Il codice, scritto nel 1499 sotto il maestro di scuola di Lindau Cunradus Reuschman (annotazione a p. 488), contiene prevalentemente opere di antichi autori, in più alcuni testi di autori italiani del XV secolo. Tutti i testi sono corredati da un commento e le opere più importanti sono precedute da un argumentum. Tra i testi ci sono spesso delle pagine lasciate in bianco. Nei margini si trovano dei semplici disegni a penna (pp. 498–501, 504, 511, 513; a p. 706 e 712 schizzi di mappamondi). A p. 3 si trova un disegno a piena pagina della città di Troia. In dettaglio i testi sono i seguenti: Publius Baebius Italicus, Ilias latina (pp. 5–51); Virgilio, Georgica (pp. 57–146); Orazio, Epistolae (pp. 148–230); Orazio, Carmen saeculare (pp. 231–234); Lattanzio, De ave Phoenice (pp. 234–241); Persio, Satire (pp. 245–282); Margarita passionis, inc. Cum prope pasca foret (pp. 283–288); Seneca, De providentia (pp. 289–298); Agostino Dati, Elegantiolae (pp. 323–361); Carmen de dolo et astutia cuiusdam mulieris, inc. Summe procus caveat ducatur ne mala coniunx (pp. 362–365); inni (pp. 366–388); Parvulus philosophiae moralis (pp. 395–417); Domenico Mancini, De quattuor virtutibus (pp. 419–488); Girolamo della Valle, Jesuida (pp. 491–514); Matteo Bosso, Oratio in beata coena domini (pp. 515–524); Pseudo-Leonardo Bruni Aretino, Comoedia Poliscena (pp. 539–549); Terenzio, Andria (pp. 563–621); Virgilio, Bucolica (pp. 629–660); Orazio, Ars poetica (pp. 661–678); Orazio, Epodi (pp. 679–692); Pseudo-Virgilio, Moretum (pp. 692–694); Pseudo-Ovidio, Remedia amoris, inc. Qui fuerit cupiens ab amica solvere colla (pp. 694–695); Pseudo-Ovidio, De arte amandi, inc. Si quem forte iuvat subdi sapienter amori (pp. 695–698); un trattato sull'interpunzione, De kanone punctorum (p. 699); Virgilio, Aeneis, lib. 1 e 3 (pp. 701–726 e 741–760); Sallustio, De coniuratione Catilinae (pp. 765–802); Sallustio, De bello Iugurthino, incompleto (pp. 803–804); Seneca, Epistolae morales (pp. 812–853).
Online dal: 04.10.2018
Prima parte del commento del grammatico tardoantico Servio (intorno al 400) all'Eneide di Virgilio (Libri 6-8 [v. 685]); scritto nel monastero di S. Gallo intorno al 900. La seconda parte di questo diffuso commento è contenuta nel Cod. Sang. 862.
Online dal: 15.04.2010
Seconda parte (libri 9-12) del commento del grammatico romano Servio (intorno al 400) alle opere di Virgilio, come pure una Vita di Publius Vergilius Maro. Realizzato verso il 900 nell'abbazia di San Gallo. La prima parte del popolare commento a Virgilio è contenuta Cod. Sang. 861.
Online dal: 31.07.2009
Marcus Annaeus Lucanus (Lucano, 39-65 d.C.), De bello civili (o Pharsalia), poema epico sulla guerra civile tra Pompeo e Cesare (48 - 45 a.C.). Con alcuni tenui disegni a penna.
Online dal: 12.06.2006
Il codice è costituito da quattro parti in origine indipendenti, che probabilmente non sono state scritte a S. Gallo: 1. Orazio, Odae (alla fine incompleto, con alcune glosse); 2. Lucano, Pharsalia (alla fine incompleto, con numerose glosse); 3. Sallustio, De coniuratione Catilinae (completo) e De bello Iugurthino (alcuni capitoli mancano); 4. Ovidio, Amores (alla fine incompleto, con numerose glosse) così come una pagina dalle Metamorphoseon.
