Il manoscritto contiene gli statuti del comune di Bever del 1558 (ff. 1r-5v). Questi sono stati utilizzati dopo il 1560 come base per l'elaborazione di nuovi statuti, e in quest'occasione i vari articoli in parte completati e cancellati con un tratto di penna dopo la copia, ma senza alcuna perdita di testo. La bozza dei nuovi statuti venne continuata sulle pagine rimaste bianche; il testo in bella copia non si è conservato.
Online dal: 14.12.2017
Contiene gli statuti e i rispettivi elenchi delle stime del 1584 (ff. 1-30), 1589 (ff. 33-58), 1593 (ff. 60-85), 1597 (ff. 88-115) e 1601 (ff. 117-146), occasionalmente con ulteriori deliberazioni del comune. Di seguito sono riportate le stime degli anni 1613, 1617, 1625, 1629, 1637, 1641, 1645, 1649, 1653, 1657, 1661 (ff. 155-186), che forniscono una panoramica sullo sviluppo della situazione finanziaria di questo comune sull'arco di 70 anni.
Online dal: 14.12.2017
Contiene la traduzione nella lingua altoengadinese del dramma «Die zehn Alter dieser Welt». Si tratta del più antico manoscritto finora conosciuto di un dramma retoromancio. Alla fine contiene una traduzione della canzone nr. 85 di Durich Chiampel[l]; nonostante l'originale sia stato pubblicato nel 1562, la canzone è trascritta dopo la datazione alla fine del dramma (43r-46r). Alla fine del manoscritto si trova, appena leggibile, un decalogo (46v). Quale copista si firma bartolomeus ulderici zauarit (42v).
Online dal: 22.03.2018
Contiene la traduzione in lingua altoengadinese del Patto federale dell'11 novembre 1544 (tedesco, StAGR A I /01 Nr. 109), scritto da Fadry Salis (molto probabilmente Friedrich von Salis-Samedan, 1512-1570), probabilmente poco dopo la redazione dell'originale, e costituisce quindi il documento retoromancio più antico conservatosi in originale. Per quanto riguarda l'alleanza del 1544, si tratta del rinnovo delle alleanze tra la Lega Grigia, la Lega delle Dieci Giurisdizioni e la Lega Caddea del 23 settembre 1524, e generalmente considerata l'atto di fondazione del Libero Stato delle Tre Leghe. La datazione è incerta poiché la data 11.11.1544 si riferisce al documento in tedesco. Questo non porta però la firma di Friedrich von Salis. Secondo la annotazione di conferma del 8.2.1605, il manoscritto deve essere stato scritto almeno prima di questa data.
Online dal: 22.03.2018
Il manoscritto contiene i due drammi altoengadinesi Histoargia dalg arik huͦm et da lazarus, cc. 1a-18b, completato nel 1591, e La Histoargia da Joseph (…), cc. 19a-38b nel quale diverse volte il copista Jacob o Jachiam Ger, ha inserito la data 1593. Egli continuò il suo lavoro con la trascrizione del dramma La Histoargia da las dysch Æteds «Storia dei dieci secoli» (c. 40a-c. 42b), di cui solo l'inizio è conservato (versi 1-157). Si tratta del più antico testo conservato della Histoargia dalg arik huͦm et da lazarus.
Online dal: 22.03.2018
Il manoscritto contiene i cinque drammi altoengadinesi [La histoargia dalg filg pertz] cc. 1a-36a (l'inizio manca, unico testimone); üna historgia da hechastus cc. 36a-78b (unico testimone); [La histoargia da Joseph], cc. 79b-99a; Vna bela senchia historgia da questa sainchia duonna süsanna (…) cc. 100a-136b (il più antico testimone di questo testo), VNA BELA HISTORGIA dauart la Mur dalg Cchiaualÿr valantin et Eaglantina filgia dalg Araig Papin, cc. 137a-164a (unico testimone); c. 164b frammento di una canzone: Baruns ludat ilg Signer (= Chiampell, Salmo 29). Il copista del manoscritto è Peder Traviers (in varie forme). La datazione delle singole parti si basa sulle indicazioni del copista, che si trovano per la maggior parte alla fine di un pezzo.
Online dal: 22.03.2018
Contiene la traduzione in romancio del «Jerusalemer Reise» del parroco, e più tardi abate di Disentis, Jacob Bundi (pp. 1-122); si tratta del più antico dei finora 25 manoscritti conosciuti contenenti questa traduzione redatta nel 1701. Ad una pagina originariamente bianca ne fa seguito una con l'alfabeto tedesco (p. 124), poi 88 pagine numerate, in scrittura tedesca, con istruzioni per piantare diverse piante. Secondo quanto si legge nella pagina conclusiva (p. 212) si tratta della copia di un'opera «Getruckt zu Cölln / Bey Heinrich Netessem (= Nettesheim) / in Margarden gaßen Im/ Jahr 1601. Geschriben im Jahr 1719 / den 5. Martij / P.C. Berchter».
