore (cc. 1ra-38vb) di Peregrinus di Oppeln (ca. 1260-1335), un Sermo de passione domini (cc. 59ra-66va) e altre prediche (cc. 66va-82v). Il volume è stato restaurato nel 1965 da «Hans Heiland und Sohn», che hanno anche realizzato la rilegatura in pelle verde.
Online dal: 10.12.2020
L'opera, scritta in tedesco, contiene la vita di Tommaso d'Aquino, scritta da Guilelmus de Tocco (1240-1323). A c. 106v si legge una annotazione relativa al copista e al possibile committente dell'opera: Dis buoch hat ze tùtsche bracht gemachet vnd geschriben pfaff Eberhard von Rapreswil kilcherr zu Jonen (aggiunta anno 1418 di altra mano del XVI o XVII sec.). Dem sol Got vnsri frow sant Thoman der heilig lerer vnd die erwirdig frow die Stoeklerin ze Toess wol lonen. Secondo questa annotazione la mano del XV secolo sarebbe di Eberhard von Rapperswil, che era parroco a Jona, nel canton S. Gallo. Committente sarebbe la monaca Stöklerin di Töss (probabilmente Elsbeth Stükler). In questo modo l'opera risulta essere una delle poche traduzioni tedesche della vita di Tommaso d'Aquino. Singole iniziali sono non solo evidenziate in rosso, ma anche decorate. Il manoscritto ha una rilegatura in pelle color lampone con fermagli, restaurata nel XX secolo. Le controguardie staccate all'inizio e alla fine provengono da un manoscritto con neumi (probabilmente un kiriale) del XIII secolo. Il manoscritto contiene due note di possesso: Dijs buoch ist erhart blarer von Wartensee zuo Kemten, guothsher zuo kemtem vnd zuo Werdeg (c. 106v) e Monasterij apud D.[ivam]Yddam in Visch.[ingen] (c. 1r). Il manoscritto apparteneva quindi al principe abate Johann Erhard Blarer von Wartensee di Kempten, la cui attività è documentata per il periodo 1587-1594, e successivamente entrò in possesso del monastero di Fischingen.
Online dal: 10.12.2020
Il breviario, realizzato nella seconda metà del XV secolo, contiene testi per la celebrazione della liturgia delle ore. Proprietario del manoscritto è Niklaus Hass (primissario a Allenbach): Iste liber pertinent Nicolao Hass primissario in Allenspach (c. 1r). Probabilmente il manoscritto cartaceo è arrivato al capitolo di Costanza a Kreuzlingen grazie ai buoni rapporti con il capitolo di Kreuzlingen. Il breviario a due colonne è stato scritto da sei mani diverse, delle quali la principale (cc. 33ra-287vb, 290ra-303ra, 310ra-340rb e 342r) è quella di Nikolaus Marschalk (morto nel 1448, custode e canonico del capitolo di S. Giovanni a Costanza, vedi c. 1r). Un'altra seconda mano è responsabile del calendario e dell'inizio del breviario (cc. 1r-8r, 12r-28vb e 309r-309v). Di altri interventi sono responsabili quattro altre mani (terza mano cc. 28vb-32ra; quarta mano cc. 288r-289v; quinta mano cc. 303ra-304rb; sesta mano cc. 305ra-308rb). Il manoscritto è stato scritto in una scrittura «Kurrent». Degna di nota la contemporanea legatura in assi di legno rivestite di pelle con un fermaglio e borchie in ottone. Lo stemma di Kreuzlingen è stato applicato solo successivamente sul piatto anteriore come Super librum.
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto dello Schwabenspiegel venne fatto realizzare nel 1410. Contiene una raccolta di leggi nazionali e feudali in uso nel tardo medioevo nella Germania meridionale e nella odierna Svizzera di lingua tedesca. Vi sono trascritti inoltre i libri biblici collegati dei Re e dei Maccabei, così come una prima traduzione tedesca della Handfeste (carta di franchigia), il diritto civico di Friburgo del 1249. Da segnalare che nel manoscritto figura una miniatura con il gonfalone della città di Friburgo, per la prima volta rappresentato con i colori bianco e nero ancora oggi in uso.
Online dal: 21.12.2009
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del Proprium de tempore. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo. La legatura, databile intorno al 1517, dell'atelier dei francescani di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del Proprium de tempore. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo. La legatura, databile intorno al 1528-1559, dell'atelier dei francescani di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del Proprium de tempore e il Commune sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1509-1510 e il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del Proprium de tempore e il Commune sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1509-1510 e il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del de Sanctis, l'Officium B.M.V. e il Commune Sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo da due mani (A e B). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo, e di un aiuto.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del de Sanctis, l'Officium B.M.V. e il Commune Sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo da due mani (A e B). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo, e di un aiuto.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del de Sanctis e l'Officium B.M.V. Il codice pergamenaceo venne interamente scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo dalla mano B (cf. Archivio del Capitolo di S. Nicola, ms. 5). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del de Sanctis e l'Officium B.M.V. Il codice pergamenaceo venne interamente scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
Il manoscritto contiene un martirologio che registra le celebrazioni per l'anniversario del clero della cattedrale di Losanna; si veda la pagina del titolo non numerata: Iste liber est capellanorum celebrancium in ecclesia katedrali Lausannensi de anniversariis que fiunt per dictos celebrantes. La parte originale potrebbe risalire agli anni intorno al 1420, dopo di che molte mani più tarde hanno operato delle aggiunte per completare le messe di anniversario da celebrare. L'organizzazione interna segue il calendario, mese dopo mese. Il necrologio inizia così il primo di gennaio (p. 1) e termina il 24 dicembre (p. 167). Ogni pagina è composta da due colonne, ognuna delle quali rappresenta un giorno diverso, il cui titolo (lettera – a volte seguita dal nome della festa liturgica) è rubricato. I giorni sono indicati anche in numeri romani nella parte superiore di ogni colonna, in una scrittura gotica corsiva, un elemento che sembra essere stato aggiunto in seguito. I martirologi più antichi del capitolo cattedrale di Losanna sono conosciuti solo attraverso estratti (introdotti nel cartolario di Losanna nel 1224 e 1238 per ordine di Conon d'Estavayer) o attraverso una semplice menzione della loro esistenza (nel 1354 i delegati del capitolo furono incaricati di scrivere un «libro degli anniversari» – ma che è scomparso). Il martirologio conservato a Friburgo, probabilmente arrivato dopo la conquista bernese del Paese di Vaud, a seguito dalla Riforma, è quindi il più antico che è sopravvissuto per il periodo medievale. Permette così di colmare alcune lacune documentarie.
