Oltre ai suoi salmi greco-latini, copiati sul continente da monaci irlandesi in epoca carolingia, il celebre codice basilese contiene una piccola serie di pezzi di devozione privata in latino, aggiunti dai monaci. Il luogo esatto della copia e le sue peregrinazioni successive non sono conosciuti, nonostante un legame con l'abbazia di S. Gallo e/o quella di Bobbio sia stato sovente avanzato sulla base di una nota la cui interpretazione rimane discussa. Verso il 1628-1630 appare nel catalogo della famiglia Amerbach poi, verso il 1672-1676, in quello di Johannes Zwinger.
Online dal: 22.03.2012
Il manoscritto, decorato con parsimonia da iniziali ornamentali con tralci e figure, fu realizzato alla fine del XII secolo e apparteneva alla biblioteca della certosa di Basilea. Oltre alle cantica ad laudes et ferialia glossate contiene principalmente il salterio con la glossa ordinaria, il commento standard del Medioevo ai testi biblici. La disposizione del testo è stata progettata nel consueto stile del commentario a corona: il testo del salmo è al centro della pagina, attorniato nei margini e tra le righe dall'interpretazione.
Online dal: 14.12.2018
Questo salterio liturgico (incompleto) fu allestito a Napoli negli anni 1335-1350; la magnifica decorazione è opera del miniatore Cristoforo Orimina. La presenza di tre diverse armi non ha permesso di identificare il suo primo destinatario, il quale probabilmente fu un membro della corte angioina di Napoli. Messo diverse volte in vendita nei secoli XIX-XX, il salterio fu acquistato nel 1968 dal proprietario della collezione dei “Comites Latentes”, ubicata nella Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 09.12.2008
Salterio in tedesco. I salmi sono preceduti da rubriche che definiscono quando questi vadano recitati. Contiene inoltre dei cantici, il Te deum e le litanie dei santi. I nomi contenuti nelle litanie rimanderebbero ad un'origine del manoscritto in ambito benedettino. Il codice è stato vergato da Othmar Ortwin nel 1421. Venne acquisito nel 1839 da p. Gallus Morell, monaco e bibliotecario ad Einsiedeln, dal monastero cistercense di Wurmsbach, sul lago di Zurigo.
Online dal: 17.03.2016
Dal colophon (Finitus est liber Iste feria secunda Post festum Concepcionis virginis Marie. Anno domini 1498. Per fratrem iohannem Coci Conuentualem huius monastero. Iiij ydus decembris Laus deo, c. 186r) si deduce che il salterio fu scritto da Johannes Koch (appare nell'obituario di Fischingen ed è documentato tra il 1498 e il 1514, parroco a Bichelsee (TG) dal 1483) e terminato nel 1498. Da notare il fatto che il testo alle cc. 98r-110r sia stato copiato da una mano successiva con inchiostro nero. Le pagine cartacee con l'inno (cc. 187r-188v) sono state probabilmente rilegate nel volume in un secondo momento. Le pagine con la musica mostrano 5 linee rosse con notazione gregoriana di tipo tedesco. Il manoscritto presenta inoltre un semplice titolo in rosso (c. 1r): Incipit psalterium in nomine domini cui fanno subito seguito le indicazioni per i giorni feriali. Anche i titoli sono stati mantenuti in rosso. All'interno del piatto anteriore e posteriore si vede ancora l'impronta dei preesistenti fogli di guardia. La contemporanea rilegatura in pelle gialla con motivo inciso a secco rinascimentale del XV o XVI secolo ha due fermagli e cantonali in metallo. Inoltre sul piatto anteriore vi è un'etichetta di carta del XVIII secolo con la segnatura C:XV. S:13. Notat: 10 che rimanda inequivocabilmente al monastero benedettino di Fischingen.
Online dal: 10.12.2020
Salterio-innario ad uso domenicano. I santi ricordati nel calendario rimandano ad una possibile origine dalla Germania meridionale ma anche dalla Boemia. Soprattutto le caratteristiche della decorazione, delle iniziali miniate e filigranate, fanno propendere per quest'ultima origine, e per una datazione alla prima metà del sec. XV (comunicazione Martin Roland, Vienna).
