Parte seconda di una Bibbia in tre tomi (Nuovo Testamento) miniata (di cui sono rimasti i codici MsWettF 1 e MsWettF 2), che probabilmente Rudolf Schwerz, canonico presso il Grossmünster di Zurigo e prevosto ad Altorf, ha lasciato in eredità per testamento al monastero di Wettingen. L'origine della Biblia sacra non è documentata, si suppone che sia stata allestita in ambiente zurighese. L'asportazione di alcune iniziali miniate ha causato delle perdite di testo.
Online dal: 19.12.2011
La farmacopea è una raccolta disorganizzata di prescrizioni in lingua tedesca contro malattie di ogni tipo, inframezzate da ricette di cucina e brevi trattati medici. Alcune ricette e trattati citano autorità mediche come Mesuè, Bartolomeo, Ippocrate e Galeno, Heinrich Fründ, Johannes Minnch, Maestro Heinrich e Vitalis de Furno. Scritto da vari copisti nel terzo quarto del XV secolo.
Online dal: 29.03.2019
Postille al Levitico, Numeri e Deuteronomio, scritto nel 1397 dal prete di Friburgo Rüdiger Schopf, decorato da 23 disegni a penna in parte colorati che si estendono prevalentemente su metà della pagina. Il manoscritto è parte di un'opera in vari volumi, riccamente illustrata, contenente il commento alla Bibbia di Niccolò di Lira Postilla super totam Bibliam che il prete secolare Rüdiger Schopf di Memmingen realizzò negli anni dal 1392 al 1415 per la certosa di Friburgo. Nel 1430 l'opera, di cui fanno parte anche i volumi A II 1, 3-6 e 10-13, vennero venduti alla certosa di Basilea.
Online dal: 19.03.2015
Il codice, che si compone di varie parti, contiene principalmente decreti, bolle, lettere e risoluzioni relative al concilio di Basilea (1431-1448), di vari copisti in latino e tedesco. Mani più tarde hanno occasionalmente aggiunto annotazioni, correzioni e aggiunte. Informazioni storiografiche sono contenute nei cosiddetti «Grössere Basler Annalen», in estratti latinizzati dalla Cronaca di Rötteln e nella cronaca tedesca di Jakob Twinger von Königshofen. Il manoscritto apparteneva alla certosa di Basilea e giunse poi nella biblioteca universitaria.
Online dal: 10.10.2019
Il manoscritto, di proprietà di Johannes Heynlin de Lapide, che lo ha donato alla certosa di Basilea, combina discorsi e lettere di illustri umanisti come Poggio Bracciolini e Enea Silvio Piccolomini - tra cui una lettera originale di Johannes Reuchlin a Jakob Louber - con testi di autori greci e orientali in traduzione latina. Parti del manoscritto sono vergati dagli stessi Heylin e Reuchlin.
Online dal: 04.10.2018
Il sottile volume in pergamena, dal convento dei predicatori di Basilea, contiene i libri I-V del De vegetabilibus et plantis di Alberto Magno. Questo testo, in realtà composto da sette libri di cui due qui mancano, rappresenta una piccola parte dell'opera straordinariamente ampia del dottore della chiesa e studioso universale, la cui fama fu superata dal suo allievo Tommaso d'Aquino subito dopo la sua morte. La legatura usurata mostra delle tracce che suggeriscono che si tratti di un liber catenatus.
Online dal: 14.12.2018
Uno dei codici di Isidoro del monastero di Fulda che si è salvato perché nel XVI sec., ancora prima della distruzione della biblioteca durante la guerra dei trent'anni, giunse a Basilea. Qui servì probabilmente quale possibile modello per una progettata edizione delle opere di Isidoro. E' stato allestito nel sec. VIII in Inghilterra e conserva ancora la legatura dell'VIII o IX secolo in una coperta di pergamena. Va annoverato tra i più importanti testimoni dell'opera di Isidoro De natura rerum.
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto composito a carattere teologico proviene in origine dalla famiglia patrizia Gossembrot di Augusta (tardo XV sec.). Fu poi in possesso di Giovanni Oporino († 1568), di Eusebio Merz († 1616) e di Remigio Faesch († 1667), per poi giungere nel 1823 nella biblioteca universitaria di Basilea. A parte una incisione ancora presente, molte di queste e miniature che erano vi erano incollate sono state sottratte.
Online dal: 22.06.2017
La Bible du XIIIème siècle in antico francese è stata realizzata nella seconda metà del sec. XIII a Parigi. I due esemplari custoditi dalla Burgerbibliothek di Berna (Cod. 27/28) fanno parte degli esemplari più antichi di questo testo conservatisi; sono indipendenti uno dall'altro e probabilmente allestiti nella Francia meridionale. Il Cod. 27 è in parte glossato; conteneva in origine 31 miniature di grande qualità, delle quali oggi ne sono andate perse venti.