Online dal: 14.12.2018
Il «Schulordnung und Satzungen der neuaufgerichteten und reformierten Schule zu Freiburg im Üchtland» (o cosiddetto "Katharinenbuch"), contiene il regolamento per la scuola superiore, come avrebbe dovuto essere fondata a Friburgo all'epoca della riforma cattolica, secondo il modello delle scuole riformate. Ne è ritenuto autore Peter Schneuwly (1540-1597) che probabilmente frequentò egli stesso le scuole a Friburgo. Dal 1557 compì gli studi a Friburgo in Brisgovia dove acquisì un Magister artium. Dal 1564 fece parte del clero dei canonici di S. Nicola a Friburgo, nel 1565 divenne canonico e nel 1566 predicatore in città. In questo periodo si collocano anche i primi lavori preparatori per il "Katharinenbuch". Negli anni 1577-1597 Schneuwly fu vicario generale della diocesi di Losanna e inoltre, negli anni 1578-1587, prevosto di S. Nicola. Il "Katharinenbuch" è nello stesso tempo il documento di fondazione della camera degli scolarchi della città di Friburgo, in suo possesso fino al sec. XIX. La riforma scolastica fortemente voluta da Schneuwly non entrò mai in vigore poichè nel 1580, su iniziativa stessa di Schnuewly, vennero chiamati a Friburgo i gesuiti cui venne affidato l'intero sistema scolastico superiore.
Online dal: 13.12.2013
Manoscritto cartaceo contenente le Vite parallele di Plutarco nella traduzione latina. Sulla prima pagina presenta un'iniziale d'oro su fondo a bianchi girari e nel margine inferiore uno stemma, forse di Guiniforte Zazzi giurista di Pavia, ai cui lati si legge il nome di Peter Falck (†1519), l'umanista friburghese tramite il quale il manoscritto giunse a Friburgo per passare poi alla biblioteca dei cappuccini, e nel 2004 alla Biblioteca universitaria.
Online dal: 04.10.2011
Il contenuto liturgico di questo manoscritto corrisponde a quello in uso presso i certosini. La presenza della festa della dedicazione della chiesa registrata tra il 4 ed il 23 aprile fa supporre che sia stato realizzato per la certosa di La Lance (canton Vaud), la cui festa cade il 18 aprile. Vari ex-libris databili intorno al 1500 confermano la presenza del codice in questa certosa almeno fino alla soppressione, avvenuta nel 1538. Passò poi alla certosa di la Part-Dieu (canton Friburgo). Recentemente il manoscritto è stato restaurato e la vecchia legatura sostituita.
Online dal: 19.03.2015
Questa raccolta di testi agiografici è stata copiata da varie mani nel secondo terzo del XIII secolo, probabilmente a Hauterive. La presenza di alcuni testi fa pensare in effetti ad un'origine cistercense (Vie di S. Roberto di Molesme, l'autore Geoffroy de Hautecombe) e regionale conforme a quanto si conosce di Hauterive in epoca medievale (Vita di S. Teodoro vescovo di Sion, Vita e Miracula di S. Nicolao di Mira, Vita di S. Elisabetta di Turingia, Passio di S. Maurizio e dei suoi compagni, di Eucherio di Lione. Alla fine del libro si trova un insieme di testi che si riferiscono alla confessione. L'ultimo di questi ci fornisce una testimonianza su di un'attività dei monaci ancora poco conosciuta: l'inquadramento pastorale delle monache cistercensi. Il manoscritto presenta tuttora la sua rilegatura originale, in parte mutilata, ma ancora perfettamente riconoscibile: una legatura con dei larghi risvolti che ricoprono i tagli del libro.
Online dal: 09.04.2014
Contiene, oltre a varie Formulae epistolarum, la Summa dictaminis di Johannes Wrantz (cc. 1r-126r), estratti dal Viaticus dictandi di Nicolaus de Dybin (cc. 138v-140r) e una canzone in tedesco forse di Neidhart von Reuental (cc. 144v-145r), uno dei più noti Minnesänger tedeschi con una parziale annotazione musicale. Il manoscritto è entrato alla BCUF di Friburgo in data sconosciuta, probabilmente alla fine del XIX o all'inizio del XX secolo.
Online dal: 19.03.2015
Breviario ad uso della diocesi di Losanna preceduto dal salterio. Le varie parti del testo sono introdotte da iniziali miniate di fattura arcaica. Secondo una notizia riportata alla fine del testo il codice sarebbe stato eseguito intorno al 1400 su incarico di Pierre Frenscher di Montagny, parroco a S. Nicola di Friburgo, da Magister Gilles. Un'altra annotazione ricorda una sua donazione di denaro per l'altare di S. Silvestro nella chiesa di S. Nicola in Friburgo.