Online dal: 22.03.2018
Costituiva in origine un unico volume con l'Einsiedeln 281. Il codice è stato allestito in ambito reto-lombardo intorno al sec. VIII/IX. La prima parte (pp. 1-256) è stata scritta in minuscola carolina, la seconda (pp. 258-430) in minuscola retica e la terza (pp. 431-526) in minuscola retica o alemannica. Nel XIV secolo si conservava già ad Einsiedeln come attestano le maniculae apposte da Enrico di Ligerz.
Online dal: 13.12.2013
Inventario dei beni redatto nel 1394 su incarico della badessa Luzia I dal notaio Jakob di Schluderns e trascritto in bella copia su pergamena dal figlio Peter. Nell'elenco vi sono 517 terre censuarie in 36 località. La decorazione è semplice ma molto bella. Importanti sono due grandi figure colorate, Giovanni Battista quale patrono e Carlo Magno quale fondatore del monastero. Per quanto riguarda la lingua, molto importante è un passaggio in volgare che si trova in un documento in latino del 1389 copiato nell'inventario. Si tratta di uno dei più antichi testimoni della lingua retoromancia dell'Engadina, rispettivamente della Val Müstair.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto contiene per primo la traduzione in romancio degli statuti e delle leggi del distretto di Bergün nella revisione del 1614 (pp. V5–V7 e 1–23). Alle pp. 41–76 seguono le leggi e gli statuti del distretto di Bergün del 1680, seguiti da supplementi degli anni 1690-1724 (pp. 77–86); dal 1719 (p. 83) di altra mano. A p. 109 inizia una nuova numerazione con la traduzione del Patto delle Tre Leghe nella versione del 1544 (pp. 1–7). Segue poi un indice delle leggi intitolato «Register» (pp. 9–12), le cui ultime voci sono della seconda mano. Quale conclusione di questi testi si trova uno statuto sull'utilizzo dei boschi del 1716 (pp. 15ss.), di nuovo della prima mano. Quale copista si firma Peidar P. Juvalta, ord. 1682, † 1724, che nel 1719 eseguì una seconda copia per un altro committente (StAGR A 51).
Online dal: 29.03.2019
Il manoscritto contiene una raccolta sistematica di 45 prediche, ciascuna delle quali comprende da sei a 17 pagine. All'inizio ci sono 20 sermoni in basso engadinese (pp. 1-281), seguiti da un sermone in tedesco (pp. 282-297). I restanti 24 sermoni sono in lingua romancia dell'Alta Engadina (pp. 298-570). Il libro si conclude con un «Register Dels Texts trattos in quaist Cudesch» (Indice dei testi [biblici] trattati in questo libro) (non pag., pp. 571-574). Questo riprende i passi biblici citati all'inizio come tema di ogni sermone. Il numero 33 è stato saltato, per cui il numero totale è 46. Due segnalibri (p. 399-s1.2 e p. 475-s1.2) identificano «Herr Präses Ulrich Vital Sins» (= Johann Ulrich Gosch Vital, Sent; 1781-1868) come proprietario del manoscritto. Il confronto con una lettera autografa e con l'ortografia delle sue opere pubblicate, dimostra che egli è anche lo scrittore e l'autore dei testi.
Online dal: 29.03.2019
Il manoscritto contiene gli statuti civili (ff. 1-128), penali (ff. 130-163) e matrimoniali (ff. 165-170) del distretto dell'Alta Engadina del 1665 con supplementi fino al 1762, quest'ultimi copiati in una scrittura diversa. Seguono la traduzione del Patto federale del 1524 (ff. 172-177) e l'alleanza ereditaria con i conti del Tirolo del 1518 (ff. 178-185). Gli statuti si concludono con un indice (ff. 187-197). Segue un elenco dei funzionari del distretto dell'Alta Engadina dal 1563-1729 (ff. 210v-226r).
Online dal: 29.03.2019
Si tratta della copia più antica copia superstite di un resoconto epico in versi di Gian Travers sugli avvenimenti della guerra del castello di Musso del 1525/1526, scritto nel 1527. Questa cronaca costituisce il testo più lungo conosciuto in lingua romancia. Quale copista si firma Johan Schucan di Zuoz, all'epoca della copia prete protestante a Zernez.