Online dal: 07.10.2013
Frammento costituito da due parti indipendenti: la parte più antica contiene una versione commentata dell'Etica Nicomachea. Sull'esterno del fascicolo si trova un altro bifoglio (f. 1, 11), più recente, scritto in francese e contenente una lista giuridica o ecclesiastica di nomi. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 con il fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Frammento di due bifogli del De arithmetica di Boezio; il manoscritto si trovava nel monastero benedettino di Saint-Martin in Séez. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 con il fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Bifoglio di un manoscritto di grande formato realizzato in Francia e contenente la Homilia de charitate di Fulgenzio. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Foglio sciolto di un manoscritto verosimilmente realizzato nella Francia orientale. Il foglio, incompleto, contenente il De adulterinis coniugiis di Agostino, è stato probabilmente riutilizzato come carta di guardia per un codice delle Etimologie di Isidoro. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Il manoscritto contiene tre diversi testi: Il Lucidarius in tedesco (1r-32v), un dialogo didattico tra maestro e allievo, è un'opera di prosa in alto tedesco medio scritta intorno al 1190, che rappresenta il sapere teologico e scientifico contemporaneo del suo tempo. La Cronaca universale di Costanza (117r-150v) è un conciso compendio storico universale, scritto probabilmente a Costanza nel XIV secolo. La Cronaca di Zurigo (153r-191r), la cui più antica redazione risale al XIV secolo, appartiene al genere delle cronache cittadine tedesche del tardo Medioevo. Il manoscritto è stato scritto nella diocesi di Costanza. Il primo proprietario fu un non meglio identificato Hans von Endiner. Nel XVIII secolo il manoscritto era in possesso di Georg Litzel, teologo e filologo di Ulm. Non si sa come sia giunto a Coira.
Online dal: 10.12.2020
Nel Codex Bodmer 8 sono raccolti molti trattati di Archimede, segnatamente il Sulla sfera e il cilindro e il Quadratura della parabola. In questo manoscritto, copiato su carta intorno al 1541, i commentari all'opera del celebre matematico da parte dello studioso greco di geometria Eutocio precedono il trattato sugli strumenti di misurazione di Erone di Alessndria.
Online dal: 02.06.2010
La Chronique de Bertrand du Guesclin (versione B) è una delle due versioni in prosa del poema epico di Cuvelier, Chanson de Bertrand du Guesclin. L'opera racconta la storia della vita del connestabile di Carlo V, dall'infanzia alla morte.
Online dal: 14.12.2018
Contiene la raccolta di 100 fiabe Der Edelstein, pubblicate intorno al 1330 dal frate domenicano bernese Ulrich Boner, ed estratte da varie fonti latine da lui rielaborate e trasposte in dialetto. Il tipo di scrittura e le caratteristiche dell'impaginazione con lo spazio lasciato libero per le illustrazioni mai eseguite, parlano a favore di un prodotto della fase tarda - intorno al 1455-1460 - dell'atelier di Diebold Lauber ad Hagenau in Alsazia, preparato per essere completato al momento della eventuale richiesta di un acquirente.
Online dal: 13.12.2013
Riunendo più di duecento testi allestiti tra la fine del XII e l'inizio del XIV secolo, il «Codex di Kalocsa» è una straordinaria testimonianza della poesia medievale tedesca. Questo manoscritto, affine ad un volume conservato all'Universitätsbibliothek di Heidelberg (Cod. Pal. Germ. 341), che ricopia parzialmente, ci trasmette, in circa 330 fogli di pergamena copiati da una sola mano, delle opere di Walther von der Vogelweide, Konrad von Würzburg, Hartmann von Aue, Reinmar von Zweter o ancora dello Stricker o della tradizione del Roman de Renart. Tramanda pure una quantità di testi anonimi.
Online dal: 20.12.2007
Creatore del catalano come lingua letteraria e scientifica, Raimondo Lullo è nato a Maiorca, terra di incrocio di tradizioni cristiane, musulmane ed ebraiche. Scritto da vari copisti nel sec. XIV, il CB 109 raccoglie le opere filosofiche e teologiche del grande pensatore catalano. Il manoscritto è arricchito da tavole e diagrammi.
Online dal: 21.12.2009
Scritto senza dubbio negli anni 1520-1528, il Tristano del lionese Pierre Sala si fece l'erede della tradizione medievale, dai cicli in prosa di Tristano e di Lancillotto ai romanzi italiani della Tavola Rotonda. Nondimeno, questo racconto dell'amicizia esemplare tra Tristano e Lancillotto, dove le avventure cavalleresche si intrecciano agli intrighi amorosi, è già aperto alla scrittura del Rinascimento. Esso è trasmesso solamente da due manoscritti e quello della Fondazione Martin Bodmer è l'esemplare di dedica offerto al re Francesco I. È illustrato da ventisei disegni a penna e all'acquarello.
Online dal: 26.04.2007
Lo Schwabenspiegel (Specchio svevo) contiene una raccolta di leggi nazionali e feudali in uso nel tardo medieovo nella Germania meridionale ma diffuso anche in Boemia e nella Svizzera fino al confine linguistico franco-tedesco. Il manoscritto è stato redatto nella seconda metà del XIII sec. ed appartiene ai più antichi testimoni di questo testo, di cui si sono conservati ca. 350 manoscritti.
Online dal: 18.12.2014
Contiene la Panormia, una raccolta di testi di diritto canonico attribuita ad Ivo di Chartres, che l'avrebbe redatta dopo il 1095. Il codice, probabilmente prodotto ad Einsiedeln, è stato vergato da un solo copista in una carolina regolare e calligrafica. Delle otto iniziali che introducono gli altrettanti libri nel quale è diviso il testo, solo una è stata completata con il colore rosso (p. 78), mentre delle altre è visibile il disegno preparatorio.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto, vergato da Heinricus Tierli (probabilmente lo stesso Heinricus Tierlin, amministratore a Schuttern e procuratore a Friburgo in Brisgovia) può essere datato, sulla base dell'explicit, al 21 giugno 1407 (c. 278vb). Il testo principale (cc. 1r-278v) è introdotto dall'incipit Collectorium Bertrucii in parte practica medicine [...] (cc. V1r-V14r). Seguono la Tabula primi libri (cc. V14r-V14v), i Tituli secunde sectionis (cc. V14v-V15r), i Tituli tercie sectionis (cc. V15r-V15v) e i Tituli quarto sectionis (c. V15v). I titoli sono in rosso e singole iniziali in blu o rosso. Il manoscritto ha una rilegatura in pelle contemporanea alla realizzazione del manoscritto, fibbie in metallo e un dorso restaurato nel 1978. Nella legatura si trova un documento medievale ritagliato (vedi carta di guardia posteriore). Si possono trovare le seguenti note di possesso: Hic liber pertinet Leonhardo hemerly de constancia (c. 278vb), Sum Bernhardi Stoppelij M[edicinae] Doctoris (di una mano del XVII secolo, c. V1r) e Magister petrus hemmerlis (originario foglio di guardia anteriore non più visibile).