Online dal: 31.03.2011
Il codice contiene l'opera più conosciuta del poeta romano Publio Papinio Stazio, il suo poema epico sulla guerra dei Sette contro Tebe (Thebais, unitamente agli argumenta metrici ai libri II-IV. Mancano due fascicoli con i lib. IV, V. 578 – lib. VII, V. 30 (tra p. 75 e 76) così come un bifoglio con il lib. IX, 671–751 e il lib. X, 5–84 (tra p. 128 e 129, e tra 132 e 133). Gli inizi dei libri e degli argumenta metrici (p. 3, 21, 40, 58/59, 92, 112, 132, 173) sono introdotti da iniziali, in parte bicolori (rosso/verde). Sono presenti glosse marginali e interlineari, per la maggior parte dei secc. XII e XIII. Alle pp. 196–197, probabilmente della stessa mano, il Planctus Oedipodis, inc. Diri patris infasuta pignora (Lamento di Edipo sulla morte dei suoi figli). Il racconto comprende 21 strofe in rima di quattro righe, delle quali la prima è corredata di neumi su quattro linee. Questa forma di annotazione musicale parla contro un'origine del manoscritto a S. Gallo.
Online dal: 22.06.2017
Manoscritto scolastico molto usato contenente i 15 libri delle Metamorfosi di Publio Ovidio Naso. Contiene molte glosse interlineari e marginali in latino. La pergamena mostra tracce di grande usura e sporcizia e presenta in molte parti delle cuciture. Già in occasione della prima paginazione del manoscritto ad opera dell'aiuto bibliotecario Ildefonso di Arx, avvenuta intorno al 1780, mancava la parte di testo corrispondente al Libro 8 v. 564 fino al Libro 10 v. 429, come annotato a p. 62. Alla fine del manoscritto si trovano delle prove di penna di cui alcune a contenuto storico; tra queste a p. 112 il ricordo del terremoto del 4 settembre 1289, così come la menzione di un copista di nome Johannes (Qui me scribebat Iohannes nomen habebat).
Online dal: 23.06.2014
Le Lettere dal Ponto di Ovidio sono l'unico testo contenuto in questo manoscritto, copiato in minuscola gotica da un'unica mano nel XIII secolo. Raggruppate in quattro libri nelle edizioni moderne, le 46 lettere, elegie poetiche legate all'esilio del poeta a Tomi, si susseguono qui senza soluzione di continuità. Le iniziali semplici dipinte in rosso si distinguono l'una dall'altra fino a p. 66; in seguito, ci sono solo spazi riservati per quelle non realizzate. Oltre alle maniculae lungo i margini, sono presenti numerose glosse, interlineari o marginali, che risalgono più o meno allo stesso periodo della copia.
Online dal: 22.09.2022
Commento anonimo alle Odi, Epodi, all'Ars poetica, alle lettere e ai sermoni di Orazio, trascritto in una scrittura minuscola (fino a 110 linee in pagine di soli 14,5 cm di altezza). Precedono il commento le Vite di Orazio dello Pseudo-Acrone e Svetonio; sulle prime pagine una lettera di scambio del 1252 e altri documenti. Sulle ultime pagine segue un commento alle Satire di Persio di cui inizio è difettoso.
Online dal: 22.06.2010
Il più importante manoscritto poetico contenente le opere dell'abate ed erudito di Reichenau Valafrido Strabone (809/10-849). Oltre ad un gran numero di brevi poemi spirituali e secolari, il volume contiene anche due leggende versificate sul martire di Cappadocia Mamete (De vita et fine Mammae monachi) e sull'abate irlandese Blathmac (Versus Strabi de beati Blaithmaic vita et fine), la visione del monaco Wetti di Reichenau (Visio Wettini), il poema De imagine Tetrici e una discussione sulla statua equestre di Teodorico il Grande, oggi persa, che Carlo Magno aveva fatto portare da Ravenna al suo palazzo di Aquisgrana. Il manoscritto è stato allestito nell'abbazia di San Gallo, nella seconda metà del IX secolo.
Online dal: 23.12.2008
Scolie (in maggior parte commentari destinati all'insegnamento scolastico) delle 16 Satire del poeta latino Giovenale (verso 60-140), con 460 esametri (principalmente tratti dalle Satire) come pure un glossario misto delle Satire di Giovenale. Trascrizione di San Gallo della seconda metà del IX secolo.
Online dal: 23.12.2008
Il manoscritto contiene tutte le 16 satire dell'antico poeta Giovenale, nella sequenza 1-14, 16 e 15. Le satire 1-3 e 10-14 sono glossate (tra queste vi sono 7 glosse in antico tedesco); delle satire 3 e 14 è glossato solo l'inizio, della satira 10 solo la fine, ciô dipende probabilmente dal fatto che queste glosse vennero inserite nei corrispondenti fascicoli quando il manoscritto era ancora slegato.
Online dal: 13.12.2013
Traduzione in antico alto-tedesco, corredata di commento, del De nuptis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella; due commenti ai Vangeli databili ai secoli XII-XIII. La traduzione e il commento, databili al secolo XI e limitati ai primi due libri dell'opera di Capella, sono opera di Notkero il Germanico. Sono stati trascritti per la maggior parte su un precedente testo delle Institutiones Grammaticae di Prisciano di Cesarea, leggibile solo in minima parte.
