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A. SUA MAESTA CHRISTIANIS / SONETTO
Quando l’Aurora Il suo vecchio Marito.
In questo primo sonetto dimostra l’autore / che dalle rime profane Iddio / L’a chiamato a cantare / In rime sacre / Le sue lodi / si / come dal governo delle / Pecore & Agnelli / chiamò David / al governo / del popol suo.
L’Huomo che vede j movimenti del Cielo / & dej Pianeti, & altre opere di / Dio mirabbili, se poi non / L’adora & riverisce / è Indegno / di / vivere
Accusa j suoj peccati quai gli traffiggon / fatalmente Il petto & l’Anima / che sempre Il fanno stare / & di malavoglia / & dice / non / potersi mai Interamente rallegrare / insino che lasciata questa / mortal spoglia s’emnvo-/li in Cielo a con-/templar / la / gloria di Dio.
Persiste pure in biasimare il peccato / & accusarlo che per lui ne / sia intercetta la via / del Paradiso.
Seguendo il soggetto di sopra si lamenta / della fragilità della Carne / che si facilmente si lasci / andare al peccato / poi priega / Iddio / che tempri et raffreni la nost ra / Immoderata libidine.
Che Il peccatore non debba desperarsi / se bene ha offeso il Creatore / anzi sperar’ perdono / essendo fatto / innocente / per la / Innocentia di Christo.
Che l’huomo che patiscie in questo Mondo / o che è travagliato dal peccato / ricordandosi che CHRISTO / nasconde inanzi al / padre j suoj / peccati / si / rallegra non temendo / più la Morte / Eterna.
Con una leggiadra similitudine dimostra / che Christo fatto sposo della Chiesa / tolse in dote da lej e suoj / peccatj & con la / sua Morte / tutti / li / estinse, et lei poi corono / di honore e gloria / Eterna.
Chi teme Iddio ha sem pre lanimo / quieto, & chi altramente fa & ancor che fosse signor / di tutto lMondo / non puo ri-/trovar luoco / di quiete
Qui si conoscie quanto sia grande la / providenza di Nostro Signore, quale / non si tosto hebbe previsto la per dition / de gl’Angeli, che statui di crear / l’huomo per riempir i seggi / vuoti dej Cori Celesti / & non si tosto / previde / la / perdition dell’huomo per il peccato / gli preparò la medicina; la morte / cioè di Nostro Signor IESU-/CHRISTO.
IESUCHRISTO solo ottien perdono da / DIO Il padre per i nostri peccati.
Quanto Il creatore ami la sua creatura / vedesi in ciò che havendo mandato il / figliuolo suo unico nel mondo a / pigliar carne humana, Morti / et passione per riscattarne / dalla morte Eterna / quello Istesso suo / figliuolo da / per esca / a suoi / fedeli.
Ancor chel fedele che ama DIO con / affettione trabocchi alle volte / nel peccato, non però il / signore labbandona / anzi il raccoglie / & gli perdona / poi che / pentito / ha / pianto il suo peccato.
Allude a quel che disse Il Signore / IESUCHRISTO. Estote prude(n)tes / sicut Sepentes & simplices / sicut Columbae. / e mostra come / si debba / adoprar / & la / prudenza & la simplicità.
Ancor che non sia quel di noi che o / per Inspiration divina o per la / predicatione od altra in-/struttione non sappia / quello che dee / fare per / compiacer / a DIO / si duole che pur tuttavia andiamo / Invecchiando nel peccato & / dice che saria meglio non / conoscere Iddio che / conoscendolo / far si poco / frutto / della fede nostra.
Per schivar le pene dell’Inferno / meritate per i nostri peccati / bisogna ricorrere con / Cuor contrito / a Christo.
Non è cosa al Mondo che / furbi la mente quan to / l’offendere Iddio.
Tutto quello che l’huomo crede / non è fede, ma quel’ / solo che si appoggia / alla parola / di DIO / & / chi altramente crede dif=/ficilmnete salirà / nel Cielo.
L’huomo che sappoggia in tutto nella / fede & in Christo non si at=/trista facilmente per / le persecutioni / del Mondo / anzi / scorrendo legiermente per quelle fa’ / una vita contemplativa tal/che per sempre con la / Mente essere in / Paradiso.