Online dal: 10.12.2020
Cronaca del vescovado di Costanza redatta da Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Heinrich Murer si basa per redigere la sua cronaca tra l'altro sul Chronicon di Ermanno il contratto (1013-1054), continuato dal suo allievo Bertoldo di Reichenau fino all'anno 1080, sulla Chronik der Alten Eidgenossenschaft di Johannes Stumpf (1500-1577/78) apparsa nel 1547/48, sulla Chronologia monasteriorum Germaniae praecipuorum di Caspar Bruschius (1518-1557), sulla Chronik von dem Erzstifte Mainz und dessen Suffraganbistümern di Wilhelm Werner, conte di Zimmern (1485-1575) e sull'opera storica di Christoph Hartmann di Frauenfeld (1568-1637), che nei suoi ultimi anni di vita fu bibliotecario di Einsiedeln e che redasse, insieme con Franz Guillimann gli Annales Heremi Deiparae Matris in Helvetia. La cronaca di Murer parte dagli inizi del tardo episcopato di Costanza a Windisch nell'anno 411 sotto il vescovo Paternus e giunge fino all'anno 1629 sotto il vescovo Johannes VII.
Online dal: 19.12.2011
Cronaca dell'abbazia di Kreuzlingen di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 monaco al monastero cartusiano di Ittingen). Murer basa il suo resoconto storico su documenti più antichi, utilizzando anche una lista degli abati in carica a Kreuzlingen fino al 1626.
Online dal: 14.04.2008
Cronaca del monastero di Eschenbach di Heinrich Murer (1538-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen); contiene inoltre due vedute del monastero del 1625 e 1629, entrambe probabilmente di mano di Heinrich Murer.
Online dal: 19.12.2011
Cronaca del Grossmünster di Zurigo, di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). In questa cronaca Heinrich Murer si è dapprima concentrato sulla storia della città di Zurigo e del Grossmünster, prima di iniziare con l'elenco e la descrizione dei singoli prevosti.
Online dal: 22.06.2017
Cronaca della abbazia di Fraumünster, della chiesa di S. Pietro e della Wasserkirche di Zurigo di Heinrich Murer (1588-1638). Murer dichiara quali fonti per la cronaca della chiesa di S. Pietro la Tigurinerchronik di Heinrich Bullinger e per la cronaca della cappella „auf dem Hof“ sia la Tigurinerchronik che la Schweizer Chronik di Johannes Stumpf.
Online dal: 19.12.2011
Il manoscritto è composto di 4 parti. La prima (1-16), del XIV sec., presenta una versione abbreviata del Martirologio di Usuardo. La seconda parte (17-66), dell'inizio del XIV sec., contiene tra gli altri scritti di Alberto Magno e dello Pseudo Roberto Grossatesta. Nella terza (67-164) e quarta parte (165-258), databili al XIV-XV secolo, sono trascritti testi di Vincenzo Bellovacensis, Pietro Lombardo e altri a carattere giuridico. Prima di essere acquisito dalla Biblioteca cantonale di Friburgo nel 1900, il codice appartenne alla biblioteca del clero della Gruyères.
Online dal: 14.12.2018
Questa storia universale, una delle più ampie del Medioevo, è un compendio di storie bibliche e profane. Databile al terzo quarto del XV secolo, decorato da un artista fiammingo di grande fama, Guillaume Vrelant, questo manoscritto presenta delle miniature di alta qualità.
Online dal: 09.12.2008
Quest'opera contiene due trattati: il Livre des deduis, un manuale di caccia e il Songe de Pestilence, un racconto allegorico che riporta il combattimento delle Virtù e dei Vizi. L'esemplare ginevrino è attribuito al miniatore conosciuto con il nome di Maestro di Robert Gaguin.
Online dal: 26.09.2017
L'Ovide moralisé è un poema de 72'000 ottosillabi. L'autore, anonimo, ha tradotto, tra la fine del XIII secolo ed il primo quarto del XIV secolo circa, i 15 libri delle Metamorfosi di Ovidio riappropriandosi dei miti antichi al fine dell'edificazione cristiana. L'esemplare di Ginevra, datato alla fine del XIV secolo, è stato miniato da due artisti, il Maître du Rational des divins offices e il Maître du Roman de la Rose.
Online dal: 23.06.2014
Su richiesta di Jeanne de Laval, sposa del re Renato d'Angiò, nel 1465 un chierico di Angers termina di mettere in prosa la prima redazione del Pèlerinage de vie humaine di Guillaume de Deguileville. Il suo lavoro, anonimo, rispetta il testo originale e la suddivisione in quattro libri. Di seguito si trova la Danse aux aveugles (prima del 1465) di Pierre Michault. Il Maître di Antoine Rolin realizza per questi due testi una ricca decorazione miniata, che tuttavia non è stata del tutto completata.