Online dal: 04.10.2011
Il libro d'ore di piccolo formato all'uso di Parigi, comprende, oltre alle solite funzioni, alcuni testi in francese (una preghiera a san Rocco, Les quinze joys de Notre-Dame e Les sept requêtes à Notre Seigneur). La ricca decorazione è costituita da miniature a piena pagina e più piccole, attribuite (Gagnebin, 1976) alla bottega del Maître di Coëtivy (identificato con Colin d'Amiens). Anche se alcune miniature sono leggermente danneggiate, testimoniano dell'alta qualità di esecuzione, specialmente nei suffragi dei santi (ff. 201r-220v). Queste ore erano destinate ad un uomo (indirizzi di preghiera al maschile, f. 21r e 25v), forse un certo Jean Novelli, la cui legatura settecentesca ricorda il nome associato alla data 1460.
Online dal: 13.06.2019
Questo libro d'ore all'uso di Parigi, databile al XV secolo, contiene anche un salterio biblico completo. Le miniature sono state attribuite all'atelier del duca di Bedford nella sua fase finale (intorno al 1435-1460). Ogni mese del calendario è preceduto da un verso latino in esametri che indica i due giorni nefasti del mese (primo e 25 gennaio, 4 e 26 febbraio, primo e 28 marzo, 10 e 20 aprile, 3 e 25 maggio, 10 e 16 giugno, 13 e 22 luglio, primo e 30 agosto, 3 e 21 settembre, 3 e 22 ottobre, 5 e 28 novembre, 7 e 22 dicembre). Entrato nella "collection Petau", costituita dai due consiglieri al parlamento di Parigi, Paul Petau († 1614) e il figlio Alexandre Petau († 1672), questo manoscritto fu acquisito nel 1720 dal ginevrino Ami Lullin (1695-1756) e lasciato in eredità alla Biblioteca di Ginevra dopo il suo decesso.
Online dal: 08.10.2015
Questo salterio del sec. XII appartiene al fondo antico della biblioteca del doppio monastero di Muri. Da lì giunse nel monastero di Hermetschwil. Il ciclo di miniature è incompleto, il calendario contiene una serie di annotazioni necrologiche.
Online dal: 22.06.2010
Questo salterio è stato scritto nel sec. XII nel monastero di Muri. Le aggiunte a carattere necrologico nel calendario menzionano sia monache che monaci della comunità di Muri e rappresentano quindi un'importante testimonianza per la vita del doppio monastero.
Online dal: 22.06.2010
Il salterio proviene dal convento delle domenicane di St. Katharinental presso Diessenhofen. Il calendario contiene alcune registrazioni a carattere necrologico. Il taglio del manoscritto è dipinto.
Online dal: 10.11.2016
Il salterio è un'opera del Maestro di Engelberg. I salmi 1, 51 e 101 sono introdotti da grandi iniziali. Soprattutto notevole il cavaliere a c. 41r.
Online dal: 10.11.2016
Il salterio fu probabilmente allestito per il monastero di Selnau a Zurigo. A c. 7r è raffigurata una donatrice. Nel sec. XVII si trovava in possesso di suor Ottilia Suter di Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il salterio proviene del monastero Gnadental presso Bremgarten (AG). Un'annotazione del XVI secolo indica quale copista Herr Kopp im Engel zu Bremgarten.
Online dal: 10.11.2016
Salterio del sec. XV secondo l'uso liturgico della collegiata di Saint-Ursanne, che nella forma e nel contenuto costituisce una copia esatta del manoscritto di Basilea AN VIII 39. Le due controguardie sono costituite da frammenti dello Speculum historiale di Vincenzo di Beauvais; nel margine di c. 36r si trova un disegno a penna della Vergine Maria del XVI sec. Il manoscritto rimase in possesso della collegiata di Saint-Ursanne fino al sec. XX, quando entrò in possesso della Biblioteca cantonale giurassiana.