Online dal: 04.10.2011
La Legenda aurea di Jacopo da Varazze, un dei testi più trascritti nel corso del medio evo, si presenta qui in una copia molto accurata del sec. XIV. Questo si nota particolarmente nella finezza e nell'eleganza del lavoro di cucitura che è stato eseguito per riparare i difetti della pergamena (fori e strappi). Tutto questo ricorda delle realizzazioni analoghe uscite dal doppio convento di canonici e canonichesse di Interlaken. Per quanto riguarda la decorazione, questa deve essere avvicinata alla produzione di un atelier zurighese. Poco si conosce della storia del manoscritto; la sua presenza è comunque attestata presso i cistercensi di Hauterive almeno dal sec. XVII.
Online dal: 31.03.2011
Il manoscritto contiene un breviario monastico completo. La decorazione è costituita da lettere rosse. blu e verdi decorate con motivi vegetali, antropomorfi, e zoomorfi a penna. Alcune iniziali sulle prime pagine (8-11) sono state, probabilmente in un secondo tempo, inquadrate in un fondo dorato. Di origine francese, fu usato fin dal sec. XII a Payerne per poi passare, dopo la secolarizzazione del priorato, in mani private.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto contiene principalmente i Sermones quadragesimales del domenicano Jacopo da Varazze. Proviene dallo stesso scriptorium come il Cod. L 34 che contiene la Legenda aurea dello stresso autore, e presenta le medesime riparazioni dei difetti della pergamena eseguite con dei fili colorati. Questo tipo di riparazioni si ritrova in realizzazioni analoghe uscite dal doppio convento agostiniano di Interlaken. Poco si conosce della storia del manoscritto; la sua presenza è comunque attestata presso i cistercensi di Hauterive dal XVII sec.
Online dal: 18.06.2020
Breviario ad uso della diocesi di Losanna. Le aggiunte del calendario attestano che il codice fu in uso dal XIV sec. in un convento domenicano di Losanna. La decorazione è costituita da iniziali decorate per lo più a carattere vegetale e drôleries nei margini. Il codice è stato pesantemente rifilato in occasione di una nuova rilegatura effettuata nel XVIII sec.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto di origine cistercense, che si può datare alla prima metà del sec. XIII, contiene solo una parte del Vecchio Testamento, e cioè i libri da Isaia a Malachia compreso. Si tratta di un esempio di un libro che ha dovuto cambiare biblioteca per delle ragioni storiche. Conservato nell'abbazia cistercense di Frienisberg nel canton Berna, ha poi raggiunto Hauterive quando il monastero bernese è stato soppresso a causa della riforma protestante. L'ultimo abate di Frienisberg, Urs Hirsinger, avrebbe così raggiunto l'abbazia friburghese portando con sè una manciata di manoscritti.
Online dal: 09.04.2014
Salterio-innario ad uso domenicano. I santi ricordati nel calendario rimandano ad una possibile origine dalla Germania meridionale ma anche dalla Boemia. Soprattutto le caratteristiche della decorazione, delle iniziali miniate e filigranate, fanno propendere per quest'ultima origine, e per una datazione alla prima metà del sec. XV (comunicazione Martin Roland, Vienna).
Online dal: 04.10.2011
Molto probabilmente realizzato ad Hauterive intorno al 1200, questo messale cistercense ha recentemente attirato l'attenzione degli storici di S. Elisabetta d'Ungheria (1207-1231). E' così considerato, con un altro manoscritto di Hauterive l'antifonario L 301, un testimone della rapida diffusione del culto della santa in un monastero cistercense. In effetti, è nel 1236 che il capitolo generale dei cistercensi decise di far iscrivere nel martirologio e nel calendario dell'ordine il nome della santa che era stata canonizzata l'anno precedente. L'iscrizione corrispondente nel calendario del nostro manoscritto, che figura come redatta di seconda mano, è probabilmente la conseguenza di questa decisione.
Online dal: 09.04.2014
Questo manoscritto presenta per la maggior parte dei testi agiografici ed è stato copiato da varie mani all'inizio del sec. XIII. Si può ragionevolmente proporre una sua origine ad Hauterive. E' soprattutto il testo all'inizio della raccolta che rivestiva una grande importanza agli occhi dei monaci, una Vita di S. Bernardo di Chiaravalle (la Vita prima), che occupa più della metà del manoscritto. Occorre inoltre segnalare la presenza di un testo alquanto sorprendente nel contesto monastico: il Liber locorum sanctorum terrae Jerusalem all'epoca del regno latino di Gerusalemme di Fretellus di Nazareth († dopo il 1154). Un'altra particolarità del manoscritto è la sua legatura, con dei risvolti, sulla quale si distinguono le tracce di borchie a forma di stella.
Online dal: 09.04.2014
Il colophon collocato alla fine stabilisce in maniera certa che questo manoscritto è stato copiato presso l'abbazia cistercense di Hauterive nel corso del sec. XIII. Il suo autore, o committente, ha senza dubbio voluto « raccogliere le opere di due autori cistercensi che hanno esercitato delle funzioni importanti nella regione: Enrico, abate del vicino monastero di Hautcrêt, e Amedeo, vescovo della diocesi di Losanna » (da Ciardo). Pentaconthamonadius, il titolo erudito scelto da Enrico, la cui biografia rimane ancora discussa, designa qui una raccolta di sermoni composta da 17 gruppi di tre sermoni, destinati alla liturgia dei monaci bianchi. Amedeo di Clermont, monaco cistercense divenuto vescovo di Losanna (1145-1159), è l'autore di otto omelie dedicate alla gloria della Madre di Dio, che hanno conosciuto un successo duraturo essendo state utilizzate come testi liturgici nel breviario della diocesi di Losanna.