Online dal: 13.10.2016
Manoscritto in carta filigranata risalente al XVI secolo. Di argomento medico, contiene gli 11 libri del De simplicium medicamentorum [temperamentis ac] facultatibus di Galeno. La scrittura di questo codice, stretta e «pointue», ricorda quella di Demetrio Mosco, un umanista greco attivo a Venezia e Ferrara (metà XV- dopo 1519). Il manoscritto non è stato ultimato, come testimonia la presenza di alcuni spazi lasciati in bianco e destinati a contenere delle lettere miniate. Il codice fu acquisito da Alexandre Petau nel 1655. Passato in seguito nelle mani del pastore e teologo ginevrino Ami Lullin, alla sua morte venne lasciato in eredità alla Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 29.03.2019
Questo manoscritto del XV secolo contiene 137 lettere di papa Gregorio Magno, noto soprattutto nel Medioevo per i suoi Moralia in Job. Queste lettere, scritte durante il suo pontificato (590-604), costituiscono una fonte importante per la storia dell'Alto Medioevo e vengono copiate senza interruzione per tutto il periodo medievale. Presente nei fondi della Biblioteca di Ginevra alla fine del XVII secolo, questa copia cartacea, accuratamente trascritta in una piccola corsiva, è rimasta incompiuta, come dimostrano il fatto che le grandi iniziali che aprono ciascuna delle lettere non sono state eseguite, e i dieci fogli bianchi finali.
Online dal: 08.10.2020
Prodotto in un atelier parigino alla metà del sec. XIII, questo manoscritto contiene i libri I-XVIII del Digestum Vetus di Giustiniano, con un testo che offre delle varianti in confronto al testo corrente del Digesto. Una miniatura, sotto forma di banda verticale nel margine, presenta l'imperatore Giustiniano che sovrasta i cinque principali giuristi dell'inizio del sec. III, abbondantemente citati nel Digesto.
Online dal: 15.04.2010
Copiato negli anni 1460-1480, contiene il De regimine principum di Egidio Romano, ornato da una miniatura raffigurante l'offerta del libro al signore. Sugli ultimi fogli sono trascritte una Vita di Esopo e le Favole di questo autore, tradotte in latino da Rinuccio di Arezzo. Il manoscritto appartenne a François Bonivard († 1570) che fu priore del priorato cluniacense di S. Vittore a Ginevra.
Online dal: 15.04.2010
Questo manoscritto è stato depositato alla Biblioteca di Ginevra nel 2007 dai padri della Congregazione di San Francesco di Sales (Ginevra, Institut Florimont). Si tratta di un manoscritto composito che riunisce due testi un tempo separati: le Institutiones Grammaticae di Prisciano, trascritte in Italia nell'XI o XII secolo, e il Commento all'Apocalisse di Beato di Liébana. Quest'ultimo, illustrato da 65 miniature, fu trascritto nel XI secolo, verosimilmente nel sud Italia, a giudicare dalla scrittura beneventana e dalla minuscola carolina utilizzate dagli scribi. Sconosciuto agli specialisti, questo Beato scoperto a Ginevra si aggiunge ai 26 esemplari illuminati già recensiti.
Online dal: 03.11.2009
Questo codice data della prima metà del sec. XIV e contiene una copia del Roman de la Rose, un poema allegorico in antico francese composto nel sec. XIII da Guillaume de Lorris e Jean de Meung. Questo esemplare, che costituisce una delle più di 300 copie complete o parziali che sopravvivono, è fittamente annotato e denota l'uso da parte di vari diversi lettori.
Online dal: 21.01.2011
La cronaca, terminata nel 1513, racconta la storia della città di Lucerna dalle origini, e a partire dalla guerra di Sempach (1386) quella della Confederazione dal punto di vista di un sostenitore del Sacro Romano Impero. Le 450 illustrazioni, opera di due diverse mani, costituiscono, a causa sia della loro immediatezza che della ricchezza dei temi e dei dettagli, una testimonianza unica della vita dell'epoca tardo medievale.
Online dal: 19.03.2015
Oltre a prediche e materiale relativo alle prediche per le domeniche, le feste dei santi e le feste dedicate a Maria, il manoscritto contiene parti del commento di s. Bonaventura (1221-1274) al libro delle sentenze di Pietro Lombardo, ed il trattato De arca Noe di Marquard di Lindau (morto nel 1392).
Online dal: 09.06.2011
Libro d'ore ad uso di Roma, riccamente illustrato da miniature a piena pagina, quadretti e iniziali, scritto in littera cursiva (bastarda), databile intorno al 1500, con testi in latino, francese e fiamminga. Lo stile delle miniature, soprattutto dei bordi, naturalistici con fiori, insetti ma anche con raffigurazioni sceniche, sembrano tipici della scuola ganto-bruggese.
Online dal: 22.03.2012
Libro d'ore all'uso della diocesi di Besançon con calendario in francese. Possiede una decorazione incompleta che permette di seguire le diverse tappe della sua realizzazione.
Online dal: 09.04.2014
Questo Vocabularius brevilogus fu copiato, secondo quanto si legge nel colophon a c. 329v, dal copista Martinus Hartmann nel 1452 ad Hildesheim. I lemma sono introdotti da iniziali rubricate, mentre per le iniziali più grandi è stato lasciato lo spazio apposito e, tranne poche eccezioni, non sono state eseguite. Nel 1505 il manoscritto fu donato dal suo proprietario, Johannes Hertlin di Augusta Regia, alla chiesa dei santi Alessandro e Teodoro di Ottobeuren; dal sec. XX si trova in possesso della Biblioteca cantonale giurassiana di Porrentruy.
Online dal: 23.09.2014
Esemplare a piena pagina contenente una raccolta dell'opera di Agostino De doctrina christiana , vergato da un solo copista, con una bella pagina iniziale e l'explicit in scrittura distintiva; figura nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Nel XV secolo il codice, come molti altri, ricevette una nuova legatura in pelle con una scritta sul piatto anteriore, borchie in metallo e un fermaglio, così come un'etichetta con il titolo (1r).