Online dal: 23.09.2014
L'opera, proveniente da ambiente domenicano, contiene salmi e inni. Agli Inizi in latino fa seguito la traduzione completa in tedesco. Il primo copista inserisce la data 26 marzo 1480. Il copista principale si nomina Wendelin Fräger.
Online dal: 08.10.2015
Questo manoscritto composito in lingua tedesca è stato realizzato all'inizio del XV secolo probabilmente nel convento zurighese delle domenicane di Oetenbach. Contiene, oltre al salterio liturgico (per la preghiera monastica, Psalterium feriatum), anche i Cantica del breviario e le litanie dei santi in lingua tedesca, così come una preghiera. Al più tardi dal XVII sec. si trova in possesso della collegiata di Sankt Ursen di Soletta.
Online dal: 17.03.2016
Questo manoscritto è stato realizzato nel terzo quarto del XV secolo probabilmente in area alto-renana, rispettivamente in Svizzera, come mostra anche la legatura originale, decorata a secco con numerosi ferri singoli. Oltre alla traduzione con commento dei salmi, un tempo attribuita a Heinrich von Mügeln, il manoscritto contiene anche i Cantica del breviario in tedesco. Non è possibile stabilire le circostanze dell'arrivo del volume a Soletta.
Online dal: 17.03.2016
Il manoscritto composito VadSlg Ms. 292 comprende tre unità realizzate indipendentemente l'una dall'altra, quindi rilegate insieme a San Gallo intorno al 1460. La prima unità corrisponde a un salterio del IX secolo, non si sa se prodotto a San Gallo. La seconda comprende un innario del XII secolo: una miniatura di dedica rappresenta il copista Eberhard nell'atto di porgere il suo volume a Gallo, mentre papa Gregorio, seduto al pulpito, annota i canti che lo Santo Spirito, sotto le sembianze di una colomba, gli sussurra all'orecchio. La terza sezione comprende un frammento con alcuni prologhi al salterio.
Online dal: 20.05.2009
Salterio realizzato nella seconda metà del IX secolo, probabilmente nella Francia settentrionale. Seguono, dopo i Salmi, copiosamente annotati nei secoli successivi (per lo più nel XIV e XV secolo), il Cantico dei cantici e un frammento di una litania per i Santi non composta a San Gallo. La magnifica maiuscola iniziale miniata del primo Salmo (“Beatus vir”) a p. 1 è fortemente influenzata dai modelli irlandesi.
Online dal: 09.12.2008
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene una trascrizione del "Salterio ebraico". Volume della cosiddetta "Kleine Hartmut-Bibel".
Online dal: 12.06.2006
Il salterio di Wolfcoz, uno dei primi esempi di iniziali miniate di altissimo pregio provenienti da San Gallo.
Online dal: 31.12.2005
Traduzione dei 150 salmi dell'Antico Testamento con commento, in antico alto-tedesco, databile all'incirca all'anno 1000. Ne è autore il monaco Notkero il Germanico di San Gallo. Trascrizione proveniente dall'abbazia di Einsiedeln. Unica copia esistente.
Online dal: 12.06.2006
Il Salterio aureo (Psalterium aureum) di San Gallo, scritto e decorato con 17 miniature o nell'Impero Franco occidentale (Soissons?) o nell'abbazia di San Gallo ma con l'intervento di copisti e miniatori provenienti dalla Francia occidentale.
Online dal: 12.06.2006
Il Salterio di Folchart, capolavoro della miniatura carolingia.