Online dal: 31.03.2011
Questo messale cistercense, realizzato intorno al 1300, rappresenta una fase già avanzata dello sviluppo di questo tipo di libro liturgico: i canti del graduale sono interamente integrati nel sacramentario e non sono più accompagnati da notazione musicale ; sono inoltre scritti in una calligrafia più piccola. Sotto questa forma, il messale poteva servire all'officiante sia per la messa conventuale che per la messa privata, conosciuta dai cistercensi sin dai loro inizi. Il luogo di origine del codice non è stabilito con certezza. Senza dubbio si trova a Hauterive a partire dal sec. XV, dove vi è stata rinnovata la legatura. L'illustrazione del canone offre un bell'esempio di iniziali filigranate delle fine del sec. XIII; la decorazione dei tralci sembra qui ancora « addomesticata » da una incorniciatura rigorosa. (da Joseph Leisibach, Liturgica Friburgensia. Des Livres pour Dieu, 1993, p. 89).
Online dal: 31.03.2011
Questo manoscritto della fine del XIII secolo contiene parte del best-seller medievale Lancillotto in prosa, a cui è stato dato il nome convenzionale di Agravain, dal nome del cavaliere della Tavola Rotonda che denunciò il rapporto adultero tra Lancillotto e la regina Ginevra. Lacunoso all'inizio e alla fine, questa copia sobria e ordinata presenta delle iniziali filigranate, alternativamente rosse e blu. Di provenienza sconosciuta, è attestato presso l'abbazia di Hauterive dal XVIII secolo.
Online dal: 18.06.2020
Piccolo ma corposo (198 cc.) libro di preghiere in lingua tedesca, nella variante della Germania del nord («mittelniederdeutsch») e, vista la forma femminile di molte orazioni, destinato ad una donna. Tranne una miniatura a piena pagina raffigurante Cristo nel ruolo di giardiniere al cui cospetto si presenta Maria Maddalena (Noli me tangere), le altre miniature sono state asportate. Un ex-libris all'interno della coperta anteriore informa che il codicetto è stato donato alla biblioteca di Friburgo nel 1891 da Franz Xaver Karker, canonico della cattedrale di Breslau.
Online dal: 08.10.2020
Contiene il cartulario e il registro censuario del priorato cluniacense di Rüeggisberg, nel Canton Berna, primo priorato cluniacense in area germanofona e probabilmente il più antico convento nel territorio bernese. È costituito di due parti distinte riunite probabilmente a Berna all'inizio del XVI sec., o nel 1484, quando il priorato venne soppresso ed i suoi beni incorporati nell'appena fondato capitolo bernese di S. Vincenzo. La prima parte (cc. 1-200 e 261-267) contiene le trascrizioni eseguite nel 1425-1428 di documenti vari, bolle, e del registro censuario del priorato ricopiate da cartulari più antichi. Nella seconda parte (cc. 201-260) sono trascritti i documenti emanati dopo la incorporazione al capitolo di S. Vincenzo.
Online dal: 08.10.2020
Graduale frammentario ad uso dei frati eremiti di S. Agostino scritto nel 1539 da Jacobus Frank che si lascia ritrarre nel margine inferiore di c. 51r. Contiene numerose miniature con stemmi, motti e monogrammi scritti da varie mani dal 1538 al 1594. Le miniature sono state in parte ritagliate ed in seguito talvolta reincollate nel codice.
Online dal: 04.10.2011
Copiato in un luogo sconosciuto nel corso della prima metà del sec. XIV, questo manoscritto costituisce un bell'esempio di antifonario cistercense con notazione musicale (solo il Proprium de tempore si è conservato): una elegante scrittura di modulo grande che garantisce una buona leggibilità, una notazione musicale quadrata disposta su quattro linee, e un ricco apparato decorativo costituito da lettere filigranate e drôleries . All'inizio del manoscritto sono rilegati dei frammenti di una Bibbia del sec. XII, preziosi testimoni per lo studio della paleografia dei più antichi codici realizzati presso i cistercensi di Hauterive.
Online dal: 31.03.2011
Questo messale della diocesi di Losanna rispecchia nel contenuto il Cod. 7 del convento dei francescani di Friburgo. La decorazione è costituita da lettere decorate con una elegante filigrana di colore rosso, blu e verde, e dalla pagina con il Te igitur inquadrata da un fregio con foglioline trilobate e un uccello con un fiore nel becco. La pagina a fronte, che probabilmente conteneva una miniatura con la Crocifissione, è stata asportata. Appartenente alla collezione di Karl Friedrich von Steiger († 1982), è stato acquistato dalla BCU di Friburgo nel 1991.
Online dal: 08.10.2020
Antifonario ad uso francescano databile nel tardo XIII o all'inizio del XIV sec. (dopo il 1260) ma che rappresenta la tradizione liturgica francescana primitiva. Contiene i canti (testo e musica) dell'Ufficio liturgico per l'intero anno, inclusa la festa per Antonio da Padova nella sua giusta posizione e un Ufficio per il Corpus Christi aggiunto da altra mano (f. 157r-159v).
Online dal: 21.12.2010
Antifonario dal convento dei francescani di Friburgo, datato 1488 come si legge nel colophon a c. 241v. Sono presenti delle drôleries nei margini o nelle iniziali. Contiene una miniatura (c. 14v Nascita di Cristo) e delle belle iniziali (fiori, frutta, zucchine) attribuite al Miniatore del breviario di Jost von Silenen.
Online dal: 09.04.2014
Graduale dal convento dei francescani di Friburgo, secondo quanto si ricava dalla nota di possesso sulla carta di guardia era ancora in uso nel XVI-XVII secolo. Legatura del XVI secolo. Scritto in minuscola gotica intorno al 1300. L'inizio delle feste più importanti viene sottolineato da grandi iniziali, a volte con delle miniature (per es. c. 128v Ascensione, c. 132v miracolo della Pentecoste).