Online dal: 25.06.2015
Esemplare contenente sette testi agiografici, ai quali poco più tardi venne aggiunta una Vita Longini (f. 143v), a piena pagina, senza decorazione tranne poche iniziali con tralci, che figura nell'inventario dei manoscritti della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). La colorazione giallastra dei ff. 1r e 145v lascia supporre che il manoscritto rimase slegato finché nella seconda metà del XV secolo, come numerosi altri, ricevette una legatura in pelle con borchie di metallo ed un gancio di chiusura. Quali carte di guardia (f. I, f. 146) furono utilizzati, così come in Min. 19, Min. 20, Min. 24, Min. 40, Min. 53 e Min. 55, frammenti di un obituario del monastero di Ognissanti del XIV secolo.
Online dal: 22.06.2017
Decretum di Graziano copia di un archetipo contenente un testo ‘arcaico', appartenente al Σ-group e con un ridotto numero di paleae nel testo, parzialmente integrate in epoca successiva. Il codice è stato in uso in più scuole in Italia e nel sud della Francia. Nel primo strato di glosse è stata copiata la Glossa ordinaria di Iohannes Teutonicus (pubblicata nel 1215/16), negli strati successivi, di più mani, sono state copiate additiones di Bartolomeo da Brescia alla Glossa ordinaria e glosse di canonisti prevalentemente dei secoli XIII e XIV.
Online dal: 23.06.2016
Questo manoscritto della biblioteca del convento dei cappuccini di Sion si divide in tre parti eseguite da diversi copisti. La prima (cc. 1-113) è costituita da un trattato di inquisizione del 1359, il De jurisdictione inquisitorum in et contra christianos demones invocantes (col capitolo De suspicione: inizio a c. 95r) del domenicano catalano Nicolau Eymeric, inquisitore generale di Aragona. Questa prima parte è stata vergata nel 1460 a Naters per il vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482), dal prete Cristoferus In Domo Lapidea (Im/Zum Steinhaus, Steinhauser), di Lalden, rettore di un altare nella chiesa di Naters; sempre a questo copista si deve la trascrizione di tre manoscritti della biblioteca Supersaxo, l'S 96, l'S 98, e soprattutto l'S 97, che contiene tra gli altri una seconda copia del De jurisdictione inquisitorum, trascritta nello stesso anno, il 1460. La seconda parte (cc. 114-134), con delle iniziali rubricate e talvolta ornate (per es. alle cc. 114r e 127r), contiene la Historia Karoli Magni et Rotholandi (chiamata anche Chronique du Pseudo-Turpin; ca. metà del XII sec., talvolta attribuita a Aimery Picaud), una narrazione delle guerre fittizie condotte da Carlo Magno in Spagna e in Francia. Quest'opera di propaganda in favore della crociata di Spagna e del pellegrinaggio di Compostela, ispirata segnatamente dalla Chanson de Roland, ha incontrato nel medioevo un enorme successo. La terza parte (cc. 135-157) contiene gli statuti sinodali emanati da Walter Supersaxo nel 1460; ne esiste un'altra copia conservata presso l'Archivio del capitolo di Sion (cassetto 3, no 67/5). Una nota di possesso sulla carta di guardia (c. V1r) indica quale proprietario del RCAp 73 un certo Johannes Huser, di Selkingen, attestato a Sion tra il 1532 e il 1561 quale rettore di due altari.
Online dal: 22.03.2018
Il codice contiene il vangelo di Matteo con il prologo monarchiano (Stegmüller, Repertorium Biblicum, Nr. 590; pp. 1-4), un prologo anonimo (Stegmüller, RB 589; pp. 2–3, margine), la Glossa ordinaria e altre glosse (tra gli altri Stegmüller, RB 10451 [2]). Il manoscritto, che presenta una legatura romanica, fu probabilmente scritto verso la fine del XII secolo, forse anche all'inizio del XIII secolo. Non è chiaro se sia stato prodotto a S. Gallo, ma la nota di possesso Liber sancti Galli del XIII secolo (controguardia anteriore) indica che già allora si trovava nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 10.12.2020
In questo volume sono riuniti tre codici. I primi due (pp. 1-84 e 85-228) contengono il Vangelo di Giovanni, il terzo (pp. 229-342) il Vangelo di Marco, ciascuno con il cosiddetto Prologus monarchianus (Stegmüller, Repertorium Biblicum, n. 624: p. 1-2 e 86-88; Stegmüller, RB 607: p. 229-232) e la Glossa ordinaria. Nel primo codice il testo evangelico si interrompe al centro della frase a pag. 84 in Gv 21,2; solo Gv 1,1-8,24 è glossato; nel secondo codice Gv 1,1-20,25 è glossato. Mentre il primo e il terzo codice risalgono al XII secolo, il secondo è un po' più tardo (XII-XIII secolo). Anche le ultime pagine del terzo codice sono successive (XIII secolo: glossato da p. 315, testo principale da p. 319). A p. 3 un'iniziale zoomorfa (drago), a p. 229 una iniziale in rosso. Nel dorso si trovano incollati dei frammenti di manoscritti del X secolo. All'interno della coperta anteriore è visibile l'impronta di un frammento di manoscritto. All'interno di quella posteriore vi è una nota di possesso tardomedievale del monastero di S. Gallo.