Online dal: 14.09.2005
Il salterio, scritto nel XIII secolo, presenta forti tracce di uso. Secondo delle «istruzioni per l'uso» riportate sulla controguardia posteriore, che invitano a lasciarlo nel coro affinché ogni sorella possa leggerlo, il salterio proviene da un convento femminile. Poiché s. Caterina è particolarmente evidenziata nel calendario, potrebbe essere appartenuto al convento delle domenicane di S. Caterina a San Gallo. La decorazione è costituita da iniziali filigranate rosse e blu. Inoltre, sia la divisione liturgica in otto parti che quella in tre parti del salterio, sono sottolineate da iniziali più grandi a colore, alcune delle quali disegnate con inchiostro argentato e dorato. Ai salmi fanno seguito da p. 240 i Cantici biblici, il Credo, il Te Deum, il Symbolum Athanasianum e una litania. Nel XV e XIV-XV secolo sono stati sostituiti alcuni fogli (pp. 95-98, 257-264). Alla fine delle litanie (pp. 269-288) sono stati rilegati due fascicoli di un breviario della stessa mano delle pp. 257-264. Il salterio è preceduto da un calendario incompleto (da luglio a dicembre), sempre della stessa mano, con i nomi dei mesi in tedesco (pp. 1-12). In origine, il calendario era costituito da due fascicoli, dei quali si è conservato unicamente l'ultimo foglio del primo fascicolo e il secondo completo. Sul foglio di guardia anteriore è incollato l'ex-libris del principe abate Beda Angehrn (abate 1767-1796).
Online dal: 14.12.2022
Il manoscritto è difettoso all'inizio e alla fine; il salterio inizia con il Salmo 4,5. Ai Salmi fanno seguito, alle pp. 203-218, i cantici dell'Antico Testamento per le lodi (senza Canticum Moysis I) e due cantici del Nuovo Testamento: il Benedictus e il Magnificat. Il Pater noster, che segue a p. 218, si interrompe a metà del testo. Il salterio di piccolo formato è scritto su pergamena di poca qualità. Le pagine sono molto usurate e spesso danneggiate.
Online dal: 08.10.2020
Breve salterio dell'inizio del XIV secolo, trascritto nell'abbazia di Malmesbury (oggi soppressa), nell'Inghilterra occidentale. Il codice contiene un calendario e una litania per tutti i santi ed è decorato con iniziali e con bordature con diversi motivi ornamentali (fogliette, fiori, pròtomi, faccette). Presente nell'abbazia di San Gallo al più tardi dal 1500 e qui «completato» con delle ricette mediche.
Online dal: 23.12.2008
Salterio glossato della metà del IX secolo proveniente dall'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 31.12.2005
Lezionario da S. Gallo contenente numerose prediche di Padri della Chiesa su diverse letture dei Vangeli; scritto da varie mani nel sec. X nell'abbazia di S. Gallo. Il codice, poco studiato, contiene inoltre delle benedizioni e delle orazioni. Alla fine è stato aggiunto, in scrittura di corpo minore e su due colonne, un Salterio. Il manoscritto, che si presenta sporco a causa dell'intenso uso cui è stato sottoposto, presenta sporadicamente integrazioni e aggiunte dei secc. XI e XII.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto contiene le letture per i notturni del mattutino, dell'ufficio notturno, delle domeniche, delle feste e dei giorni feriali. Comprende il Proprium de tempore dal primo Avvento alla fine dell'anno liturgico (comprese le feste dei santi tra Natale e l'Epifania). Poiché il matutinale non contiene quattro letture per ogni notturno della domenica, come sarebbe consuetudine nell'ordine benedettino, ma solo tre, non può essere stato scritto originariamente per il monastero di S. Gallo. Alle pp. 233/234 si trovano numerose aggiunte marginali del XIV o XV secolo alla festa della Trinità. La decorazione è costituita da lombarde rosse e semplici iniziali, alcune con filigrana accennata (ad es. a p. 75). La pergamena presenta numerosi fori, alcuni con risarciture. Molte pagine sono state tagliate al di sotto dello specchio di scrittura. Una striscia di un manoscritto liturgico dell'XI secolo è rilegata intorno al primo e all'ultimo fascicolo del codice come brachetta (la metà posteriore della striscia intorno all'ultimo fascicolo è paginata come p. 414/415). Sulla coperta anteriore c'è l'impronta di una pagina di un salterio del XIII secolo, su quella posteriore quella di un sacramentario (?) dell'XI secolo.