Riprende l’error dalcuni che ributtano / la colpa del peccato altrove che / in se stessi cioe nella / causa del peccato / come adire se / la donna / non / fosse l’huomo non peccarebbe nella lussuria / o vero se l’Oro non fosse non si / desiderarebbe. et sim. non / considerando che l’ori/gine del peccare / e in noi / stessi / quale è la fragilità nostra, talche / fora meglio confessando lerror nost ro / studiar di placar l’Ira di DIO / con umiltà con pacienza & fede.
Nostro Signore Iddio non come un crudel / Tyranno farebbe a suoj vassally ma / come un buon Padre suoi fig-/liuoli ci tratta: quale / leggiermente non si / adira con esso / loro, pur / alle volte / dalle / Iniquita nostre costretto ci castiga, le / quali han preso in noi tanta poss-/essione che ancor che ogn’un / di noi sappia quanto / sia aspera l’Ira / di Dio nien te=/dimeno / si / truovan pochi che per scrivarla lor / vita emmendino.
Tocco da contrition de suoi peccati / desidera uscir di questo / Mondo per più / non offendere / Il signore.
Nel precedente et in questo mostra che / l’huomo che vorra riguardare a suoi / peccati altro non trovara che / dolore & desperatione / ma che avra memo-/ria della Morte / che Iesuchristo / ha patita / per / noj, trovara causa di consolatione / atteso che quello morendo / ha pagato Il debbito / de peccati nost ri.
Ammira le opere stupende / del Signore.
Il nemico cerca tutti e’ modi da indurre / l’huomo al peccato & finalmen te / alla desperatione ma / chi vorrà guardar-/si dalle sue / insidie / bisogna si armi di fede / & speranza.
Si come Il peccato d’un huomo solo ha / sottoposto tutto Il germe humano / alla Morte; così l’ubidi-/enza d’un solo Christo / l’hà riscattato / da quel / debbito / anzi via più grande è la / gratia atteso che / purga tutti / i peccatj.
Dimostra j frutti che partoriscono in noi / speranza et fede.
Che miglior schermo non si truovj / per schivar l’Ira di Dio / che l’umilta.
Quando Il peccatore ha pianto Il / suo peccato con contritione / il signor gl’el per=/dona, et gli / rasserena / Il volto.
Quanto sia grande la gloria celeste della / bellezza delle cose terrene si / puo Im maginare: perché / se l’huomo truova / le cose del / Mondo / sì / belle & vaghe di quanto crederem / noi che le Celesti et a / noi ancor nascose / soprabbon=/dino?
Essendo malatlo et temendo di morire / ragiona con l’Anima sua et / gli dimostra che non / dee haver paura / della Morte / poi che / per / quella escie dalla servitù del pec=/cato, & che senza quella / non si puo salire / alla gloria / di DIO.
DIO non paga Il sabbato (dice Il proverbio) / & se differiscie il supplitio per / qualche tempo, tanto più / grave il darà a / chi non si / emenda / ne pente.
Quasi simile a quel disopra.
Chi crede che dio morendo estinse / i nostri peccati sperando / in luy non ha da / chi temere.
persiste nel proposito di sopra & si rap=/presenta a gl’occhi ildjdel / gran Iuditio.
Chi ha contritione & si pente di / haver peccato, non dee / temer i spaventi / di Morte o / dello / Inferno, havendo Dio dalla / parte sua.
I profeti al temp antico, & l’Evangelio / al di Dhoggi ci Insegnano come / DIO vuol essere servito ne / alcuno si puo scusare / per non sapere.
Priega Il signore che regga le affet-/tioni del Cuor suo accio= / ogni suo desire in luj / comenzi & finisca.
Quanto sia di maggior l’eccelleza / l’evangelio che la legge / si dimostra dalli ef-/fetti del uno & / del altro.
Contra gl’infedeli & sacramentarij
Chi vuol veramente esser tenuto figliol / di DIO, racquistare & mantenersj / nella sua gratia bisogna / si purghi dogni vitio / & dogni desire / brutto & Impuro.
Priega che Iubidienza & morte del / signore scancellj Il suo peccato.
Contra quei che al principio si mostrano / ardentissimi nella fede, con belle / parole discorrendone, & poi / si accomm odano al Tempo.
Di quei che in ogni luoco et ogni / Tempo sono veramente fedeli / Christiani.
Che ogni cosa che noi vogliamo dal / Padre Eterno bisogna doman-/darla per mezzo & per / i meriti di nostro / Signor : Iesuchristo.
Il peccatore che si vede schiavo della / morte per j suoi peccati, altro / refuggio haver non deve / che a Iesuchristo.
vraisemblablement offert au Roi de France
f.