Online dal: 09.04.2014
Jean Joly (guardiano del convento francescano di Friburgo negli anni 1467-1469, 1472-1478, 1481-1510) trascrisse questa copia delle Quaestiones in quattuor libros sententiarum di Pietro dell'Aquila, teologo francescano italiano che tenne lezioni a Parigi negli anni intorno al 1330. Il suo commento alle Sentenze di Pietro Lombardo gli valse il soprannome di «Scotellus» per la sua divulgativa presentazione della dottrina di Giovanni Duns Scoto (morto nel 1308). La legatura del volume del XV secolo, originariamente catenato, è stata restaurata da Carole Jeanneret nel 2022.
Online dal: 20.12.2023
Estratti dal commento di Bonaventura alle Sentenze di Pietro Lombardo, redatto dal francescano Heinrich von Isny (vescovo di Basilea, 1275-1286). Nota di possesso a c. 1r (Johannes Joly). Colofoni c. 336vb (frater Henricus), c. 337ra (Antonius de Maasmünster, copista, 1478), c. 352ra (Johannes Joly, copista, 1478). Originariamente catenato con una legatura in pelle del XV secolo.
Online dal: 14.06.2018
Principale manoscritto delle “Freiburger Perikopen”. In lingua tedesca, con passaggi tratti dalle Scritture per la messa in tedesco, glosse e testi addizionali per la domenica e altri importanti giorni di festa.
Online dal: 31.07.2007
Il cod. 28 contiene una copia del Defensor pacis, un trattato sulla teoria dello stato che Marsilio da Padova dedicò nel 1324 all'imperatore Ludovico di Baviera. Friedrich von Amberg (intorno al 1350-1432) si procurò verso la fine del sec. XIV una copia scritta poco accuratamente dal gruppo di testi di origine tedesca che contiene la redazione più antica del testo di Marsilio. Questa versione del testo, su carta proveniente dall'area della Germania centrale, con filigrane databili all'ultimo decennio del sec. XIV, venne corretta da Amberg, corredata di glosse marginali ed infine fatta rilegare.
Online dal: 04.10.2011
Questo salterio liturgico (incompleto) fu allestito a Napoli negli anni 1335-1350; la magnifica decorazione è opera del miniatore Cristoforo Orimina. La presenza di tre diverse armi non ha permesso di identificare il suo primo destinatario, il quale probabilmente fu un membro della corte angioina di Napoli. Messo diverse volte in vendita nei secoli XIX-XX, il salterio fu acquistato nel 1968 dal proprietario della collezione dei “Comites Latentes”, ubicata nella Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 09.12.2008
Questo elegante libro d'ore in formato tascabile fu miniato a Tours intorno al 1480 dal Maître des camaïeux d'or Le Bigot, attivo nell'entourage del pittore Jean Bourdichon. Alle sedici minuscole iniziali istoriate in camaieu d'oro che contiene con il ciclo usuale, ne fa seguito uno originale dedicato ai sette giorni della Creazione. L'artista dimostra un'eccezionale padronanza tecnica conferendo al corpo delle iniziali un carattere evanescente e particolarmente attraente. La raffinata disposizione delle lettere che le circondano ha quale fine di invitare il suo committente anonimo ad apprezzare nel dettaglio la meticolosa combinazione di oro e colori.
Online dal: 14.12.2018
Questo prezioso libro d'ore fu prodotto a Firenze nell'ottavo decennio del XV secolo; la ricca ed elegante decorazione miniata si deve alla bottega di uno dei più famosi artisti fiorentini dell'epoca, Francesco d'Antonio del Chierico, che eseguì sia le pagine incipit dei diversi Uffici sia le iniziali miniate all'interno del testo. Di grande eleganza anche la sua decorazione filigranata. Uno stemma, purtoppo in parte abraso, ci informa che il manoscritto fu eseguito per il matrimonio di un membro della nota famiglia Serristori. Nel 1970 il manoscritto fu acquistato da un collezionista privato che lo depositò alla Bibliothèque de Genève nel suo fondo di Comites Latentes.
Online dal: 23.06.2014
La haggadah manoscritta Comites Latentes 69 è una creazione viennese del 1756, decorata con l'inchiostro nero e che imita magistralmente la incisione su cuoio. L'autore è il celebre copista-illustratore Zimmel ben Moïse di Polna (attivo tra il 1714 e il 1756) che ha realizzato una trentina di manoscritti datati e conservati, ma dei quali solo 17, tra i quali il CL 69, sono autografi. La sua opera artistica si inserisce tra gli esempi più eccezionali della decorazione manoscritta ebraica dell'Europa centrale del sec. XVIII. Alla fine, un testo del Cantico dei Cantici copiato da una mano posteriore conclude questo magnifico manoscritto.
Online dal: 22.06.2017
Questo libro d'ore riccamente illustrato fu miniato a Tours intorno al 1500, per un committente di origine tolosana. La città di Tours e la Valle della Loira erano diventate nel sec. XV il luogo di residenza della corte dei re di Francia, e questo manoscritto è legato a questo passato di grande prestigio. In effetti due delle miniature di questo libro d'ore sono associate al nome di Jean Bourdichon (intorno al 1457-1521), pittore di corte. Le altre 35 miniature si devono alla mano di tre miniaturisti dell'atelier di Jean Poyer († prima del 1504), anch'esso con sede a Tours.
Online dal: 04.07.2012
Scritto a Napoli nel 1467 e 1468 per Roberto da Sanseverino, principe di Salerno, questa raccolta epistolare raccoglie delle lettere di Diogene il Cinico, di Bruto e di Ippocrate, considerati nel medioevo i veri autori delle lettere. Furono tradotte in latino da Francesco Griffolini Aretino e da Ranuccio d'Arezzo. Messo in vendita a più riprese nel corso del sec. XX, questo manoscritto fu acquistato da prestigiosi collezionisti.