Online dal: 14.12.2022
Il manoscritto venne probabilmente allestito su incarico dell'abate di S. Gallo Ulrich Rösch (1463-1491). La parte principale è costituita da un salterio con i salmi nella successione biblica e alcune rubriche liturgiche, antifone (in parte solo con l'Initium) e inni; seguono il Pater noster, il Credo, cantici biblici, il Te Deum, una litania e altri cantici. La parte finale, dal fol. 135v, è costituita da un innario che contiene anche una sequenza (Cantemus cuncti melodum). Antifone e inni sono corredati da melodie con notazione gregoriana di tipo tedesco («Hufnagelnotation») su 4 o 5 linee. Testimoniano l'uso intensivo del manoscritto la presenza di numerose rasure e aggiunte, così come altre tracce di uso. Su alcune pagine è presente una decorazione costituita da iniziali con tralci, una iniziale figurata si trova al fol. 1v (uomo in combattimento con draghi e uccelli rapaci).
Online dal: 07.10.2013
Il manoscritto è stato allestito su incarico dell'abate di S. Gallo Ulrich Rösch (1463-1491) (datazione al f. 227r: 1467). Per quanto riguarda il contenuto corrisponde ampiamente al Cod. Sang. 438: ad un salterio con i salmi nella successione biblica così come alcune rubriche liturgiche, alle antifone (in parte con Initium), e agli inni fanno seguito dal f. 148v dei cantici e dal f. 172v un innario. Antifone e inni sono corredati da melodie con notazione gregoriana di tipo tedesco («Hufnagelnotation») su 4 o 5 linee. Testimoniano l'uso intensivo del manoscritto la presenza di numerose rasure (talvolta su varie pagine) e aggiunte, così come altre tracce di uso. Su alcune pagine è presente una decorazione costituita da iniziali con tralci, un'iniziale figurata si trova al f. 104v (David con l'arpa).
Online dal: 07.10.2013
Il piccolo volume contiene frammenti liturgici dei secoli XII e XIII. Provengono da sei diversi manoscritti (principalmente breviari/salteri), di alcuni dei quali si sono conservato più fogli, di altri solo poche righe. Il primo frammento (cc. 12r-34v) è scritto in latino ma presenta delle rubriche in tedesco, il che fa pensare ad un breviario per uso privato. Secondo una sua nota manoscritta alla c. Ar, il volume fu probabilmente composto da Ildefons von Arx.
Online dal: 25.04.2023
Il piccolo libro di preghiere contiene quattro unità di testo più lunghe, tre delle quali possono essere definite preghiere mariane: un salterio breve, che combina il versetto iniziale di un salmo con un'Ave Maria (pp. 5-35), una lunga litania di santi (pp. 37-68), le «Gioie di Maria» (pp. 69-180), e un altro salterio breve strutturato come il primo, ma scegliendo altri versetti dei salmi al posto di quelli iniziali (pp. 180-200). Il manoscritto è interamente scritto da una mano esperta e contiene rubriche e iniziali rosse e blu. I testi sono preceduti da un fascicolo con due miniature a piena pagina (a p. 2 Maria in trono con il Bambino in grembo, a p. 3 la flagellazione di Cristo). L'unico riferimento a un possibile luogo di origine del codice è la menzione di s. Abbondio di Como (p. 56). Scherrer ipotizza quindi che possa essere stato scritto in Italia per dei benedettini; Scarpatetti pensa che sia stato prodotto in, o per, un capitolo laico o un convento femminile. A p. C si trova una nota di possesso, probabilmente post-medievale, di un certo Jodokus Graislios in scrittura greca. Nel XVIII secolo il volume ha ricevuto l'attuale spoglia legatura e una nota di possesso del convento, poi incorporato da S. Gallo, di S. Giovanni in Thurtal, dal quale il manoscritto è giunto nella biblioteca abbaziale (p. 1).