Online dal: 14.12.2017
Si tratta del più antico manoscritto contenente il dramma «Joseph» di Gian Travers, messo in scena nel 1534 a Zuoz. E' stato scritto tre anni dopo la morte di Travers in una ortografia non più in uso al momento della trascrizione. Il copista è Conradin Planta, probabilmente un parente; Gian Travers era sposato con Anna Planta. Il manoscritto non è rilegato correttamente: il testo inizia con i ff. 9-13, poi manca un foglio, poi f. 14, f. 1, f. 5, f. 3, f. 4, f. 6, f. 2, f. 15, manca un foglio, f. 7, f. 16. Il f. 8r, originariamente l'ultimo, contiene una poesia di avvertimento; il f. 8v era bianco. Le carte di guardia anteriori sono costituite da un grande foglio in pergamena, originariamente proveniente da un manoscritto pergamenaceo del XII sec. con un testo di Costantino l'Africano, De febribus, cap. 3-5.
Online dal: 14.12.2017
Contiene il testo di una versione bassoengadinese di una storia di Giuseppe (ff. 1-74) che si rifà al dramma pubblicato a Zurigo nel 1540 «Ein hüpsch nüwes Spil von Josephen (…)», attribuito a Jacob Ruf. Indicazioni convergenti, come le affermazioni di Chiampell (Placidus Plattner, Ulrici Campelli Historia retica, Basel Schneider, T. 2 1890, 353), l'ortografia e il linguaggio della trascrizione, suggeriscono di avere qui a che fare con l'unica copia conservata del dramma dello stesso Chiampell, messo in scena nel 1564 a Susch. Alla fine si legge un dialogo tra un prete protestante e un malato (ff. 75-77), e alcune preghiere (ff. 78-80), tradotte dal tedesco dal copista stesso del testo, Baltasar Valantin.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto contiene all'inizio la traduzione degli statuti in latino del circolo dell'Alta Engadina del 1563, con le aggiunte fino al 1618, nella scrittura di Peider Curtin (ff. 1-245a). Le aggiunte degli anni 1624-1654 sono di altra mano o, come ai ff. 245b-254a, aggiunte in seguito. Seguono le traduzioni di altri importanti testi a carattere giuridico dal tedesco nella scrittura di Peider Curtin: la Charta da la Lia del 1524 (ff. 262-267), gli articoli di Coira del 1523, poi di Ilanz del 1524 (ff. 268-271), gli Artichels da cumoenas Trais Lias del 1527 (ff. 272-278), un trattato della Lega Caddea cun l's sett chantuns Schwizers del 1498 (ff. 279-282) e il «Erbeinigungsvertrag» del 1518 tra l'imperatore Massimilano ed il vescovo di Coira, riguardante l'Engadina (ff. 283-289). Seguono l'indice degli Statuti (ff. 291-295) di mano di Curtin e l'indice delle aggiunte (f. 296) della seconda mano. Copista è Peider Curtin; secondo una affermazione sulla pagina del titolo gli statuti sarebbero però opera del noto prete protestante e notaio Lüci Papa.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto contiene gli statuti completi del comune di Sils i.E. del 1591, 1601, 1606, 1617, 1621 e 1626. Le correzioni e le aggiunte degli statuti del 1596 furono integrate negli statuti degli anni 1591, quelle del 1611 negli statuti del 1606, quelle del 1631 e 1636 aggiunte su alcuni fogli negli statuti del 1626. Dopo il testo degli statuti si trova ogni volta una lista delle stime. Il manoscritto contiene inoltre i conti annuali del comune dal 1606 al 1651, così come ulteriori risoluzioni dell'assemblea comunale.
Online dal: 22.03.2018
Questa raccolta di testi medici della Germania del sud contiene, oltre al libro di medicina di Ortolf di Baierland ed estratti dal Thesaurus pauperum di Pietro Ispano, una serie di altri testi di guarigione come il Corpus della medicina monastica, diverse versioni del Trattato sul ginepro, estratti da Bartholomäus, dall' Antidotarium Nicolai e molto ancora. I testi sono stati raccolti tra il 1463 e il 1466 dal medico di Ravensburg Hans Stoll. Il manoscritto è elencato nel primo catalogo della biblioteca cittadina di Soletta del 1766/1771.
Online dal: 21.12.2009
Elenco del patrimonio degli abitanti dei comuni di Bergün, Filisur, Latsch e Stuls, elencati dall'allora notaio pubblico, cancelliere, più tardi landamano e poi parroco, Tumesch Zeuth; rinnovato circa ogni 10 anni, prima in tedesco, verso la fine anche in romancio. Importanza non provata chiaramente; eventualmente servì in origine quale base per il finanziamento del riscatto del vescovo di Coira nel 1537, più tardi anche chiave di ripartizione delle entrate dei comuni, tra i quali dalle magistrature valtellinesi, dalle pensioni, dalle tasse doganali sulle merci e le strade, ecc. Il più antico manoscritto oggi conosciuto da Bergün. Di proprietà di Werner Dübendorfer di Eglisau. Il volume che ne costituiva la continuazione, che andava probabilmente fino al 1799, è scomparso.
Online dal: 14.12.2017