Online dal: 15.04.2010
La Bible Historiale è la Bibbia tradotta in francese ed in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII sec. Presentata sotto forma di una Storia santa, sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata con il secondo tomo della Bible du XIIIe siècle (Bibbia del XIII secolo). Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente ne sono recensiti 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 22.03.2012
La Bible Historiale è la Bibbia tradotta in francese ed in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII sec. Presentata sotto forma di una Storia santa, sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata con il secondo tomo della Bible du XIIIe siècle (Bibbia del XIII secolo). Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente ne sono recensiti 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 22.03.2012
La Bible Historiale è la bibbia tradotta in francese e in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII secolo. Presentata sotto forma di una Storia santa, essa sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata dal secondo tomo della Bible du XIIIe siècle . Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente se ne conoscono 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 26.09.2017
La Biblioteca di Ginevra conserva un terzo esemplare in due volumi della Bible Historiale di Guyart des Moulins (oltre ai mss. fr. 1/1-2 e ms. fr. 2). Nonostante le pitture grossolane, questa copia più tarda è notevole per la sua provenienza. Copiata da Jean Bagnel su richiesta di Hugonin Dupont, commerciante e cittadino ginevrino, entrò nella Biblioteca di Ginevra nel 1603.
Online dal: 18.06.2020
La Biblioteca di Ginevra conserva un terzo esemplare in due volumi della Bible Historiale di Guyart des Moulins (oltre ai mss. fr. 1/1-2 e ms. fr. 2). Nonostante le pitture grossolane, questa copia più tarda è notevole per la sua provenienza. Copiata da Jean Bagnel su richiesta di Hugonin Dupont, commerciante e cittadino ginevrino, entrò nella Biblioteca di Ginevra nel 1603.
Online dal: 18.06.2020
In quest'opera, composta alla fine del sec. XIV a Valenzia, l'autore descrive l'universo angelico ispirandosi al De triplici gerarchia di Dionigi Areopagita. Largamente diffuso nella seconda metà del sec. XV, il testo è tradotto in francese e venne stampato per la prima volta a Ginevra nel 1478. Miniato dal Maestro del Boccaccio di Ginevra, il Ms. fr. 5 presenta lo stemma di Jeanne de Laval, seconda moglie del re Renato d'Anjou.
Online dal: 18.12.2014
Nel 1389, Jean de Souabe, frate francescano, tradusse in francese l'Horologium sapientiae di Enrico Susone, mistico della Renania (1295-1366). In questo trattato sulla morale, la Sapienza dialoga con un discepolo a proposito del cammino spirituale da seguire ispirandosi alla passione di Cristo, e lo invita a meditare sul trascorrere del tempo. Sono stati repertoriati più di cinquanta esemplari. Il manoscritto conservato alla biblioteca di Ginevra, datato 1417, fu probabilmente scritto nella città vescovile.
Online dal: 04.10.2018
La Legenda aurea è una delle opere più copiate di tutto l'Occidente medievale. Presentata sotto forma di brevi testi, mescola le feste del temporale e del santorale celebrate nel corso dell'anno, seguendo l'ordine del calendario liturgico. Largamente diffusa non solo in latino ma anche nelle lingue volgari, essa ha conosiuto molteplici usi quale strumento di predicazione e fonte di edificazione morale attrivarso la lettura laica o religiosa.
Online dal: 25.06.2015
Questa storia universale, una delle più ampie del Medioevo, è un compendio di storie bibliche e profane. Databile al terzo quarto del XV secolo, decorato da un artista fiammingo di grande fama, Guillaume Vrelant, questo manoscritto presenta delle miniature di alta qualità.
Online dal: 09.12.2008
Jean de Courcy scrisse tra il 1416 ed il 1422 una cronaca intitolata la Bouquechardière dal nome del suo feudo. La cronaca, che comprende sei libri, è una compilazione di racconti mitologici, biblici e leggendari. Il primo volume contiene i primi 3 libri, cioè la storia della Grecia, di Troia e dei Troiani sfuggiti alla distruzione della loro città. Il manoscritto di Ginevra è stato prodotto nell'atelier lionese detto di Guillaume Lambert. Presenta dei magnifici frontespizi miniati all'inizio di ognuno dei libri che costituiscono l'opera.
Online dal: 09.04.2014
Jean de Courcy scrisse tra il 1416 ed il 1422 una cronaca intitolata la Bouquechardière dal nome del suo feudo. La cronaca, che comprende sei libri, è una compilazione di racconti mitologici, biblici e leggendari. Il secondo volume contiene gli ultimi 3 libri, cioè la storia degli Assiri, dei Macedoni e Alessandro, e dei Maccabei. Il manoscritto di Ginevra è stato prodotto nell'atelier lionese detto di Guillaume Lambert. Presenta dei magnifici frontespizi miniati all'inizio di ognuno dei libri che costituiscono l'opera.
Online dal: 09.04.2014
Questa compilazione storica in francese, i cui racconti vanno dalla Genesi a Giulio Cesare, ha conosciuto un grande successo nel Medioevo. La prima redazione risale al XIII secolo. Questa copia incompleta si conclude con il trionfale ritorno a Roma di Pompeo. Prodotto a Parigi, il manoscritto presenta 34 miniature dipinte in grisaille.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto dell'inizio del XVI secolo contiene il secondo libro delle Illustrations de Gaule et singularitez de Troye di Jean Lemaire de Belges (1473-1524), seguito dai XXIV coupletz de la valitude et convalescence de la royne trescrestienne e dal virelai «Espritz haultains». Si tratta dell'unico manoscritto conosciuto che contiene questi tre testi. Reca la firma autografa di Lemaire de Belges (c. 199v).
Online dal: 14.06.2018
Su richiesta di Carlo il Temerario, Vasco da Lucena tradusse nel 1470, con il titolo «Traitté des faiz et haultes prouesses de Cyrus», la Ciropedia di Senofonte secondo la versione latina di Poggio (Institutio Cyri, 1445). Miniato dal «Maitre des prières de 1500», il manoscritto presenta sette miniature nelle quali si racconta la storia di Ciro, che ispirò il duca di Borgogna nelle sue azioni politiche e militari.