Online dal: 22.09.2022
Destinato con ogni probabilità al convento delle domenicane di S. Caterina a San Gallo, il piccolo salterio (11 x 8 cm) rivela il suo orientamento domenicano già nel calendario (cc. 2r-7v), con l'inserimento di santi di quest'ordine, come Tommaso d'Aquino o Pietro Martire. Copiato su una colonna in textualis da una mano regolare, il testo è scandito da iniziali rosse e blu alternate, talvolta filigranate e di dimensioni variabili a seconda delle divisioni del testo (salmo, versetto). Oltre alle note in latino, i margini contengono istruzioni in tedesco su come recitare i salmi. Dopo le litanie dei santi e delle orazioni (cc. 151r-159v) è stato aggiunto un fascicolo cartaceo, databile alla fine del XV secolo, che contiene degli inni (cc. 160r-170v).
Online dal: 22.09.2022
Il piccolo salterio, scritto per un convento domenicano, inizia con un calendario difettoso nella parte anteriore (cc. Er-Iv; un foglio con i mesi di gennaio e febbraio è stato strappato). I Salmi (cc. 1r-182v) sono seguiti dai Cantici dell'Antico e del Nuovo Testamento (cc. 183r-193r) e dal Credo atanasiano Quicumque vult (cc. 193r-194v) e, quale aggiunta del XV secolo, una litania (cc. Ur-Wr). La decorazione del libro è costituita da iniziali rosse e blu, in parte con filigrana. Le carte di guardia anteriori e posteriori sono costituite da maculature in pergamena più antiche, le controguardie da frammenti di un documento del XV secolo. Poiché Caterina da Siena non compare ancora nel calendario, il salterio è probabilmente stato scritto prima del 1460. Si trova nella biblioteca di S. Gallo al più tardi dal XVIII secolo.
Online dal: 25.04.2023
Il salterio contiene i salmi nella sequenza liturgica con le antifone; seguono cantici biblici e un innario. Il codice venne scritto nel 1545 (colophon f. 102v) dall'organista e calligrafo Fridolin Sicher (1490-1546) su incarico del abate principe Diethelm Blarer (1530-1564). Molte parti, probabilmente dopo la riforma liturgica seguita al concilio tridentino, vennero riscritte da numerose altre mani più tarde. Il salterio contiene alcune iniziali figurate di un miniatore sconosciuto.
Online dal: 23.06.2014
Il piccolo e voluminoso codice cartaceo è composto da una dozzina di unità codicologiche e contiene numerosi testi copiati da diverse mani tra il XIV e il XV secolo. Vi si trovano dei sermoni e diversi trattati come lo Speculum boni et mali (pp. 1-48), lo Speculum monachorum (pp. 62-65), l'Opus tripartitum di Jean Gerson (pp. 73-122), il De malitia mulierum (pp. 463-475), testi sulla messa - uno dei quali è un'esortazione a celebrarla (pp. 122-144) - le Visiones Pauli (pp. 159-167), degli exempla (pp. 297-328), un computo (pp. 353-390), nonché una serie di lettere. I fascicoli sono rinforzati da un certo numero di frammenti di manoscritti. Tra questi spiccano i frammenti copiati in scrittura unciale del VII o VIII secolo (p. 84-s1-2, 180-s1-3, 204-s1-3, 224-s1-3, 288-s1-3, 304-s1-3), tutti provenienti da un salterio. Con ogni probabilità provengono dallo stesso manoscritto datato alla fine del VII secolo e descritto da A. Allgeier (1929), (CLA 7, n. 985), di cui se ne conservano alcuni piu grandi frammenti alle pp. 370-391 del Cod. Sang. 1395 della biblioteca abbaziale.
Online dal: 31.05.2024
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 22° fascicolo contiene provenienti da due salteri databili dal IX al X secolo.