Online dal: 13.06.2019
Il codice contiene il vangelo di Giovanni con il prologo monarchiano (Stegmüller, Repertorium Biblicum, Nr. 624; pp. 3-7), un prologo anonimo (Stegmüller, RB 628; pp. 3-7, margine) e la Glossa ordinaria. Il manoscritto, che presenta una legatura romanica, fu probabilmente scritto verso la fine del XII secolo, forse anche all'inizio del XIII secolo. Non è chiaro se sia stato prodotto a S. Gallo, ma la nota di possesso Liber sancti Galli del XIII secolo (p. 2) indica che già allora si trovava nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 10.12.2020
Due codici in un volume. Il primo (pp. 1-288; inizio XII secolo) contiene le lettere paoline con la Glossa ordinaria e quattro prologhi: prologo anonimo, Stegmüller, Repertorium biblicum, no. 11086 (p. 1), Prologo di Pelagio (?), Stegmüller, RB 670 (pp. 1-2), Prologo di Pelagio, Stegmüller, RB 674 (pp. 2-3), Prologo di Marcione, Stegmüller, RB 677 (p. 3). A p. 3 anche estratti dal Decretum Gratiani (D. 28 c. 17), dal Concilium Bracarense II, can. 2, e un altro testo canonico. Seguono le lettere paoline nel solito ordine (pp. 5-287), compresa la lettera apocrifa ai Laodicensi (pp. 216-218). Il secondo codice (pp. 288-448; XII secolo, da p. 417 XII-XIII secolo) contiene principalmente estratti dalle prediche e altre opere di Girolamo (pp. 289-374 e 386-387), tra queste altre prediche (pp. 382-386, 387-403 e 408-415) e altre opere, in parte solo in estratto: Grimlaicus, Regula solitariorum, cap. 3-5 e 31-34 (pp. 374-381); anonimo, De consanguinitate BMV (pp. 403-407); Gregorio di Tours, Miracula 1, 31-32 (su s. Tommaso; pp. 407-408); Amalario di Metz, Ordinis missae expositio I, prologo e cap. 17 (pp. 415-416); estratto da Gregorio Magno, Regula pastoralis, cap. 12 (p. 416); Petro Abelardo, Sententiae 1-60 e 102-247 (pp. 417-448). All'interno delle coperte impronte di frammenti di un messale del X secolo.
Online dal: 13.06.2019
Contiene i primi cinque libri di Mosè (Pentateuco), il libro di Giosuè e quello dei Giudici dall'Antico Testamento nonché le lettere di s. Paolo e gli Atti degli Apostoli dal Nuovo Testamento; scritto intorno al 1100 nel monastero di Allerheiligen (Ognissanti) a Sciaffusa, giunse già nel sec. XII a S. Gallo.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto, vergato da una sola mano (p. 236: due esametri con il nome del copista Cuonradus), contiene principalmente sermoni per l'intero anno liturgico (pp. 1-236: sermones de tempore, pp. 239–285: sermones de sanctis). Da p. 287 sono inclusi alcuni capitoli dal Liber miraculorum di Herbert di Clairvaux († ca. 1198). La decorazione si limita a lombarde rosse di tre linee.
Online dal: 14.12.2022
Copia incompleta del commento ai salmi di Pietro Lombardo (ai Salmi 80-150). Manca la prima metà (fascicoli 1-27). La decorazione del libro si limita a delle lettere iniziali rosse. Le iniziali previste nei punti di suddivisione del salterio (Salmi 101, 109) non sono state eseguite.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto cartaceo contiene diversi testi copiati su due colonne da mani diverse nel corso dei secoli XIV e XV. Inizia con un martirologio (pp. 1a-80a), la cui trascrizione è datata 1434 e firmata dal copista Ulrich Aeppli, plebano di Sitterdorf in Turgovia (p. 80a). Almeno altri cinque manoscritti nella biblioteca abbaziale di S. Gallo sono interamente o in parte di sua mano (Cod. Sang. 327; Cod. Sang. 709; Cod. Sang. 786; Cod. Sang. 1078; Cod. Sang. 1076). Dopo alcune pagine bianche (pp. 81-95), una delle quali reca il timbro della biblioteca di S. Gallo all'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer (p. 81), segue una serie di testi più brevi copiati nel XIV secolo, tra cui dei sermoni (pp. 98a; 98b-100a), la copia di una lettera di papa Gregorio VII a Matilde di Canossa (pp. 100a-101b) e delle preghiere disposte secondo l'ordine dell'anno liturgico (pp. 102a-117b), ad eccezione della prima dedicata a s. Brendano (p. 101b). Questa raccolta contiene anche un notevole calendario che propone un regime alimentare in cui ogni mese dell'anno è associato al consumo di un pesce (p. 98a). Secondo il titolo di p. 120a, l'ultimo testo contiene le Quaestiones di s. Agostino (pp. 120a-141b).
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto è stato allestito su incarico dell'abate di S. Gallo Ulrich Rösch (1463-1491) (datazione al f. 227r: 1467). Per quanto riguarda il contenuto corrisponde ampiamente al Cod. Sang. 438: ad un salterio con i salmi nella successione biblica così come alcune rubriche liturgiche, alle antifone (in parte con Initium), e agli inni fanno seguito dal f. 148v dei cantici e dal f. 172v un innario. Antifone e inni sono corredati da melodie con notazione gregoriana di tipo tedesco («Hufnagelnotation») su 4 o 5 linee. Testimoniano l'uso intensivo del manoscritto la presenza di numerose rasure (talvolta su varie pagine) e aggiunte, così come altre tracce di uso. Su alcune pagine è presente una decorazione costituita da iniziali con tralci, un'iniziale figurata si trova al f. 104v (David con l'arpa).