Online dal: 12.12.2006
Il manoscritto pergamenaceo contiene alle pp. 3-87 la Poetria nova di Galfredus de Vino Salvo. Si tratta di una guida in oltre 2.000 esametri per la redazione di poesie. Gli esametri appaiono in 25 righe di versi al centro della pagina e sono accompagnati da commenti e glosse contemporanei. La scrittura, una textualis semplificata, rimanda alla seconda metà del XIII secolo o alla prima metà del XIV secolo (contrariamente a Scherrer). Sulle pp. 9 e 88 figura il timbro dell'abate Diethelm Blarer del 1553-1564, a p. 1 l'antica segnatura S. n. 312 con una nota sul contenuto di Pius Kolb e a p. 2 una annotazione di Franz Josef Mone del 1819. La rilegatura in mezza pelle lascia visibile la legatura romanica.
Online dal: 20.12.2023
Collezione di testi in prevalenza grammaticali, trascritta da una varietà di mani intorno all'anno 800 nel monastero di San Gallo. La compongono, in alcuni casi, le versioni più antiche di alcuni testi; in un caso (il trattato anonimo De scansione heroyci versus et specie eorum), l'unica versione tramandata. Vi sono tràditi, tra le altre opere, l'Ars major e l'Ars minor di Donato, una compilazione da tali opere di Donato realizzata da Pietro di Pisa, il De metris di Mallio (Manlio) Teodoro, l'Ars grammatica di Diomede, il De arte metrica e il De schematibus et tropis di Beda il Venerabile.
Online dal: 09.12.2008
Codice miscellaneo sangallese databile intorno all'800. Contiene numerosi trattati grammaticali.
Online dal: 31.12.2005
Il Vademecum (manuale personale) di Valafrido Strabone (ca. 808-849), abate di Reichenau. È uno dei pochi autografi che si conoscano di una figura eminente dell'alto Medioevo. Preserva diversi testi trascritti tra l'anno 825 ca. e l'anno 849 da numerose mani; tra essi un labirinto (pag. 277) e differenti alfabeti (pagg. 320-321), uno dei quali scritto in rune.
Online dal: 12.12.2006
Estratti dalle opere di Isidoro di Siviglia, dalle Etymologiae e dal De officiis; scritti verso il 900 non nell'abbazia di S. Gallo. Alla fine figura un colophon in versi nel quale un copista si nomina quale Aureliano.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto pergamenaceo contiene alle pp. 1-188 i libri 17 e 18 delle Institutiones grammaticae di Prisciano (ed. Keil, vol. 3, pp. 107-278, r. 12). Segue alle pp. 189-204 il terzo libro dell'Ars maior di Donato (ed. Keil, vol. 4, pp. 392-402) e alle pp. 205-223 il trattato De accentibus dello Pseudo-Prisciano (ed. Keil, vol. 3, pp. 518-528). L'intero manoscritto di grammatica è scritto nella stessa textualis del XIV secolo. Alle pp. 1, 115, 189 e 205, all'inizio di ciascuno dei quattro testi, si trova un'iniziale di 10-18 righe dipinta con oro, blu, bianco, rosso, rosso scuro o verde; la prima iniziale istoriata raffigura una scena dottrinale mentre la terza iniziale è fortemente danneggiata. Sono presenti anche iniziali semplici in rosso e blu filigranate. Le Institutiones grammaticae sono accompagnate da numerose glosse e commenti scritti a inchiostro da diverse mani del XIV secolo. Da p. 189 in avanti le glosse sono meno numerose e sono state inserite esclusivamente con uno stilo. Alle pp. 118 e 224 si trova il timbro dell'abate Diethelm Blarer del 1553-1564, a p. 1 l'antica segnatura D.n. 241 con una nota sul contenuto di Pius Kolb. Prima di p. 1 è cucito un frammento di carta con i resti di due annotazioni più lunghe. La legatura in legno è stata rivestita in mezza pelle.
Online dal: 20.12.2023
Manoscritto composito dal contenuto essenzialmente grammaticale, allestito nella seconda metà del IX secolo nell'abbazia di San Gallo. Contiene innanzitutto delle trascrizioni dell'Ars maior di Donato, dell'Ars grammatica di Onorato, dell'Ars de verbo di Eutiche, dell'Ars grammatica di Diomede come pure del libro I delle Etimologie di Isidoro di Siviglia.
Online dal: 23.12.2008