Online dal: 06.09.2023
Il Cod. Sang. 1397 è uno degli otto volumi di frammenti (cioè contenenti esclusivamente frammenti) della biblioteca abbaziale di S. Gallo. Tra il 1774 e il 1785, i monaci sangallesi Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) e Ildefons von Arx (1755-1833) staccarono numerosi frammenti dalle legature nelle quali per secoli avevano avuto la funzione di controguardie e guardie, rinforzi del dorso e brachette. In età avanzata, Ildefons von Arx li fece rilegare in otto volumi tematici, e nel 1822 li dedicò all'amico Johann Nepomuk Hauntinger. Soprattutto nel corso del XX secolo, i ricercatori hanno trovato nelle legature altri frammenti più piccoli, che sono state staccati, allegati ai volumi di frammenti esistenti, o aggiunti alla collezione di frammenti. Per motivi di conservazione, dal 2005 al 2006 l'ampio volume Cod. Sang. 1397 è stato sciolto. I frammenti sono stati nuovamente rilegati (nello stesso ordine) in 23 fascicoli («Ganzpapierbroschuren»). La nuova e ormai ufficiale paginazione inizia da 1 in ogni fascicolo e comprende solo i frammenti (senza i fogli di carta bianca). Esempio di citazione: S. Gallo, biblioteca dell'abbazia, Cod. Sang. 1397.1, pp. 1-2 (= Cod. Sang. 1397, fascicolo 1, pp. 1-2). Il 23° fascicolo contiene frammenti provenienti da cinque manoscritti per la maggior parte salteri, databili dal X al XII secolo.
Online dal: 06.09.2023
Salterio/breviario per un convento femminile domenicano. Alle pp. 1-12 presenta un calendario di santi con molte donne e alcuni santi rari. La presenza di santi di S.Gallo e di Costanza rimanda ad una origine nella diocesi di Costanza. Alle pp. 390-393 istruzioni di preghiera in tedesco. Particolarmente degne di nota sono le tredici miniature e le iniziali con oro in foglia. Il volume proviene dal convento domenicano di S. Caterina a Nollenberg presso Wuppenau (Turgovia), dove di trovava, secondo delle note di possesso, al più tardi nel XVI secolo. Dal 1930 quale deposito della biblioteca vescovile di San Gallo nella biblioteca del monastero.
Online dal: 14.12.2018
Salterio in tedesco, completo tranne la caduta di un foglio alla fine: salmi (pp. 1-164), cantici (pp. 164-178). Con poche iniziali figurate (cane a p. 1, pesci alle pp. 141, 153 e 157). Il volume proviene dal convento delle domenicane di S. Caterina di S. Gallo; non è possibile dire con sicurezza se vi sia stato anche scritto. Dal 1930 presente in qualità di deposito della biblioteca vescovile di S. Gallo presso la biblioteca abbaziale.
Online dal: 08.10.2015
Si tratta di due frammenti ben conservati di uno Psalterium iuxta Hebraeos, che probabilmente venne scritto nel secolo X nel monastero di S. Gallo su modello del Cod. Sang. 19. Entrambi i frammenti sono stati staccati nel 1963 dalla borsa di un messaggero e si conservano oggi nell'archivio del comune di Urnäsch (Appenzello Esterno).
Online dal: 08.10.2015
Il codice contiene un salterio ad uso di Evreux, città vescovile e residenza privilegiata dei re di Navarra. Si tratta di un libro liturgico che, con il calendario, le litanie e l'Ufficio dei Morti unisce in un volume alcuni tra i più importanti testi contenuti nei Libri d'ore. La decorazione è opera di un miniatore operante a Parigi intorno al 1400 che, su fondi ancora d'oro, inserisce eleganti figure in paesaggi pittoreschi. La sua paletta di colori si situa già pienamente nel XV secolo. Si propone qui di attribuirlo alla mano e all'atelier del parigino Josephus-Meister. Almeno due miniature – la miniatura con il buffone (f. 44r) e quella per l'Ufficio dei Morti (f. 131r) sono da attribuire allo Pseudo-Jacquemart.
Online dal: 20.12.2012
Contiene i salmi biblici ordinati secondo la suddivisione della liturgia delle ore in latino, con la rispettiva traduzione in tedesco. E' stato trascritto da due copiste, monache del convento domenicano di S. Caterina a S. Gallo, di cui una riconoscibile in Angela Varnbühler. La rilegatura, semplici assi di legno rivestiti di pelle senza alcuna decorazione, è tipica della prima fase dello scriptorium di S. Caterina ed un ulteriore elemento che ne certifica la provenienza.