Online dal: 04.10.2018
Vasco da Lucena ha tradotto in francese l'Histoire d'Alexandre di Quinto Curzio Rufo su richiesta di Isabella del Portogallo, moglie di Filippo il Buono, duca di Borgogna. Egli completò il testo lacunoso dello scrittore romano appoggiandosi soprattutto ai testi di Plutarco e di Giustino. Terminato nel 1468, questa traduzione, che presenta un Alessandro conquistatore, spogliato delle leggende ereditate dalla letteratura cortese, è dedicato al figlio di Isabella, Carlo il Temerario. L'esemplare conservato presso la biblioteca di Ginevra è stato miniato da un artista fiammingo, il Maître d'Edouard IV, attivo a Bruges alla fine del XV secolo, e da una seconda mano non meglio identificata.
Online dal: 23.09.2014
Su richiesta di Jean II di Francia, il domenicano Pierre Bersuire (Petrus Bercorius) iniziò tra il 1354 e il 1356 la traduzione delle tre decadi (I, III e IV) allora conosciute dell'Ab Urbe condita di Tito Livio. Questa storia di Roma si estende dalla fondazione della città fino alla lotta dei Romani contro i Celtiberi. L'esemplare conservato alla biblioteca di Ginevra data dell'inizio del sec. XV e reca l'ex-libris del duca di Berry. E' stato dipinto dal «Maître des Cleres femmes» di Jean de Berry e da artisti attivi nella maniera del «Maître du duc de Bedford».
Online dal: 21.12.2010
Il Mignon è una raccolta di diversi racconti storici e di testi morali o filosofici. Henri Romain è l'autore del riassunto delle tre Decadi di Tito Livio e del Compendium historial, una raccolta di storie antiche. Laurent de Premierfait è il traduttore del De la vieillesse di Cicerone e infine Jean Courtecuisse è il traduttore del Des quatres vertus cardinales di Seneca. Prodotto dall'atelier di Maître François, questo manoscritto presenta sette bei frontespizi miniati.
Online dal: 08.10.2020
Quest'opera, anche conosciuta col titolo “Livre de Jules César”, è una raccolta di testi di Giulio Cesare, Sallustio, Svetonio e Lucano, composta negli anni 1211-1214. Il suo autore, rimasto sconosciuto, intendeva raccontare la storia dei primi dodici imperatori romani, ma terminò la sua impresa alla fine della narrazione della vita di Giulio Cesare. L'esemplare ginevrino è stato miniato da varie mani di cui la principale, attribuita al “Maître de l'échevinage de Rouen”, ha dipinto il frontespizio. Reca le armi di Louis bastardo di Borbone, figlio illegittimo di Carlo I di Borbone.
Online dal: 08.10.2015
Notaio, segretario, poi consigliere del re Carlo VII, Noël de Fribois compose il suo Abrégé des chroniques de France che presentò al re nel giugno 1459. Inizia la sua cronaca con l'assedio di Troia per concluderla con il 1383. L'esemplare ginevrino presenta due continuazioni anonime relative ai regni di Carlo VII e di Luigi XI. 27 scene miniate decorano questa prima parte del manoscritto. Il testo prosegue con il Mémoire sur les rois de Sicile di Giovanni di Candida, tradotto in francese da Charles Guillart, e infine varie cronache, racconti e altri scritti aggiunti nel XVI secolo.
Online dal: 18.06.2020
Questa storia delle crociate è una traduzione, nel dialetto delle Fiandre francesi, dell'opera Historia rerum in partibus transmarinis gestarum di Guglielmo di Tiro. Questo manoscritto è stato miniato da uno dei più grandi miniatori del XV secolo, Simone Marmion.
Online dal: 09.12.2008
Scrivano e notaio fiorentino, Brunetto Latini prese la via dell'esilio nel 1260 dopo la sconfitta dei Guelfi nella battaglia di Montaperti. Stabilitosi in Francia fino al 1266, vi redasse il Trésor,un'enciclopedia in prosa, in francese, largamente diffusa fino alla fine del XV secolo. Il miniatore che ha illustrato l'esemplare conservato presso la Biblioteca di Ginevra è conosciuto con il nome convenzionale di "Master of the Geneva Latini" o anche come "Maître de l'échevinage de Rouen". Adorno in origine di quattro frontespizi, il manoscritto ne presenta ora solo due, uno dei quali con la famosa raffigurazione di un mercato urbano medievale.
Online dal: 23.09.2014
Su richiesta del re Filippo III il Temerario, il frate domenicano Lorenzo scrisse un libro di istruzione religiosa per laici. Nel terzo e quarto trattato (cc. 6r-33r) si ispirò al Miroir du monde compilando due trattati di quest'opera composta nel XIII secolo e ampiamente diffusa nel regno. Il quinto trattato sulle virtù (cc. 33r-99r) è l'unica parte originale di Frate Lorenzo. Il miniatore che ha dipinto le 8 miniature non è identificato ma probabilmente ha lavorato nel nord della Francia.
Online dal: 10.10.2019
Dedicato a Jean, duca di Berry, il Livre de bonnes meurs si ispira al Sophilogium, dello stesso autore. Si tratta essenzialmente di un'opera morale e religiosa. Come parte degli «specchi dei principi», evoca le virtù e le qualità morali che un principe ideale dovrebbe possedere. Il manoscritto di Ginevra presenta la prima redazione, datata 1404. Miniata dal Maître du Froissart de Philippe de Commynes, presenta un'unica miniatura che fa da frontespizio.