Online dal: 07.10.2013
Copiato dopo il 1540 (data che si deduce dalla menzione della consacrazione della cappella dei SS. Fabiano e Sebastiano a p. 6) dall'organista e scriba di S. Gallo Fridolin Sicher (1490-1546), questo manoscritto contiene le prime due regole del Directorium perpetuum. Il suo contenuto è quasi del tutto identico a quello del Cod. Sang. 533, che è il primo di una serie di sette volumi commissionati dall'abate Franz von Gaisberg (Cod. Sang. 533-539). Realizzato circa vent'anni dopo, il Cod. Sang. 532 è l'unico volume della seconda serie il quale, o non fu mai completato o della quale gli altri volumi sono andati perduti. Era prevista una decorazione, ma non fu mai eseguita (p. IV, 56 per le miniature a piena pagina e p. 1, 57 per le iniziali). Per analogia con la prima serie, si può ipotizzare che potesse includere lo stemma e il ritratto dell'abate committente, probabilmente Diethelm Blarer (1530-1564).
Online dal: 22.09.2022
Codice miscellaneo contenente una raccolta di favole (Der Edelstein, di Ulrich Boner) decorate con sobri disegni a penna, divertenti racconti del cosiddetto «Anonimo svizzero» – preservati solo in questo codice –, appunti di cronaca sulla storia di Zurigo e Glarona.
Online dal: 12.12.2006
Il cancelliere Hans Fründ († 1469), di Lucerna ma originario di Svitto, redasse intorno al 1447 una cronaca della Vecchia guerra di Zurigo. Questa copia, accuratamente trascritta ed illustrata con le bandiere delle località confederate, venne eseguita dal cappellano di Rorschach, e precedentemente maestro di scuola a Svitto, Melchior Rupp nell'anno 1476. Il manoscritto, sulle cui ultime pagine sono stati trascritti documenti e materiale inerente alla Vecchia guerra di Zurigo degli anni dal 1446 al 1450, giunse in possesso dell'erudito glaronese Egidio Tschudi (1505-1572) e da lì, nel 1768, nella biblioteca del monastero di S. Gallo.
Online dal: 19.12.2011
Copia trascritta verso il 1520 della cosiddetta «Klingenberger Chronik», composta verso l'anno 1450. La Cronaca ripercorre le guerre di Appenzello (1401-1429) e le antiche guerre di Zurigo (1440-1446) dal punto di vista della nobiltà sottomessa dell'ovest della Svizzera. È illustrata con un gran numero di disegni colorati a penna, rappresentanti scene di disfatta e un gran numero di armi. Il codice contiene inoltre documenti ufficiali, notizie di cronaca, canzoni e, all'inizio, uno stampato incompleto di Strasburgo contenente la storia degli imperatori romani Tito e Vespasiano, opera composta nel 1520 da Sebastian Brant (1457/58-1521). In possesso dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572), giunse alla biblioteca dell'abbazia di San Gallo nel 1768.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto, redatto probabilmente nel secondo quarto del XV secolo in Italia, contiene la raccolta delle decisioni giudiziarie della Rota Romana del canonista Wilhelm Horborch († 1384). Il codice giunse probabilmente nella biblioteca del monastero di S. Gallo con altri codici tramite il lascito dell'abate di S. Gallo Kaspar von Breitenlandenberg (1442–1463), che negli anni 1439-1442 studiò diritto canonico a Bologna con Johannes de Anania.
Online dal: 25.06.2015
Copia rappresentativa delle Decretali di papa Gregorio IX (papa dal 1227 al 1241), scritta in gotica rotunda italiana. Il testo delle Decretali è incorniciato dalla cosiddetta Glossa Ordinaria, un commento giuridico del canonista Bernardo de Botone da Parma († 1266), scritto intorno al testo principale. Questo commento è stato più tardi intensivamente rielaborato e glossato. L'inizio di ognuna delle cinque parti nelle quali è suddiviso il testo è decorato da una raffigurazione scenica del contenuto.
Online dal: 31.03.2011
I Libri sententiarum di Petrus Lombardus formano il contenuto di questo manoscritto cartaceo monografico, scritto da più mani in scritture tra la bastarda e la gotica corsiva («jüngere gotische Buchkursive»). La copia del primo libro si interrompe alla Distinctio 42, ma con il colophon Explicit liber questionum super primum [sc. librum] sententiarum anno domini 1422 (p. 239). Ci sono sei fogli bianchi un po' più piccoli rilegati, probabilmente per completare il testo (pp. 149-160). Anche alla fine del volume ci sono dodici fogli bianchi, ma delle stesse dimensioni. Le iniziali non sono state eseguite in nessun punto. Da p. 165 in avanti il recto dei fogli reca il titolo (pp. 460-483) e il numero del libro. Sia sul piatto anteriore che posteriore della legatura vi sono le tracce di cinque borchie. Sia sul taglio inferiore che superiore è presente il titolo: Sententiarum. Il solido volume è inserito in massicce assi di legno. Il capitello è intrecciato. All'interno del piatto anteriore, ora libero, è visibile l'impronta di una maculatura usata in precedenza. Parti del margine su diverse pagine sono spezzate, con poca perdita di testo (pp. 175, 176, 181-200, 219-246, 317-332).
Online dal: 06.09.2023
La miscellanea, scritta tra il 1425 ed il 1428 nella regione del lago di Costanza ma non nel monastero di S. Gallo, contiene un gran numero di trattati di argomento computistico-astronomico-cosmografico in lingua latina, tra i quali l'opera molto diffusa di Giovanni de Sacrobosco De sphaera mundi e la sua opera basilare di aritmetica Tractatus de algorismo. Il manoscritto, introdotto da un calendario, contiene anche alcune illustrazioni, come i dodici segni dello zodiaco, una carta dei venti, disegni dell'eclittica del sole e della luna, costellazioni di pianeti e stelle, un uomo dei salassi, una carta del mondo rotonda orientata alla carta T-O del primo medioevo e (alle pp. 265 e 266) dodici semplici immagini dei mesi, con brevi legende in rima in lingua tedesca, impregnate dalla natura e dall'agricoltura della vita quotidiana degli uomini tardomedievali.