Online dal: 23.04.2013
Nel 1728 Meir Cohen Belinfante copiò questo salterio decorato dall'edizione pubblicata ad Amsterdam nel 1670 da David de Castro Tartas, stampatore di libri ebraici e spagnoli, attivo tra il 1662 e il 1698. Il manoscritto contiene una pagina con il titolo decorata che raffigura David, autore dei salmi, e Aaron, con un chiaro riferimento al primo nome del proprietario, mentre nella parte inferiore della pagina è illustrata una scena biblica con Giuseppe, così da creare una correlazione con il nome del padre del committente, che si chiamava anche Giuseppe. L'intera decorazione, compresa la pagina iniziale, è eseguita con inchiostro marrone simile a quello del testo. Alla fine del manoscritto è inserito un testo del correttore, Isaac Saruk, che loda la precisione del manoscritto e scrive un poema in onore del committente Aaron de Joseph de Pinto, dal quale il manoscritto prende il nome.
Online dal: 13.10.2016
I salmi contenuti in questo manoscritto sono suddivisi a seconda dei giorni della settimana nei quali devono essere letti e, ad eccezione di quelli per il venerdì, queste sezioni sono introdotte da iniziali collocate in riquadri monocromi multicolori. Il manoscritto presenta nella pagina iniziale una cornice architettonica nella quale sono raffigurati Mosè ed Aaron sotto due archi. Particolarmente impressionante è la raffigurazione all'inizio del primo salmo a c. 6v dove, dopo la prima parola ashre, è raffigurato il re Davide seduto all'aperto sulla terrazza di un palazzo, intento a suonare l'arpa, mentre rivolge lo sguardo ad un volume aperto, che rappresenta probabilmente i suoi salmi. Il manoscritto Braginsky è stato copiato e decorato da Moses Judah Leib ben Wolf Broda di Třebíč, che è forse responsabile anche della decorazione del più famoso manoscritto ebraico del XVIII secolo, Haggadah Von Geldern del 1723. Oltre al salterio Braginsky, sono conosciuti altri sette manoscritti di Moses Judah Leib, prodotti tra il 1713 ed il 1723. La rilegatura in pelle di vitello macchiettata porta lo stemma della famiglia De Pinto di Amsterdam impressa in oro sia sulla coperta anteriore che su quella posteriore.
Online dal: 13.10.2016
Il cosiddetto «Zürcher Psalter» (Salterio di Zurigo) o «St. Galler Psalter» (Salterio di San Gallo), trascritto nello scrittorio del monastero di San Gallo, decorato con numerose iniziali e con le miniature più antiche e raffinate rinvenute nei manoscritti sangallesi (anni 820/830 circa). Include anche una Litania dei santi, tavole computistiche e diagrammi. Codice che i monaci utilizzavano quotidianamente per la liturgia delle ore.
Online dal: 26.04.2007
Testo celebrativo dell'abbazia di San Gallo: traduzione in greco del salterio di Maria, eseguita dai monaci dell'abbazia sangallese nel 1661.
Online dal: 20.12.2007
Il salterio di Rheinau, Ms. Rh. 167, costituisce uno dei tesori più straordinari della Biblioteca centrale di Zurigo. Le miniature sono un prodotto di altissimo livello della pittura gotica dell'epoca intorno al 1260, cosa che vale anche per l'utilizzo di una raffinata tecnica per la preparazione dei colori e la loro stesura. La scrittura, al contrario, è certamente di buona qualità ma non può essere attribuita al più alto livello dell'arte calligrafica. Il committente va cercato nella regione del lago Bodanico, probabilmente nella città di Costanza, molto importante politicamente ed ecclesiasticamente durante l'epoca dell'interregno. Il manoscritto venne acquisito a Sciaffusa nel 1817 da Melchior Kirchhofer per il monastero benedettino di Rheinau, e nel 1863 giunse con la biblioteca di questo monastero alla Biblioteca Cantonale (ora Biblioteca Centrale) di Zurigo.
Online dal: 20.12.2012