Online dal: 10.10.2019
Pierre le Fruitier, detto Salmon, segretario di Carlo VI e agente di influenza presso il duca di Borgogna, Giovanni senza Paura, scrisse nel 1409 un testo composito che costituisce nello stesso tempo un manuale di virtù ad uso del principe, un racconto epistolare e un'autobiografia. Salmon vi espone le qualità necessarie al suo sovrano per governare nel migliore di modi (vedi Paris, BnF, fr. 23279). In seguito al suo ritiro dalla corte nel 1411 ed al cambiamento della politica reale nei confronti di Giovanni senza Paura, egli ne preparò una seconda redazione qualche anno più tardi, verso il 1412-1415, oggi conservata a Ginevra. Con la sua scena raffigurante Carlo VI allungato sopra un letto di color blu scuro cosparso di fiordalisi, in discussione con il suo segretario, questo manoscritto rappresenta uno dei fiori all'occhiello della Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 23.06.2014
Proveniente dalla collezione di Alexandre Petau, questo manoscritto composito riunisce quattro testi assemblati in data sconosciuta. Il primo, datato 1464, e il più lungo dei quattro (cc. 2r-81r), è l'Enseignement de vraie noblesse, ed è attribuito a Hugues de Lannoy, membro dell'Ordine del Toson d'Oro, che offre con questo testo uno specchio dei principi che potrebbe interessare l'entourage ducale borgognone. Si tratta della sola parte di questo manoscritto che è illustrata da un'unica grande miniatura (c. 3r), realizzata dall'assistente principale del miniatore di Bruges Guillaume Vrelant, noto con il nome convenzionale di Maître de la Vraie Cronicque descoce. A questo testo fa seguito la Chronique d'Ecosse (cc. 82r-90v) che racconta la storia della Scozia dalle origini al 1463, un testo su «Le droit que le roy Charles VIIIme pretend ou royaulme de Naples» (c. 91r) e, infine, la vita di sant'Elena in latino (cc. 91v-93r).
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto su pergamena, in scrittura corsiva, è un'esposizione del testo mistico della cabala. È illustrato con numerose figure allegoriche, cosmologiche e liturgiche dipinte con colori vivi e contrastati.
Online dal: 09.12.2008
Quest'opera contiene due trattati: il Livre des deduis, un manuale di caccia e il Songe de Pestilence, un racconto allegorico che riporta il combattimento delle Virtù e dei Vizi. L'esemplare ginevrino è attribuito al miniatore conosciuto con il nome di Maestro di Robert Gaguin.
Online dal: 26.09.2017
Federico II Hoehnstaufen scrisse intorno al 1240 un trattato sulla falconeria in latino (De arte venandi cum avibus) per iniziare il figlio Manfredi alla caccia agli uccelli. Composto in sei libri, questo trattato fu oggetto di una seconda redazione da parte di Manfredi che rimaneggiò solo i primi due libri. Fu tradotto in francese all'inizio del XIV secolo sulla base di un manoscritto oggi conservato alla Biblioteca Vaticana e che contiene sia le aggiunte di Manfredi che i soli primi due libri. La versione francese si conserva in quattro manoscritti di cui quello di Ginevra è decorato dal "Maître Brugeois de 1482" e dai suoi collaboratori.
Online dal: 09.04.2014
L'Ovide moralisé è un poema de 72'000 ottosillabi. L'autore, anonimo, ha tradotto, tra la fine del XIII secolo ed il primo quarto del XIV secolo circa, i 15 libri delle Metamorfosi di Ovidio riappropriandosi dei miti antichi al fine dell'edificazione cristiana. L'esemplare di Ginevra, datato alla fine del XIV secolo, è stato miniato da due artisti, il Maître du Rational des divins offices e il Maître du Roman de la Rose.
Online dal: 23.06.2014
Il Romanzo della Rosa è un'opera poetica di ca. 22'000 versi ottosillabi. La prima parte di questo romanzo allegorico (più di 4'000 versi) è stata scritta da Guillaume de Lorris verso il 1230 e terminata da Jean de Meun una quarantina di anni più tardi. Concepito in origine come un racconto cortese, la seconda parte si perde in disgressioni su vari soggetti, criticando segnatamente il mito della rosa di Guillaume de Lorris. Il Testamento è un poema di 544 quartine di alessandrini monorimi che tracciano il cammino spirituale di Jean de Meun.
Online dal: 22.06.2010
Il benedettino Jean d'Auton (1466-1528 ca.), cronista alla corte reale sotto Luigi XII, promosse nel 1511 un concorso per epistole fittizie rivolte al re, per il quale scrisse l'Epistre d'Hector au roy, al quale, tra gli altri, rispose Jean Lemaire de Belges con una Epistre du roy Loys à Hector. Il manoscritto di Ginevra si apre con una miniatura a piena pagina di un artista attivo a Lione, il Maître des Entrées, dove Ettore consegna un libro a un satiro davanti a un esercito di soldati in armatura, alcuni dei quali sono incoronati con la corona d'alloro dei poeti. I molteplici riferimenti all'antichità, sia testuali che visivi, sono tipici dell'ambiente umanistico lionese, cui appartiene il proprietario di questo manoscritto, Jean Sala, fratellastro del famoso autore e cultore di antichità Pierre Sala.
Online dal: 10.10.2019
Scrittrice e poetessa di grande fama, apprezzata dall'alta società, Christine di Pisan redasse numerose opere e ne controllò l'esecuzione iconografica come avviene in questo manoscritto il cui testo presenta una città utopica edificata da e all'intenzione di donne.
Online dal: 09.12.2008
Su richiesta di Jeanne de Laval, sposa del re Renato d'Angiò, nel 1465 un chierico di Angers termina la messa in prosa della prima redazione del Pèlerinage de vie humaine di Guillaume de Deguileville. Il suo lavoro, anonimo, rispetta il testo originale e la suddivisione in quattro libri. Miniato interamente e riccamente, il manoscritto è databile al terzo quarto del XV secolo.
Online dal: 13.10.2016