Online dal: 04.10.2011
Il codice è costituito da quattro parti in origine indipendenti, che probabilmente non sono state scritte a S. Gallo: 1. Orazio, Odae (alla fine incompleto, con alcune glosse); 2. Lucano, Pharsalia (alla fine incompleto, con numerose glosse); 3. Sallustio, De coniuratione Catilinae (completo) e De bello Iugurthino (alcuni capitoli mancano); 4. Ovidio, Amores (alla fine incompleto, con numerose glosse) così come una pagina dalle Metamorphoseon.
Online dal: 31.03.2011
Le Lettere dal Ponto di Ovidio sono l'unico testo contenuto in questo manoscritto, copiato in minuscola gotica da un'unica mano nel XIII secolo. Raggruppate in quattro libri nelle edizioni moderne, le 46 lettere, elegie poetiche legate all'esilio del poeta a Tomi, si susseguono qui senza soluzione di continuità. Le iniziali semplici dipinte in rosso si distinguono l'una dall'altra fino a p. 66; in seguito, ci sono solo spazi riservati per quelle non realizzate. Oltre alle maniculae lungo i margini, sono presenti numerose glosse, interlineari o marginali, che risalgono più o meno allo stesso periodo della copia.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto del 1467, che appartenne al monastero delle clarisse di Freiburg in Brisgovia prima di venire acquisito dal monastero di S. Gallo nel 1699, contiene oltre a pochi testi in latino, numerosi trattati spirituali edificanti in traduzione tedesca, tra i quali una Ars moriendi, il Cordiale de quattuor novissimis di Gerard van Vliederhoven, le cosiddette Lettere di Gerolamo tradotte da Giovanni di Neumarkt (ca. 1315-1356), lo „Spiegelbuch“ – un testo in forma di dialogo in rima sulla corretta condotta di vita, tentativi di vita secolare e di punizioni dell'aldilà con venti disegni a penna colorati – e Le gesta dei tre beatissimi re nella versione di Giovanni di Hildesheim (1310/1320-1375). Nel manoscritto si trovano alcuni altri disegni a penna: un unicorno (p. 87), due figuri di apostoli (p. 107; Paolo e Giovanni?), un uomo ed una donna in vestiti secolari, un cervo ed un cinghiale (p. 513). Nelle carte di guardia anteriori e posteriori si riconoscono tracce di minuscola carolingia (carta posteriore: Rabano Mauro, De computo).
Online dal: 04.10.2011
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 5° fascicolo contiene frammenti per la maggior parte con notazione musicale provenienti da quattro manoscritti liturgici. Risalgono al periodo compreso tra il XI fino al XIII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Questo Libro d'ore costituisce un regalo dell'editore parigino Anthoine Vérard al re francese Carlo VIII (1470-1498). Il monarca fu uno delle figure più importanti per l'editoria parigina dal 1480. La sua attività di collezionista è strettamente collegata alla produzione a stampa di lusso del libraio ed editore Anthoine Vérard. Soprattutto degne di nota sono i bordi: il margine di ogni foglio è decorato da otto immagini nei quali si susseguono gli avvenimenti del Vecchio e del Nuovo Testamento. Notevole il valore didattico attribuito a questo Libro d'ore, poiché ogni paio di immagini viene commentato con dei versi di spiegazione in francese medio. Questo codice si colloca stilisticamente in stretto contatto con il Cod. 110, realizzato probabilmente anche per il re, dal medesimo artista.
Online dal: 13.10.2016
Oltre alle preghiere quotidiane, il manoscritto contiene anche commenti kabbalistici e kavanot (intenzioni mistiche). Nella scuola kabbalistica di Safed (Galilea superiore), l'aspetto mistico della preghiera quale "veicolo dell'ascesa mistica dell'anima verso Dio" è di grande importanza. Il testo di questo libro di preghiere è generalmente attribuito ad Isaac ben Solomon Luria (1534-1572). Il manoscritto inizia con una pagina del titolo incompleta che presenta una bordura decorativa floreale in rosso, giallo e verde, ma senza testo. Nella bordura ornamentale colorata trova posto l'iscrizione “Samuel ha-Kohen, cantore a Broda”, da identificare o col copista o forse con la persona per la quale fu scritto il libro. Il manoscritto faceva parte della collezione di Naphtali Herz van Biema (1836-1901), un collezionista di Amsterdam i cui libri furono messi all'asta nel 1904. Molti di questi libri erano appartenuti alla famiglia della moglie, i Lehren, celebri filantropi ortodossi e bibliofili di Amsterdam.
Online dal: 13.10.2016
La Eidgenössische Chronik di Werner Schodoler (1490-1541) è l'ultima in ordine cronologico delle cronache illustrate svizzere del tardo medioevo. La sua redazione venne intrapresa a titolo privato tra il 1510 ed il 1535 prendendo a modello soprattutto la cronaca di Berna - Amtliche Berner Chronik - di Diebold Schilling e la cronaca - Kronica - di Petermann Etterlin. Questo volume, il primo di tre volumi della cronaca, contiene la storia dalle origini leggendarie di Zurigo e Lucerna fino alla fuga da Costanza dell'antipapa Giovanni XXIII (1415). Nonostante lo spazio lasciato libero, le illustrazioni – tranne quella a (c. 12v) - non sono state eseguite. I tre volumi si trovano ora in tre diverse biblioteche: il primo nella Leopold-Sophien-Bibliothek di Überlingen, il secondo nell'Archivio della Città di Bremgarten ed il terzo nella Biblioteca cantonale di Aarau.
Online dal: 20.12.2012